Tanti auguri di Buon Natale e buone feste a tutti i tamburisti e lettori del Tamburo Riparato!
Di seguito una playlist Spotify fatta da me con tanta musica natalizia interpretata da grandi voci o con arrangiamenti particolari ed interessanti:
domenica 24 dicembre 2017
sabato 23 dicembre 2017
Spelacchio e affini.
Mi è capitato di seguire un po' la vicenda del povero Spelacchio.
Ho notato alcune cose: la prima, che malgrado le feroci (giustificate) critiche all'amministrazione comunale, tutto sommato lo spirito di bonaria satira dei romani ha prevalso, e a quanto pare i cittadini si sono quasi affezionati al povero tapino... in fondo, quasi tutte le famiglie hanno un parente più o meno lontano con problemi fisici, caratteriali o psichici, eppure gli si vuol bene lo stesso!
La maggiore critica viene giustamente fatta alla spesa spropositata, non tanto dell'abete in sé, direi, quanto delle spese per il taglio, l'imballaggio e il trasporto, che hanno fatto lievitare il costo a circa 50.000 euro (esclusi gli addobbi, immagino). Che poi non è uno sproposito, se si considera quanto si spende in altre città, per esempio Madrid (per vari "alberi", però) o Vigo (vedi sotto) che non è neppure una capitale.
Un'altra cosa che ho notato è che i giornali hanno parlato di "morte" dell'albero. Ecco, a parte qualche piccolo abete comprato appositamente con le radici, tenuto possibilmente per pochi giorni in una casa poco riscaldata e trapiantato in piena terra al massimo il giorno 7 gennaio, tutti gli alberi di Natale o muoiono presto (anche se gli aghi iniziano a cadere dopo qualche giorno) oppure arrivano nelle case e nelle piazze già morti perché senza radici (in genere segati, meno spesso con un tentativo ovviamente inefficace di estirparli con parte delle radici e un "pane" di terra). Anche qui viene spiegato.
Non sono completamente d'accordo con quanto dice l'articolista, perché non tutti gli alberi artificiali devono essere necessariamente di plastica. (Che poi comunque gli ornamenti in genere lo sono, anche con un albero naturale...)
Per esempio, quello di 31 metri d'altezza eretto a Vigo quest'anno.
di giorno
Mi ricorda, come struttura, quello che una quarantina d'anni fa avevo ideato e mio marito aveva realizzato (mi spiace, non ho più le foto dell'epoca). Sostanzialmente, si trattava di tre cerchi concentrici (ma avrebbero potuto essere di più, per avere un "albero" più alto) fatti di un filo di ferro piuttosto grosso (2 mm di spessore), uniti tra loro da quattro fili di ferro sottili che si univano al centro, circa così:
Si conservava da un anno all'altro così, piatto e quasi senza ingombro.
Sollevandolo dall'incrocio dei fili del centro, si creava la forma a cono, che veniva fissata su un normale paletto di legno con base di legno molto semplice, anche questo riponibile in poco spazio.
In realtà era un pochino più complicato, la lunghezza dei fili sottili era calcolata per lasciare sufficiente spazio tra un cerchio e l'altro così da distanziare i "piani", inoltre c'erano altri fili a croce solo nel cerchio più grande, all'incrocio venivano fissati al palo al momento del montaggio. Una volta riformato questo cono scheletrico, i fili di ferro venivano ricoperti avvolgendo intorno la "bava" d'argento o d'oro, creando anche altri "rami" da un lato all'altro dei cerchi, Poi si appendevano le palline, sia attaccandole direttamente alla trama di fil di ferro sia ai fili di "bava" che attraversavano l'interno della struttura. Alla fine, si ricopriva ancora con fili di "bava" scintillante e si fissava la stella sul vertice. La base di legno veniva coperta anch'essa ed ecco fatto un alberello scintillante e festoso, totalmente riciclabile (di anno in anno magari aggiungevamo altri adorni). Insomma, era un nulla coperto di ornamenti!
