sabato 31 agosto 2013

Basta bugie!

Pur conoscendola ormai da tanti anni, è sempre sconvolgente per me imbattermi una volta di più nell'ipocrisia dei pro-SA (i favorevoli ai test sugli animali ovvero alla "sperimentazione animale").

Ieri ho letto su Facebook un fazioso (e bugiardo) intervento del gruppo Biotecnologie Basta Bugie (complimenti vivissimi per la scelta azzeccata del nome!).

Antefatto.

Da qualche tempo i pro-SA sono costretti alle arrampicate sugli specchi più del solito: quasi ogni settimana stanno mettendoli alle corde nuove scoperte o tecniche biotecnologiche che in un futuro non molto remoto potranno affiancarsi ai già esistenti numerosi metodi sostitutivi della sperimentazione animale, con migliori prospettive di efficacia e affidabilità di quest'ultima, provatamente pochissimo affidabile. Per questo i pro-SA stanno spargendo fango su chiunque non sia della loro idea.

Una ditta produttrice di alimenti animali ha avuto l'ardire di affiancarsi a gruppi anti-SA per chiedere la fine della stessa. Tale affronto non poteva restare impunito!

Questo è quanto pubblica BBB:
Evviva l'onesta (?) intellettuale!
... Da che pulpito!

“Crudeltà” non è sacrificare a malincuore un esiguo numero di animali per trovare cure a malattie atroci.

“Crudeltà” è commissionare la morte di Vitelli (cuccioli) per darli in pasto ad altri animali per trarne profitto.
[MV]

Se fossi in voi farei notare l'incoerenza... magari qui: https://www.facebook.com/almonature?fref=ts
[BO]

Esaminiamo le accuse.

Viene messo in evidenza che le scatolette di mangime contengono vari tipi di carne.

Trattandosi di cibo per cani e gatti, carnivori, non mi pare né strano né tantomeno scandaloso.

La maggior parte dei veri animalisti (non quelli che si inteneriscono davanti alle foto dei micini ma poi non smuovono il c*** neppure per firmare una petizione) è vegetariana o vegana, ma ciò non comporta che cibino i propri amici carnivori cani e gatti con verdure! Senza parlare di chi vegetariano non è e si trova a dover alimentare tali animali. Occorre quindi comunque che vengano prodotti questi alimenti. Del resto, con solo una parte degli scarti di varie specie animali uccise per il consumo umano si possono ben nutrire molti animali domestici carnivori, senza aggiungere ulteriori uccisioni.

Gli animalisti premono perché venga limitato e col tempo magari eliminato l'allevamento intensivo, una vera tragedia per gli animali (già da prima dell'abbattimento) ma anche un danno notevole per l'ambiente e paradossalmente una delle cause di fame nel mondo. Auspicano che molti altri si uniscano alla schiera dei non-carnivori (che è in lento ma costante aumento) ma ovviamente anche tornando ad allevamenti eticamente e ambientalmente sostenibili ci sarà sempre una notevole quantità di gente che non rinuncerà alla carne, come del resto è suo diritto, per cui non mancherà mai materia prima per la fabbricazione di mangimi per animali carnivori. In fondo, in natura i carnivori cacciano e mangiano altri animali, eticamente non è condannabile. Personalmente, preferisco dare al mio gatto direttamente carne e pesce, non scatolette, ma è una scelta che non tutti possono fare non tanto per motivi economici (spendo meno io) quanto per motivi pratici.

Quindi questa prima accusa rivolta è senza fondamento.


Esaminiamo l'altra.

Certamente, l'ho sempre sostenuto, gli anti-SA sbagliano nel rinfacciare  il loro "profitto" alle imprese (farmaceutiche e non) che sperimentano su animali. Come sempre dico, è giusto che qualsiasi impresa abbia il suo profitto, che serva non solo a coprire tutte le spese, dal materiale alla pubblicità, nonché gli stipendi degli addetti, e lasci al tempo stesso un certo margine perché possano guadagnare anche gli azionisti investitori e i dirigenti. Così funziona in tutte le imprese private, se non c'è un sufficiente margine di guadagno chiudono, lasciando a spasso i lavoratori.

Non vedo quindi nulla di male neppure nel "profitto" della ditta Almo Nature, benché sia probabilmente ben lontano dalle vagonate di denaro che muove l'industria chimica in generale, quella farmaceutica in particolare (probabilmente a questo si riferiscono nel post sotto accusa).


Non ci credete alle "vagonate di denaro"?

