Innanzi tutto mi scuso. Da un po' di tempo mi si vede poco da queste parti. Il fatto è che sto nella casa di campagna, c'è moltissimo lavoro da fare e mi ritrovo a sera a pezzettini: ieri sera ero troppo stanca anche per ri-guardare un episodio di House... sono andata a letto presto e mi sono addormentata come un tronco!
Anche oggi non è che sia proprio riposata, ma vorrei commentare un argomento che ha lanciato su Facebook Dario Bressanini, che come molti di voi sapranno in questi giorni è negli USA.
Non che la polemica sia mancata tra i commentatori del link.
C'è chi osserva, giustamente, che la percentuale di obesi gravi negli USA è piuttosto alta, che questo potrebbe portare facilmente a uno schiacciamento involontario del bebé; a questo c'è chi obietta che occorrerebbe fare una statistica di questi casi (nel poster si parla di 50 bebé all'anno solo nella città di New York per danni relativi, ma non sono specificati quali siano le singole cause).
C'è chi ne fa, abbastanza giustamente, una questione di igiene: i piccoli, col loro sistema immunitario ancora imperfetto, sono già sufficientemente esposti senza aggiungere altri aggravi...
C'è chi lo vede come una questione di libertà e intimità dei genitori.
Poi c'è chi mette in relazione la SIDS (sindrome di morte improvvisa del lattante) con il fatto di dormire nel lettone, chi al contrario difende la tesi che proprio l'avere il piccolo a portata di orecchio potrebbe scongiurare questo pericolo, avvisando del cambio di ritmo nel respiro. Ecco, io non credo né all'una né all'altra tesi: se un genitore dorme profondamente può anche non accorgersi del cambio del respiro e del resto poco potrebbe fare, mentre tra le cause più probabili ho sempre considerato la "moda", invalsa a partire dagli anni '80 se ben ricordo, di far dormire il bebé a pancia in giù. Infatti ricordo che all'epoca in cui ho allevato i miei figli i pediatri consigliavano di mettere i piccoli a dormire su un materasso abbastanza duro (i miei l'avevano di "crine" vegetale), senza cuscino e a pancia in sù, solo leggermente girati su un fianco, ora il destro ora il sinistro, mentre non era affatto consigliata la posizione prona. Devo dire che negli anni '60 e '70 ho sentito parlare poco di SIDS.
Da quanto ho letto nei commenti, ogni genitore si comporta, rispetto alla nanna nel lettone, secondo il buon senso e il caso personale.
Mi ha stupito però una mamma che asseriva che la sua scelta di tenere il neonato a dormire con sé era dovuta alla praticità, dovendo allattarlo ogni due ore (?). Anche qui, ricordo che i pediatri consigliavano diversamente: i pasti dovevano essere ogni 3 ore, con riposo notturno di 6 ore filate, salvo il caso di lattanti immaturi, per i quali le regole vanno adattate secondo il caso. Anzi, alla mia prima esperienza sono stata abbastanza fortunata, mio figlio si addormentava molto presto la sera (tuttora!) per cui non c'era modo di farlo poppare dopo una certa ora e dovetti diradare i pasti riducendone il numero a 6, ogni 3 ore e mezza o quattro, con i primo molto presto la mattina (tuttora si sveglia alle 4 o alle 5 per correggere compiti o preparare le lezioni - è insegnante).
Comunque sia, è bene che negli USA prendano a cuore questa faccenda. Guardate questa statistica:
Il fatto poi che non si fidino del buon senso dei genitori e ritengano di dover dare specifiche istruzioni dettagliate fa parte della forma mentis statunitense, come giustamente commentava un lettore di Dario:
****** Se è per questo in US quando compri un telefono ti dicono che fa male
mangiarlo, quando compri una bici ti dicono che devi usarla solo per
pedalarci, quando compri un pacco di spaghetti ti dicono che non serve
per fare armi di distruzione di massa, ecc.....
però poi puoi andare dal tabaccaio sotto casa, comperarti una 44 Magnum
e fare una strage dal benzinaio o in una scuola, del resto era ovvio a
cosa potesse servire l'arma, mica ci voleva il volantino.
venerdì 12 giugno 2015
Legioni di imbecilli
LEGIONI DI IMBECILLI."I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar...