Quello che più conta di un albero di Natale infatti è che sia festoso e scintillante, e soprattutto di notte tutto illuminato (la luce che esorcizza il buio del sostizio d'inverno!).
Non mi direte che questo non è bello.
Ne volete di più appariscenti oppure originali?
E in fondo in fondo, grazie appunto alle luci, anche il povero Spelacchio se la cava, a dispetto degli scherzi...
Buon solstizio d'inverno a tutti gli alberi luminosi, compreso Spelacchio!
Ho notato alcune cose: la prima, che malgrado le feroci (giustificate) critiche all'amministrazione comunale, tutto sommato lo spirito di bonaria satira dei romani ha prevalso, e a quanto pare i cittadini si sono quasi affezionati al povero tapino... in fondo, quasi tutte le famiglie hanno un parente più o meno lontano con problemi fisici, caratteriali o psichici, eppure gli si vuol bene lo stesso!
La maggiore critica viene giustamente fatta alla spesa spropositata, non tanto dell'abete in sé, direi, quanto delle spese per il taglio, l'imballaggio e il trasporto, che hanno fatto lievitare il costo a circa 50.000 euro (esclusi gli addobbi, immagino). Che poi non è uno sproposito, se si considera quanto si spende in altre città, per esempio Madrid (per vari "alberi", però) o Vigo (vedi sotto) che non è neppure una capitale.
Un'altra cosa che ho notato è che i giornali hanno parlato di "morte" dell'albero. Ecco, a parte qualche piccolo abete comprato appositamente con le radici, tenuto possibilmente per pochi giorni in una casa poco riscaldata e trapiantato in piena terra al massimo il giorno 7 gennaio, tutti gli alberi di Natale o muoiono presto (anche se gli aghi iniziano a cadere dopo qualche giorno) oppure arrivano nelle case e nelle piazze già morti perché senza radici (in genere segati, meno spesso con un tentativo ovviamente inefficace di estirparli con parte delle radici e un "pane" di terra). Anche qui viene spiegato.
Non sono completamente d'accordo con quanto dice l'articolista, perché non tutti gli alberi artificiali devono essere necessariamente di plastica. (Che poi comunque gli ornamenti in genere lo sono, anche con un albero naturale...)
Per esempio, quello di 31 metri d'altezza eretto a Vigo quest'anno.
di giorno
di notte (Il Comune -non c'entra la Raggi- ha preventivato, spero anche per tutte le altre luci, quasi 700.000 euro...) |
Mi ricorda, come struttura, quello che una quarantina d'anni fa avevo ideato e mio marito aveva realizzato (mi spiace, non ho più le foto dell'epoca). Sostanzialmente, si trattava di tre cerchi concentrici (ma avrebbero potuto essere di più, per avere un "albero" più alto) fatti di un filo di ferro piuttosto grosso (2 mm di spessore), uniti tra loro da quattro fili di ferro sottili che si univano al centro, circa così:
Si conservava da un anno all'altro così, piatto e quasi senza ingombro.
Sollevandolo dall'incrocio dei fili del centro, si creava la forma a cono, che veniva fissata su un normale paletto di legno con base di legno molto semplice, anche questo riponibile in poco spazio.
In realtà era un pochino più complicato, la lunghezza dei fili sottili era calcolata per lasciare sufficiente spazio tra un cerchio e l'altro così da distanziare i "piani", inoltre c'erano altri fili a croce solo nel cerchio più grande, all'incrocio venivano fissati al palo al momento del montaggio. Una volta riformato questo cono scheletrico, i fili di ferro venivano ricoperti avvolgendo intorno la "bava" d'argento o d'oro, creando anche altri "rami" da un lato all'altro dei cerchi, Poi si appendevano le palline, sia attaccandole direttamente alla trama di fil di ferro sia ai fili di "bava" che attraversavano l'interno della struttura. Alla fine, si ricopriva ancora con fili di "bava" scintillante e si fissava la stella sul vertice. La base di legno veniva coperta anch'essa ed ecco fatto un alberello scintillante e festoso, totalmente riciclabile (di anno in anno magari aggiungevamo altri adorni). Insomma, era un nulla coperto di ornamenti!
