giovedì 18 gennaio 2018

Parole parole parole


In questi giorni ci sono state più polemiche del solito a proposito di alcuni concetti che vengono espressi ovviamente con parole... il fatto è che spesso vengono usate le parole sbagliate, per cui a volte anche i concetti vengono un po' confusi. Proprio oggi leggevo, riportato da un'amica, un testo il cui autore confonde chiaramente etníe con razze, parlando della composizione nei secoli delle popolazioni in Italia, che come si sa sono una mescolanza e sovrapposizione di parecchie etníe ma anche di razze.

Analizziamo le parole (immagini tratte da Wikipedia in italiano, potete leggere lì tutta la voce di cui queste sono un estratto)







Non sono completamente d'accordo con le definizioni ufficiali di cui sopra, del resto risultato di modifiche recenti in nome del "politically correct".

Specie per me è quella di tutti gli uomini, razza è una delle possibili suddivisioni in base al patrimonio genetico (un'altra suddivisione genetica, che già si tende a eliminare nelle definizioni, con effetti a volte comici, è quella tra uomo e donna!), mentre etnía è un insieme di persone, anche di varie razze, unite da una storia,  una lingua e tradizioni comuni. Non è sovrapponibile, come credono alcuni, a nazione, perché in una nazione possono essere presenti varie etníe, come hanno dimostrato molti conflitti anche recenti.

Per fare un esempio concreto: questo personaggio

 e questo


appartengono alla stessa specie e sottospecie Homo sapiens sapiens, appartengono alla stessa etnía (cittadino statunitense, di lingua angloamericana) ma appartengono, è evidente, a razze differenti, cioè hanno un patrimonio genetico che per alcuni geni si differenzia, oppure (si sa ancora troppo poco, credo, in materia) potrebbe anche essere che i geni siano identici ma disposti sui cromosomi in modo diverso per cui hanno prevalenza fenotipica (somatica) alcuni piuttosto che altri.

Volerlo negare in base a una presunta correttezza mi pare un segno del razzismo più bieco: i bambini prescolari, nella loro ingenuità nel senso di genuinità, magari si chiedono -se a livello cosciente lo notano- il perché l'amico X ha la pelle scura mentre l'amico Y l'ha chiara, perché l'amica Z ha la pelle chiara ma gli occhi neri contrariamente a Y che li ha azzurri... però a parte questa superficiale curiosità non fanno alcuna differenza né graduatorie tra le persone... finché gli adulti insegnano loro a farne.
Vi ricordate la vecchia barzelletta del tizio che dice all'amico "Ho due cavalli perfettamente identici, non riesco a distinguere tra di loro chi sia Ron e chi sia Mel..."? Bene, l'amico gli chiede "Ma avranno qualche particolarità che li distingue, no?" "Macché, stessa lunghezza di coda e di criniera, stessa altezza al garrese, galoppano alla stessa velocità, hanno per amica la stessa capretta". Qualche tempo dopo, incontrandosi nuovamente, l'amico chiede "Come hai risolto il problema di sapere chi è Ron e chi è Mel?" "Ah, almeno per un po' di tempo il problema è risolto, quello bianco si è ferito ed è fasciato, mentre quello nero non ha nulla".
Ecco, per i bambini è così, non hanno bisogno di dichiararsi antirazzisti perché non lo sono. Chi ha bisogno di dichiararsi tale è chi le differenze le nota e come!

Altro esempio: un norvegese biondo con gli occhi azzurri e uno spagnolo ugualmente biondo con gli occhi azzurri hanno sicuramente in comune la specie, la razza ma non l'etnía.

Volete un altro esempio di diversità genetiche? vi siete mai chiesti perché, nei film, nei libri ma anche nella realtà, la polizia esaminando le prove lasciate sul luogo del delitto può dire la razza di chi l'ha commesso?  Ecco la risposta, basta un capello:





Insomma, a parte le paranoie di chi non vuol essere accusato di razzismo, a quanto pare esistono  tre razze umane: nera, caucasica e orientale. Questo ovviamente non influisce affatto sulle etníe, perché il continuo spostamento e incrocio tra i popoli delle varie razze fa sì che in tutte o quasi le etníe ci siano rappresentanti di più razze. Se tuttora si possono distinguere a prima vista alcune razze è perché o l'individuo ha una discendenza più diretta, con meno incroci (magari a causa dell'isolamento dell'etnía), oppure perché alcuni geni sono dominanti su quelli recessivi e quindi vengono espressi somaticamente.