Posted by MedBunker on Giovedì 11 giugno 2015
Uh! Ecco un buon motivo per far indignare il web oggi!
Umberto Eco ha recentemente detto che Internet darebbe "libertà di parola ad una legione di imbecilli"!
E secondo me ha ragione, ma concordo con alcuni che, da semiologo, abbia abbondantemente sbagliato ad usare le parole per esprimere il concetto.
Imbecilli come quelli dell'immagine, che finiscono per attaccarsi a qualsiasi cosa pur di determinare il loro diritto di diffondere delle immani cazzate.
![]() |
Immagine di Alessio Spataro |
Vorrei trovare parole migliori, perché in queste ore ho letto un sacco di cose interessanti sull'argomento, ma dirò la mia, esattamente da imbecille quale sono.
Ripeto: hanno ragione le code di paglia ad appellarsi al "diritto di espressione" sancito dalla Costituzione, diritto per cui i nostri avi hanno lottato contro teocrazie e fascismi per avere.
Per questo mi fa un po' strano e sangue che a ribadirlo siano degli imbecilli cattolici come sopra, o gente che tifa apertamente per il fascismo o la cleptocrazia vaticana, in cui questi diritti non sono affatto la norma.
Essendo intolleranti, poi, è chiaro che non sono davvero i primi ad essere interessati a questo, ma vogliono usarlo come principio cardine per diffondere le loro ideologie totalitarie.
Non sono un filosofo, non sono un giurista e sono solo un imbecille: perciò lo dirò a mie parole con una immagine:
Per finire.
Riguardo i limiti della società aperta:
Popper ed i nemici della società aperta
Sulla libertà di ogni opinione
Democrazia e liberalismo
Riguardo la libertà di parola in certe teocrazie, basti vedere:
Terzo blogger ateo ucciso a colpi di machete in Bangladesh
Carcere e mille frustate. L'Arabia non perdona il blogger
E la finisco qui, per ora.
Ho un appuntamento importante alle 15 e non posso stare qui ad approfondire, ma mi riservo di migliorare questo post o scriverne un altro appena ho più tempo e maggiore conoscenza.
Oltre Salamanca
Te pensa te!
Aveva previsto tutto mezzo secolo fa, abbondante. E io l'avevo letto e me lo ricordavo perfettamente. Anzi no. Ma quasi. Cioè il libro non l'ho più trovato, se fossi in città farei un salto in biblioteca, c'è senz'altro.
Ma, ora che ci penso, c'è il Web. E Google. QUasi quasi ci faccio una googlata per salamanca milo temesvar (il nome me lo ricordo per via che l'avevo anche usato (continua a pensare a te! (anzi di più))).
Trovato!
Chi l'avrebbe mai detto che era una premonizione inviata da Sua Pastosità il Prodigioso, sempre sia condito, RAmen.
E finora nessuno (o quasi, è da sempre allergico alla Wiki) s'immaginava che era un incubo.
Non so se si può ma è qui: Da Pathmos a Salamanca.
Suggerimenti - 74
Seeing the invisible: Event displays in particle physics
10 Million Years of Evolution Visualized in an Elegant, 5-Foot Long Infographic from 1931
Apparizione
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Expo, Manpower, Corriere: la retorica dei giovani che non vogliono lavorare ha rotto il cazzo
Why Don’t We Have Jetpacks Yet?
Updated Science: Should You Eat That?
How to Build a Smarter Mars Rover
Anche le piante si ammalano, in Puglia la storia si ripete
Come ti preparo il pranzo in orbita
Umberto Eco - 40 regole per parlare bene l'italianoquesto è di prima; poi sono convinto che anche Jo Vanardi o Gasparri prima o poi potrebbero indovinarne una, o --chissà-- due
Voyager 2 'stopped' last week, and not just for maintenance
The Myth that Schools Can Do More with Less
15 foods that will make you think about summer (if you are a real Italian)
Imbecilli e non, tutto il mondo è socialbello!
giovedì 11 giugno 2015
Wired
Salve a tutti!
È da un po' che non scrivo, così tanto per ricominciare dopo mesi di inattività sul Tamburo mi è venuto in mente di inserire qui in forma di post a due tastiere un dialogo tra me e Juhan avvenuto recentemente.
Tema: il furbofono, o come lo chiamate voi, lo smartphone.
