venerdì 28 febbraio 2014

Come si traduce in inglese nèh?


Mariano Tomatis
è poliedrico! assay!!!
Per esempio l'altro giorno ha twittato quel tweet lì sopra (lo trovate qui).
Come fa Mariano a fare tutte quelle cose? Mystero!
Ma lui sa fare le magie.
Non la fisica come si diceva da queste parti una volta, lui fa cose come Randi, Silvan, Houdini &co.

Ma torniamo a noi, nèh!
Allora, si dice innit. Per saperne di più c'è Urban Dictionary (come farei senza UD?):
1. (British slang, esp. Asian, i.e. Indian, Pakistani, etc.)

Contraction of "isn't it", "isn't he/she", "aren't they", "isn't there" and many other end-of-sentence questions. For greatest effect use in places where it would make no sense whatsoever if expanded.
(qui).

OK, caso chiuso, senza nemmeno convocare Dirk Gently.
Però, adesso che ci penso: ma nèh da dove viene. Chissà se Mariano lo sa? Io no. Non che sia davvero importante, è così e basta, va bin parei. Riuscireste a immaginare alternative?

giovedì 27 febbraio 2014

QED

Posso partire con una luuunga citazione? In inglese perché è stata scritta così e vedrete che è chiara e comprensibile, quasi come 'l piemuntèis! Poi siccome sono fondamentalmente buono seguirà la traduzione in italiano. Non mia ma di un traduttore serio, di quelli che servono per i libri, nel caso in oggetto sto parlando di Francesco Nicodemi. E la versione italiana è questa:

What I am going to tell you about is what we teach our physics students in the third or fourth year of graduate schools and you think I'm going to explain it to you so you can understand it? No, you're not going to be able to understand it. Why, then, am I going to bother you with all
this? Why are you going to sit here all this time, when you won't be able to understand what I am going to say? It is my task to convince you not to turn away because you don't understand it. You see, my physics students don't understand it either. That is because I don't understand it. Nobody does.
I'd like to talk a little bit about understanding. When we have a lecture, there are many reasons why you might not understand the speaker. One is, his language is bad--he doesn't say what he means to say, or he says it upside down--and it's hard to understand. That's a rather trivial matter, and I'll try my best to avoid too much of my New York accent.
Another possibility, especially if the lecturer is a physicist, is that he uses ordinary words in a funny way. Physicists often use ordinary words such as "work" or "action" or "energy" or even, as you shall see, "light" for some technical purpose. Thus, when I talk about "work" in physics, I don't mean the same thing as when I talk about "work" on the
street. During this lecture I might use one of those words without noticing that it is being used in this unusual way. I'll try my best to catch myself--that's my job--but it is an error that is easy to make.
The next reason that you might think you do not understand what I am telling you is, while I am describing to you how Nature works, you won't understand why Nature works that way. But you see, nobody understands that. I can't explain why Nature behaves in this peculiar way.
Finally, there is this possibility: after I tell you something, you just can't believe it. You can't accept it. You don't like it. A little screen comes down and you don't listen anymore. I'm going to describe to you how Nature is--and if you don't like it, that's going to get in the way of your understanding it. It's a problem that physicists have learned to deal with: They've learned to realize that whether they like
a theory or they don't like a theory is not the essential question. Rather, it is whether or not the theory gives predictions that agree with experiment. It is not a question of whether a theory is philosophically delightful, or easy to understand, or perfectly reasonable from the point of view of common sense. The theory of quantum electrodynamics describes Nature as absurd from the point of view of common sense. And it agrees fully with experiment. So I hope
you can accept Nature as She is--absurd.
I'm going to have fun telling you about this absurdity, because I find it delightful. Please don't turn yourself off because you can't believe Nature is so strange. Just hear me all out, and I hope you'll be as delighted as I am when we're through.
i libri di carta hanno ancora dei vantaggi rispetto ai bit, secondo me

