mercoledì 1 febbraio 2017

Rigopiano anch'io


Come se non bastasse la tele renziana che ci ha marciato su per non so quanti giorni adesso arrivo anch'io.
Anzi no, segnalo il post di Massimo Mantellini, il mante, se non lo conoscete non sapete quello che vi perdete.
E il mante copia (too kwokwe Max!) dal prof Nicola Casagli che scrive su Facebook (il link ve lo dice il mante).

Ecco qui: Cronache da Rigopiano

Scommetto che nessuno dei giornalisti --renzisti o meno-- vi ha raccontato qualcosa di simile.

Una piccola nota da parte mia, per chi segue certi comici in trasferta: Fiorello VaffanBeppe!

👿  nèh! 👿

Aggiornamento

 

4 commenti:

  1. Visto che lo rileggo qui, dopo essermi faticosamente astenuto dal commentarlo su Facebook, dove mi sono imposto di entrare per soli motivi di messaggistica senza pubblicare né commentare nulla, qualche osservazione su quanto gli universitari vivano come minimo fuori dal mondo mi verrebbe proprio da farla.

    Mi infastidisce enormemente questo modo di farsi vanto di aver svolto attività professionali in modo approssimativo e dilettantesco.

    Non mi pare un merito arrivare a fronteggiare un'emergenza senza aver la più pallida idea di come affrontare il problema, e passare perciò la notte a cercare "una startup che ha realizzato la tecnologia giusta. Non abbiamo mai avuto contatti con quella società. Abbiamo visto il sito web e capito che può funzionare".

    Non mi pare un merito, per un "Direttore del Corso di Perfezionamento in Previsione e Prevenzione dei Rischi Geologici e Geoambientali", trovarsi con la simmina della Tim fuori servizio in un posto catastrofizzato, quando senza bisogno di andare in Svizzera bastava chiederlo ad Aranzulla, come fare "Internet via satellite".

    Il massimo del minimo però sta tutto nella frase "Il drone ce lo siamo interamente autoprodotto con la stampante 3D".

    Non c'è nessunissimo motivo per fare una cosa simile, per di più nel contesto di un'attività professionale destinata a contesti critici.

    Ovvero un motivo c'è, ed è che si tratta di un giochino estremamente divertente ed anche istruttivo, perfetto come lavoretto scolastico in un liceo scientifico.

    Perché a parte i droni già fatti e predisposti per operazioni critiche, anche a voler risparmiare sono disponibili centinaia di telai di ogni prezzo e qualità, e non c'è dubbio che con il valore della spropositata quantità di tempo impiegato da questi non-più-tanto-ragazzi a progettare, 3Dstampare e collaudare (sicuramente non abbastanza) il loro telaietto, unito al costo puro dei materiali da stampa, avrebbero potuto dotarsi di un prodotto infinitamente più professionale ed affidabile, risparmiando anche qualcosa.

    Mi sembra di vederli, mentre partono baldanzosi e gonfi di endorfine, diretti a salvare il mondo con la loro carrettata di carabattole.

    Per fortuna altre valanghe non si sono staccate e la loro presenza è stata del tutto inutile, perché se davvero la vita dei soccorritori fosse dipesa dai loro sistemi, così frettolosamente e grossolanamente raffazzonati, non avrei proprio voluto essere al loro posto!

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    1. Mah! io non sono un tecnico e non so se questi universitari meritino proprio il disprezzo che emana dal tuo commento: non credo che fossero dotati ab origine di tutti gli strumenti necessari (da quanto ho capito non è il loro lavoro), hanno cercato di fare quanto più possibile per aiutare, nonostante la burocrazia sia stata d'intralcio... Ecco, forse avrebbero potuto immaginare che la TIM potesse essere sovraccarica, ma renditi conto che non tutti possono permettersi economicamente (be', un docente universitario sì, ma gli altri?) di usare le proprie risorse, hanno perciò usato quanto la PA metteva a loro disposizione, cercando anche altre soluzioni alternative. Comunque si fa presto a criticare a cose fatte, io mi chiedo quanti siano quelli che, pur obbligati dal loro lavoro, riescano a mantenere i nervi saldi e il cervello sgombro (qui si dice "despejado") per valutare in ogni istante il comportamento migliore.

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  2. Non è tanto l'emergenza il punto, quanto il fatto di vedergli passare la vita a cazzeggiare cincischiando e giocando a riscoprire cose universalmente note, invece di faticare a studiare le pubblicazioni di chi la ricerca di punta la fa davvero.
    Purtroppo le cose sono andate peggiorando negli anni, da professori impreparati sono nati studenti ignoranti, divenuti a loro volta docenti ovviamente peggiori dei loro mentori.
    La preparazione di base è andata calando, mentre i ricercatori seri in giro per il mondo sono andati avanti, creando uno scollamento culturale che non si è più in grado colmare, non è affatto ovvio trovare un docente in grado di capire e "ripetere con parole sue" una pubblicazione scientifica di alto livello, meno che mai, a dirla tutta, nell'ambiente dei geologi, che si ostinano ad occuparsi di argomenti presentati in articoli scientifici, possiamo fare dei test se vuoi, in cui non sono in grado nemmeno di riconoscere la simbologia matematica utilizzata.
    Allora si mettono a fare i praticoni pontificando con fare altisonante, ma stupisce che si possano ottenere risultati se non si capiscono le basi teoriche di quello che si sta facendo.
    Ecco allora che ci si mette a giocare con le stampanti 3D, improvvisando in modo catastrofico o copiando progetti tirati giù dal WEB, per poi vantarsi di aver "completamente autoprodotto" un drone, il che è paraltro in ogni caso platealmente falso, dato che un drone ha decine di componenti elettronici estremamente sofisticati che hanno richiesto anni di ricerche e di rigorose sperimentazioni.
    Almeno un grupo di lavoro in realtà ci si è avvicinato, studiando da zero e programmando ex-novo il firmware da utilizzare, con risultati modesti ma utili come didattica.
    Adesso padroneggiano ottimamente la componentistica commerciale e riescono, grazie all'esperienza fatta, ad ottenerne il massimo... ma il primo modello sta su uno scaffale a ricordo della fatca fatta, certo non viaggia per le zone disastrate rischiando di far più danno che altro!

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  3. Naturalmente non sono al corrente di cosa racconti anche se mi sembrano cose di una certa gravità. Sarebbe da approfondire ma in altra sede, imho.

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