Juhan: Tieni conto che non uso il telefono, anzi non mi muovo quasi di casa.
Ormai il telefono è diventato obbligatorio. La gente tutta continua a telefonare costantemente, per strada, sul pullman, funziona anche con la metro a quanto pare. Mi è capitato di trovarmi alle 5:00 del pomeriggio sul tram ed è stato incredibile: tutti a sentire casa o la fidanzata o chi.
I contadini e gli immigrati urlano, altri messaggiano, feisbukkano, whatsappano e quant'altro. Costantemente. Per i giovani c'è il divieto di spegnerlo, cosa che peraltro non farebbero anche se potessero. Trovo estremamente maleducato rispondere quando stanno facendo qualcosa con me e quello suona; eppure è la regola.
Però, c'è un qualcosa che non mi torna almeno da niubbo sprovvisto della strumentazione adeguata. Non consente di sviluppare un discorso articolato. Fai il selfie, mandi TVB XXX e la foto del gattino e poco altro. Cioè anche altro ma non un'idea non banale. Anche a voce ci sono dialoghi più o meno lunghi, più o meno articolati ma legati al fatto contingente. E finisce lì, verba volant.
Con il PC dotato di tastiera invece puoi fare altre cose. Non necessariamente devi ma hai la possibilità. So benissimo che per tanti internet coincide con Facebook e l'uso che si fa di FB è molto elementare ma non tutti sono così. In ogni caso non si deve generalizzare, anche su FB ci sono anche gruppi dove la discussione è più articolata.
Serpico: WOW! Quanta roba, Juhan!
Innanzitutto facciamo sapere ai nostri telespettatori che ritorno ora a scrivere dopo qualcosa come più di 6 mesi perché sono andato sotto con la grana e la prima cosa che ho ben pensato di fare è stato rinunciare alla connessione Internetz.
L'ho ripristinata a maggio ma solo ora riesco ad usufruirne in pieno, visto che mi si era impallato il pc.
Per fortuna a dicembre mi ero fatto un piccolo regalo di Natale: un Samsung Galaxy S III Neo.
Una vera bomba.
E non ho davvero più avuto bisogno del pc in casa, anche perché non avendo il riscaldamento in camera e con il freddo che faceva mi si congelavano i reni (Juhan lo sa bene perché gliene ho parlato in quei mesi... quanto freddo!).
Dunque ho passato tranquillamente l'inverno davanti allo smartphone "fucionando" a tutto spiano.
Per me dunque è diventato un amico insostituibile: non saprei più se definirlo una parte di me, una parte essenziale del mio equipaggio (me lo porto dietro in una borsa a tracolla in ogni momento, quasi anche sotto la doccia!) o se poterlo considerare così intelligente da equipararlo ad un altro amico...
Di sicuro mi è essenziale ogni giorno per tenermi in contatto con i tanti nakama di Facebook, Twitter e Google Plus...
Ma prima di mostrarvi la schermata principale del mio furbofono: due piccole "attenzioni".
Primo: sono sei mesi che uso esclusivamente lo smartphone, dunque il mio rientro nei blog e nei social network mi appare come qualcosa di estraneo.
Non sono più abituato a questa "interazione". Un altro po' e potrei definitivamente perderci la mano.
Secondo: prima del Samsung Galaxy avevo un Lumia 900 che era anche costicchiato tanto, un Windows Phone: lasciatemi dire che era m^rda pura.
Non aveva applicazioni interessanti, l'applicazione di Facebook funzionava male, Twitter neanche a parlarne e per questo non lo usavo, Google Plus non c'era nemmeno.
La batteria si scaricava in meno di 4 ore in un uso pieno, ora con un uso pieno faccio 8 ore.
E l'esplorazione e navigazione web era una chiavica.
Diciamo che sono contentissimo di essere passato ad Android.
E ora vi spiego perché.
Questa è la schermata Home del mio furbofono:
Potete vedere in primo piano le app di Facebook, di Twitter, di Feedly, di Messenger.
Della fotocamera, di Pocket, e delle applicazioni Google.
In alto c'è Spotify. Ed Evernote, dove ogni volta che ho un pensiero interessante me lo appunto per poi svilupparlo.
Insomma, tutto quello di cui ho bisogno.
Perché grazie ai vari social network, fossi anche in capo al mondo, posso rimanere in contatto con tutti i miei amici e le mie cerchie.
