sabato 15 ottobre 2011

I social-cosi: una risposta a Bruna

Mi verrebbe voglia di citare il mio amico Forrest Gump: "Stupid is as stupid does", che vale anche per i social-cosi. Ma forse è il caso di essere un po' meno sintetici. Ci provo.

Intanto racconto brevemente come li ho incontrati e adottati; questa è la mia storia, da essa dipende molto di come li vedo e li uso; ognuno ha la sua, diversa.


Un bel giorno di primavera, o forse era autunno o inverno avanzato, non importa, la mia amica F. (ci vediamo ogni tanto nella pausa pranzo) mi dice che le hanno detto di Facebook e che ci sono tutte le sue amiche e che se ci entro anch'io ci possiamo scambiare le notizie e anche spettegolare (in questo caso resta una cosa privata) e possiamo sapere tutto quello che capita a tutti gli amici comuni, almeno quelli che ci sono, perché ci sono anche gli orsi, quelli che non partecipano (e io potrei forse appartenere in qualche misura a questa classe, vero che non mi va di fare le telefonate lunghe e non mando nemmeno i messaggini, che continuo a chiamare SMS). Per farle vedere che non sono un orso --e poi ci sono le sue amiche, alcune delle quali le conosco e con qualcuna non ci vediamo da tempo-- accetto. Il Manzoni avrebbe detto "lo sventurato rispose" (è noto che il Manzoni non ha mai usato Facebook e neanche il 'puter). Per farla breve arrivato a casa dico della cosa alle figlie di mio fratello e arruolo anche loro. Inoltre, tramite F. entro nel suo giro. In breve mi ritrovo con due-tre dozzine di 'mici di Fèisbuk.

Lì succedono le prime cose non previste: con alcuni amici di una volta non c'è più feeling, le nostre storie sono state troppo diverse, siamo cambiati. Altri non partecipano, sono apatici, che ci stanno a fare?
Poi scopro che c'è la gara a avere tanti amici. Io sono un orso di FB! Una mia 'mica in una settimana riesce a superare quota 600. Seicento, vuol dire arruolarne cento al giorno (il primo deve imparare come si fa).
Nel frattempo rispondo di sì a tutte le richieste di amicizia, oltre a amici di amici entro in un giro di parenti, anche lontani che parlano lingue diverse dalla mia, 'l piemuntèis. Come se non bastasse qualcuno fa il gruppo "razza Van Juhan nel mondo" e arrivano una millionata di richieste ulteriori. Il mio cognome è di origine latina e diffuso in Sicilia (non è il mio caso, per me si tratta dell'italianizzazione di un nome piemontese, tipico delle valli pinerolesi). Per intanto provo a raccontare questa cosa sul gruppo, poi lascio perdere e infine il gruppo sparisce.
Inizialmente cancellavo dagli amici quelli che non partecipavano: avviso e un mese dopo via. Poi mi sono stufato anche di quello.

E mi stavo stufando di tutto Facebook. Ne sono successe un po' di tutti i colori. Come quella volta che ho fatto un complimento a una ragazzina dodicenne e la zia mi ha sgridato; ma non sapevo che era dodicenne (e come ha fatto a esserci? ha dovuto dire una bugia) e poi era un complimento, stare al gioco di chi voleva essere grande e sexy. O quell'altra volta che ho fatto un complimento di troppo (a una blogger, conosciuta per il blog) e questa mi ha cancellato, ma non subito, dandomi modo di leggere il commento sopra le righe del fidanzato.
Dai le solite cose, dopo un po' stufa.

Ma è stato in quel momento che è iniziata una nuova fase: qualcuno (non ricordo chi ma potrebbe essere Bruna) dice che Popinga è ottimo "in quell'altro luogo". Io sono imbranato, chiedo aiuto e PeppeLi mi svela l'arcano. In poco tempo cambio parecchi 'mici di Fèisbuk, trovo tra i 'mici dei 'mici i blogger, gente con cui si può parlare di cose sensate.