Le cose di cui vi parlerò le insegniamo agli studenti di fisica degli ultimi anni di università: ora, voi pensate che io riuscirò a spiegarle in modo da farvele capire? Ebbene, no, non le capirete. Perché, allora, farvi perdere del tempo? Perché tenervi qui seduti, se non sarete in grado di capire ciò che dirò? Per convincervi a non andar via solo perché questa conferenza risulterà incomprensibile, vi dirò che anche i miei studenti di fisica non capiscono queste cose. E non le capiscono perché non le capisco nemmeno io. Il fatto è che non le capisce nessuno.
Permettetemi alcune considerazioni su che cosa significhi "capire". Una conferenza può essere incomprensibile per diverse ragioni. Il conferenziere può essere un cattivo oratore, che non sa esprimersi con efficacia o che dice le cose nell'ordine sbagliato, oppure può avere una pronuncia poco chiara. Quest'ultimo è un problema presto risolto: farò di tutto per tenere a freno il mio accento newyorkese!
Altre volte l'oratore, soprattutto se è un fisico, usa parole ordinarie in modo curioso. I fisici usano spesso in senso tecnico parole comuni quali "lavoro", "azione", "energia", e anche "luce", come si vedrà. Ma quando si parla di "lavoro" in fisica non si intende la stessa cosa di quando si parla di "lavoro" nella vita di ogni giorno. Nel corso di queste lezioni mi capiterà di adoperare, senza accorgermene, alcune di queste parole in un senso diverso dal consueto. Cercherò di controllarmi (è parte del mio compito), ma è un errore in cui è molto facile incorrere.
Un altro motivo per cui potreste pensare di non seguire quello che racconterò e che mentre io descriverò come funziona la Natura, voi non capirete il perché la Natura funzioni così. Ma questo non lo capisce nessuno, e quindi io non ve lo so spiegare.
C'è infine un'altra possibilità: che alcune delle cose che vi dirò vi sembrino incredibili, inaccettabili, impossibili da mandar giù. In questi casi è come se calasse un sipario: uno smette di ascoltare. Io descriverò il comportamento della Natura, ma se a voi questo comportamento non piace, il vostro processo di comprensione ne risulterà intralciato. I fisici hanno imparato a convivere con questo problema: hanno cioè capito che il punto essenziale non è che una teoria piaccia o non piaccia, ma se fornisca previsioni in accordo con gli esperimenti. La ricchezza filosofica, la facilità, la ragionevolezza di una teoria sono tutte cose che non interessano. Dal punto di vista del buon senso l'elettrodinamica quantistica descrive una natura assurda. Tuttavia è in perfetto accordo con i dati sperimentali. Mi auguro quindi che riuscirete ad accettare la Natura per quello che è: assurda.
Per me parlare di questa assurdità è un divertimento, perché la trovo incantevole. Vi chiedo come favore di non mettervi a pensare ad altro solo perché non riuscite a credere che la Natura sia così strana. Ascoltatemi fino in fondo, e vedrete che alla fine ne sarete incantati anche voi.

Ecco, non so voi, ma capisco perché i fisici amino citare Feynman spesso e volentieri. È davvero eccezionale. E, con il mio tramite, oggi collabora al Tamburo Riparato.
Sì, ci sono altri modi per impiegare il proprio tempo, pendi Alessio qui sotto. Ma chissà cos'ha fatto tutta la notte.


mercoledì 26 febbraio 2014

Certe volte...

Io sono vecchio (auto-cit.). Ma forse certe volte non ho tutti i torti, come ieri, adesso vi racconto tutto per bene come ne sono capace.
Sapete quelle giornate che cominciano diversamente bene, a parte il fatto che dover fare certe cose mi mette ansia, non devo farlo più.
Già sul pullman c'erano tre studentesse di Vinovo che parlavano di scuola: nessuna che seguisse una facoltà non umanistica! E poi, personalmente, se fosse per me "scienza della comunicazione" gli cambierei la prima parola. Subito e obbligatoriamente, con tanto di sanzioni per i trasgressori.


