Ho scritto in passato, sempre qui sul Tamburo, di una sindrome che mi affligge da quando ero adolescente.
Ho dovuto riscriverla perché era impostata malissimo e senza capo né coda. E anche perché è tornata dannatamente attuale.
L'ho rinominata "Sindrome della Stanza dello Spirito e del Tempo".
C'è chi soffre della sindrome di Gerusalemme, chi della sindrome di Stendhal, chi della sindrome di Billy the Kid, chi invece della sindrome di Stoccolma.
Io credo di soffrire della sindrome della Stanza dello Spirito e del Tempo.
Spiego.
La Stanza dello Spirito e del Tempo è un luogo fittizio nel manga Dragon Ball in cui i protagonisti si recano per sottoporsi ad un allenamento snervante pur di sconfiggere il nemico della saga, Cell.
Questo luogo si trova in un'altra dimensione dove la gravità è superiore di 10 volte a quella terrestre e dove un anno ivi trascorso dura appena un giorno sulla Terra.
Insomma, il luogo perfetto dove recarsi per isolarsi dai problemi del mondo e crescere spiritualmente in "poco" tempo.
Io credo di soffrire di qualcosa di simile.
Ogni tanto, conscio della mia piccolezza e della mia stupidità, grido al mondo che mi isolerò per un po', giusto il tempo di aumentare esponenzialmente le mie abilità e la mia intelligenza.
Di solito questo posto è la mia camera, e posso rimanerci isolato per mesi, o anche anni, continuando a studiare ed imparare concetti che spesso non mi servono nemmeno.
Ma siamo seri. Questa cosa ha mai funzionato veramente???
Certo, come no!
Se il risultato deve essere quello di isolarti dal mondo e dagli (ormai vecchi) amici senza ottenere il minimo risultato materiale e duraturo, allora è davvero efficace!
Questa cosa mi ha rovinato la vita. Mi ha fatto apparire incoerente con molte persone. E mi ha allontanato da molte persone che un tempo amavo e frequentavo.
Ma perché allora mi faccio tutto questo male da solo?
Perché tutta questa autodistruzione?
Credo sia per via della mia insicurezza, e della percezione del fatto che sono ancora molto lontano, per non dire lontanissimo, dall'ideale che ho di me stesso. Dalla sottospecie di semidio che vorrei essere nella vita reale.
Forse ne devo solo prendere atto.
Non sono e non sarò mai quella sottospecie di superuomo che voglio diventare.
Inspira. Non sarò mai nessuno. Espira.
Non dovrei già stare meglio?
E va bene così in fondo.
Tra l'altro il fatto di essere un malato perfezionista insicuro mi impedisce praticamente di mettermi costantemente alla prova, per paura di sbagliare.
Ma se non per tentativi, come è possibile andare avanti, a meno di non avere la scienza infusa?
Perciò d'ora in poi niente stanze iperboliche, niente God complex e si va avanti per tentativi.
Si sbaglia anche, e se si sbaglia si chiede scusa.
L'importante è mettersi costantemente alla prova.
Di isola in isola, di situazione in situazione, cercherò di fare esperienze nuove e tenere conto dei miei errori, di perfezionarmi poco per volta.
E quindi si va avanti, sempre.
Keep calm e accontentati!
RispondiEliminaIo ho la gran fortuna di non aver mai desiderato essere "qualcuno" o anche solo "migliore di altri", questo ovviamente mi ha agevolato molto per raggiungere i miei obiettivi, che erano e sono tuttora: avere figli intelligenti e sani fisicamente e mentalmente, avere accanto una persona che amo e che mi ama, lavorare in qualcosa che mi piace (un tempo in segreteria, ora nei campi!), vivere tranquilla lontano dalla folla. In più ho il bonus di una casa comoda e accogliente e una relativa sicurezza economica.
Forse il segreto sta proprio nel desiderare quello che si ha invece che nell'ottenere quello che si desidera...
"Siamo già arrabbiati". (cit.)
EliminaNo, al contrario oggi ho avuto un'illuminazione, una serendipità: cercando un effetto che ho provocatoriamente chiamato "effetto martire"... ho davvero trovato un paper su questo effetto psicologico!
E in più ho trovato un blog americano gestito da vari specialisti del settore psichiatrico, l'ho letto un po' e ho capito alcuni miei errori... perciò d'ora in poi sarò meno severo con me stesso.
E cercherò anche di procrastinare meno ed essere meno ansioso.
Però devo andare avanti, "sulle spalle dei giganti"...
Per domani ho già un post programmato, ma il mio prossimo post per il Tamburo verterà su questo.