mercoledì 30 novembre 2011

Ho creato un mostro!



Non avrei mai immaginato, pubblicando il primo post sulle filastrocche, che avrei scatenato il nostro Juhan!
A quanto pare l'argomento lo "prende" molto... Ma già, lui non è mai stato costretto a raccontarne fino alla nausea!

Ne approfitto  (l'ultima volta, lo giuro!) per pubblicarne ancora due

Occhio bello 
Questo è l'occhio bello         (toccando un occhio del bambino)
questo è il suo fratello.           (l'altro)
Questa è la chiesina               (e si tocca la bocca)
questo è il campanello            (prendendo delicatamente tra due dita il nasino)
din din din din din                  (scuotendo il nasino)
din din din din din              


E l'ultima creazione della Maestra Rosalba:


                               Fungo, funghetto

Fungo, funghetto
trovato nel boschetto!
Rosso, beige, marrone,
giallo, viola e arancione. 
Dicon ci viva dentro un folletto
con tanto di barba e di berretto,
ma vive solo di fantasia
e a pensarci mette allegria.
Abitanti del terzo regno
qualche volta lasciano il segno!
Tu al funghetto stai attento
non darlo al gatto per esperimento.
All'esperto chiedi un parere
solo così potrai sapere,
prima di accingerti a cucinare,
se è anche buono da mangiare!
 (Rosalba Cocco 28/11/11)





Ed ora, cercherò di tenere a bada Juhan, mi inventerò qualcosa per distoglierlo dall'argomento...  

martedì 29 novembre 2011

Tutti insieme adesso

Uh! mi è venuta in mente una filastrocca, ancora una, che cantavamo quando eravamo bambini.
Adesso la scrivo e poi la cantiamo, io e quattro miei amichetti di allora.

One, two, three, four
Can I have a little more?
five, six, seven, eight, nine, ten I love you.

A, B, C, D
Can I bring my friend to tea?
E, F, G, H, I, J, I love you.

Boom, bam, boom
Boom, bam, boom

Sail the ship,
Boom, bam, boom
Chop the tree
Boom, bam, boom
Skip the rope,
Boom, bam, boom
Look at me

All together now...

Black, white, green, red
Can I take my friend to bed?
Pink, brown, yellow orange and blue I love you

Sail the ship,
Boom, bam, boom
Chop the tree
Boom, bam, boom
Skip the rope,
Boom, bam, boom
Look at me

All together now...

Che poi sarebbe

Uno, due, tre, quattro
Posso averne ancora un po'?
cinque, sei, sette, otto, nove, dieci ti amo.

A, B, C, D
Posso portare il mio amico per il tè?
E, F, G, H, I, J, ti amo.

Bum, bam, bum
Bum, bam, bum

Vai in barca
Bum, bam, bum
Abbatti l'albero
Bum, bam, bum
Salta la corda
Bum, bam, bum
Guardami

Tutti insieme adesso...

Nero, bianco, verde, rosso
Il mio amico può dormire con me?
Rosa, marrone, giallo, arancione e blu ti amo

Vai in barca
Bum, bam, bum
Abbatti l'albero
Bum, bam, bum
Salta la corda
Bum, bam, bum
Guardami

Tutti insieme adesso...
Beh, queste sono le parole ma è molto meglio sentire come la cantiamo, ecco





Vi è piaciuta? Se mi dite di sì ne ho pronte almeno altre due.
Ugualmente belle anche se differenti. Ma bellissimissime, davvero :)

lunedì 28 novembre 2011

Nebbia

Da me comanda Pico.
Ieri è venuta a trovarci mia sorella Maria, la nonna di Timothy e Pico ha fatto i capricci convinto che ci fosse anche Timothy, di cui è geloso.
Ha preteso una passeggiata supplementare lunga (io avevo tentato di rabbonirlo con una breve ma niente da fare!).
Poi questa mattina mi ha dato dieci minuti per prendere il caffè e subito la passeggiata. Oltre alla nebbia c'era molta umidità e faceva un freddo da non dire. Non c'era nemmeno il sole, è comparso solo quando stavamo per tornare. Io avevo mani, piedi e naso completamente gelati ma lui era davvero felice.



