lunedì 15 giugno 2015

Nel dormiveglia

Lo sono, sono monotona, ma lasciatemi ripetere che in questi giorni sono molto impegnata ed è per questo che non partecipo quasi al blog.

In realtà avrei molto da dire, ogni momento succede qualcosa che mi fa venir voglia di condividere con voi il mio pensiero, ma purtroppo il tempo è poco. Inoltre devo scrivere da un portatile che funziona (è un modo di dire!) con l'obbrobrioso Windows 8.1. Mentre scrivevo queste tre righe, per esempio, ben due volte mi sono trovata a scrivere le ultime parole in altra zona: una volta a inizio del paragrafo, la seconda volta inserite a metà di una frase. Questo fatto ovviamente rallenta molto la scrittura, dovendo continuamente correggere, e la tastiera non aiuta molto (questo non è colpa di W 8.1, credo) perché spesso salta una o due lettere e spessissimo gli spazi: il mio modo di scrivere è uguale su qualunque computer, ma il risultato è diverso.



Inoltre W 8.1 saltabecca di qua e di là, mentre stai usando un software esce e te ne presenta un altro aperto. Poco fa per esempio stavo cercando di salvare un'immagine copiandola e incollandola sul desktop, pare che non ci sia modo ma in compenso mi ha offerto, aperta, la calcolatrice e successivamente le opzioni (la "rotella" o ingranaggio)... Posso dirlo? ODIO W 8.1, non appena se ne presenterà l'occasione  aggiornerò a Windows 10, non penso possa essere peggio!  

E i pop-up o come diavolo si chiamano che saltano fuori continuamente dal lato destro? odio puro... non pensavo di essere in grado di odiare così... in genere vado d'accordo con i macchinari e il software, alcuni li amo!

Vabbè, quello che volevo dire è che qualche giorno fa, all'epoca della polemica sull'inno d'Italia scambiato con Azzurro al G7 (pare che tutto sommato sia stato un trattamento uguale per tutti i partecipanti) e della proposta di Renzi di cambiare alcune parole dell'inno nazionale, devo averci rimuginato sopra nel sonno, perché al risveglio, in quel dormiveglia in cui ancora non sei ben cosciente e compos tui, mi risuonavano nelle orecchie le parole dell'inno di Mameli. Ma la cosa buffa è che subito dopo mi son trovata a pensare che si potrebbe cambiarlo non già con Va' pensiero come qualcuno ha proposto, ma con Papaveri e papere.

Diciamocelo sinceramente: l'inno di Mameli presenta un linguaggio abbastanza obsoleto, che soprattutto i giovani stentano a capire: infatti l'esteticamente sgradevole "stringiamci a coorte" viene regolarmente mutato in "stringiamoci a corte" (metrica obbliga), trasformando la nostra Repubblica in una monarchia... Non parliamo poi della Vittoria che porge la chioma... e il "poropòm, poropòm"???  Sì, certo, ci sono le verissime parole "noi fummo nei secoli calpesti e derisi, perché non siam popolo, perché siam divisi" sempre di bruciante attualità, però val la pena di presentarci così al mondo?


Già sveglia,  mi son chiesta se fosse possibile sostituirlo con l'inno di Garibaldi (quello di Luigi Mercantini) che fa "Si scopron le tombe, si levano i morti..." ma neppure quello (forse musicalmente un po' più adatto) mi pare gran che attuale come testo... Del resto, neppure Va' pensiero mi pare molto adatto dal punto di vista del testo: che c'entrano con l'Italia le rive del Giordano e le torri di Sion? (a meno che non sia una dichiarazione d'intenti). Certo,  la musica è bella e solenne, e in quanto a "mia patria sì bella e perduta" ci starebbe...

Insomma, ripensando da sveglia all'intuizione avuta nel dormiveglia, mi è sembrato che tutto sommato le parole di Papaveri e papere si attaglino abbastanza bene alla situazione attuale, molto più che all'epoca in cui sono state scritte.
Ditemi se non è vero! (visto che l'Italia è una Repubblica fondata sulla prevaricazione dei potenti, sul nepotismo, sul clientelismo, sui "papaveri" che vessano le povere "paperine")



 "Papà, pappare i papaveri, come si fa?"
"Non puoi tu pappare i papaveri" disse Papà.
E aggiunse poi, beccando l'insalata:
"Che cosa ci vuoi far, così e' la vita..."

"Lo sai che i papaveri son alti, alti, alti,

e tu sei piccolina, e tu sei piccolina,
 lo sai che i papaveri son alti, alti, alti,

sei nata paperina, che cosa ci vuoi far..."




Mi sa che faremmo meglio davvero a optare per Azzurro o uno degli innumerevoli splendidi brani di cui disponiamo, ma rigorosamente senza parole, come l'inno spagnolo!






1 commento:

  1. Papaveri e papere la propongo per la festa del Tamburo, tra poco più di due settimane. Ma attendo altre proposte. Dubbio se fare i musi-lingu-razzisti o accettare tutto, anche gli OGM.

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