domenica 18 dicembre 2011

Manifesto degli Intellettuali Italiani per la difesa dall’idiozia razzista

Copiato integralmente dal blog di Marco Fulvio Barozzi, aka Kees Popinga, FSM glie ne renda merito, RAmen.

1) Le razze umane non esistono, gli idioti purtroppo sì.

 L’esistenza delle razze umane è stata ormai smentita dalla scienza in base a evidenze fornite da molte discipline, in particolare dalle prove genetiche e dagli studi di genetica delle popolazioni. È tuttavia l’esistenza degli idioti non già un’astrazione del nostro spirito, ma corrisponde a una realtà fenomenica, materiale, percepibile con i nostri sensi. Questa realtà è rappresentata da masse di imbecilli costituite da milioni di uomini simili per ignoranza, egoismo, problemi mentali e psicologici che trovano il loro legame in ideologie razziste per affermare con l’odio di gruppo il loro fondamentale fallimento come individui.

2) Esistono idioti isolati e idioti organizzati.

Non bisogna soltanto ammettere che esistano gli idioti, che comunemente ammorbano la società in ogni ambito materiale, politico, economico, produttivo, educativo, religioso, ma bisogna anche ammettere che esistono gruppi sistematici di idioti organizzati in movimenti, partiti, chiese, consorterie la cui pericolosità è accresciuta dal numero, dall’organizzazione e dalla propaganda.

3) Il concetto di idiota è concetto soprattutto territoriale.

Esistono idioti che si richiamano a identità politiche, religiose, culturali, persino calcistiche. Tuttavia i gruppi di idioti organizzati trovano la loro espressione più evidente nel supposto legame a un territorio, vincolo di sangue con la terra delle madri, dato che quasi sempre la loro paternità è incerta o decisamente attribuibile a pratiche di meretricio. Il razzista nazista o fascista si richiama ad esempio a un astratto concetto di razza, ereditato dalle ideologie totalitarie fiorite nel Novecento. L’idiozia fascista è la più pericolosa in termini di violenza dei suoi accoliti, in genere maschi solitari con il culto delle armi e difficoltà di socializzazione che possono spesso esprimere la loro intima pochezza come individui in eclatanti atti di aggressività individuale o di gruppo. Più pericoloso in termini culturali e politici, a questi si aggiunge il razzismo egoista e particolarista di movimenti pseudopolitici nati negli anni ’70 del Novecento come distorsione idiota dei movimenti di liberazione nazionale dei popoli oppressi da stati centralisti, come i baschi, gli irlandesi, i palestinesi, di cui costituisce una degenerata caricatura. In tale caso il razzismo si fonda ancor di più sull’ignoranza totale della storia, cui si accompagna l’invenzione di matrie mai esistite, di eredità presunte e infondate con popoli estinti da migliaia d’anni e di legami comuni tra culture separate, accomunate dalla sola contiguità geografica. 
4) La particolare forma di idiozia organizzata dell’Italia settentrionale.

L’idiozia organizzata territoriale ha trovato la sua espressione più significativa nel fiorire nell’Italia Settentrionale di un movimento che i sé riassume, organizza e moltiplica tutte le caratteristiche sopra descritte. Nato come movimento di contestazione al centralismo romano, si è sempre più identificato nella figura del suo leader carismatico, l’idiota originario, Uridiot, del quale ha seguito la parabola di progressiva adesione alle regole più detestabili della partitocrazia, della demagogia e della corruzione. La politica ondivaga di alleanze, di linea economica, di slogan, segna, pur nella costanza di una volgarità particolare, l’intento del capo e dei suoi accoliti di perpetuare il proprio potere, a spese della decenza, dello stato e persino dei propri elettori, accecati all’ennesima potenza dall’egoismo e dalla paura di ogni elemento che possa mettere in discussione la loro meschina identità.

5) L’idiozia razzista è una piaga nazionale.

Il clima di crescente intolleranza verso il lo straniero e verso il diverso che affligge il nostro paese è una piaga che ostacola lo sviluppo economico e la sua reputazione all’estero. Ciò in particolare se tali manifestazioni di idiozia razzista sono apertamente praticate da rappresentanti delle istituzioni e membri della classe politica. Nell’indifferenza e nell’ignavia di chi avrebbe dovuto produrre e diffondere gli anticorpi culturali e sociali contro il razzismo, morbo indicatore dell’idiozia di massa, la malattia si è diffusa a livelli preoccupanti e merita interventi decisi e definitivi.