Adesso, dopo aver cacciato una gatta che si era infilata nella stanza e tentava di mangiare le sue crocchette, si sta preparando per una dormita, brontolando.

domenica 27 novembre 2011

Ricorsività disperata applicata alle filastrocche

Già finite le filastrocche?
Lo sapete che io sono un po' tardo, lento di comprendonio, fatico a partire.
Dai ancora una puntata, almeno una, dai!

Questa è una variante di una molto diffusa di cui trovate esempi anche nel post di Bruna Infantilmente.
Non so dove l'ho letta, non è nemmeno interattiva come la versione da cui deriva ma ha un altro pregio: è ricorsiva, disperatamente.


Vado a declamarvene un pezzettino, l'incipit o poco più, capirete da soli il perché.

C'era una volta un ré
che disse alla sua serva
raccontami una storia
e la serva cominciò:
"c'era una volta un ré
che disse alla sua serva
raccontami una storia
e la serva cominciò:
"c'era una volta un ré
che disse alla sua serva
raccontami una storia
e la serva cominciò:
"...
Ecco!
Visto?
Una volta partiti non se ne esce più. E non si sà --nessuno lo può sapere-- come andrà a finire.

Io che al solito sono un po' lento di comprendonio e le cose poi le dimentico anche quando me le dicono e spiegano per bene provo adesso a dire il perché, perché me l'hanno appena raccontata e mi sembra tutto chiaro.
Vediamo se ci riesco.

Ci sono (almeno) due persone reali, appartenenti a questo mondo (reale) che sono il narratore e l'ascoltatore (o ascoltatori, possono essere di più).
Per motivi che saranno chiari tra breve chiamiamo questo il livello 0.

Il narratore introduce due personaggi, non reali ma appartenenti all'universo del discorso, il rè e la serva (oggi si direbbe probabilmente tata, baby sitter, badante o qualcosa di simile). Questo lo definiremo livello 1.

Ma a livello 1 la serva introduce, nel suo universo un nuovo universo del discorso (livello 2) i cui protagonisti sono il rè e la serva (di livello 2)
E la serva di livello 2 cosa fa? Comincia a raccontare la sua storia, in un nuovo universo, di livello 3...

Ecco non se ne esce più, si va avanti così per sempre fino all'infinito. E non so se è una consolazione che stiamo parlando di aleph-zero, il più piccolo degli infiniti, sempre troppo grande per noi, temo.



Note: 
Aleph si scrive  א ma se gli mettete uno zero dopo non c'è verso (cioè non ne sono capace, Blogger non accetta il LaTeX);
C'è qualche matematico? Mai che ce ne sia uno quando serve!
Io sto chiudendo le virgolette, sapeste quante ce ne sono di aperte!

Fuma e gorgoglia


Il vulcano sottomarino dell'isola de El Hierro continua, lentamente ma costantemente, con l'eruzione.

Mentre per ora i terremoti son diminuiti di numero e di intensità, l'eruzione offre a tratti spettacolo.
Non ne ho la foto, ma si son visti due grandi sbuffi di vapore, che han portato a galla piroclasti di più di un metro di diametro.

foto IGN-CSIC

Spettacolare, eh?

Piano B

Non so voi ma se oggi non facesse così freddo-umido con un nebbione di prima categoria superiore io andrei fino dal giornalaio a comprare il giornale.
Per chi non lo sapesse abito in una frazione mooolto piccola di un paese mooolto piccolo, benchè importante (ehi! ci sono io).

Per arrivare dal giornalaio ci sono quattro kilometri, dai, tutto sommato per oggi mi accontento di quello che si trova on teh toobz e che vado a illustrarvi, sicuro che v'interessa.

Ecco la prima pagina, quella che i 'mericani chiamano la front page (e noi, come già detto, prima pagina).


Bello il titolo di apertura ma per quello lascio fare a voi, non è quello di cui voglio parlarvi, quello che m'attizza. A me interessa quello a centro pagina, quello su sfondo verde (verde come la Padania e com'era la mia valle, una volta). Che ci dice tante cose sull'Italia, fatta dagli stranieri che ora la disfano.

Ma un momentino ragazzi (& ragazze, ofcu's): a noi padani 100% dell'Italia cosa ce n'importa? ecco bisognerebbe leggere tutto l'articolo alle pagine 4 e 5.
Nota per i soliti denigratori: visto che i padani sanno leggere? anche due pagine di fila, quando merita. CVD (QED?).