Queste differenze genetiche e somatiche sono destinate ovviamente a sparire col tempo e le generazioni: in uno spazio limitato, mescolando acqua calda e acqua fredda finiremo con l'avere solo acqua tiepida...
Inutile dire che questo "rimescolío" di geni rende la specie umana più ricca e più resistente, come purtroppo dimostra la sua inarrestabile espansione a spese delle altre specie e dello stesso pianeta.

Ma poi perché voler differenziare? quando sappiamo che la nostra specie attuale, Homo sapiens sapiens, è di per sé già un ibrido (che un tempo erroneamente si riteneva impossibile ed eventualmente sterile) tra Homo sapiens e almeno Homo neanderthalensis, probabilmente anche Homo denisovianusHomo floresiensis. Non mi stupirebbe che le tre attuali razze, i cui confini si fanno sempre più evanescenti, siano proprio dovute al fatto che H. neanderthalensis a quanto pare non si incrociò con le popolazioni africane di H. sapiens, e che H. floresiensis lasciò tracce in Indonesia (anche genetiche?).

Insomma, il demonizzare l'uso di alcune parole sostituendole con altre di significato affine ma non uguale (es. operatore ecologico per spazzino o netturbino), mi ricorda sempre l'agghiacciante "diversamente abile" usato per definire sia persone con alcun impedimento fisico o mentale (che in genere hanno altre definizioni eufemistiche), sia mooolto piu spesso certi poveri pezzi di carne, incapaci di intendere e di volere e anche semplicemente di nutrirsi, che hanno sì diritto alla nostra pietà e aiuto, ma non certo a una definizione di "abile"!



2 commenti:

  1. Considerando quale minestrone di pool genetici diversi si è originato da millenni (sì, millenni) di movimenti migratori, perfino la divisione in tre razze riportata sopra appare quanto meno una ipersemplificazione. Quante sono le razze umane? Una, nessuna, centomila? (Parafrasando il buon Pirandello...) A me del "politicamente corretto" non frega un tubero, ma è solo che trovo troppo riduttivo identificare l'umanità in razze. Basta anche solo farsi un giro in Africa per trovare un enorme numero di varianti della stessa, ahem, razza nera. Zulu, tutsi, uhtu, solo per citare tre tra le più diffuse, sembrano tre razze nere completamente diverse le une dalle altre! E questo anche se si ostinassero a voler mantenere la "purezza della razza" a tutti i costi - ma giustappunto sappiamo che così non è. A questo punto, contano ancora queste razze? In ogni caso, la questione è ciclica: diventiamo un tutt'uno, poi ci dividiamo, ci rimescoliamo, torniamo a dividerci in altre maniere.
    Umpf, è davvero un gran casino.

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    1. Esatto! Innanzi tutto i nostri progenitori comuni nacquero, guarda un po', proprio in Africa, e quelli che tu chiami millenni di flussi migratori sicuramente durarono (e durano tuttora) "un pochino" di più... Resta il fatto che l'uomo arrivato dall'Africa incontrò in quella che ora chiamiamo Europa un'altra specie (non razza vd. sopra) con cui si incrociò, diventando nel tempo più "bianco" a causa dell'adattamento all'ambiente (mentre quello rimasto in Africa per lo stesso motivo divenne più scuro). Quello emigrato in Oriente si incrociò probabilmente con l'altra specie (ripeto, non razza) citata sopra, dando luogo alla razza asiatica.
      Come dire: TUTTI abbiamo un poco di sangue africano, il resto, in proporzioni diverse, è un'aggiunta successiva a causa delle migrazioni e incroci interspecifici. Da qualche secolo poi, accelerando man mano il processo, quelle tre razze di H.s.s. si sono sempre più mescolate, dando luogo a una variabilità infinita di caratteri somatici, il più evidente il colore della pelle, che va da un bianco latteo (mi fanno un'impressione i turisti nordici qui, quando arrivano, con quell'aspetto da fantasmi!) a un colorito via via più scuro, fino ad arrivare alle varie tonalità di "negro" che solo in alcune etníe è rimasto o diventato proprio nero, per lo più sono tonalità dal cioccolato al latte a quello fondente! (scusa, sono una appassionata di cioccolato...). La "purezza della razza" è una baggianata solenne, purtroppo servita a genocidi.
      Ancora non lo immaginiamo e sicuramente noi non lo sapremo (sono processi che richiedono decine o centinaia di millenni almeno) ma è più che probabile che dall'uomo attuale nasca una nuova specie, diversa da H.s.s.

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