Quando ero piccolo io (anni '50) tra i contadini si parlava solamente dialetto. E allora le mie filastrocche sono solo in dialetto piemontese.
Ancora una precisazione: il dialetto varia da zona a zona, quelli esperti sanno dirti da dove viene appena gli rivolgi la parola per salutarli; pertanto se trovate difformità a quella che credete sia il modo giusto di dire le cose tenetene conto.
Poi ci metto, ovviamente, anche del mio: non scrivo in quello che è il modo classico di scrivere il piemontese, dove la o si legge u, la u ü e per dire o dici ò; no io lo scrivo come si scrive l'italiano --quasi.
Benchè non sia capace a tradurre mi ci provo, perdono :)
Giuanin P't-p't Sigala
Giuanin P't-p't Sigala
fasìa l'aviatur
mancaie 'n po' 'd bensina
pisaie 'n t'l mutur
Giovannino Puff-puff Sigaro
Giovannino Puff-puff Sigaro
faceva l'aviatore
mancata la benzina
pisciò nel motore
Dindalan Lüsìa
Dindalan Lüsìa
ciapa 'n pasarot
se tua mama ad cria
disie ca l'è Pinot
Dindalan Lucia
Dindalan Lucia
prendi un passerotto
se la mamma ti sgrida
dille che è Pinotto
Qui ci sarebbero parecchie note da mettere al testo. Tralasciando il possibile doppio senso notare che "pasarot" non è un diminutivo, è il passero e che Pinot (o Pinoto) erano diminutivi usati per Giuseppe mentre adesso Pino lo usano sono i non-indigeni (e i contadini userebbero un altro termine per definirli).
Batista tira la rista
Batista tira la rista
la rista a s' cianca
Batista s'la banca
la banca a 's rump
Batista s'l punt
il punt a droca
Batista s'la cioca
la cioca a fa din-dan
Batista a 's caga 'n man
Battista tira la rista
Battista tira la rista
la rista si strappa
Battista sulla panca
la panca si rompe
Battista sul ponte
il ponte cade
Battista sulla campana
la campana fà din-dan
Battista si fà la cacca in mano
La
rista è la fibra della canapa, con la quale si fanno le corde e anche tessuti grezzi ma resistentissimi; non so come si dica in italiano. In questo caso "tirare" va inteso come filare, separare le fibre per poterle tessere.
Batista era un nome molto comune, molto più di
Giuan. Diminutivi in Tista e Tistin. I miei due nonni si chiamavano uno Giuan l'altro Batista.
Giuanin Cutel
Dindalan l'è mortie 'n can
can-bucin ciamà Giuanin
Giuanin Cutel
taiaie la pel
la pel d'l lüüv
cürücücü'!
Giovannino Coltello
Dindalan è morto un cane
cane-vitello chiamato Giovannino
Giovannino Coltello
tagliata la pelle
la pelle del lupo
currucucù!
Questa è difficile, si passa rapidamente da un animale all'altro, il personaggio viene identificato con lo strumento della sua professione ("tagliata" va inteso come "scuoiata") e poi ci sono dei problemi di scrittura: la
ü di
lüüv è lunga e io ho fatto come si farebbe in olandese o finlandese o linghe affini :P Ancora da notare l'annoso problema dell'accento sulla
ü.
Ce ne sarebbe un'altra che né io né mia madre ricordiamo, stiamo cercando tra gli anziani chissà... È di un genere classico dell'assurdo, ne cita un esempio Umbero Eco ne Il Nome della Rosa, la nostra inizia con
La ciata l'à fait tre öev
s'la punta 'd 'na nusera
l'à quaie tanto bin
ca l'à s-ciudü' tre aso
[...]
che sarebbe
La gatta ha fatto tre uova
sulla punta di un noce
li ha covati tanto bene
che si sono schiusi tre asini
[...]
Addendum
A seguito del commento di Bruna ecco la sua stessa filastrocca in versione piemontese
Testa Pla
Testa Plà l'à fait i fricciöi
a i na dà nen a i soi fiöi
i soi fiöi fan la frità
e ai na dan nen a Testa Pla
Rispetto alla versione bergamasca qui ci sono i figli invece dei fratelli. Il nostro protagonista è ancora più meschino. Notare la preponderanza di parole monosillabiche, manco fosse sud-asiatica!