domenica 22 gennaio 2012
Parole
L'altro giorno ho accompagnato Lalla a fare la spesa. Arrivati alla banca:
- Non credo che possiamo entrare insieme nella bussola
- Bussola?
- Questa come la chiami?
- ...
- Anche quelle delle case vecchie, ben fatte, hai presente come da C.
- Ma allora quella dei marinai che indica il nord?
- Bussola anche quella, viene dal latino, scatola, come in ingl-
- Box
- E in fran-
- Boîte
Da non confondere con boita = officina, la fabrichéta dei milanesi.
Ci sono delle parole strane, una di queste è tinello. Nel periodo di espansione degli anni '60 a Torino la sala pranzo si chiamava (dal grande al piccolo): salone, saloncino, tinello. Ecco mezzo secolo dopo c'è ancora qualcuno che dice tinello.
Adesso, seriamente: bussola è gergale? e come si dice scatola in latino? No perché Google Translate indica capsa. E se Lalla controlla sul vocabolario poi sono guai, davvero.
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Anche in Lombardia si dice (tuttora) "tinello". Mi chiedo se abbiaa che fare con la "tinaia".
RispondiEliminaLa bussola deriva davvero dal tardo latino "búxula" , diminutivo di "buxus" (bosso, legno di..., che essendo molto compatto veniva usato per fare scatole e vasi). La bussola marinara si conservava in una scatola.
Nota che in spagnolo si dice "brújula" (la J si pronuncia come una CH dura aspirata, come per schiarirsi la gola!), meno usato "compás" che indica più spesso il compasso o il ritmo ("bailar al compás de un tango"...).
Il compass meriterebbe tutta una striscia infinita di post, i falsi amici. Come la cantina spagnola (o almeno spagnolo della California).
EliminaIl tinello colpisce ancora! E adesso un mistero aggiuntivo: la tinaia :P
(scusa il ritardo nella risposta, domani ho una delle mie visite di controllo in ospedale, ho dovuto approfittare per farmi la doccia prima che si alzassero i giovini del paese tornati ubriachi e drogati tra le 4 e le 6, che dopo un po' di sonno devono tutti schiarirsi le idee [?] sotto la doccia, con conseguente calo di pressione dell'acqua)
EliminaTu sai come prendermi all'amo con le parole!
La parola "cantina", pur esistendo in spagnolo, a differenza dell'America latina in Spagna non si usa, preferendole la parola "bodega" che significa sia il locale spesso sotterraneo dove si conservano i vini sia l'osteria. Ora ti mando in tilt: "bodegón" oltre che una osteria può significare la natura morta (nei quadri)!
La tinaia è la parola che indica, dalle mie parti (Toscana-Umbria) il locale dove si conservano i tini (siamo personcine molto logiche e lineari, noi di quelle zone!). Ricordo la tinaia nella casa del bisnonno, a piano terra, c'era la botola per scendere nella cantina, a fianco c'era un'altra stanzetta con camino a legna, dove la bisnonna preparava la conserva di pomodoro e le marmellate. Da noi la parola tinello non l'ho mai sentita, mi ha stupito quando sono andata a vivere in Lombardia, però forse il locale vicino alla tinaia poteva essere usato anche per pasti rapidi al calduccio, tra una incombenza e l'altra della campagna? chissà! Qui in Spagna il tinello esiste solo come zona pranzo all'interno della cucina (se è a se stante è il comedor) e si chiama "office" parola copiata pari pari, credo anche nella pronuncia, dall'inglese: la stessa parola mi pare che venga usata in Italia per indicare una specie di locale dispensa annesso alla cucina.
Insomma, una bella insalata mista!
Ora basta, perché di parola in parola si potrebbe fare il giro del mondo, e con i commenti abbiamo già superato di gran lunga l'estensione del post!
Giuro, questo è l'ultimo commento, ma non potevo tacere di questi tempi che "bodega" designa anche la stiva di una nave.
EliminaNo, dài, ancora un ultimissimo!
EliminaBodega deriva dal latino apotheca (a sua volta deriva dal greco) con significato di magazzino, luogo per conservare.
Non ti dice niente "apotheca"?, sì esatto, "Apotheke" ovvero farmacia in tedesco! e la piccola farmacia casalinga o la scatoletta con gli elementi per un pronto soccorso (cerotti, bende...) come si chiama in spagnolo? "botiquín"!
Basta, altrimenti vado avanti ore!
Se ti chiedi perché "bussola" è poi passata a significare quella specie di anteporta chiusa come una scatola, sappi che nelle chiese esiste da parecchio, credo per evitare l'ingresso del freddo insieme ai fedeli: forse per estensione dalla bussola, sedia di legno tutta chiusa intorno, da cui i prelati potevano ascoltare la messa con privacy!
RispondiEliminaAnche il "bussolotto", ora più spesso di cuoio, che serve per agitare i dadi da gioco, ha la stessa radice. E da qui l'espressione "gioco di bussolotti" per indicare un inganno sfruttando un fraintendimento o un'illusione (tipo il gioco delle tre tavolette).
Mentre la porta girevole, come quelle per entrare negli alberghi e gli aeroporti, deriva dalla bussola delle chiese e delle banche non come parola ma come elemento per cosí dire architettonico (scusa, non sempre trovo le parole in italiano, e a volte neppure in spagnolo, in questo minestrone che ho in testa!).
Bruna perché non fai qualche post sull'argomento? Per dire i falsi amici, ne esistono tantissimi anche a livello dialettale (i siciliani che continuano a usare "magari" a modo loro in Padagna). E il tinello spagnolo (OK, è una mia ossessione).
RispondiEliminaMagari mi ci metto anch'io: lo sapete che in Argentina si parla piemontese con parole che non esistono più o altre che non ci sono mai state (cinta = orto, ternero = vitello, (sarebbe bucin)).
ehmm! tercero non ternero
EliminaPensa te che nel mio dialetto la böita è la panza!
RispondiEliminaPer il resto non mi pronuncio: 'gnoranta sono!