Ma non è questo, c'è parecchio altro.
Arrivo in una grossa organizzazione puntuale (ormai mi capita sempre più spesso) ma appena mi siedo a fianco del mio amico per vedere 'na roba sul suo 'puter (sì, c'è di mezzo Linux) mi viene un blocco allo stomaco, devo bere un goccio d'acqua, mi capita a volte e la colpa ieri era dell'organizzazione di cui sopra (della gestione della rete in particolare).
L'acqua si trova nel bagno, ci sono i lavandini, va benissimo quella ma il mio ospite mi accompagna al piano di sotto dove c'è la macchina distributrice di caffè pessimo, te, altre cose, coca-cola, sprite e (finalmente) acqua gasata e non.
Prezzi molto convenienti, il vantaggio di lavorare in un'organizzazione grande. È uno dei pochi vantaggi in realtà: per esempio se il mio amico non lavorasse lì sarebbe risolto da solo il problema che aveva. Vero che se uno dei tecnici addetti alla rete l'avesse ascoltato per un paio di minuti ... ma non si può pretendere.


Comunque poi tutto bene, anche al pomeriggio. Fino alla fermata del bus, non il (la?) Sadem, no quello GTT: ero con un baldo giovanotto che un paio d'anni fa si è trasferito in una grande città italiana che non è Torino e non nomino per non fare pubblicità. Ebbene il suddetto baldo giovanotto era senza biglietto e quando gliene ho dato uno mi ha chiesto se fosse proprio necessario. Ecco sono vecchio!

Ma i controllori li abbiamo solo noi?

Ma è giovane, a scuola, mi dice, va benissimo, sta finendo la triennale. Avrà tutto il tempo per peggiorare. Forse, non è detto. Anzi mi è già passato. E magari un giorno potrò dire "io quello lo conoscevo fin da piccolo, pensa che il suo papà era mio compagno a scuola, nell'altro millennio", a sarìa 'na sudisfa!

Suggerimenti - 21


Grillo, quando dici "La Rete"...

il senso delle proporzioni


Albert Einstein aged 12, 1891


Un buco nero nel taschino
A parte la notizia GLF cita il nostro, Marco rockz!


Reductio ad Hitlerum
fondamentale! per questo ultimamente cerco di leggere in versione originale, grazie alla globalizzazione. Però se i globali scrivessero in italiano (mica pretendo il piemontese!) il mondo sarebbe migliore (o almeno più facile per me).


Percent of National GDP spent on scientific research


La Terra vista da Saturno


Benvenuti in casa Buonarroti


Un intervento rancoroso fatto da uno che non ne sa niente ma che comunque dice la sua (perché questo è il web, bellezza)



Vietato assolutamente


The Arizona GOP says hate is okay if it's religious hate


People Behind Your Favorite Brands


Godzilla, 1954


Come nasce una vignetta per Topolino



Tre esperienze stuporose


Silvan - The Great Magician


L’impressionante distacco del ghiaccio in Groenlandia



martedì 25 febbraio 2014

Scoperto un altro blog: Unearthed Comics


Io ormai sono Twittercentrico. Se non fosse che ho parecchi amici carissimi su Fèisbukk mi trasferirei in toto1 su Twitter e Gippiù e i due blog, questo2 e quell'altro noioso3.

Twitter dicevo. E su Twitter ho trovato quest'immagine4:


Volendo qui potete vederla in grande.
E allora mi sono detto: interssante5, vediamo.


Sara
fa un mucchio di cose, ve lo racconta lei, praticamente lavora nel Web. Ed è brava, tra quelle viste finora delle sue vignette io preferisco questa:


Però aspetta: è sua o del suo amico Brian? E Brian, anche lui si mette a fare giochini di parole: "Nineteen Letters Long" è nineteen letters long.

Ma dove tengo la testa! Pensa te che quasi dimenticavo: il blog Unearthed Comics lo trovate qui e Nineteen Letters Long è qui.



