mercoledì 19 ottobre 2011

Ieri sul pullman

Bruna, la parte raziocinante del blog, dice che bisogna festeggiare. E allora questo post, uno sfogo personale, è il mio contributo ai festeggiamenti. Liberi di non leggerlo o interromperlo quando vi pare; considerate però che se non ci fosse Bruna tutti i post sarebbero così. E 2000 visite sarebbero oltre l'orizzonte degli eventi, per sempre. 
(qui se ci fossero le emoticon una ce l'avrei messa; devo rimetterle).


Ieri sono andato a Torino, con il pullman. Avevo quattro buoni motivi per andarci e allora ci sono andato. Dovete però sapere che sono un orso, sempre di più.
Alla prima fermata di Vinovo sono salite due signore rumene e due studentesse liceali. Una delle signore rumene era attaccata al telefono e ha continuato a parlare a voce alta fino a quando sono sceso, al capolinea. Le due studentesse stavano tagliando (da non si dice così, marinare la scuola, bigiare, come dite voi?). E anche loro a telefonare per vedere di coinvolgere altri nella loro impresa: passare la mattinata al Lingotto, un ex fabbrica trasformata in centro commerciale.

Ah! dimenticavo: non so se vi siete mai accorti sulla disparità di genere tra i viaggiatori sui pullman? Tolti gli studenti nelle ore di punta ci sono quasi solo donne. I pochi uomini sono in genere atipici; con la barba, insegnanti, vecchi pensionati, me...

Al ritorno le cose sono diventate molto più interessanti. Sul pullman c'era l'indicazione "Fuori servizio" ma c'era gente dentro e allora sono salito e ho chiesto all'autista. E gli ho fatto fare un punto: lui e un suo amico giocavano a quanti ci sarebbero cascati. Molto divertente. Davvero.

Dietro di me c'erano due universitarie, matricole, che si rivedevano forse per la prima volta dopo la scuola. Una delle due stava dicendo che per forza doveva scegliere un esame di storia e aveva scelto storia della filosofia con una professoressa che non ci sa fare e gli studenti sono troppi e bisogna andare presto perché altrimenti non trovi posto, che barba. E lei la odia la storia.

L'altra al sabato (al sabato!) aveva tre ore di inglese, vero che avrebbe potuto prendere anche un'altra lingua, ma tanto... E in quelle ore bisogna parlare (indovinate) inglese. Tre ore! Inglese! "Ma dico siamo in Italia", diceva. Mument! a dirla tutta siamo in Padagna e non capisco perché non si parla come a Berghem, lingua molto più espressiva!

Vicino a me si era seduta una signora che si è messa a leggere un libro preso alla Biblioteca Comunale di Torino (secondo il timbro). Tutto OK, ma dopo un paio di fermate sale una sua amica, con due borse übermaxi e incazzata nera. Benché ci fossero ancora posti liberi si attacca all'amica perché aveva cose urgenti da raccontarle: il posto dove lavora, da 20 anni, viene venduto dalla Regione e loro sono preoccupati (giustamente). Cota, il governatore leghista, eletto con truffa, è venuto a parlargli e gli ha detto che la sinistra ha speso troppo, hanno bisogno di soldi e devono vendere ma vedono cosa si potrà fare. Ne ha parlato anche La Stampa, anzi, ho qui la fotocopia, guarda ci sono nella foto. Farci così dopo vent'anni. Ma si può? Sono senza soldi che si riducano lo stipendio che prendono un fracco di soldi.
E così via fino a Vinovo. Ma tutti così a Vinovo? Allora le rivalità storiche con Piubes avevano ragione d'essere!
Quello che mi dava fastidio era che ogni frase della signora incazzata finiva con "Capito?". Tutte. E parlava solo lei, l'altra ogni tanto diceva "Sì" ma non sempre, anche se, secondo me, aveva capito.

Ecco, questo doveva essere il mio contributo alla festa, ma sono uscito fuori tema, al solito. Ma perché e faticoso viaggiare in pullman, e io divento sempre più orso. Capito?


3 commenti:

  1. Dolce? Hai già scoperto che ho rubato il miele alle api?
    Arruffato? Qualcuno ha visto dove ho messo il pettine?

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  2. Arruffato perché hai il pelo ritto come aculei, per autodifesa! ;-)

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