Come promesso, racconto del mio terzo tentativo di panettone.
L'anno scorso, delusa da anni di panettoni "cartonacei", fabbricati d'estate per poi essere spediti in tutto il mondo per essere messi in vendita...ai primi di novembre, appena finita la manfrina di Halloween (!) , ho deciso di imparare a fare da me. È tipico del mio carattere, cerco sempre di arrangiarmi da sola prima di arrendermi e chiedere aiuto ad altri o rinunciare. E del resto col pane mi era riuscito magnificamente.
Pertanto l'anno scorso ci ho provato due volte, la prima volta con una ricetta decisamente sbagliata (prometteva un risultato veloce, ma quando c'è di mezzo la lievitatura occorre non avere fretta).
Il secondo tentativo era andato decisamente meglio, con una buona ricetta, tutto il tempo necessario e quasi tutto l'occorrente a disposizione.
Dico quasi perché non sono riuscita a trovare neppure questa seconda volta il cedro candito, né uno stampo di carta speciale, quello di color marron che tutti conosciamo.
Avevo pensato di sopperire alla mancanza del cedro con un candito di altra frutta, di un sospetto color verde brillante, rivelatosi artificiale: tutti i pezzetti li ho poi tolti dal panettone a mano a mano che lo mangiavo, erano veri "corpi estranei".
Anche questa seconda volta lo "stampo" arrangiato da me con carta forno (seguendo un consiglio sul web) mi aveva tradito, il panettone era risultato sbilenco perché durante la seconda lievitazione lo stampo aveva leggermente ceduto. Vabbe', il sapore e la testura soffice e spugnosa erano ottimi.
Quest'anno, avendo ancora a disposizione una parte sufficiente della scorzetta candita (ho rinunciato addirittura al cedro) ho deciso di riprovare. Infatti, sono famosa per essere testarda e non darmi mai per vinta.
Lo "stampo", sempre con carta forno, l'ho preparato in anticipo, con maggior cura e più resistente dell'altra volta: ho piegato due fogli in modo che avessero un'altezza totale di circa 12 centimetri a doppio strato, la parte eccedente l'ho ritagliata per formare il fondo, ho unito i due fogli per raggiungere la circonferenza richiesta, ho aggiunto un ulteriore cerchio di carta forno sul fondo, il tutto l'ho sistemato dentro a uno stampo di metallo regolabile (di quelli per cheese cake).
Al momento opportuno ci ho inserito la sfera di pasta già lievitata e arricchita da uvetta e canditi, per poi farla lievitare al tepore dentro il forno. Questa volta è andata meglio, grazie al supporto del cerchio di metallo l'impasto lievitando si è inclinato di poco...
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| Qui avrei già dovuto accorgermi che i canditi non erano ben distribuiti... |
Mentre il forno si riscaldava ho poi tolto il cerchio metallico, senza maneggiare il panettone crudo perché non crollasse, e ho inserito nel forno caldo la teglia su cui si ergeva il panettone in fieri.
La cottura è proceduta abbastanza bene, forse a una temperatura leggermente superiore al dovuto (nessun forno è proprio perfetto, il mio poi ha la rotella che segna i gradi di 50 in 50, non è facile azzeccare il punto giusto). Una volta sfornato, come da ricetta l'ho infilzato verso il fondo su spiedini di legno e l'ho messo capovolto dentro una pentola, sospeso, a passare la notte.
Come già avevo notato faceva un po' un lieve effetto "torre di Pisa", ma solo un po'.
Quello che invece mi ha deluso è stato l'interno, al taglio: innanzi tutto, seguendo pedissequamente la ricetta su Youtube (la volta precedente sono andata più "a sensazione") non avevo distribuito abbastanza uniformemente uvette e scorzette, inoltre l'impasto era troppo asciutto, non manteneva la giusta umidità: anche questo colpa mia, non solo forse il forno era leggermente troppo caldo (ma non più di 5º in eccesso) ma successivamente, non avendo altro spazio al momento in cucina, il riposo a testa in giù l'ho fatto fare dentro lo stesso forno, ormai spento e tiepido, sì, ma forse l'aria era troppo secca.
Comunque sia, ce lo siamo mangiato con accompagnamento di sidra asturiana (di cui vi parlerò un'altra volta).
Ma non demordo! Ora mi metterò alla ricerca di altre scorzette (il negozio -italiano- in cui l'avevo comprate non c'è più), rinuncio al cedro. In realtà su Amazon troverei le une e l'altro, ma a prezzi sconvolgenti + il trasporto al di fuori dell'abbonamento "prime". Mio marito suggerisce di candire da me le scorzette (tanti anni fa lo facevo ogni tanto). Vedremo, semmai metterò più "zeste" * e solo uvetta.
Finora gli stampi, sempre su Amazon, li avevo trovati carissimi (fino a 6 euro l'unità + trasporto), in pacchetti da 10 che non riuscirei a usare in tutta la mia ormai breve vita, ma adesso -passato Natale- sembra che il prezzo sia calato, vedrò se riesco a ottenerli, non sono legata particolarmente a una data definita.
Eventualmente vi racconterò com'è andata.
* zeste = bucce fresche di arance e limoni non trattati, grattugiate (solo la parte esterna, senza parte bianca amara),









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