6) Gli idioti non appartengono alla società italiana.

Il nostro paese, che un tempo illuminò il mondo con le conquiste in ogni campo del sapere, dell’arte e della scienza, sta rapidamente scendendo la scala della civiltà a causa della signoria degli idioti. In realtà, mettendo in discussione e minacciando i fondamenti della società e lo spirito stesso dell’Italia, essi non appartengono alla sua cultura e alla sua tradizione. Gli idioti rappresentano l’unica parte di popolazione che ha sempre ostacolato il progresso sociale, economico e culturale del paese.
7) È tempo che gli Italiani si proclamino francamente contro gli idioti.

La tolleranza verso l’intolleranza è essa stessa cedimento verso l’intolleranza. E’ tempo che il potere degli idioti nelle istituzioni e nel cuore della società italiana venga definitivamente abbattuto. È necessario attuare politiche di discriminazione ad ogni livello per isolare la pericolosa idiozia razzista. Si deve creare nella cittadinanza un sano principio di repulsione verso l’ideologia razzista e verso i suoi propugnatori.

8) L’Italia deve difendersi dall’idiozia razzista ad ogni livello.

L’idiozia razzista non può più essere tollerata. Le istituzioni devono essere costantemente spronate ad attuare serie politiche contro il razzismo e contro i razzisti, separandoli dal corpo sano della società civile con tutti gli strumenti che la legge dispone. I razzisti devono essere esclusi dalle cariche elettive e dai concorsi pubblici e non possono essere membri delle forze armate. Ogni singolo individuo può e deve manifestare liberamente il proprio disprezzo verso i razzisti. Nelle nostre strade e nelle nostre case, nei luoghi di produzione e sui mezzi di trasporto, sempre più frequente deve sentirsi la frase “Lei è un razzista, quindi è un idiota e mi fa schifo”.

8 commenti:

  1. Per completezza d'informazione, pubblico la risposta di Gianni Far su Facebook, con cui concordo (sono antirazzista, ma NON perché le razze non esistano!).

    Gianni Far ‎"L’esistenza delle razze umane è stata ormai smentita dalla scienza in base a evidenze fornite da molte discipline".
    Ahimè Kees, non è vero. Il concetto non è stato affatto smentito, semmai il dibattito è in corso ma gli scienziat che ammettono l'esistenza delle razze rischiano di essere tacciati per razzisti. Come quelli che appoggiano il darwinismo vengono tacciati per "darwinisti sociali" o nazisti. Anche negli scienziati l'ipocrisia è imperante, la verità è che si spera che eliminando il concetto di razza nell'essere umano si tolga il tappeto da sotto i razzisti, ma questa ipocrita falsità come ben sai non serve a niente. Chissà perché le razze umane fanno tanto paura, forse è più facile amare gli altri sapendo che sono più simili a noi di quanto sia in verità?
    Se vuoi ti posso dare qualche dettaglio biologico di quello che dico, naturalmente. Ma come per i razzisti, gli antirazzisti non vogliono sentire ragioni, mi è già successo.

    RispondiElimina
  2. Anch'io per completezza di informazione riporto la risposta del naturalista Marco Ferrari a Gianni Far: "Forse sarebbe il caso di dare un'occhiata a qualche volume da poco uscito, che spiega perché nella specie umana le razze biologicamente intese NON sono un concetto applicabile. Soprattutto per ragioni genetiche, non per ragioni etiche o sociali, cui alla scienza poco frega. Consiglio la produzione di Barbujani, e da lì risalire ad altri".

    RispondiElimina
  3. Premesso che non è il mio campo mi sembra di ricordare che questa sia la posizione di Cavalli-Sforza, sentito tanto tempo fa. Una rapida googlata mi porta qui http://abagond.wordpress.com/2011/02/28/cavalli-sforza-on-race-and-racism/
    Naturalmente se si parlasse di 'puters avrei maggiori argomenti: qui gioco fuori casa.
    Adesso provo a sentire gli amici Beatrice Mautino e Stefano Dalla Casa, chissà se loro hanno tempo e voglia?

