Oggi siamo andati su nel terreno perché dovevamo bruciare i "rastrojos" ovvero tutti i tralci di vigna e i rami di alberi che abbiamo tagliato, per la normale potatura o altro (a volte vengono spezzati dal vento, a volte alcuni alberi muoiono, altre volte occorre diradarli...). Erano diversi mesi che non lo si faceva, se ne erano accumulati tre bei montoni.
Non so come ci si regoli in Italia, qui c'è l'obbligo, per prevenire incendi, di chiamare il personale della Forestale per aiutare e assistere.
Chiaramente c'è chi salta le regole e magari brucia da solo, anche quando c'è forte vento, come è successo nel 2007 (oltretutto dopo diversi giorni di caldo e siccità) quando uno di questi sprovveduti (o delinquenti!) ha originato un incendio che ha bruciato una buona parte dell'isola (lo stesso è accaduto in Gran Canaria negli stessi giorni).
Eppure, la faccenda non richiede molta burocrazia, basta andare nella più vicina sede della Forestale e firmare una domandina che l'impiegata compila, nell'arco di due o tre giorni al massimo arrivano i nostri!
La giornata era propizia, il forte vento che spirava ieri e che ha quasi divelto un arancio oggi era sparito, nei giorni scorsi c'è stata abbastanza umidità, inoltre come ho detto tutta la legna secca era sistemata in tre cumuli ben separati dal resto, in luoghi acconci. Inoltre teniamo sempre pronto il tubo dell'acqua, non si sa mai...
Primo cumulo
proteggiamo dal calore con una lamiera (a destra) alcune piante |
Il secondo cumulo lo facciamo dentro una specie di vascone di pietre, l'unico problema potrebbe essere il vicino pino.
operazione conclusa, il pino non ne ha risentito, a sinistra sullo sfondo il primo cumulo sta tuttora fumando |
Il terzo cumulo l'abbiamo fatto al centro di un campo, che intendiamo poi arare e coltivare.
Oggi ho potuto finalmente vedere uno dei primi germogli della vigna, finora pareva morta con il tempo tanto infelice che abbiamo avuto per mesi.
Nei prossimi giorni dovrò continuare come oggi a strappare erbacce (a mano, l'erbicida lo usiamo solo nei sentieri o comunque zone che non coltiviamo) per liberare l'orticello che con mesi di pioggia è diventato una foresta: dove non c'erano piante mio marito ha passato la motozappa, ma il cavolo nero (qui stranamente cresce non "acaule" come dovrebbe) e gli agli sono sommersi dalle erbacce e vanno ripuliti a mano.
sullo sfondo a destra il pino sotto cui brucia il secondo cumulo |
Nel frattempo ho recuperato alcune patate dimenticate nella terra...
Le calle finalmente stanno per aprirsi! si intravedono in mezzo ai fichi ancora spogli.
Infine ho raccolto il primo carciofo. Ho dimenticato di fotografarlo sulla pianta, ve lo presento trasformato, la sera, in una salsa per gli spaghetti, con olio, cipolla e pomodoro.
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