1. Ma si dice in toto o in Totò? dubbies.
2. Al Tamburo Riparato, questo che state leggendo ora (sì lo so che lo sapete ma è per me).
3. Ok, panico.
4. Non so se avete notato che Twitter è sempre più immaginoso; la storia dei 140 caratteri appartiene al passato, tempo qualche mese e sarà preciso identico a Fèisbukk.
5. Sì trovato un blog che parla delle tette5.1 appena aperto.
5.1 ops! cancellato, meno male che me ne sono accorto in tempo, detesto quando mi sgridano, anche perché sono fondamentalmente buono.

lunedì 24 febbraio 2014

Cose (di Scienza) dal Web #24


Crisi di identità (Tigri azzurre) 

[...] Siamo nei primi anni del Novecento, nell'India coloniale. Alexander Craige, un professore scozzese di logica all'università di Lahore, appassionato di tigri fin dall'infanzia, viene informato dell’avvistamento in un remoto villaggio indiano di una varietà azzurra della specie. L’uomo, ossessionato da continui sogni di tigri azzurre, decide di catturarla e si reca sul posto, dove gli abitanti sembrano volerlo tenere lontano dall'altura boscosa che sovrasta l’abitato. Fiutato l’inganno, Craige decide una notte di avventurarsi da solo sulla collina. Ciò che trova in un anfratto illuminato dalla luna non è però la tigre, ma un mucchio di pietruzze circolari, lisce e regolari al punto da sembrare dischetti o monete, dello stesso colore azzurro delle tigri dei suoi sogni. Ne prende un paio di manciate e le mette nella tasca della giacca, facendo ritorno al villaggio. [...]

domenica 23 febbraio 2014

Don Matteo dove non te lo aspetteresti

No, non lo saprete mai! davvero, non insistete, non ve lo dirò. Mai. Mai e poi mai! Capito? Oh, là!


Intanto è finito, ha vinto la Risa, leggo sul sito della Rai, qui.
Ma non c'erano solo le canzoni, anzi di tutto di più come dice la pubblicità. Per dire a un certo punto (dev'essere quando sono andato a fare pipì o quando ero distratto o stavo facendo altro, insomma la foto l'ho presa dallo stesso sito, adesso non la ritrovo (forse un bricciolo di buonsenso c'è ancora)) è arrivato don Matteo che ha sposato Fabio Fazio e Lucianina.


OK, adesso è tutto regolare, mica potevamo continuare a sopportare che quei due convivessero. E lo sapevano tutti, uno scandalo che è durato anni e anni. E pare che Lucianina sotto-sotto sia davvero donna, ma in fondo chi sono io per giudicare (cit.).

In ogni caso niente panico (nèh!) don Matteo continuerà come prima. Anche uno mattina, Magalli, punta il dito e i pakki, ovvio. E quel pirla di Nicola (non so il nome completo) che urla durante le partite.

Tutto normale, viviamo nel migliore dei mondi possibili (cit.) e nel paese migliore del mondo (non so se sia cit. ma dovrebbe | potrebbe).

Poi Papa Francesco nomina uno stuolo di cardinali nuovi; finisce l'incubo per Famiglia Cristiana che per le copertine avevano esaurito tutti i cantanti (restravano solo Lady GaGa, Miley Cyrus, Marilyn Manson e Povia).

La dieta della signora M

Oggi vi racconto del tentativo di dieta recentemente fallito qui da me. Storia tragica, ve lo dico subito, se siete sensibili non leggete oltre, nèh.


C'è da fare una premessa geografica per ambientare il racconto che altrimenti non viene bene, per quelli di fora.


Avete presente Torino? Sia che sì, sia che no guardate la mappa qui sopra. Io sono il pallino rosso, trovato? OK, ci serve per dopo. Prima considerate la zona circolare centrata su piazza Castello con raggio pari alla distanza Torino-Piobesi diminuita di 'n cicinin. Ecco quello nel cerchio è male, zona contaminata da tutto quello che riuscite a immaginare. Il buono è il fuori. E se scendessimo ancora, sotto Carmagnola si entrerebbe nell'ottimo, ma l'immagine sarebbe troppo grossa, non si può avere tutto nella vita.