    RispondiElimina
  4. Scusate l'interruzione, stavo cucinando. ;)
    Per me (ripeto, mia opinione, non intendo farne una legge) dire che non esistone le razze all'interno della nostra specie è come dire che non esistono i generi. Infatti c'è chi, per un malinteso senso di antimaschilismo, sostiene che uomini e donne siano totalmente uguali (a parte "la différence" ;) ovvio), quando invece è stato dimostrato che di fronte allo stesso stimolo nel cervello femminile, rispettivamenten in quello maschile, si attivano zone differenti! per non parlare di altre caratteristiche sia fisiche sia di comportamento, in cui differiamo... (e meno male!). Quello in cui siamo totalmente uguali è nella dignità, nei diritti e nei doveri.
    Lo stesso dicasi per le "razze" (se vi molesta usare questo termine, usatene un altro): o vorreste negare che certi popoli hanno occhi a mandorla, altri pelle più o meno scura, che alcuni sono più portati di altri a certi comportamenti, a certe abilità... Ripeto: pari dignità, uguali diritti e uguali doveri. Negando le differenze si fa un magro favore alla causa dell'antirazzismo!
    Credo che la Natura stia continuando a sfornare variazioni sullo stesso tema per qualcosa: è la differenza che muove l'Universo.

    RispondiElimina
  5. Lascio volentieri la parola ad altri, io sulla questione "razze" sono (ma va?) spostato verso Dawkins e Armand Marie Leroi, ma mi guarderò bene dal lanciarmi in una articolata difesa delle loro posizioni, le quali comunque hanno ben poco a che vedere col manifesto in questione.
    IMHO.
    Peace and Love.

    RispondiElimina
  6. Ciao a tutti, se usiamo il termine razza come lo si usa (sempre meno, in realtà) in biologia, allora non si può parlare di razze umane.
    I genetisti parlano al più di popolazioni e per quello che riguarda l'uomo al mondo se ne contano circa 6000.

    Copio dai testi della mostra Homo sapiens, scritti da Cavalli-Sforza e Pievani:

    "All’interno di una specie possono esistere “varietà geografiche” o “razze” o “sottospecie”, cioè popolazioni geneticamente distinte e riconoscibili attraverso insiemi discreti di differenze nel genotipo e nel fenotipo, i cui membri tuttavia restano reciprocamente fecondi. È il caso di specie poco mobili e con stabili separazioni geografiche interne, come la lumaca dei Pirenei. Queste varietà possono in alcuni casi diventare nuove specie incipienti.
    Le “razze” sono anche generate artificialmente dagli allevatori attraverso ripetuti incroci selettivi, come nel caso delle razze di cani domestici, incluse nella specie Canis lupus. La specie Homo sapiens è evolutivamente giovane, molto mobile e promiscua. Dunque non si dà questa situazione di divisione interna: la variazione genetica fra tutti gli esseri umani, di qualunque gruppo, è continua e non esistono razze biologicamente distinguibili. Lo stesso vale per altri organismi molto mobili, come il krill, o con barriere genetiche deboli, come i ghepardi [qui foto]. Darwin stesso, benché usasse questo termine nel suo linguaggio ottocentesco, nutriva molti dubbi sul carattere “oggettivo” delle razze umane: ogni studioso, notò, si era fatto un proprio catalogo razziale, diverso da quello di tutti gli altri. Lo stesso vale oggi per le categorie razziali, del tutto arbitrarie e mutevoli, usate dalle polizie di varie parti del mondo. Ma la nostra storia dice chiaramente che non c’è stato il tempo sufficiente per separarci in presunte “razze umane”.

    RispondiElimina
  7. Quello che a me lascia perplesso e che un po' mi intristisce è il fatto che per contrastare l'idiozia razzista siamo costretti a usare l'argomentazione "le razze non esistono". E' vero, è così. Ma se invece esistessero, cambierebbe qualcosa? Avremmo forse maggior diritto a disprezzare una razza diversa dalla nostra?

    Il punto non è che le razze non esistono, ma che è sciocco e disumano stabilire una gerarchia di merito tra diverse popolazioni umane. Se è vero che l'uomo merita rispetto in quanto tale, a questo punto poco importa se esistono diverse razze di uomini, o se siamo tutti geneticamente indistinguibili.

    Il bello dell'umanità è proprio che esistono delle differenze genetiche (molto piccole, d'accordo) e culturali tra le varie popolazioni umane. La nostra stupidità però ci ha portato a rifiutare la bellezza della diversità, per paura di cadere nel razzismo. Siamo riusciti addirittura a etichettare come razzista una parola come "negro", che in origine non aveva niente di razzista. Abbiamo così tanta paura dei nostri fantasmi da sotterrare la diversità, invece di esaltarla come una risorsa preziosa. E questa secondo me è la più grande sconfitta per la civiltà umana.

    RispondiElimina