Ma per quanto detto sopra del tempo mi devo limitare al lancio in prima, già intenso, cito:
Chiacchierando dello scenario politico nei corridoi del nostro quotidiano Umberto Bossi ci ha regalato una chiave di lettura che, alla luce degli ultimi sviluppi, suona come una profezia.
Capito? (Kapitto?) "Chiacchierando", "nei corridoi", "regalato". Valli a capire questi Capi Padani, se senti solo il telegiornale non ci riuscirai mai.
E la foto del Bossi! L'avete guardata bene? Dai sembra davvero il padre del Trota.

Sapete che vi dico: faccio un salto dal giurnalé, maledetta nebbia, maledetta umidità.

sabato 26 novembre 2011

The Blues sister...


Bisognerà che mi decida a postare qualcosa, altrimenti Juhan mi sgriderà  :( per la mia pigrizia.


Il fatto è che siamo dovuti andare  a  trovare amici   che non   vedevamo 
da secoli, mio marito ha richiesto molto del mio tempo anche ma non solo per la cucina, il gatto ha vomitato sul tappeto, si è interrotta la connessione a Internet, è deragliato il treno, c'è stata l' invasione delle locuste... lo giurooooo, non è stata colpa mia!!!






 In attesa della ripresa delle trasmissioni, ecco a voi i caldarrostai stile Tenerife.

















Il fuoco lo fanno con la carbonella nel secchio (da pittura?) riciclato, poi aggiungono sopra quel tubo conico allungato di metallo, e in cima la pentola di coccio. Quando le castagne sono cotte stanno al calduccio nella pentola d'alluminio, sopra la brace. 

Mi spiace, avrei voluto fotografare tutto un chiringuito *, con i "cucuruchos" (cartocci di carta) già pronti da riempire (non credo che ci stiano più di 3-5 caldarroste...), il pesce salato (se ne intravede un vassoio arancione nella prima foto), le pentole con le papas bollite, la damigianetta di vino con il tubo di plastica per versarlo nei bicchieri...

Purtroppo oggi mio marito era particolarmente poco cooperativo, questo è tutto ciò che mi ha permesso di fotografare.


* chiringuito (vd. mio post  Mangiare a Tenerife )

venerdì 25 novembre 2011

Una Star Trap

Ho una proposta da farvi che non potete rifiutare: una Star Trap che vi farà diventare ricchi come Silvio! Sì potrei tenere tutto per me, non dire niente a nessuno e farvi crepare d'invidia ma che volete? Ci ho il quorecuore tenero e la condivido con tutti voi.

 
Oggi si parla tanto di star trap e sembra che le facciano solo quelli della Bay Area, che poi sarebbe San Francisco, nel nord della California (visto che anche lì dove si lavora è nel nord?).
No, la nostra ce la facciamo qui, in casa, che non c'è bisogno di andare fin là e cambiare l'ora sugli orologi per via del jet lag.


Adesso vi spiego ben benino: tutto nasce in seguito a un osservazione di Popinga (per questo avrà la possibilità di sottoscrivere per una quota maggiorata) che la chisola è anche una frittella, emiliana per la precisione. Se volete vedere com'è fatta cercate su Internet, fatevi una googlata, dai non è difficile!



Allora l'idea è di fare una frittella nuova nella concezione e nel design ma rispettosa della tradizione e della cultura padana:
la frittella Lambro
cromata con cromo esavalente con triplo rutto carpiato incorporato.


Nasce padana, il nostro target sarà, ovviamente, le fste padane sui sacri prati padani, Legnano in primis ma anche tutti gli altri in secondis. E abbiamo l'asso nella manica: vi presento il nostro responsabile dell'ufficio vendite per l'estero, cliccate qui: http://www.youtube.com/watch?v=4t47SZXqVUE

Le immagini sono state camuffate quanto basta che non si sa mai che a qualcuno venga qualche strana idea

Diamine!


Insomma, fatemi capire, basta che mi distragga un attimo e mi assenti qualche ora e quando ritorno abbiam superato già le 5.000 visite!
Qui ci vuole qualcosa di più di un sentito "diamine!"

mercoledì 23 novembre 2011

Alluvioni: prossimamente anche noi!