Quello che più conta di un albero di Natale infatti è che sia festoso e scintillante, e soprattutto di notte tutto illuminato (la luce che esorcizza il buio del sostizio d'inverno!).
Non mi direte che questo non è bello.
Madrid, puerta del Sol, 2013 da qui rintocca in diretta TV per tutta Spagna la "campanada" della mezzanotte di Capodanno |
Ne volete di più appariscenti oppure originali?
Istambul 2012 |
Haifa 2010 - Questa mi è sembrata un'ottima idea! |
Quello meno scintillante ma più appetitoso:
Anche qui da noi abbiamo un albero artificiale, senza pretese ma che di notte fa la sua figura (e smontato può essere riciclato per altre festività):
E in fondo in fondo, grazie appunto alle luci, anche il povero Spelacchio se la cava, a dispetto degli scherzi...
Buon solstizio d'inverno a tutti gli alberi luminosi, compreso Spelacchio!
giovedì 21 dicembre 2017
Ah! Uh! 'gury 💥💥💥
anzi 'guries è un prulare.
Che voglio farceveli anche io (me) anche se non so se il blog è ancora vivo. Dovressimo parlarcene.
Ringrazzzio Giggino Di Maio e la Minestra Fedeli che mi anno 'iutato; correggiuto le bose che stavano piene di erodi.
Ancorauguri, nèh! 😋
Che voglio farceveli anche io (me) anche se non so se il blog è ancora vivo. Dovressimo parlarcene.
Ringrazzzio Giggino Di Maio e la Minestra Fedeli che mi anno 'iutato; correggiuto le bose che stavano piene di erodi.
Ancorauguri, nèh! 😋
cuspide 2017-2018
Accettate i miei auguri anche se sono tanto malato? Almeno i batteri non passano attraverso la tastiera :-)
Auguri a tutti!
Mi unisco a Archibald nell'augurare a tutti i Tamburisti e agli amici che ci seguono
(un sentito ringraziamento a Archie, che mi ha ricordato i miei doveri... )
martedì 19 dicembre 2017
domenica 10 dicembre 2017
Lo ius soli è la panacea?
Oggi ho letto questa notizia (?) con tutta una serie di commenti da parte dei lettori di Facebook.
Dico subito che a me sa tanto di bufala...
Come giustamente alcuni dei commentatori osservavano, 30 anni in clandestinità scontrano frontalmente (e ad alta velocità!) con: acquisto di casa col mutuo, 3 figli cittadini statunitensi per ius soli, si suppone assistenza sanitaria sia pure solo privata, a caro prezzo (del resto la pubblica negli USA è un'utopia), università per i figli (in Italia costa poco, ma negli USA impegna i genitori per mooolti anni di debiti).
Insomma, di cosa hanno campato per trent'anni? di sotterfugi e lavoretti in nero? come hanno allora potuto pagare tutto ciò e chiedere e ottenere un mutuo? con che diamine di documento di riconoscimento hanno girato per trent'anni?
Se invece si sono messi in regola con il permesso di lavoro (e di soggiorno regolare, non clandestino) e con l'iscrizione alla Sicurezza Sociale, magari hanno anche ottenuto la patente di guida, perché mai non hanno chiesto in trent'anni non dico la cittadinanza ma almeno un permesso di soggiorno permanente?
La cittadinanza USA si può ottenere in vari modi (tra cui nascere lì), uno di questi modi avrebbe dovuto essere a disposizione della coppia di messicani: la cittadinanza si può ottenere dopo 5 anni (in Spagna dopo 10) di residenza legale, ovvero dopo aver ottenuto la Green Card o permesso permanente di residenza.
