Nella mia famiglia siamo tutti dei riciclatori, nel senso che mettiamo religiosamente da parte tutti i rifiuti, divisi per tipo, e poi li smaltiamo nel modo corretto perché vengano riciclati.
Ovviamente, mettiamo da parte anche l'olio usato per
friggere, e perfino l'olio sgocciolato dalle scatolette di tonno
ecc.! Tutto va a finire in una o più bottiglie di plastica, che poi
di tanto in tanto portiamo al Punto Limpio (punto pulito) dove
finiscono anche pile esauste, apparati elettrici ed elettronici ecc.
Il vetro, la carta, la plastica e le lattine invece li depositiamo
giornalmente negli appositi contenitori. Purtroppo qui non si ricicla
ancora nelle case la cosiddetta “porzione umida” per il
compost... peccato!
Però l'altro giorno, ricordando quanto mi diceva
tempo fa un amico, mi è venuta l'idea di riclicare “in casa”
l'olio di oliva fritto, per fare il sapone. Solo pochi decenni fa si
faceva in molte famiglie, il mio amico ricordava quanto avveniva
nella sua...
Allora ho cercato googlato un po' di ricette
e modalità e ho visto che tutto sommato non è impossibilmente
difficile. ;)
In genere nella preparazione casalinga si usa olio
“nuovo” eventualmente un po' irrancidito dal calore o dalla
vecchiaia, per non buttarlo, ma in una pagina web di ecologisti ho
verificato che si può altrettanto bene usare l'olio fritto,
filtrato.
Per chi fosse interessato al procedimento, si
tratta di quel che viene definito in chimica “reazione di
saponificazione” ovvero idrolisi basica degli esteri, per produrre
quello che chimicamente è un sale, ovvero il sapone.
L'unico vero problema,
per me, è che mio marito mi proibisce di usare l'idrossido di sodio,
ovvero la soda caustica (NaOH), ingrediente indispensabile, perché
teme mi possa far del male (sono notoriamente distratta e
frettolosa).
La reazione chimica è
questa:
grasso + soda caustica (o potassa caustica) = sapone + glicerina |
Disclaimer: il fatto
che io riporti qui questa reazione chimica non vuol dire
assolutamente che io capisca cosa sto scrivendo, mi fido ciecamente
del testo da cui l'ho copiata! ;)
Perfino all'odore (trattandosi di olio fritto!) si
può ovviare, una volta preparato, “rimpastandolo” con profumi o
aromi.
Un altro problema potrebbe essere il calcolo esatto
delle proporzioni, ma esistono tabelle molto precise che danno la
proporzione di soda da usare in rapporto al tipo di grasso usato (io
ad esempio avrei voluto usare olio d'oliva fritto ma anche un po' di
olio di mandorla, che ha un diverso coefficiente di saponificazione e
avrei quindi dovuto calcolare separatamente le due dosi, per poi
unirle dopo la dosificazione). E da quel che leggo occorre poi
“scontare” una parte della soda (circa il 5%) per ottenere un
sapone meno aggressivo sulla pelle, mentre la glicerina (C3H8O3)
risultante dalla reazione può essere reimpastata insieme al sapone
per renderlo più gradevole. Ho saputo anche (il che mi ha stupito
un po') che al posto dell'acqua si può usare anche tè o altro infuso, magari camomilla!
Stavo arzigogolando sul sapone quando mi son
ricordata delle...bolle!!! che han fatto la mia gioia da bambina, ma
che piacevano molto anche ai miei figli. Quanto “intruglio” di
acqua e sapone (all'epoca non sapevo che sarebbe migliorato con una
puntina di zucchero) ho preparato negli anni! E quante bolle ho
soffiato con la classica cannuccia! Riuscivo anche a soffiarne una
dentro l'altra, prima che scoppiassero... La sfera è sempre il più
affascinante dei solidi (anche se in questo caso “solido” è una
parola grossa! :) ), è la forma
geometrica perfetta, che a parità di volume ha la superficie minore,
e per questo l'acqua, seppur saponata, tende ad assumerla.
Poi hanno iniziato a vendere dei barattolini di
plastica, il cui tappo portava già attaccato un cerchietto
attraverso cui soffiare, il liquido contenuto non era sapone sciolto
in acqua, pareva più detersivo liquido.
E ora ho scoperto che ERA detersivo! O meglio,
detersivo liquido allungato, con l' aggiunta di tracce di altre
sostanze per rendere le bolle più durature. Il vantaggio era che i
bambini potevano far le bolle da sé, senza assistenza mia, lo
svantaggio... che i costosi barattolini duravano un amen, anche senza
venir rovesciati accidentalmente.
Il “meccanismo” delle bolle di sapone è
semplice, per chi capisce qualcosa di chimica.
I saponi (e i detersivi) sono dei tensioattivi,
ovvero sostanze che abbassano la tensione superficiale dei liquidi,
grazie al fatto che le loro molecole sono anfifiliche, ovvero hanno
una “testa” idrofila ionizzata negativamente e una “coda”
idrofoba, che emulsiona i grassi permettendo poi di asportarli con
l'acqua, insieme alla polvere, le impurità, le cellule morte ecc.
che aderiscono loro. (Questa capacità dei grassi di inglobare sporco
e impurità, che potranno poi essere asportati insieme al grasso, è
alla base delle creme “detergenti” per il viso, per esempio).