E questo mi permette di non sentirmi mai solo.
Per me che ho frequentato un centro diurno, un luogo in cui si incontrano numerosi malati mentali del mio territorio, ha significato non impazzire mentre fingo di non interessarmi alle loro miserie umane mentre magari leggo un articolo di OggiScienza, di Wired, di Le Scienze o chattando con i miei vari nakama su un argomento di vero interesse.
Se in questi anni non sono impazzito, lo devo francamente ad Internet.
Se ora sono certo di non essere mai solo, lo devo al mio furbofono.
E sì, questo mi ha fatto sviluppare una dipendenza letale ma penso che appena riuscirò a trovare un lavoro e sistemare un po' meglio la mia vita terminerà immediatamente.
Non considero la connessione ad una realtà virtuale molto importante per stare bene e sono sicuro potrei farne a meno in qualsiasi momento, ma quando sono un po' triste immediatamente mi fiondo sul cellulare.
Riguardo quello che dice Juhan sulla "chat compulsiva" dei giovani e la mancanza di contenuti posso rispondere... ma che matusa!! ;)
Sì, è vero che la maggior parte dei giovani ne fa questo uso, quasi il 99% dei miei amici trentenni anche (e penso anche altre fasce di età...), ma ripeto, a me serve essenzialmente per tenermi in contatto con i miei nakama, che sono persone bellissime ed interessantissime!
Crede di averli solo lui i vips su Facebook e Twitter?
Seguire sui social gente variegata, tra cui scienziati, giornalisti scientifici, fumettisti, artisti, musicisti, giornalisti politici e d'inchiesta, autori satirici e tante altre persone interessantissime mi permette ogni giorno di avere accesso a contenuti inimmaginabili per il comune utente di questi, che effettivamente li usa solo per tradire il partner e scambiarsi foto di gattini... se potessi scegliere tra la vita 1.0 e la vita 2.0, un immenso club di persone uberselezionate, non avrei dubbi...
Grazie all'applicazione di Feedly poi posso leggere ogni giorno i migliori e più recenti articoli dei vari blog che seguo.
Una risposta posso darla a Juhan fin da subito: i blog non sono morti!!!
L'unica cosa che posso notare io è che la risposta ed i commenti si sono spostati sui social network... uno condivide un post del Tamburo sulla propria bacheca ed i commenti avvengono tra amici.
Grazie all'applicazione Pocket invece posso salvare immediatamente in locale l'articolo che sto leggendo, e anche se un tempo ne abusavo, ora ho smesso perché mi basta condividere l'articolo su Google Plus o Twitter per ritrovarlo in futuro e rileggerlo.
Su Pocket lo salvo solo se voglio rileggerlo in qualsiasi momento, anche nel caso non avessi la connessione...
Lasciatemi dire che invece la condivisione di contenuti su Winzoz Fon non era affatto possibile, o più che altro insostenibile.
Grazie invece ad app come Spotify, YouTube e Kindle posso avere i miei contenuti anche immerso nella natura o in qualsiasi luogo io voglia: musica, filmati, ebook.
Fantastico.
Ci sono molte altre applicazioni che rendono il furbofono più che utile ed essenziale in questo periodo storico, ma credo che per ora basti, tanto questa doveva essere solo un ritorno di fiamma sul Tamburo con un argomento di cui io e Juhan abbiamo punti di vista differenti.
A posto così, allora?
Juhan: I vegani, i creotardi e compagnia: serve polemizzare? La vita è troppo breve per tentarci e poi sai che a parlare con lo stupido...
Fuori da FB c'è tutto un mondo: chi compra ancora il giornale di carta? Chi è ancora limitato a sentire solo il leccaculo locale? È diventato fattibile, anzi facile, accedere a roba che una volta ti sognavi: il New York Times, l'Atlantic, Nature (solo un po'). Oppure il Guardian, probabilmente il miglior giornale sul web. Altri sono appassiti alquanto, prendi Le Monde non è più quello che era una volta. Anzi tutti i francesi sono malandati. Non conosco, purtroppo, il tedesco. Ma --confessione qui-- la politica m'interessa sempre meno, sto decisamente invecchiando e chiudendomi su me stesso.
I blog: sono in crisi, ormai se ne sono accorti tutti. Ma svolgono un ruolo insostituibile, secondo me.
