venerdì 21 ottobre 2011

Bolle di sapone




Nella mia famiglia siamo tutti dei riciclatori, nel senso che mettiamo religiosamente da parte tutti i rifiuti, divisi per tipo, e poi li smaltiamo nel modo corretto perché vengano riciclati.

Ovviamente, mettiamo da parte anche l'olio usato per friggere, e perfino l'olio sgocciolato dalle scatolette di tonno ecc.! Tutto va a finire in una o più bottiglie di plastica, che poi di tanto in tanto portiamo al Punto Limpio (punto pulito) dove finiscono anche pile esauste, apparati elettrici ed elettronici ecc. Il vetro, la carta, la plastica e le lattine invece li depositiamo giornalmente negli appositi contenitori. Purtroppo qui non si ricicla ancora nelle case la cosiddetta “porzione umida” per il compost... peccato!

Però l'altro giorno, ricordando quanto mi diceva tempo fa un amico, mi è venuta l'idea di riclicare “in casa” l'olio di oliva fritto, per fare il sapone. Solo pochi decenni fa si faceva in molte famiglie, il mio amico ricordava quanto avveniva nella sua...
Allora ho cercato googlato un po' di ricette e modalità e ho visto che tutto sommato non è impossibilmente difficile.  ;)
In genere nella preparazione casalinga si usa olio “nuovo” eventualmente un po' irrancidito dal calore o dalla vecchiaia, per non buttarlo, ma in una pagina web di ecologisti ho verificato che si può altrettanto bene usare l'olio fritto, filtrato.
Per chi fosse interessato al procedimento, si tratta di quel che viene definito in chimica “reazione di saponificazione” ovvero idrolisi basica degli esteri, per produrre quello che chimicamente è un sale, ovvero il sapone.
L'unico vero problema, per me, è che mio marito mi proibisce di usare l'idrossido di sodio, ovvero la soda caustica (NaOH), ingrediente indispensabile, perché teme mi possa far del male (sono notoriamente distratta e frettolosa).
La reazione chimica è questa:

grasso + soda caustica (o potassa caustica) = sapone + glicerina
Disclaimer: il fatto che io riporti qui questa reazione chimica non vuol dire assolutamente che io capisca cosa sto scrivendo, mi fido ciecamente del testo da cui l'ho copiata!  ;)

Perfino all'odore (trattandosi di olio fritto!) si può ovviare, una volta preparato, “rimpastandolo” con profumi o aromi.
Un altro problema potrebbe essere il calcolo esatto delle proporzioni, ma esistono tabelle molto precise che danno la proporzione di soda da usare in rapporto al tipo di grasso usato (io ad esempio avrei voluto usare olio d'oliva fritto ma anche un po' di olio di mandorla, che ha un diverso coefficiente di saponificazione e avrei quindi dovuto calcolare separatamente le due dosi, per poi unirle dopo la dosificazione). E da quel che leggo occorre poi “scontare” una parte della soda (circa il 5%) per ottenere un sapone meno aggressivo sulla pelle, mentre la glicerina  (C3H8O3)  risultante dalla reazione può essere reimpastata insieme al sapone per renderlo più gradevole. Ho saputo anche (il che mi ha stupito un po') che al posto dell'acqua si può usare anche tè o altro infuso, magari camomilla!



Stavo arzigogolando sul sapone quando mi son ricordata delle...bolle!!! che han fatto la mia gioia da bambina, ma che piacevano molto anche ai miei figli. Quanto “intruglio” di acqua e sapone (all'epoca non sapevo che sarebbe migliorato con una puntina di zucchero) ho preparato negli anni! E quante bolle ho soffiato con la classica cannuccia! Riuscivo anche a soffiarne una dentro l'altra, prima che scoppiassero... La sfera è sempre il più affascinante dei solidi (anche se in questo caso “solido” è una parola grossa! :) ), è la forma geometrica perfetta, che a parità di volume ha la superficie minore, e per questo l'acqua, seppur saponata, tende ad assumerla.

Poi hanno iniziato a vendere dei barattolini di plastica, il cui tappo portava già attaccato un cerchietto attraverso cui soffiare, il liquido contenuto non era sapone sciolto in acqua, pareva più detersivo liquido.
E ora ho scoperto che ERA detersivo! O meglio, detersivo liquido allungato, con l' aggiunta di tracce di altre sostanze per rendere le bolle più durature. Il vantaggio era che i bambini potevano far le bolle da sé, senza assistenza mia, lo svantaggio... che i costosi barattolini duravano un amen, anche senza venir rovesciati accidentalmente.

Il “meccanismo” delle bolle di sapone è semplice, per chi capisce qualcosa di chimica.
I saponi (e i detersivi) sono dei tensioattivi, ovvero sostanze che abbassano la tensione superficiale dei liquidi, grazie al fatto che le loro molecole sono anfifiliche, ovvero hanno una “testa” idrofila ionizzata negativamente e una “coda” idrofoba, che emulsiona i grassi permettendo poi di asportarli con l'acqua, insieme alla polvere, le impurità, le cellule morte ecc. che aderiscono loro. (Questa capacità dei grassi di inglobare sporco e impurità, che potranno poi essere asportati insieme al grasso, è alla base delle creme “detergenti” per il viso, per esempio).