Detto con parole semplici, queste teste tutte con
valenza negativa si respingono a vicenda e mantengono le molecole
dell'acqua separate le une dalle altre, facendo diminuire la loro
coesione che tenderebbe ad aggregarle.
Nelle bolle di sapone si formano tre sottilissimi
strati, uno di molecole d'acqua racchiuso tra due strati di molecole
di sapone, che diminuiscono la tensione superficiale, la quale come
già detto farebbe aggregare le molecole d'acqua della bolla, che si
addenserebbero per poi rompere la bolla per la forza di gravità.
Questo processo avviene comunque, infatti le bolle non sono durature,
ma grazie sia al sapone che diminuisce la tensione superficiale circa
a 1/3, sia ad eventuali additivi (zucchero, come detto sopra, o
glicerina) che rendono l'acqua più viscosa rompendo la coesione tra
le molecole e ne rallentano l'evaporazione, si possono avere bolle
decisamente meno effimere.
Ci sono poi altri “trucchi” per ottenere bolle
più durature.
Innanzi tutto, il vecchio sistema di soffiare
attraverso la cannuccia è il meno indicato, anche per questo
funzionavano meglio i cerchietti dei famosi barattolini: l'anidride
carbonica e lo stesso calore del fiato rendono le bolle più fragili.
Un altro nemico delle bolle è la secchezza
dell'aria o di ciò con cui vengono in contatto: se una bolla tocca
un oggetto asciutto (anche un dito) scoppia subito, mentre la si può
toccare con un dito bagnato (o con una cannuccia bagnata con cui
soffiarne un'altra al suo interno, per esempio).
Anche il vento e la polvere possono far scoppiare le
nostre bolle innanzi tempo.
Insomma, armata di tutto questo “know-how” ho
preparato questa miscela:
3 parti di detersivo liquido concentrato per piatti
10 parti di acqua distillata (per evitare che
l'acqua calcarea di qui potesse alterare il risultato)
1 parte di glicerina liquida.
Ho lasciato il tutto a “stagionare” 4 giorni, e
poi... via al divertimento!
Ho provato a soffiare con la tradizionale cannuccia,
attraverso un cerchietto fatto con fil di ferro sottile, attraverso
un cerchietto di plastica da tende, perfino a bagnare le mani nel
liquido, allontanandole...
Be', era da molto tempo che non mi divertivo come
una bambina!!! e ti credo, a quest'età :(
P.S. Lo sapevate che ora si usano le bolle di sapone
per festeggiare gli sposi all'uscita della chiesa o il municipio,
invece del riso (o coriandoli)? A ogni invitato viene consegnata la
sua boccetta, si evita così sia di sporcare la zona sia lo spreco di
un alimento... le bolle non lasciano traccia, non fanno male a
nessuno (basta non esagerare per evitare scivoloni!) e sono una vera
festa per gli occhi!
Le immagini le ho trovate qua e là nella Rete, se
il proprietario di una d'esse me lo chiederà la cancellerò dal post.
Questo post ha partecipato al 10º Carnevale della Chimica presso Popinga
Bel post!
RispondiEliminaKudos per il "googlato"!
RispondiEliminaE per tutto il resto. Se non fosse che il blog è anche mio sarei anche una frisa (diciamocelo) invidioso :P
(commento con 'sperimento)
Juhan, faccio il possibile per non deludere le tue aspettative: quando ho accettato di partecipare al blog sapevo che mi sarei dovuta impegnare per essere all'altezza.
RispondiElimina(l'esperimento è per l'emoticon? carino, lo copio :P )
A dire il vero l'esperimento era per vedere se con "minore i maggiore" testo "minore slash i maggiore" testo viene n corsivo, come in "una frisa" nel commento precedente.
RispondiEliminaMettere b per neretto, s per cancellato e u per sottolineato, forse.
Riguardo ai post magari scrivo qualcosa, ma per intanto non devi assolutamente preoccuparti, sei molto più tosta di chiunque. E poi come dice Linus "se non è divertente perché lo faccio?"; ecco ti deve piacere a farlo :D
Grazie, Bruna, per questo bell'articolo!
RispondiEliminaUn bacione a te e a Juhan! :)
grandissimo lavoro Bruna!non si butta via niente!
RispondiEliminaQuesto sito web è davvero un walk-through per tutte le info di cui hai voluto su questo e non sapevo a chi chiedere. Glimpse qui, e sicuramente potrai scoprire.
RispondiEliminaBuon giorno! Questo post non poteva essere scritto in modo migliore! Leggendo questo post mi ricorda il mio vecchio compagno di stanza! Ha sempre continuato a parlare di questo. Voglio trasmettere la presente articolo per lui. Abbastanza certo che avrà una buona lettura. Molte grazie per la condivisione!
RispondiEliminaGrazie per le gentili parole! Com'è che conosci così bene l'italiano? forse il tuo vecchio compagno di stanza è italiano? raccontaci.
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