L'autrice della dieta di cui voglio parlarvi è la titolare della cartoleria (l'unica del paese) di uno dei luoghi presenti nella cartina. Ma oltre che vendere quaderni e matite agli scolaretti svolge attività complementari, per il bene dell'Umanità (quella fuori dal cerchio, nèh). È lei che ha messo a punto una dieta eccezionale, adesso ve ne accenno un pezzettino ('na frisa, come diciamo noi).

Il lunedì mangi solo verdure, vanno bene crude o bollite; il martedì solo frutta, cruda o cotta, poco zucchero mi raccomando. Il mercoledì --ops! non ricordo, so solo che il venerdì sarebbe pesce ma siccome i piemontesi doc il pesce non lo mangiano puoi tornare alle verdure. Alla domenica si arriva alla carne ma solo bollita, con contorno di patate.


Ecco. "Ma mica è di Piobesi che stai parlando!" potrebbe dire qualcuno. E invece no perché la dieta si è diffusa, la signora M ha delle amiche e le amiche hanno altre amiche sparse su tutto il territorio (sto sempre escludendo il cerchio, nèh). Recentemente è arrivata anche a Nonna (la mamma) che ha provato. Io l'ho sabotata. E ho vinto. Perché la fame riesci a sopportarla quando non c'è niente da mangiare ma diventa difficile con il frigorifero e la dispensa (la crota) piena. E sono, come si dice da noi, bin piantà, diciamo 100 Kg.
Ah, dimenticavo: non rispetto nemmeno la regola dei tre caffè al giorno; per esempio finisco il post e me ne faccio uno. Oggià!

Una fine a vostra scelta


1. 
Volete che vi racconti la storia dell’inizio del mondo o quella della sua fine? Se volete sentire la storia dell’inizio andate al n. 8. Se invece volete sentire la storia della fine andate al n. 2. 


2. 
Volete sentire la storia di una fine improvvisa e catastrofica oppure quella di una fine lenta e inesorabile? Se volete sentire di una fine improvvisa e catastrofica andate al n. 3, altrimenti andate al n. 4.


3.
Il mondo ebbe una fine improvvisa e catastrofica, che preferisco non raccontarvi per non impressionarvi. Delusi? Beh, potete leggere la storia della fine lenta e inesorabile andando al n. 4. 


4.
Il mondo ebbe una fine lenta e inesorabile. Un giorno ci si rese conto che il tempo scorreva a velocità diverse a seconda della situazione e della persona interessata. La rassicurante regolarità del passato, scandita dal ticchettio degli orologi o dalle vibrazioni dell’atomo di cesio, non si adattava più all’universo degli avvenimenti. Poteva capitare che un’ora di lavoro noioso durasse per A solo dieci secondi e per B invece tre ore, oppure che un’ora di lezione si allungasse a sei per C e si riducesse a otto minuti per D. Saltavano così gli appuntamenti e gli orari. A che ora prendere la pillola per la pressione? Quando partiva il volo per Roma? Dopo quanto tempo toccava terra un corpo lasciato cadere da x metri d’altezza? Tutto sembrava svolgersi all'infuori della volontà e delle leggi della fisica e dell’uomo. Vi sembra un buon inizio per una fine lenta e inesorabile? Se volete sapere come continua la storia, andate al n. 5. Se invece non vi piace e volete sentirne un altro, andate al n. 6.


5.
La confusione che si era creata ebbe conseguenze drammatiche sull’economia globale. Poiché la scarsità o l’indisponibilità di un bene ne aumenta il prezzo o spinge alla violenza per averlo, iniziò la guerra di tutti contro tutti per l’acqua, il cibo, l’energia. Ciascuno vedeva negli altri un nemico e difendeva con le armi i propri presunti diritti. La paura aumentò la violenza, la violenza a sua volta aumentò la paura, in un circolo perverso e inarrestabile. Avere le armi migliori serviva a poco: il tempo scorreva così localmente e così casualmente che un colpo di fucile poteva arrivare a segno dopo due ore, mentre una sassata di risposta centrava subito il suo bersaglio. Nessuno si fidava delle armi atomiche, perché i timer erano diventati inaffidabili: un missile nucleare lanciato da una base segreta era esploso dopo pochi secondi, distruggendo la base, non più segreta.
Un tale caos creò una catena di morti tale da ridurre drasticamente la popolazione mondiale. Nel giro di vent’anni non rimasero che tre superstiti, tutti assieme su un’isoletta. Poteva essere un nuovo inizio, ma erano tutti maschi. Vi piace come storia sulla fine lenta e inesorabile? Se ritenete di sì, siete giunti alla fine della fine. Se non vi convince, andate al n. 6. 