Anche quelli lollosi come il Tamburo e Ok, panico hanno un ruolo.
Intanto se provi a scriverci scopri che ti puoi migliorare. Parecchio. E se sei giovane e parli di quello che fai|vuoi fare diventa un'integrazione al curriculum. A dire il vero per questo aspetto ho incontrato grosse delusioni, sia dai giovani che dagli insegnanti (non è vero che sono migliori della gente normale, anzi... [specie le donne, vengono tutte dal catechismo]).
E per la programmazione: lì trovi il meglio, per esempio adesso sono alle prese con gente del MIT. Vero che con PhD del MIT, Stanford e dintorni ho avuto a che fare per decenni. Ma è un'altra cosa, da PC faccio quel che voglio, quando voglio.
Serpico: Come vedete non c'è un vero e proprio dialogo, ma una specie di dibattito ping pong che è avvenuto attraverso diverse mail.
Questo è il sunto, e spero che si possano comprendere i nostri due diversi punti di vista.
Risposta finale: è vero che "con chi non fa uso di ragione, non si ragiona" (cit.).
E ho imparato forse troppo tardi che con creotardi, complottisti et simila è impossibile ragionare.
Ma non per questo bisogna rinunciare a diffondere un po' di cultura e combattere l'ignoranza ed il cinismo che diffondono. Anzi.
Il vero problema è non cadere nelle loro provocazioni futili ed arrivare ad arrabbiarsi, perché rovinarti la vita è quello che vogliono.
E sinceramente, quello di combattere i complottisti non deve diventare una "sacra causa".
Alla fine ci sono molte cose più interessanti da fare che perdere tempo a lavare la testa all'asino, e nessuno vi darà mai una medaglia od un riconoscimento per questo.
Per quanto riguarda i media: è vero, ormai nessuno compra più il giornale di carta, almeno quelli della mia generazione. Io compro solo Il Fatto la domenica ed ogni tanto qualche rivista mensile o settimanale per le inchieste.
Ma non penso che le edicole scompariranno nel breve termine, almeno non dal momento in cui ogni persona sulla Terra avrà accesso ad un tablet o ad uno smartphone.
E torniamo sempre là.
Magari alcuni giornali hanno perso carisma nel passaggio dalla carta al web, ma il fatto è anche quello di non poter ovviamente regalare così alla buona ottimi articoli senza alcuna entrata. Cioè, dietro ogni articolo c'è comunque una quantità enorme di lavoro che non va sottovalutata.
Sono nati nuovi quotidiani, come Next Quotidiano, Vice e Wired, ma nel frattempo i quotidiani nazionali come Libero ed Il Giornale che fu di Montanelli attirano click tramite sondaggi sul culo di Belen. Per non parlare del clickbaiting del Sacro Blog...
Ma questa cosa che la cultura è ormai accessibile a tutti e disponibile ovunque ha cambiato anche i discorsi da bar.
Capisco i soliti discorsi sul meteo e sul calcio da Bar Sport, ma anche in piccole discussioni sul governo, sull'economia o su qualche pseudoscienza basta ricordarsi il link giusto per dare ad una discussione ormai persa tutto un altro senso.
Un giorno ero a pranzo con amici e salta fuori il discorso dell'olio di palma: è stato facile far leggere a tutti questo articolo di Alice Pace.
Oppure nel caso un giorno prendessi davvero il coraggio, direi all'intollerante al glutine due o tre paroline...
Per quanto riguarda il discorso blog, anch'io penso che tenere una sorta di diario e farlo anche per fare un po' di di divulgazione di alcune tematiche interessanti sia importante.
Lo uso anche indegnamente per parlare delle mie sfighe, ma alla fine cosa resta?
Davanti al potenziale miliardo di persone che potrebbero leggere i tuoi post, non puoi andare più in là di tanto e devi per forza nasconderti dietro uno pseudonimo.
Per questo io tengo anche un blog privato per la mia crescita personale e ripeto, quando ho un pensiero che non voglio mi scappi, me lo appunto in ogni dove sull'applicazione Evernote.
Per finire, è ovvio che non si potrà mai fare tutto su smartphone come da pc.
Ma questo non significa che questo terminale non sia ormai utilissimo a chi sa farne un uso almeno decente.
A tutti i Tamburisti, auguro buona giornata!
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