Da quanto tempo non vi parlo di noi, di qui, quella che un tempo era la West Padagna, forse 2.0? A adesso non si sa, magari si cambia, chissà!
Allora visto che insistete (state insistendo vero?) vi racconto di ieri mattina.
Nel cortile di casa si sono svolte contemporaneamente, nella stessa mattinata, due cose simili, ma anche no, allo stesso tempo.
Michele, il fratello che di solito è più tranquillo, continuava a brontolare in crescendo. Già quando parlano normalmente i contadini esagerano con il sonoro ma ieri era ancora più energetico. Con la finestra chiusa riuscivo benissimo a sentirlo ma se esco e vado a vedere è peggio. E c'è pure il rischio che mi coinvolga in quello che sta facendo.
Ma c'era un altro dialogo che partito in sordina aveva raggiunto un decibellaggio da concerto rock. Responsabili i due gatti raffigurati in figura lassù. Quello tutto arruffato è un indigeno locale di qui, il padrone di casa. L'altro, tutto pettinato per bene è un ospite in visita, le nostre gatte hanno evidentemente ammiratori anche di fuori.
OK, non potevo non documentare, c'è un cuore di fotoreporter che batte in me.
Non è stato facile. Perché appena uscito sono stato raggiunto dai cani, Nikka e Pero in particolare, stavano prendendo il sole appena fuori dall'uscio. Visto che mi avvicinavo ai due felini contendenti Nikka ha pensato di precedermi, facendo fuggire l'ospite.
Il nostro, rimasto padrone del campo (e Nikka sa che non è il caso di strafare) è tornato alle sue occupazioni abituali; magari anche a pettinarsi.
Ah, sì, quasi dimenticavo: Michele stava tentando di avvitare un dado a un bullone spanato. Cose che capitano. E che fanno incazzare nero come i gatti di cui dicevo poc'anzi.
Era da tanto che volevo usare "poc'anzi", finalmente ne ho avuto l'occasione, poc'anzi.
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