6.
Il mondo ebbe una fine lenta e inesorabile. Tutto cominciò quando F telefonò allarmato al suo medico perché gli si era chiuso l’occhio destro. Purtroppo il bravo dottore non era in grado di aiutarlo: a lui entrambe le orecchie avevano cominciato a muoversi avanti e indietro come due ali d’uccello. F uscì di casa in cerca d’aiuto, ma la scena che vide fu raccapricciante: un tizio era caduto dalla bicicletta perché la sua mano destra aveva incominciato a salutare i passanti e continuava a farlo anche adesso che il corpo era riverso sull’asfalto. Un uomo era aggrappato ad una panchina del parco, cercando di resistere alla sua gamba sinistra che aveva deciso di alzarsi e camminare. Almeno questo vi sembra un buon inizio per una fine lenta e inesorabile? Se volete sapere come continua la storia, andate al n. 7. Se anche questo inizio non vi va, provate con la fine improvvisa e catastrofica, andando al n. 3.


7.
Quel giorno era iniziata la ribellione dei corpi dell’umanità intera. Per una ragione misteriosa, arti, ossa, ghiandole, muscoli e cellule degli uomini avevano cominciato a fare di testa propria. Vi fu chi invocò l’azione di micidiali raggi cosmici, chi incolpò un nuovo ceppo di virus mutanti, chi se la prese con il governo, ma la situazione peggiorava di giorno in giorno. Gli incidenti mortali aumentarono a dismisura e regnò la confusione in tutte le attività umane. La ribellione delle cellule portò a un’esplosione dei casi di tumore, quella delle ghiandole a un’altrettanto grave aumento di morti nelle maniere più impensate. Chi, colpito da un’eccessiva produzione di adrenalina, cercava emozioni forti in modo incosciente, buttandosi dai cavalcavia o leggendo uno degli ultimi numeri di Libero ancora circolanti. Persone come il guercio F o il suo medico potevano ritenersi fortunate, almeno fino a che non cominciarono le epidemie o iniziò a scarseggiare il cibo. Nel giro di vent’anni non rimasero che tre superstiti, tutti sulla stessa isoletta. Poteva essere un nuovo inizio, ma erano tutte femmine. Almeno questa vi sembra una buona storia sulla fine lenta e inesorabile? Se ritenete che lo sia, siete giunti alla fine della fine. Se invece ritenete che anche questa non vada bene, provate con la fine improvvisa e catastrofica, andando al n. 3. 


8.
Per l’inizio del mondo non vi racconterò alcuna storia (non vorrei inimicarmi i creazionisti). Fa niente si vi racconto la storia della fine del mondo? Andate allora al n. 2.


Questo piccolo racconto combinatorio è strutturato secondo una flow-chart, seguendo una restrizione (contrainte) inventata dai membri dell'Oulipo. 

