ROSSO
Rosso come la lava che dal giorno 19 settembre esce a fiumi da più bocche del nuovo vulcano dell'isola de La Palma in Canarias.
foto di Abián San Gil |
foto di Abian San Gil |
Rosso come il sangue virtuale che sgorga dal cuore ferito di chi ama quest'isola (la Isla Bonita!) e immagina lo strazio dei suoi abitanti, dei quali circa 7.000 sono stati evacuati dalla zona.
GRIGIO
Grigio come le nuvole di ceneri che elevandosi fino a 6 chilometri in altezza hanno coperto molte zone, spingendosi fino a Tenerife e oltre, fino all'Andalusia.
Grigio come le ceneri che qualcuno ha venduto o tentato di vendere su eBay come souvenir, così come a suo tempo erano stati messi in vendita frammenti di "restingolite" dal vulcano sottomarino dell'isola El Hierro...
NERO
Nero come la roccia fusa che ha travolto ad oggi 1.280 fra case (1.030), capannoni, chiese e scuole, oltre a piantagioni di banane per un totale di 850 ettari e ha stravolto l'orografia dell'isola creando anche una penisoletta dell' attuale diametro approssimato di 500 metri.
Nero come la visione del proprio futuro che hanno molti palmeros, che non solo hanno perso la propria casa ma anche tutti i propri averi e ricordi del passato e in molti casi anche il proprio lavoro. Molti hanno rischiato, cercando di trarre in salvo quanti più oggetti personali e mobili possibili, nei momenti in cui le autorità stimavano non fosse imprudente.
GIALLO
Giallo sì come alcune lingue delle fiamme, ma anche giallo come il mistero!
Dopo vari giorni dall'inizio dell'eruzione, nella prima settimana d'ottobre, i droni che sorvolavano la zona hanno potuto notare come all'interno di almeno una cisterna per l'acqua, prosciugata dal calore e riempita di ceneri, era presente almeno un animale vivo, in un primo tempo si è pensato a un gatto. Col tempo si è visto che invece si trattava di cani, per l'esattezza "podencos" cioè levrieri tipici canari, usati per la caccia.
Moltissimi altri animali erano stati tratti in salvo dai proprietari o dalla Guardia Civil e i Bomberos e ricoverati in luogo sicuro o presso associazioni animaliste.
pompieri mettono in salvo capre |
Nell'attesa di scoprire il modo di salvare tali cani per via aerea si è provveduto a fornire loro acqua e cibo per mezzo di droni, con il controllo dei veterinari.
Non essendoci però in Canarias droni adatti a trasportare un tale peso, una impresa galiziana si offrì di tentare il salvataggio. Arrivati a La Palma dovettero concordare con le autorità, una volta ottenuti i relativi permessi, la modalità di salvataggio: se ben ricordo si pensava di calare dall'alto una specie di cestino di rete metallica, su cui si sarebbe dovuto convincere i cani, spaventati, stanchi e indeboliti, a entrare ad uno ad uno per essere poi sollevati col drone e trasportati in zona sicura.
A quanto pare, non sono stata l'unica ad avere dubbi sulla possibilità di successo. Una squadra anonima (dicono composta da un cacciatore, un veterinario e un vulcanologo) sfidando una multa salata e il pericolo, dotati di una apparato di rilevazione termica, sono riusciti ad avvicinarsi sulla lava e cenere ormai sufficientemente raffreddata e a evacuare dalla cisterna i cani, di notte e col favore della luna piena. Successivamente, dicono le evidenze, loro stessi o altri sono tornati nella cisterna per lasciare un manifesto firmato A Team (!) con l'avviso del salvataggio. In effetti, quando finalmente l'impresa galiziana sorvolò con il drone la zona per l'ultima simulazione di salvataggio scoprì che dei cani non vi era più traccia.
Ne hanno parlato tutti i giornali, per esempio questo articolo de El Diario.
Qui riporto un articolo di Santi Castañeda dal quotidiano AS che riassume l'intero episodio, per quanto se ne sa perché rimangono molti interrogativi aperti: chi è stato e quando a salvare i cani? chi ha messo e quando il manifesto firmato A Team? dove sono adesso i cani che sono stati affidati in un primo momento a un gruppo di protezione animale? sono stati restituiti ai proprietari? Il cane Tendal, unico salvatosi dei tre cani di un cacciatore cui è stato restituito, era tra quelli nella cisterna? A quanto pare, i cani erano cinque o sei, uno fu trovato già morto, ma chi sa tace, perché i responsabili non rischino una denuncia inevitabile.
Oggi cade il 50º anniversario della precedente eruzione nell'isola, quella che ha creato il vulcano Teneguía, durata dal 26 ottobre 1971 al 18 novembre, 24 giorni, senza quasi danni alle cose (ha colpito una zona alquanto disabitata) ma lasciando due morti e coprendo di lava 276 ettari.
Teneguía 1971 - foto El País |
il Teneguía oggi, foto di M. Hanselmann da Wikipedia |
Nel caso dell'attuale vulcano non ci sono state sicuramente vittime umane grazie al seguimento fatto dagli Enti preposti fin dai terremoti previ e agli avvisi alla cittadinanza.
Nota: il vulcano tuttora non ha un nome definitivo, l'isola si chiama La Palma, se leggete Las Palmas si tratta del capoluogo della provincia di Gran Canaria, ma c'è anche chi cita Palma, il cui nome completo è Palma de Maiorca...
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