Un altro modo che avrebbero potuto sfruttare è questo:
Poiché il loro figlio maggiore, cittadino USA, laureato e quindi giudicabile anche ben inserito nella società statunitense, ha 24 anni, avrebbe potuto già da qualche anno chiedere per i genitori la Green Card, che col tempo avrebbe potuto permettere la richiesta della cittadinanza (vedi sopra).
Certo, se sono entrati in modo totalmente illegale (c'è chi entra legalmente come turista poi fa perdere le sue tracce) può essere che la richiesta di regolarizzazione attraverso il figlio comporti un periodo di "castigo" fuori degli USA, ma almeno tentare, no?
Ora, mi rifiuto di credere che una coppia sufficientemente in gamba da riuscire a costruirsi una vita così complessa e articolata lo abbia fatto per 30 anni in clandestinità e senza informarsi sulle norme legali che avrebbe potuto sfruttare.
Ma non è di questa vera o inventata coppia che volevo parlare, ma dello ius soli.
Gli USA lo applicano a tutti i nati, in qualsiasi condizione di legalità o illegalità, in qualunque punto della terra che faccia parte degli Stati Uniti d'America. Non dà però altri diritti che la cittadinanza nuda e cruda, per esempio non è prevista come in Italia la cittadinanza di un parente per ricongiunzione alla famiglia (come visto sopra, sì il permesso di soggiorno permanente).
In Italia tutti o quasi i favorevoli alla concessione della cittadinanza italiana a chiunque nasca su suolo italiano (immagino anche su navi o aerei di bandiera italiana) portano a esempio gli Stati Uniti e chiedono l'applicazione della stessa normativa.
Ma. come vedete, o testoline, lo ius soli statunitense non ha nulla a che fare con quello che vorreste concedere voi tanto liberalmente.
E soprattutto non porta come conseguenza diretta la nazionalizzazione dei familiari...
Ne ho già scritto qui e su Facebook, sono contraria all'applicazione di uno ius soli indiscriminato, che non sia almeno temperato, come quello proposto , che prevede una certa legalità nella presenza su suolo italiano di almeno un genitore, ma a molti non sta bene, vorrebbero una totale apertura.
Fatto sta che alcuni "amici" che evidentemente amici non erano, senza neppure darmi il beneficio del dubbio mi hanno cancellato dai loro contatti, tacciandomi di razzista (vengo di tanto in tanto chiamata così!).
E pensare che in realtà sono una persona assolutamente non razzista, anche se qualche volta parlo di "razze" e non di "etníe": per me le etníe sono raggruppamenti di tipo storico e culturale, le razze invece di tipo genetico (tipo il colore della pelle, la forma degli occhi ecc., niente a che fare con alcun tipo di superiorità o inferiorità né fisica né tantomeno mentale).
Sapete, sono molto più "razzisti" i "non-razzisti" a tutti i costi, perché sono proprio loro quelli che vedono le differenze, e spesso nel loro affanno di mostrarsi aperti diventano addirittura ridicoli, negando palesi difetti e magnificando i pregi dei loro "protetti" (ce ne fosse uno che fosse paladino dei cinesi, per esempio! no, valgono solo i neri, i musulmani o meglio i neri musulmani!). E già, perché con tutta evidenza i suddetti benpensanti prevedono lo ius soli e l'accoglienza e tutto quanto solo o quasi per i migranti di pelle scura, gli altri si arrangino!
Vi voglio raccontare alcune cose che risalgono addirittura alla mia infanzia...Ma prima riporto un brano, scritto da Renato de Rosa, arguto scrittore di cui mi pregio essere amica sia pure solo su Facebook.
Ecco, i miei ricordi da bambina sono altri.