Be', basta pensarci un attimo. Non solo ne viene "macinato" parecchio per le spese vive di produzione, dal materiale (tra cui milioni di animali, altro che "un esiguo numero di animali"!) agli stipendi degli addetti, siano operai, siano impiegati, siano ricercatori (sì, anche i "ricercatori", gli autonominatisi "scienziati", pur essendo puri spiriti dediti solo al bene del prossimo, mangiano e hanno famiglia!), dall'impacchettamento ai trasporti.

La vera e propria "sperimentazione" (ovvero il torturare in vario modo gli animali nella vana speranza che quel che serve per cancellare in loro  i sintomi di una malattia indotta,  tutt'affatto diversa da quella umana, serva anche per l'uomo) in confronto è la parte meno costosa, basata com'è su tecniche ormai antiche e ripetitive.

Ma una gran fetta viene dedicata alle spese pubblicitarie, che sono enormi.

Infatti, con la numerosa quantità di medicamenti nuovi sfornati ogni anno (necessari per sostituire quelli il cui brevetto sia ormai scaduto e quindi ormai producibili da chiunque), è indispensabile convincere i medici in primis e attraverso loro i potenziali utenti della inderogabile necessità di usarli.

Ecco allora gli spot in TV (costano caro!), la pubblicità su riviste e giornali, nonché -grande trovata perché esclusiva della case farmaceutiche- le rivistine più o meno "mediche" che vengono distribuite gratuitamente in ambulatori, studi medici, farmacie. Si tratta di almeno svariate centinaia di migliaia di copie ogni anno, in tutto il mondo. Chiedete a un aspirante scrittore quanto costi farsi pubblicare un singolo opuscolo in poche copie...

Ma che dire dell'altra pubblicità, quella che mira direttamente ai medici, a convincerli a diagnosticare malattie più o meno di fantasia, allo scopo di ricettare sempre più e sempre più nuove medicine?

Questo argomento lo conosco a fondo, ne ho parlato abbastanza con una amica mia, pediatra ospedaliera. Si tratta dei famosi e famigerati "convegni" cui vengono invitati  relatori di prestigio nelle varie specialità (spesati di tutto e ben retribuiti per il disturbo) e numerosi medici delle stesse specialità, anch'essi spesati di tutto e alloggiati in alberghi da almeno quattro stelle nelle più note località turistiche. La mia amica nei primi anni partecipava ad almeno 4-5 convegni all'anno, ma ormai ha visitato tutte le località che le interessavano per cui partecipa solo a pochi dei vari proposti. Di questi congressi  quindi se ne svolgono in ogni nazione alcuni ogni anno per ogni specialità, pertanto con un numero complessivo mondiale piuttosto elevato (migliaia?).

Lascio a voi immaginare la spesa, se avete un'idea di quanto costi la pensione completa per tre giorni in un hotel 4* a Ibiza o a Capri (più il viaggio). Se lo scopo non fosse quello che è, di assicurarsi la complicità dei medici nel ricettare farmaci, sarebbe molto più conveniente, pratico e efficace svolgere corsi di aggiornamento on-line...

Certo, a questo occorre aggiungere un'altra spesa che però non ricade sulle aziende farmaceutiche ma sulla Sanità nazionale, quindi anche su voi e me: i medici partecipanti ai convegni sono considerati in servizio, non devono chiedere ferie e vanno sostituiti dai loro colleghi, che vengono retribuiti  con pagamento di ore straordinarie.

Ciononostante, malgrado tutte queste spese di pubblicità e accessorie, l'industria farmaceutica non è certamente in crisi. Quante industrie farmaceutiche hanno chiuso da quando c'è la crisi mondiale?

Con tutte le spese che gravano a monte su ogni scatoletta di medicinali, potreste pensare che ai farmacisti toccano solo le briciole, vero? Bene, io non ho mai visto in vita mia che una farmacia chiudesse, neanche ora che ogni giorno vedo un negozietto, un bar, un ristorante, un'edicola chiudere a causa della crisi, per non parlare di industrie di altri settori che licenziano a grappoli.

Nella mia farmacia oltre sporadicamente alla proprietaria farmacista lavorano non meno di 6-7 commessi stipendiati, ciononostante la mia farmacista può permettersi un SUV BMW da più di 70.000 euro...



Che i sostenitori della sperimentazione animale in ambito farmaceutico rinfaccino il "profitto" di chiunque mi pare quindi una disgustosa ipocrisia.



Vecchi ricordi



Il post di ieri di Juhan, nonché i link proposti nel commento da Marco, mi hanno riportato alla mente il felice tempo della mia infanzia.





Mio padre aveva regalato a mia sorella e a me la magnifica Enciclopedia della Fiaba (con gli anni finita in mano di una parente prima che potessi riscattarla, non ne ho più saputo nulla).

Qui appare rilegata in bianco, la nostra la ricordo con copertina rigida blu e scritte dorate.