sabato 22 febbraio 2014

io9 - una roba che viene dal futuro


Non so se conoscete io9, un blog mooolto diverso dal Tamburo Riparato ma ugualmente bello (in modo completamente diverso, ovvio).
Uno potrebbe chiedersi: ma cosa vuol dire io9? Io personalmente (ho una certa età e da parecchio traffico con i 'puters) collegavo il nome a I/O che è il modo con cui IBM (la Microsoft di una volta) indicava le operazioni di lettura/scrittura (input/output). Il 9, pensavo, sarà il suo numero fortunato. Invece no!
io9s were marketed as cheap time machines in the 2070s. They were actually just low-grade input/output devices for the brain that tuned tachyon waves and gave users vivid images of possible futures. The things were so addictive, and drove so many people insane, that io9s were eventually outlawed. Today the word is just slang. io9ers are the early implanters who obsessively upgrade themselves with beta tech. People who tweak out on buggy brainware are sometimes said to have "gone io9." Science fiction writer Ken MacLeod has another term for io9ers. He calls them rapture fuckers.
Uh! c'è qualcosa che non torna diranno i lettori più attenti. No, è proprio così. Davvero. Oggià!
Ma allora, 'spetta 'n'attimino! c'è da rivedere una roba del passato (per il senso che questo può avere, ovviamente): ricordate il post Viaggiatori nel tempo?
Robert J. Nemiroff e Teresa Wilson avevano cercato, senza trovarli, viaggiatori nel tempo su Twitter. Ecco se avessero cercato meglio avrebbero trovato io9 e il loro papero sarebbe stato completamente diverso, molto più sexy.


Adesso che lo sapete sapete cosa fare. Ma continuate a frequentare il Tamburo, nèh!

venerdì 21 febbraio 2014

Commentatore onorario: una proposta e un paio di domande


Poco alla volta la notizia che il Tamburo Riparato sia un blog più che ottimo si sta spargendo, ormai lo sanno in tanti, non solo a Piubes. Tra i tanti c'è uno spammer particolarmente tenace, vorrei proporre una proposta urbi et orbi al riguardo.

Presi freschi-freschi ecco gli accessi, rilevati oggi alle 15:15 circa:


Come vedete è molto affezionato al blog (sempre lo stesso post, bello, di Bruna) e forse si può inferire che venga dalla 'Merica.
Che ne dite di proclamare il suddetto rompic commentatore commentatore onorario anche se i suoi commenti non compaiono mai perché prontamente cancellati? Io sono per il sì e potrei essere anche dell'idea del Beppe, di farlo comunque in barba al risultato. Perché uno vale uno fino a un certo punto. No, dai, vinca chi deve vincere: 3, 2, 1, via al televoto, ai primi 10 un set di pentole virtuali, complete di coperchi.

A proposito del commentatore onorario (forse, non è ancora detto, c'è la votazione in corso) una domanda per gli amministratori del blog: qualcuno di voi cancella gli spam del suddetto? O ormai l'ha capito Blogger e lo fa in automatico? Questo vorrebbe dire che il signore di cui stiamo parlando ha poca fantasia e ha già esaurito le identità farlocche; meno bravo di quel che sembrava. Ma in ogni caso è da premiare la costanza. Nèh!

Uh! ancora una domanda, questa rivolta a tutti: mi è morto il Kindle. Suggerimenti per il rimpiazzo? Amazon, Sony o cosa? Possibilmente entro martedì, grassie!

A spasso per Torino


Ogni tanto devo farlo. E poi mi viene da relazionare, portate pazienza, devo farlo davvero.
Quello lì nella foto è --sarà-- il nuovo palazzo della Regione, possibilmente senza Cota e la sua banda d'imbroglioni. La foto non è granché ma ero di corsa per un motivo che risulterà evidente tra breve.
Per chi è di fuori un'indicazione topografica: si trova appena oltre al Lingotto, in direzione di piazza Bengasi; una volta era periferia zona di fabbriche e case dormitorio, adesso è molto effervescente.
Da piazza Bengasi inizia anche corso Roma, stiamo parlando di Moncalieri, dove, poco più avanti, c'è la più brava e bella signora della zona, lei:


L'intervallo pranzo vola via proprio come dice Albert Einstein: "Put your hand on a hot stove for a minute, and it seems like an hour. Sit with a pretty girl for an hour, and it seems like a minute. That's relativity".


