domenica 27 novembre 2011

Ricorsività disperata applicata alle filastrocche

Già finite le filastrocche?
Lo sapete che io sono un po' tardo, lento di comprendonio, fatico a partire.
Dai ancora una puntata, almeno una, dai!

Questa è una variante di una molto diffusa di cui trovate esempi anche nel post di Bruna Infantilmente.
Non so dove l'ho letta, non è nemmeno interattiva come la versione da cui deriva ma ha un altro pregio: è ricorsiva, disperatamente.


Vado a declamarvene un pezzettino, l'incipit o poco più, capirete da soli il perché.

C'era una volta un ré
che disse alla sua serva
raccontami una storia
e la serva cominciò:
"c'era una volta un ré
che disse alla sua serva
raccontami una storia
e la serva cominciò:
"c'era una volta un ré
che disse alla sua serva
raccontami una storia
e la serva cominciò:
"...
Ecco!
Visto?
Una volta partiti non se ne esce più. E non si sà --nessuno lo può sapere-- come andrà a finire.

Io che al solito sono un po' lento di comprendonio e le cose poi le dimentico anche quando me le dicono e spiegano per bene provo adesso a dire il perché, perché me l'hanno appena raccontata e mi sembra tutto chiaro.
Vediamo se ci riesco.

Ci sono (almeno) due persone reali, appartenenti a questo mondo (reale) che sono il narratore e l'ascoltatore (o ascoltatori, possono essere di più).
Per motivi che saranno chiari tra breve chiamiamo questo il livello 0.

Il narratore introduce due personaggi, non reali ma appartenenti all'universo del discorso, il rè e la serva (oggi si direbbe probabilmente tata, baby sitter, badante o qualcosa di simile). Questo lo definiremo livello 1.

Ma a livello 1 la serva introduce, nel suo universo un nuovo universo del discorso (livello 2) i cui protagonisti sono il rè e la serva (di livello 2)
E la serva di livello 2 cosa fa? Comincia a raccontare la sua storia, in un nuovo universo, di livello 3...

Ecco non se ne esce più, si va avanti così per sempre fino all'infinito. E non so se è una consolazione che stiamo parlando di aleph-zero, il più piccolo degli infiniti, sempre troppo grande per noi, temo.



Note: 
Aleph si scrive  א ma se gli mettete uno zero dopo non c'è verso (cioè non ne sono capace, Blogger non accetta il LaTeX);
C'è qualche matematico? Mai che ce ne sia uno quando serve!
Io sto chiudendo le virgolette, sapeste quante ce ne sono di aperte!

3 commenti:

  1. Da perfetto cavaliere tu scrivi: "Non mi permetterei mai di dire qualcosa di meno che positivo all'Amministratore Delegato del blog" (che poi sono yo misma), ma io non mi perito di tirarti le orecchie per aver scritto "anno" invece di "hanno" e "rè"! (almeno l'avessi scritto ré!). Che credibilità può avere a questo punto il post "Benedetto apostrofo(ma non solo)" ? ;)
    L'analisi che fai della filastrocca è perfetta. Voglio solo aggiungere: avete notato che le filastrocche, le conte, le ninnenanne e in genere la letteratura infantile non è mai "politically correct", e si parla tranquillamente di bambini mangiati dagli orchi o dal lupo, o bruciati nel forno, o simili amenità, per non parlare della sorte che tocca al personaggio malvagio... E si parla anche tranquillamente di "serva", e il re in genere ha potere di vita e di morte sui sudditi (altro che democrazia!). Il bello è che i bambini non ne sono minimamente sconvolti: a differenza di quanto credono molti adulti sono perfettamente in grado di distinguere tra finzione e realtà, anche in età precoce. Qui ci vorrebbe qualche Maestra (magari Rosalba, ma non faccio nomi) che parli dell'argomento sul proprio blog.
    A proposito, lo sapevate che il blog Crescere creativamente (http://www.crescerecreativamente.org/) compie TRE anni?
    (hai ragione, Juhan, non c'è mai un matematico quando serve, peggio dei vigili...) :(

    RispondiElimina
  2. Uepp! Adesso correggo. Se non ci fossi te chissà per quanto tempo...
    Ma tutto è bene quel che finisce bene. Io intanto vado avanti a chiudere le virgolette (pensa che in una prima versione le avevo chiamate "quote").

    RispondiElimina
  3. Ciò che spesso unisce i geni è la ricorsività. Il moltiplicarsi dell’immagine di un oggetto posto tra due specchi piani paralleli è una tipica situazione ricorsiva. Effetto ottico che in vari modi, ricreano nelle loro opere. Situazione propizia dal punto di vista intellettuale ma pericolosa dal punto di vista psicologico. La ricorsività è legata all’intelligenza, e si ritrova nelle sue manifestazioni. L'artista Lucio Dalla nel suo videoclip della canzone Ciao, inizia con un'inquadratura su una spiaggia in cui l'artista e due suoi amici suonano e cantano la canzone, ampliando l'immagine si scopre essere una battigia su un bastimento che solca i mari del mondo, riprendendo i temi della canzone. Leonardo da Vinci e Michelangelo Buonarroti ebbero un’intelligenza ricorsiva-speculare simile nella modalità esecutiva delle loro opere. Cfr. Ebook (amazon) di Ravecca Massimo. "Tre uomini un volto: Gesù, Leonardo e Michelangelo". Grazie.

    RispondiElimina