Era in quattro volumi, forse dopo quelli in nostro possesso ne sono stati editi altri, comunque a me bastavano perché leggevo e rileggevo tutto fino a saperlo a memoria!

Tutti i volumi erano ben illustrati, benché i disegni fossero in bianco e nero erano molto suggestivi.

C'erano tutti i miti e leggende possibili e immaginabili, oltre alle fiabe classiche.




Da Esopo e Fedro ai racconti della Bibbia, dalla mitologia greca e romana





alla mitologia indù di Rama, dalle favole tradizionali italiane (le ho successivamente ritrovate in una raccolta di Calvino) alle saghe nordiche... , ricordo poco o nulla di quelle dell'estremo oriente, ma ricordo bene quelle slave e russe.


Uno di questi volumi era stupendamente illustrato. Infatti, mentre non ricordo affatto il nome degli altri illustratori, ho sempre tenuto a mente il nome di questo particolare disegnatore: nella firma appariva come Vsevolode Nicouline (sono passati più di cinquant'anni da quando ho letto quel libro per l'ultima volta e ancora lo ricordo!).

Qui alcune illustrazioni di Nicouline, da altri libri:

disegnava benissimo i cavalli



qui c'è Pinocchio











Anche alcune delle stesse fiabe erano intriganti, diverse da quelle abituali "nostrane" o da quelle di Grimm, La Fontaine, Perrault, Andersen (be', queste sono già diverse, credo tutte inventate dall'autore invece che nate dalla fantasia popolare e solo trascritte).

Uno dei personaggi fissi di quelle slave/russe, ricordo, era la Baba Jaga, una specie di strega, oltre a contadini (mugik) e popolani. Niente reucci e simili...

Ho incominciato così a familiarizzarmi con la mentalità di quelle genti, che ho poi ritrovato mutatis mutandis nei grandi romanzi russi.

Insomma, ancora una volta un ringraziamento a Juhan per avermi riportato bambina (e ce ne vuole, ormai!)




venerdì 30 agosto 2013

Le ballerine

No, non nel senso di nani e ballerine - quegli articoli lì li lascio ad altri, io non me ne intendo mica. Le ballerine nel senso di piccoli passeracei insettivori, bellissime da guardare perchè il loro passo sembra un balletto.


E dato che sul prato davanti a casa si pranza bene, in estate le ballerine ci fanno visita tutto il giorno. Che insetti acchiappino ancora non l'ho capito, ma pare che loro se ne intendano.
Avrei voluto propinarvi oltre 200 scatti, ma poi ho avuto pietà... eccone solo, ecco, qualcuno.


Se guardate le foto in sequenza dovreste avere l'impressione di vederle ballare. Almeno, spero. In qualche scatto si vede la merenda nel becco.





preso!












Ciao!

Eppoi, se c'è un caturday ci può ben essere un bird friday. Buon fine settimana!

Piccola Enigmistica - 4





Ecco a voi un altro gruppo di Crittografie Mnemoniche facilitate.
Ormai dovreste aver capito il meccanismo ed essere abituati alla tortuosità dei miei ragionamenti!   




Come sempre, le soluzioni tra qualche giorno alla Pagina 46.


                                                                  


agnelli
(1,4,8)
SEMIDEI                                              






geometria
(4,3,7)
TRONO





trapano
(3,4,2,6)
LAVATRICE


non resta altro da fare ...
(7,7)
ORLO


fisica (2,9,2,9)
AR                                                           





Avete apprezzato la foto della Sfinge? (farfalla)  ;-)
Se volete dedicarvi all'enigmistica, dovete adeguarvi ai doppi sensi!

Iban Barrenetxea

 Io sono davvero negato per il disegno. Peggio di quanto possiate immaginare. E poi ho fatto una scuola che a detta dei cugini architetti sembra fatta apposta per toglierti quelle tracce di buongusto che potresti avere; ma già la scelta dice che è molto improbabile.

In ogni caso, fatta questa debita premessa, devo confessare che la grafica mi ha sempre affascinato. Come la musica e anche lì non suono. Ho le mie piccole contraddizioni. Magari da vecchio m'iscrivo all'Università della Terza Età, sempre che non sia stata vittima della situazione economica. OPS! ora che ci penso sono già vecchio e iscrivibile. Chissà se forniscono loro gli acquerelli: avete presente Degas? Edgar Degaz. Penso di sì. Ma non è di lui che voglio parlare, oltretutto non ha nemmeno un blog suo.

No, oggi voglio dirvi che ho scoperto un illustratore di libri davvero fantastico: Iban Barrenetxea.
Iban è basco, spagnolo, non ho idea di come si pronunci in EusKanta, mi dicono che la X si pronuncia come SCI allora diventerebbe Iban Barrenetscea.