Vivevo a Genova, all'epoca città cosmopolita, in cui non era affatto raro vedere per strada gente visibilmente di altre etníe/razze. Del resto, da sempre ho conosciuto il cugino mulatto di mia madre, il bel Mario (sposato alla splendida Giovanna, rossa tizianesca dalla pelle di latte, se ben ricordo).
Quindi non posso definire quando sia stato il momento preciso in cui ho visto una pelle bruna.
Perció il mio primo vero incontro con il "diverso" è stato quando, in seconda elementare, ho visto per la prima volta la chioma fiammeggiante (prosaicamente si potrebbe chiamare pel di carota) di Riccardo, il figlio della mia maestra, il quale di tanto in tanto fuggiva dalla sua classe per venire a piagnucolare dalla mamma... (sì, ricordo il suo nome, con l'effetto che mi ha fatto!).
Successivamente, in terza o quarta elementare, non ricordo, si unì alla classe un ragazzino eritreo, ma non ricordo particolari reazioni di stupore né da parte mia né da parte del resto della classe, era solo uno dei tanti e come tale si incorporò tranquillamente. (In realtà, facevo più scalpore io con i miei "spegetti" ovvero occhiali, all'epoca erano pochi i bambini che li portavano) Del resto, d'estate c'era chi era più scuro di lui, eravamo a Boccadasse, vicino al mare, alcuni dei miei compagni passavano più tempo al sole che in casa.
Quindi non mi venite a dire che sono razzista, quel che non ammetto è che si accolga indiscriminatamente anche chi non sa o soprattutto non vuole adattarsi alle convenzioni europee sociali di minima convivenza, a qualunque etnía appartenga, sia rom, cinese, afgana, marocchina, barbadense o marziana.
non so se sia veramente la foto della coppia, l'ho copiata dal giornale |
Dico subito che a me sa tanto di bufala...
Come giustamente alcuni dei commentatori osservavano, 30 anni in clandestinità scontrano frontalmente (e ad alta velocità!) con: acquisto di casa col mutuo, 3 figli cittadini statunitensi per ius soli, si suppone assistenza sanitaria sia pure solo privata, a caro prezzo (del resto la pubblica negli USA è un'utopia), università per i figli (in Italia costa poco, ma negli USA impegna i genitori per mooolti anni di debiti).
Insomma, di cosa hanno campato per trent'anni? di sotterfugi e lavoretti in nero? come hanno allora potuto pagare tutto ciò e chiedere e ottenere un mutuo? con che diamine di documento di riconoscimento hanno girato per trent'anni?
Se invece si sono messi in regola con il permesso di lavoro (e di soggiorno regolare, non clandestino) e con l'iscrizione alla Sicurezza Sociale, magari hanno anche ottenuto la patente di guida, perché mai non hanno chiesto in trent'anni non dico la cittadinanza ma almeno un permesso di soggiorno permanente?
La cittadinanza USA si può ottenere in vari modi (tra cui nascere lì), uno di questi modi avrebbe dovuto essere a disposizione della coppia di messicani: la cittadinanza si può ottenere dopo 5 anni (in Spagna dopo 10) di residenza legale, ovvero dopo aver ottenuto la Green Card o permesso permanente di residenza.
Un altro modo che avrebbero potuto sfruttare è questo:
Certo, se sono entrati in modo totalmente illegale (c'è chi entra legalmente come turista poi fa perdere le sue tracce) può essere che la richiesta di regolarizzazione attraverso il figlio comporti un periodo di "castigo" fuori degli USA, ma almeno tentare, no?
Ora, mi rifiuto di credere che una coppia sufficientemente in gamba da riuscire a costruirsi una vita così complessa e articolata lo abbia fatto per 30 anni in clandestinità e senza informarsi sulle norme legali che avrebbe potuto sfruttare.
Ma non è di questa vera o inventata coppia che volevo parlare, ma dello ius soli.