Dopo tutti gli altri, ma ci saremo. E vedrete Piobesi alla tele!
A dire il vero un po' di tempo fa --l'anno scorso credo-- abbiamo avuto una concorrente a "Punta il Dito!" ma per l'emozione si è dimenticata di dire da dove veniva e anche l'amica che l'accompagnava: occasione persa.
Ma presto saremo nel telegiornale. Garantito. E non è facile perché non abbiamo una montagna, neanche una collina, niente di niente. A meno di voler considerare la discarica, che con la sua altezza di una decina di metri svetta sul panorama; ma è nel comune di Vinovo, sempre loro.

OK ma ci stiamo lavorando.
Non so se leggete PiobeSÌ, organo ufficioso della giunta clero-fascio-berlus-leghista responsabile, sì c'è anche su Internet ma sono indietro di un anno abbondante e allora per quelli che non lo leggono riporto:

Novità sul Piano di Assetto Idrogeologico
A seguito della prima conferenza di servizi per la valutazione del documento programmatico finalizzato all'adeguamento del vigente P.R.G.C. al piano di Assetto Idrogeologico, possiamo nutrire speranze per poter salvaguardare almeno in parte la possibilità edificatoria per i fabbricati ricadenti nelle zone inserite in classe 3.

Si è infatti proposto di aggiornare gli elaborati progettuali, tenendo conto degli interventi di mitigazione del rischio, già eseguiti nei Comuni di None e Piobesi.

Risulterebbe pertanto possibile ipotizzare una classe di pericolosità meno pesante, ma in ogni caso è stato puntualizzato che a prescindere dalla classificazione, sarà indispensabile individuare gli interventi edificatori eseguibili sull'esistente, quali modesti ampliamenti dei fabbricati residenziali o degli insediamenti rurali nelle zone "compromesse" attualmente risultanti nella carta di sintesi.

Sarà, in ogni caso, obiettivo di questa amministrazione salvaguardare il patrimonio edilizio ricadente nelle zone a rischio, individuando e normando gli interventi possibili, prestando la massima attenzione alla sicurezza, nel rispetto però delle esigenze della popolazione.

La popolazione sarà tempestivamente aggiornata sulla situazione attraverso un incontro pubblico, che avverrà appena la situazione sarà definita.
Luciano Bollati

Io sono a cinque km di distanza ma mi sto preparando: stivali nuovi fosforescenti modello Bertolaso (fanno sempre la loro figura) per farmi ripredendere subito dopo il disastro e intanto preparo la domanda per rimborso danni.

E finalmente il mondo conoscerà la Chisola non solo come società sportiva ma come terribile torrente!
Messina, Barcellona Pozzo di Gotto e dintorni: ci fate un baffo, vedrete!


martedì 22 novembre 2011

Filastrocche, ecco le mie

Quando ero piccolo io (anni '50) tra i contadini si parlava solamente dialetto. E allora le mie filastrocche sono solo in dialetto piemontese.
Ancora una precisazione: il dialetto varia da zona a zona, quelli esperti sanno dirti da dove viene appena gli rivolgi la parola per salutarli; pertanto se trovate difformità a quella che credete sia il modo giusto di dire le cose tenetene conto.

Poi ci metto, ovviamente, anche del mio: non scrivo in quello che è il modo classico di scrivere il piemontese, dove la o si legge u, la u ü e per dire o dici ò; no io lo scrivo come si scrive l'italiano --quasi.

Benchè non sia capace a tradurre mi ci provo, perdono :)


Giuanin P't-p't Sigala
Giuanin P't-p't Sigala
fasìa l'aviatur
mancaie 'n po' 'd bensina
pisaie 'n t'l mutur

Giovannino Puff-puff Sigaro
Giovannino Puff-puff Sigaro
faceva l'aviatore
mancata la benzina
pisciò nel motore


Dindalan Lüsìa
Dindalan Lüsìa
ciapa 'n pasarot
se tua mama ad cria
disie ca l'è Pinot

Dindalan Lucia
Dindalan Lucia
prendi un passerotto
se la mamma ti sgrida
dille che è Pinotto


Qui ci sarebbero parecchie note da mettere al testo. Tralasciando il possibile doppio senso notare che "pasarot" non è un diminutivo, è il passero e che Pinot (o Pinoto) erano diminutivi usati per Giuseppe mentre adesso Pino lo usano sono i non-indigeni (e i contadini userebbero un altro termine per definirli).