Un po' di tempo fa salta fuori questa cosa di Google cui partecipo quasi subito grazie a non ricordo chi. Era ancora rozza, buggosa e poco popolata. Un mio amico di Facebook (ma anche amico vero, abbiamo fatto un pezzo di scuola assieme, io dall'altra parte) ha postato una volta il video della costruzione della sua città, da parte dei primi arrivati tra cui i suoi genitori, se v'interessa posso fornirvi il link. Ecco allora G+ era nelle condizioni di Eilat. Poi sono arrivati in tanti. E adesso qualcuno dice che non è il posto ideale, che manca la storia, come a Eilat.

OK, fuori dalla metafora: G+ è un'altra cosa rispetto a FB. Ci sono regole diverse, l'atmosfera è diversa. Su FB devi chiedere e concordare l'amicizia, lì no: puoi seguire chi vuoi, per quello che viene reso pubblico. E trovi gente che con FB non avresti adescato: Linus Torvalds e Guido van Rossum (anche se è discontinuo, come con il blog). Non che sia a caccia di celebrità, altrimenti potrei trovare Paris Hilton e/o Lady Gaga.

È molto più caotico ma ci sono molte più cose, molta più entropia (questa mi è venuta così, chissà cos'è?). E, sicuro, non vedo tutto quello che vorrei, che m'interessa. Come dice Bruna è strettamente integrato a Gmail e a tutti gli altri cosi di Google, volendo anche con il blog su Blogger.

Ammetto che, per pigrizia, posto troppe cose aperte a tutto il pubblico, a volte potrei diffondere cose non mie con troppa leggerezza. Devo pensarci, è una cosa da addressare (o si dice fissare).

FB ultimamente lo seguo molto poco, per mancanza di tempo. Lo so che sono rimati lì parecchi dei miei amici più tosti; in particolare le donne: è destino degli ing. e degli informatici essere campi per maschietti? Sì ci sono anche i camalli e i preti (diffidare dei preti, sempre).

A peggiorare le cose ho scoperto, e ne sono rimasto addictato, Twitter. Che uso soprattutto per tenermi informato sulle cose informatiche. Ma ci sono anche un paio di intrattenitori satirico-umoristici, per rompere la monotonia.

Ecco questa è la mia situazione attuale per quanto riguarda i social-cosi. Incasinata. Ma va bene così: è come quando da bambino entri in pasticceria e ti lasciano fare l'ordine, a te!
Il guaio è che sono a dieta --sovrappeso dicono. E non digerisco la panna.

3 commenti:

  1. (Mi spiace non poter vedere le immagini, non ho ancora risolto il problema).
    Ecco, dal tuo punto di vista capisco che possa piacerti anche G+, ma resta comunque, secondo me, molto poco 'sociale' e troppo impersonale, non puoi permetterti di scivolare sul personale perché, anche se posti per una ristretta cerchia di amici, non sai quanta gente e chi ti leggerà attraverso loro (anche gente che loro non hanno accerchiato né mai accerchierebbero): alcuni dei miei amici (certo, capita anche su FB) hanno centinaia di accerchiati e ancor più 'accerchianti'. Le foto personali non le metto su G+ perché finiscono dritte su Picasa. Eccetera eccetera. Insomma, io sono di quelli del poco ma buono, i miei amici di FB (compresi la zavorra che mi ha chiesto amicizia chissà perché) sono poche decine, li posso seguire tutti agevolmente e conoscere attraverso quanto scrivono, come si faceva una volta con i 'pen friends'. Nelle cerchie di G+ ho il doppio di contatti, ma come dico mi paiono già troppi, e se elimino i superflui ritorno al 'giro' che ho su FB più una manciata di altri che potrei, contravvenendo alla regola autoimpostami, invitare su FB, dove pure hanno un profilo. Mah! ci penserò sopra un po'.

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  2. hai un bellissimo blog! Perchè perdere tempo con i social network????

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  3. @ Cirano
    Ottima domanda!
    Tentativo di risposta (personale): gli argomenti corposi, quelli che non si possono esprimere con una frase e voglio tener traccia dell'eventuale discussione da essi generata finiscono sul blog; le osservazioni volanti, i commenti veloci sui social-cosi. Su questi ultimi c'è inoltre tutta l'interazione con l'universo che ancora non ha scoperto quanto sia bello il blog.
    Questo scritto di getto mentre sto preparando un post per l'altro blog ma la tua domanda richiederebbe una risposta più articolata. O una tipo "42".

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