Gli USA lo applicano a tutti i nati, in qualsiasi condizione di legalità o illegalità, in qualunque punto della terra che faccia parte degli Stati Uniti d'America. Non dà però altri diritti che la cittadinanza nuda e cruda, per esempio non è prevista come in Italia la cittadinanza di un parente per ricongiunzione alla famiglia (come visto sopra, sì il permesso di soggiorno permanente).
In Italia tutti o quasi i favorevoli alla concessione della cittadinanza italiana a chiunque nasca su suolo italiano (immagino anche su navi o aerei di bandiera italiana) portano a esempio gli Stati Uniti e chiedono l'applicazione della stessa normativa.
Ma. come vedete, o testoline, lo ius soli statunitense non ha nulla a che fare con quello che vorreste concedere voi tanto liberalmente.
E soprattutto non porta come conseguenza diretta la nazionalizzazione dei familiari...
Ne ho già scritto qui e su Facebook, sono contraria all'applicazione di uno ius soli indiscriminato, che non sia almeno temperato, come quello proposto , che prevede una certa legalità nella presenza su suolo italiano di almeno un genitore, ma a molti non sta bene, vorrebbero una totale apertura.
Fatto sta che alcuni "amici" che evidentemente amici non erano, senza neppure darmi il beneficio del dubbio mi hanno cancellato dai loro contatti, tacciandomi di razzista (vengo di tanto in tanto chiamata così!).
E pensare che in realtà sono una persona assolutamente non razzista, anche se qualche volta parlo di "razze" e non di "etníe": per me le etníe sono raggruppamenti di tipo storico e culturale, le razze invece di tipo genetico (tipo il colore della pelle, la forma degli occhi ecc., niente a che fare con alcun tipo di superiorità o inferiorità né fisica né tantomeno mentale).
Sapete, sono molto più "razzisti" i "non-razzisti" a tutti i costi, perché sono proprio loro quelli che vedono le differenze, e spesso nel loro affanno di mostrarsi aperti diventano addirittura ridicoli, negando palesi difetti e magnificando i pregi dei loro "protetti" (ce ne fosse uno che fosse paladino dei cinesi, per esempio! no, valgono solo i neri, i musulmani o meglio i neri musulmani!). E già, perché con tutta evidenza i suddetti benpensanti prevedono lo ius soli e l'accoglienza e tutto quanto solo o quasi per i migranti di pelle scura, gli altri si arrangino!
Vi voglio raccontare alcune cose che risalgono addirittura alla mia infanzia...Ma prima riporto un brano, scritto da Renato de Rosa, arguto scrittore di cui mi pregio essere amica sia pure solo su Facebook.
Ecco, i miei ricordi da bambina sono altri.
Vivevo a Genova, all'epoca città cosmopolita, in cui non era affatto raro vedere per strada gente visibilmente di altre etníe/razze. Del resto, da sempre ho conosciuto il cugino mulatto di mia madre, il bel Mario (sposato alla splendida Giovanna, rossa tizianesca dalla pelle di latte, se ben ricordo).
Quindi non posso definire quando sia stato il momento preciso in cui ho visto una pelle bruna.
Perció il mio primo vero incontro con il "diverso" è stato quando, in seconda elementare, ho visto per la prima volta la chioma fiammeggiante (prosaicamente si potrebbe chiamare pel di carota) di Riccardo, il figlio della mia maestra, il quale di tanto in tanto fuggiva dalla sua classe per venire a piagnucolare dalla mamma... (sì, ricordo il suo nome, con l'effetto che mi ha fatto!).
più o meno era questo il colore |
Successivamente, in terza o quarta elementare, non ricordo, si unì alla classe un ragazzino eritreo, ma non ricordo particolari reazioni di stupore né da parte mia né da parte del resto della classe, era solo uno dei tanti e come tale si incorporò tranquillamente. (In realtà, facevo più scalpore io con i miei "spegetti" ovvero occhiali, all'epoca erano pochi i bambini che li portavano) Del resto, d'estate c'era chi era più scuro di lui, eravamo a Boccadasse, vicino al mare, alcuni dei miei compagni passavano più tempo al sole che in casa.