Parla castigliano, spagnolo, ahemm-mi-manca, ma non ha importanza, parlano i suoi disegni:

Il te di Alice nel Paese delle Meraviglie.

Le fiabe di Perrault: Cappuccetto Rosso, il Gatto con gli Stivali, Barbablu. Bello il Lupo.

Brujarella, provo a indovinare: una streghetta (ich nicht spic and span).

In ogni caso il blog di Iban è questo:
click
Buona visione!

Aggiornamento: leggete il commento di Marco, link bellissimissimi.

giovedì 29 agosto 2013

Io & il 'puter (cont. 2)

Ebbene sì! sono di nuovo in procinto di raccontare dei miei 'puter. Sono consapevole di essere noioso e scontato ma qualche giovane (Marco) e qualche altro giovane nel senso che si usa adesso (Luigi) mi dice di continuare che è 'na roba che ci piace. Visto che ci sono ancora persone educate, che danno corda ai vecchi? Grazie ragazzi, oggi inizio a parlare di un bivio.
Come dicevo la volta scorsa a un certo punto erano comparsi i personal computer e questi avevano invaso gli uffici trasformandoli. Io e altri che lavoravano con me ci abbiamo messo un po' a capirla questa rivoluzione anche perché c'era sempre più lavoro. E i computer grossi erano sempre più potenti e si faceva grafica e c'erano tante cose nuove.
Per esempio si andava verso un'unificazione riguardo ai sistemi operativi. Cioè no, ce n'erano, in ambito scientifico, due che si  stavano imponendo, incompatibili e parecchio diversi. Quello che godeva i favori dei grandi era il VMS, girava sulle macchine della Digital.

Era il top per noi fortranisti. Lo usavano al Poli, lo usava una grossa ditta qui da noi di cui mi sfugge il nome (una parola latina di quattro lettere, ce l'ho qui sulla punta della lingua ma non mi viene), lo usava la Regione. Quelli del Vax capaci che andavano in giro con giacca e cravatta, come i loro rivali di IBM. E continuavano a scrivere tutto in maiuscolo.
Per contro si trovavano sempre più macchine più piccole ma più sexy con sopra UNIX (allora si scriveva così). Si diceva che Unix costava caro ma evidentemente no.

E ci ho messo su le mani anch'io. Era tutto diverso da com'eri abituato, o forse ero solo io che non sapevo adeguarmi.
Per i fortranisti l'importante era scrivere il codice in modo il più possibile standard, non legato a particolarità della macchina su cui sarebbe finito: fai che vada bene per il VAX e usa variabili per il numero dei file (l'equivalente Fortran dei descrittori) e sei a posto; poi uno del posto te lo compila, prepara il batch (sì, con il Fortran IV dovevi, poi con il '77 continuavi che tanto funzionava).

Unix era diverso. Intanto tutto era programmabile, anche la shell. Così si chiamava l'interprete dei comandi, nessuno sapeva perché. Perché nessuno leggeva i manuali.
A proposito i manuali ufficiali sono illeggibili per i pischelli; servono se ti sei dimenticato la sintassi e dandogli una scorsa dici "Ah, sì!". E devono rimanere tutti allineati sullo scaffale, guai a prenderne uno alla sera e portarselo a casa per leggerlo di notte (ebbene sì, confesso). C'erano però altri manuali (fotocopie di fotocopie) provenienti dal Poli (credo). Non sempre per la tua macchina (Sun era BSD, non Sys V).
Ma la cosa nuova era com'era fatto il sistema operativo. Cose nuove come i link (un file o una directory può avere più nomi, anzi a volte deve) e la pipe.
Ecco racconto questa e poi faccio pausa. Allora supponiamo di voler fare un calcolo: 6 * 7; abbiamo a disposizione bc (binary calculator), ecco


OK, ma non possiamo chiederlo in modo più semplice, così:


No, vediamo il manuale con man bc si ha:


No, a parte il fatto che non si capisce niente. Ma quando il gioco si fa duro ... ecco:


OK, semplice e elegante: l'output di echo viene canalizzato nel tubo | e diventa l'input di bc.
L'esempio è minimo, per far vedere il meccanismo, ma si può fare ben altro. E bc lo sepete che è programmabile? Ed è solo uno dei tanti tools disponibili. Per esempio certe cose che si facevano scrivendo un programmino in Fortran si possono fare con sed, awk, grep, ...
No! dice il capo, perché poi se andiamo su un'altra macchina non funziona. E inoltre dovremmo imparare un sacco di cose nuove, strane, con le parentesi graffe.


(da continuare, forse).

UNIX era diverso, guarda qui, quelli che l'hanno fatto.