mercoledì 22 aprile 2015
L'orto senza Luna, dice Sandro
L'orto senza Luna, dice Sandro in un post di ieri, martedì 21 aprile 2015.
Ha ragione da vendere, ma però...
Ecco io vivo tra i credenti della Luna e non solo. Per questo motivo non metto una risposta --sarebbe troppo lunga-- sul post citato ma racconto qualcosa qui. Non tutto sono di fretta ma qualcosa ci vuole, secondo me.
L'esperimento del CICAP segnalato l'avevo tentato anch'io ormai parecchi anni fa, non avevo ancora nemmeno il blog. Vi racconto subito che ho fallito in pieno: ha vinto la Luna.
O meglio i lunatici. Allora tra i miei compiti c'era la manovalanza relativa ai lavori pesanti nell'orto, praticamente addetto alla vangatura e alla rimozione dei truss (i resti delle colture più grandi, le piante delle zucche a fine stagione o le radici di cavoli e cavolfiori), raccogliere le patate e simili. Non l'innaffiatura che è troppo difficile, per quello c'era e c'è tuttora Nonna. Meno che mai la semina, per la Luna e altro ancora. In ogni caso io avevo ottenuto una prös (pezzetto di terra) tutto per me largo 60 cm e lungo circa 2 metri. L'avevo diviso in zone e lo seminavo a insalata a intervalli di una settimana, corrispondenti così circa alle quatto fasi lunari, nuova, primo quarto, piena, ultimo quarto.
Naturalmente lo sviluppo delle piantine era diverso, si andava dal quasi OK a appena nate. E lì scopro che qualcosa non mi tornava: non era vero, non era come ho appena detto. C'erano piante grandi nel riquadro seminato da pochi giorni! Escludendo spostamenti spontanei delle piantine cosa poteva essere successo? Mystero? O no, Papà. Per passare il tempo e non stare con le mani in mano che non è mai bello trascorreva qualche ora ogni giorno a togliere l'erba (le erbacce) nell'orto. E vedendo che la mia insalata --sapeva benissimo che era la mia-- rimediava alle carenze distributive trapiantando. Cosa molto facile e sicura per via delle abbondanti irrigazioni di Nonna, fatte di sera, quando non c'è il sole, nèh.
Ero giovane e inesperto, allora, e mi sono arrabbiato moltissimo. Inutilmente. L'operato di mio padre è stato giudicato corretto e saggio da tutti. E la mia idea baravantana (balzana) assay.
Perché lo sanno tutti che l'insalata --anzi tutte le piante-- se non rispetti la Luna montano (fanno il seme) subito. E chi non sa queste cose è un ignorante. Ecco 'd ses prope gnurant è come vieni classificato. Fine.
A differenza di quanto credono gli scientisti e magari ti raccontano anche a scuola non devi fare nessuna prova, non ce n'è bisogno. Si fa così, si è sempre fatto così (a meno che non sei proprio ignorante). E se fai così come fanno tutti nessuno ti potrà dire niente anche se dovesse andare diversamente da come previsto.
Ma mica c'è solo la Luna, anzi! Lo sapete che una prozia da parte di Nonna era rabdomante molto sensitiva e conosciutissima in zona (l'ho raccontato a Enrico, ci ha fatto anche un post, integrando le parti che mancavano ma veritiero). Ecco magna Rina a una certa età ha passato il dono a barba Trumnin che poi l'ha passato a barba Tone. Barba Tone è ancora attivo ma --non si sa mai quello che può capitare nella vita, specie se hai una certa età-- il dono l'ha già passato a uno dei miei fratelli che promette molto bene. Anzi se vi dovesse servire un rabdomante non cercate fuori, lasciate un commento qui.
Quando avevo una quindicina d'anni uno dei fratelli si ritrova improvvisamente i dorsi delle mani piene di purèt (verruche), niente di grave ma esteticamente non piacevoli. Credete che i miei si siano rivolti al medico? Forse ma non è dato di saperlo. Quello che invece si sa è che la guarigione è dovuta al benzinaio di Candiolo. Mio padre ha preso il ragazzo (se io avevo 15 anni lui ne aveva 12) e l'ha portato da questo benzinaio che era anche 'n mèisunur (un --come si dice-- medicone?). Cosa sia successo non è dato di saperlo perché nessuno poteva assistere, neanche mio padre, e se mio fratello avesse detto qualcosa i purèt sarebbero tornati, molto più numerosi di prima. Sono passati 40 anni, non so se il benzinaio ci sia ancora, ma il silenzio sul suo intervento rimane assoluto.
Ah! lo sapete che di queste cose non se ne deve parlare? (per cui non leggete questo post, nèh!).
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So che per i porri un "rimedio" tradizionale era portare un sassolino (uno per ogni porro) in un luogo dove si poteva essere ragionevolmente sicuri che non si sarebbe mai più passati, e lì buttarlo. Insomma, col sasso si "buttava" anche il porro, che però si sarebbe riacquistato al ripassare di lì...
RispondiEliminaUna volta ho avuto anch'io un porro al dito, ma ho risolto con mezzi più brutali: ho preso una sigaretta accesa, ne ho scosso la cenere mettendo a nudo la brace e l'ho avvicinata quanto più possibile al dito, finché son riuscita a sopportare il dolore (è lo stesso metodo ideato da mio marito per le punture di zanzara: in questo è efficace, probabilmente col calore il veleno di degrada). Sia come sia, il porro è sparito.
Forse si è spaventato per la mia brutalità... ;)
EliminaQuello dei sassolini non lo sapevo; quello tuo è davvero brutale.
EliminaPer un momento mi è venuto il dubbio se leggere questo post in una notte di Luna piena o meno... ;)
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