Quindi non mi venite a dire che sono razzista, quel che non ammetto è che si accolga indiscriminatamente anche chi non sa o soprattutto non vuole adattarsi alle convenzioni europee sociali di minima convivenza, a qualunque etnía appartenga, sia rom, cinese, afgana, marocchina, barbadense o marziana.
venerdì 8 dicembre 2017
Ormai non si tratta più di bugie ma di farsa.
È stata una mossa perfettamente legale ma astuta. Lo spiega bene questo articolo.
Ne riporto qualche brano.
"...la inesperada pero muy oportuna decisión del juez Llarena, cargada de razón, sabiduría jurídica, sentido común y compromiso con la legalidad. Propia de un buen servidor del Estado, que hace valer el principio de soberanía nacional..."
Traduco: "la inattesa però molto opportuna decisione del giudice Llarena [il GIP di questo caso], carica di raziocinio, sapienza giuridica, senso comune e impegno con la legalità ["compromiso" non vuol dire, come tradurrebbe a naso un italiano, un barcamenarsi, ma un impegnarsi formalmente ma anche con azioni, quello che viene detto colloquialmente "mojarse" ovvero bagnarsi]. Propria di un buon servitore dello Stato, che fa valere il principio di sovranità nazionale"
"...Al quedar suspendida la euroorden, Bélgica pierde lo que hubiera sido una absurda capacidad de arbitraje político por vía judicial (¿debería decirse al revés?) en un conflicto interno de España..."
"Al rimanere sospeso l'euroordine [quello di estradizione] il Belgio perde ciò che sarebbe stata una assurda capacità di arbitraggio politico per via giudiziale (dovrebbe dirsi al viceversa?) in un conflitto interno della Spagna."
Perché, infatti,
"...No es admisible que un tercer país influya o quiera influir en un proceso penal español. El juez belga estaba a punto de cumplir la petición si a los cinco no se les juzgaba por rebelión, o sedición en su caso, por supuesta falta de parangón en las leyes de ese país..."
"Non è ammissibile che un terzo paese abbia o voglia avere influenza in un processo penale spagnolo. Il giudice belga era in procinto di compiere la richiesta [di estradizione] [solo] se i cinque [fuggitivi] non li si fosse giudicati per ribellione oppure sedizione, per una supposta mancanza di paragone nelle leggi di tale paese [a quanto pare, è un delitto non contemplato nelle leggi belghe]"
Sarebbe come dire che se l'Italia, per esempio, chiedesse l'estradizione dagli USA di un suo cittadino da indagare per un delitto di assassinio perché uccise una persona entrata di soppiatto nella sua casa [sappiamo dalla cronaca che in questi casi il cittadino viene imputato e condannato per assassinio, e i familiari della vittima risarciti], tale estradizione venisse negata perché negli USA, a quanto si legge sempre nella cronaca, non si tratterebbe di assassinio, tutt'al più di eccesso di legittima difesa.
"...También el juez Llarena se apropia de una prueba política que justifica la decisión judicial. Los cinco fugados son candidatos a las elecciones del 21-D. Y eso le sirve como parte de la coartada para retirar la orden de detención. “Los investigados parecen haber mostrado su intención de retornar a España para tomar posesión y ejercer unos cargos electivos para cuyos comicios se han presentado recientemente”, dice en su auto..."
Il giudice Llarena inoltre fa propria una prova politica che giustifica la decisione giudiziale. I cinque fuggiaschi sono candidati alle elezioni del 21 dicembre. E questo serve come parte dell'alibi per ritirare l'ordine di cattura. "Gli investigati sembrano aver dimostrato la loro intenzione di ritornare in Spagna per prendere possesso e esercitare un incarico elettivo per le cui elezioni si sono presentati recentemente", dice nella sua sentenza.