Di corsa (si può dire "di metro"?) all'altra estremità della città, qui è dove mi sono perso. No, niente foto (e Google Maps non mi sembra aggiornato, comunque volendo cercate Environment Park). Il quartiere, tutto nuovo non sembra per niente Torino. E si dovrebbe arrivarci in macchina, con una vettura lunga e sciccosa. A piedi c'ero solo io e tre ragazzi sui 15 anni che facevano acrobazie saltando su e giù da un muretto alto un metro abbondante. Indossavano pantaloni della tuta fosforescenti (e quasi sicuramente radioattivi) e Nike (visto che so le parole difficili?) supertecnologiche. Ridevano e urlavano in una lingua sconosciuta, non italiana; d'altronde se fossero stati italiani ci sarebbe stato uno stuolo di mamme (esiste ancora la Mamme Rock Onlus?) urlante "No che ti fai male" e "A casa che devi ancora fare i compiti".


Basta, torno a Piubes, perché sapete, come dice Abraham Lincoln:


mercoledì 19 febbraio 2014

Benvenuto!



Già Juhan ha anticipato su Facebook la novità:

The early bird
a ciapa 'l verm!
*** Grosse novità al Tamburo Riparato!!!
non posso dir niente sapete l'embargo
e poi a dirla tutta non so niente (gnente).
Ma forse...
Restate sintonizzati (se volete)

Benvenuto nel team del Tamburo, nuovo Marco!

Per ora non aggiungo altro, solamente avviso che con buona probabilità Marco (il nuovo) ci intratterrà con molte fotografie, è un fotografo compulsivo!


 
Egoisticamente mi rallegro anche perché, sia pur di pochissimo, smetto di essere la più anziana di tutti noi!  ;)


Giorgio, il blog et al.

Giors (Giorgio)

L'amico Giorgio (Giors) è eccezionale, veramente (cit.).
Intanto mi ha corretto un errore grossolano ma sapete com'è io con i numeri grossi...
Posso arrivare fino a 20, se mi tolgo le scarpe, poi ho bisogno di aiutini in quantità.
Meno male che c'è Giors (Giorgio)! Però se ne approfitta per lanciare subito-subito, anzi prima ancora uno dei suoi quesiti perversi (voi che non lo conoscete non potete immaginare quanto riesce a essere perverso!

Se ho capito bene (devo rispondere, mi ha già sollecitato) io avrei dovuto dire che ho 4215 anni.
Voi sapete che 42 è La Risposta.
Lui invece fino al 4 marzo (segnatevelo) funziona ancora base 13; dice.
OK vediamo:

2013 - 1959 = 54
5410 = 4213 = 4 * 131 + 2 * 130

Sì, ha ragione, il saputelloTM.

Tempo fa gioca con le lettere dell'alfabeto. ma dico io provate a ripetere con me "fransuasardì" e poi "oliverkardi", visto che non sono la stessa cosa?
Ora che ci penso, sulle R ci sarebbe da fare un lungo discorso; magari un'altra volta.

E poi l'abbiamo messo tra gli autori ma non ha ancora prodotto niente; non si vive di soli commenti, nèh!
Ma è giovane, crescerà, maturerà. Io che lo conosco da sempre so che ce la può fare. Davvero.

Il blog

Tempo fa si era parlato di ritoccare il layout del blog. Tempo scaduto? O continuiamo ancora, non è che ci sono state tante proposte. Ribadisco le mie, tutte per la colonna di destra:
  • portare su chiedi ad Archibald e pagina 46;
  • inserire il copyleft Creative Commons;
  • spostare il blogroll in una pagina a se.
La persona adatta per queste cose (le mie sono solo proposte, modificabili, nèh) è <indovina> sì: Marco (se ne ha tempo e voglia).

Un haiku da tradurre

Per certe cose ci vorrebbe Enrico che però è affaccendato nel Sud-Est Asiatico cioè volevo dire Indocina, da quelle parti là insomma.
Sì perché c'era 'na roba tra Marco Bruno, Ponder Stibbons e me che chissà se vedrà mai la luce. Anche se abbiamo assunto Dirk Gently per un'indagine e dovremmo ancora saldargli la parcella (esorbitante).

Frattanto...

Nel frattempo ho scoperto che Bruna, il nostro impareggiabile AD, ha fatto un colpo di quelli che... vedrete. E stupirete. Davvero ☺