Detto con parole semplici, queste teste tutte con valenza negativa si respingono a vicenda e mantengono le molecole dell'acqua separate le une dalle altre, facendo diminuire la loro coesione che tenderebbe ad aggregarle.

Nelle bolle di sapone si formano tre sottilissimi strati, uno di molecole d'acqua racchiuso tra due strati di molecole di sapone, che diminuiscono la tensione superficiale, la quale come già detto farebbe aggregare le molecole d'acqua della bolla, che si addenserebbero per poi rompere la bolla per la forza di gravità. Questo processo avviene comunque, infatti le bolle non sono durature, ma grazie sia al sapone che diminuisce la tensione superficiale circa a 1/3, sia ad eventuali additivi (zucchero, come detto sopra, o glicerina) che rendono l'acqua più viscosa rompendo la coesione tra le molecole e ne rallentano l'evaporazione, si possono avere bolle decisamente meno effimere.
Ci sono poi altri “trucchi” per ottenere bolle più durature.
Innanzi tutto, il vecchio sistema di soffiare attraverso la cannuccia è il meno indicato, anche per questo funzionavano meglio i cerchietti dei famosi barattolini: l'anidride carbonica e lo stesso calore del fiato rendono le bolle più fragili.
Un altro nemico delle bolle è la secchezza dell'aria o di ciò con cui vengono in contatto: se una bolla tocca un oggetto asciutto (anche un dito) scoppia subito, mentre la si può toccare con un dito bagnato (o con una cannuccia bagnata con cui soffiarne un'altra al suo interno, per esempio).
Anche il vento e la polvere possono far scoppiare le nostre bolle innanzi tempo.

Insomma, armata di tutto questo “know-how” ho preparato questa miscela:
3 parti di detersivo liquido concentrato per piatti
10 parti di acqua distillata (per evitare che l'acqua calcarea di qui potesse alterare il risultato)
1 parte di glicerina liquida.



Ho lasciato il tutto a “stagionare” 4 giorni, e poi... via al divertimento!


 


Ho provato a soffiare con la tradizionale cannuccia, attraverso un cerchietto fatto con fil di ferro sottile, attraverso un cerchietto di plastica da tende, perfino a bagnare le mani nel liquido, allontanandole...

Be', era da molto tempo che non mi divertivo come una bambina!!! e ti credo, a quest'età  :(

P.S. Lo sapevate che ora si usano le bolle di sapone per festeggiare gli sposi all'uscita della chiesa o il municipio, invece del riso (o coriandoli)? A ogni invitato viene consegnata la sua boccetta, si evita così sia di sporcare la zona sia lo spreco di un alimento... le bolle non lasciano traccia, non fanno male a nessuno (basta non esagerare per evitare scivoloni!) e sono una vera festa per gli occhi! 



Le immagini le ho trovate qua e là nella Rete, se il proprietario di una d'esse me lo chiederà la cancellerò dal post.

Questo post ha partecipato al 10º Carnevale della Chimica presso Popinga

9 commenti:

  1. Kudos per il "googlato"!
    E per tutto il resto. Se non fosse che il blog è anche mio sarei anche una frisa (diciamocelo) invidioso :P

    (commento con 'sperimento)

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  2. Juhan, faccio il possibile per non deludere le tue aspettative: quando ho accettato di partecipare al blog sapevo che mi sarei dovuta impegnare per essere all'altezza.

    (l'esperimento è per l'emoticon? carino, lo copio :P )

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  3. A dire il vero l'esperimento era per vedere se con "minore i maggiore" testo "minore slash i maggiore" testo viene n corsivo, come in "una frisa" nel commento precedente.
    Mettere b per neretto, s per cancellato e u per sottolineato, forse.
    Riguardo ai post magari scrivo qualcosa, ma per intanto non devi assolutamente preoccuparti, sei molto più tosta di chiunque. E poi come dice Linus "se non è divertente perché lo faccio?"; ecco ti deve piacere a farlo :D

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  4. Grazie, Bruna, per questo bell'articolo!
    Un bacione a te e a Juhan! :)

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  5. grandissimo lavoro Bruna!non si butta via niente!

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  6. Questo sito web è davvero un walk-through per tutte le info di cui hai voluto su questo e non sapevo a chi chiedere. Glimpse qui, e sicuramente potrai scoprire.

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  7. Buon giorno! Questo post non poteva essere scritto in modo migliore! Leggendo questo post mi ricorda il mio vecchio compagno di stanza! Ha sempre continuato a parlare di questo. Voglio trasmettere la presente articolo per lui. Abbastanza certo che avrà una buona lettura. Molte grazie per la condivisione!

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  8. Grazie per le gentili parole! Com'è che conosci così bene l'italiano? forse il tuo vecchio compagno di stanza è italiano? raccontaci.

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