"...El magistrado trata de evitar que sean extraditados por Bélgica sólo por alguno de los delitos por los que están imputados en España, algo que les podría beneficiar. La orden de detención en territorio español sigue vigente.."
"Il magistrato cerca di evitare che vengano estradati dal Belgio solo per alcuni dei delitti per i quali sono imputati in Spagna, cosa che li potrebbe beneficiare. L'ordine di arresto in territorio spagnolo continua a essere in vigore"
Un lettore si chiede cosa succederebbe se, una volta instaurata la repubblica catalana, una parte del suo territorio volesse rendersi indipendente (e magari riannettersi alla Spagna, senza andar tanto lontani la regione della Valle d'Aran!). Lo stesso lettore si risponde: la bozza di costituzione catalana già presentata al pubblico (e per ovvi motivi in sospeso) dichiara in un suo articolo l'unità del territorio catalano!
Comunque, ci sono vari motivi per cui questa è una farsa.
Innanzi tutto, il fatto che un paese che ha alle spalle una storia infarcita di genocidi si permetta di giudicare una democrazia (in cui c'è stata sì una dittatura, che però con i suoi crimini è stata ben lungi dal bagno di sangue attribuibile ai belgi).
Poi, chiaro, c'è sempre la montatura del numero di partecipanti a qualsiasi manifestazione pubblica, in questo caso quella di cittadini catalani che chiedevano ieri l'indipendenza di Catalogna: di solito, anche in Italia, i crudi dati delle misure dei luoghi interessati ridimensionano il numero.
In questo caso, 45.000 indipendentisti, sfidando leggi della fisica, si sarebbero ammucchiati in non più di 5.000 metri quadri di piazza (1.800 metri quadri) e viali... c'è chi propone la più probabile cifra di 15.000, comunque sempre una bella quantità, abbastanza credibile considerando il giorno scelto (7 dicembre) che grazie al "ponte" con il 6, ironicamente festa della Costituzione spagnola, ha loro permesso di andare in gita fino all'8 dicembre, ma magari anche fino al sabato e alla domenica, in un weekend lungo, i maligni dicono finanziato anche per vie traverse dalle arche catalane (non credo che tutti i soldi mancanti all'appello in Catalogna siano andati tutti a finire in certi conti privati in Andorra).
L'ultima trovata degli indipendentisti, forse anche come autogiustificazione in vista di un possibile risultato negativo delle elezioni del 21 dicembre, è stata quella di raccontare a chiunque li stia ad ascoltare che sono previsti brogli e irregolarità nello svolgimento delle votazioni e del conteggio delle schede.
Ora, detto da chi ha dichiarato la nascita di uno stato indipendente (sì, poi se lo sono rimangiato "qui lo dico e qui lo nego") sulla base dei "risultati" di un referendum illegale, cui proprio perché si sapeva illegale moltissimi catalani non hanno partecipato, in cui non c'è stato alcun controllo sui partecipanti, al punto che perfino dei non catalani hanno "votato" per dimostrarne l'irregolarità, in cui qualcuno ha votato fino a quattro volte, in cui si sono viste portare ai seggi delle urne già piene di schede... insomma l'illegalità e il broglio più smaccato... Bisogna proprio dire che la faccia tosta l'hanno inventata loro.
Ma anche l'ultima cosa che vi racconto è da farsa.
Come forse sapete, alcuni dei responsabili del tentativo di sedizione erano stati messi in carcere preventivo, per il rischio di reincidenza o di fuga. Poi alcuni sono stati messi in libertà condizionata, dietro pagamento di una cauzione, dovendo però consegnare il proprio passaporto proprio per evitare il rischio di fuga (come si è visto, non tanto improbabile, Puigdemont e gli altri ospiti del Belgio insegnano). Ora, uno di loro, un certo Turull, è stato colto ieri mentre cercava di rinnovare il proprio passaporto in scadenza (sì, lo stesso passaporto che avrebbe dovuto consegnare).
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