Batista tira la rista
Batista tira la rista
la rista a s' cianca
Batista s'la banca
la banca a 's rump
Batista s'l punt
il punt a droca
Batista s'la cioca
la cioca a fa din-dan
Batista a 's caga 'n man

Battista tira la rista
Battista tira la rista
la rista si strappa
Battista sulla panca
la panca si rompe
Battista sul ponte
il ponte cade
Battista sulla campana
la campana fà din-dan 

Battista si fà la cacca in mano

La rista è la fibra della canapa, con la quale si fanno le corde e anche tessuti grezzi ma resistentissimi; non so come si dica in italiano. In questo caso "tirare" va inteso come filare, separare le fibre per poterle tessere.
Batista era un nome molto comune, molto più di Giuan. Diminutivi in Tista e Tistin. I miei due nonni si chiamavano uno Giuan l'altro Batista.


Giuanin Cutel
Dindalan l'è mortie 'n can
can-bucin ciamà Giuanin
Giuanin Cutel
taiaie la pel
la pel d'l lüüv
cürücücü'!

Giovannino Coltello
Dindalan è morto un cane
cane-vitello chiamato Giovannino
Giovannino Coltello
tagliata la pelle
la pelle del lupo
currucucù!

Questa è difficile, si passa rapidamente da un animale all'altro, il personaggio viene identificato con lo strumento della sua professione ("tagliata" va inteso come "scuoiata") e poi ci sono dei problemi di scrittura: la ü di lüüv è lunga e io ho fatto come si farebbe in olandese o finlandese o linghe affini :P Ancora da notare l'annoso problema dell'accento sulla ü.


Ce ne sarebbe un'altra che né io né mia madre ricordiamo, stiamo cercando tra gli anziani chissà... È di un genere classico dell'assurdo, ne cita un esempio Umbero Eco ne Il Nome della Rosa, la nostra inizia con

La ciata l'à fait tre öev
s'la punta 'd 'na nusera
l'à quaie tanto bin
ca l'à s-ciudü' tre aso
[...]

che sarebbe

La gatta ha fatto tre uova
sulla punta di un noce
li ha covati tanto bene
che si sono schiusi tre asini
[...]



Addendum
A seguito del commento di Bruna ecco la sua stessa filastrocca in versione piemontese

Testa Pla
Testa Plà l'à fait i fricciöi
a i na dà nen a i soi fiöi
i soi fiöi fan la frità
e ai na dan nen a Testa Pla

Rispetto alla versione bergamasca qui ci sono i figli invece dei fratelli. Il nostro protagonista è ancora più meschino. Notare la preponderanza di parole monosillabiche, manco fosse sud-asiatica!

lunedì 21 novembre 2011

Infantilmente


Visto il seguimento (riflesso più sui social networks che sui commenti al post stesso)  dimostrato per il  post di ieri, e considerato l'interesse che il mondo infantile e fantastico sta suscitando tra i bloggers, riporto qui alcuni links interessanti, nonché altre filastrocche segnalatemi da amici.

Innanzi tutto il 2º carnevale dei libri di scienza, il cui filo conduttore è il gioco:
http://misterpalomar.blogspot.com/2011/11/carnevale-dei-libri-di-scienza-2-il.html
Vedrete che contiene anche lo stupendo post di Popinga, che merita una citazione tutta per sé:
http://keespopinga.blogspot.com/2011/11/mamma-oca-e-la-scienza-moderna.html

Pubblicata oggi da Emanuela Zerbinatti  la segnalazione di quest'altro libro:
http://arteesalute.blogosfere.it/2011/11/giornata-nazionale-dellalbero-due-fiabe-ecologiche-per-celebrarla.html

E ora l'approfondimento delle filastrocche, da quelle che ieri solo accennavo a quelle che mi son state segnalate.

Lunedì chiusin chiusino
Lunedì chiusin chiusino  
Martedì bucò l'ovino
Spuntò fuori il mercoldì
Pio pio pio fe' il giovedì                                     
Venerdì un bel saltino
Beccò sabato un granino
La domenica mattina
avea già la sua crestina


Pollice dice...
(si recita toccando ad uno ad uno i ditini nominati, scuotendo bene l'ultimo) 
Pollice dice: io ho fame
Indice dice: non c'è pane
Medio dice: come faremo?
Anulare dice: ruberemo!
Mignolino dice: nichi nichi nichi, chi ruba s'impichi! 


Sedia sediola
Sedia sediola        
XXXXX * va alla scuola                                               * nome del bambino con cui si gioca 
va alla scuola col panierino.
Che ci mette nel panierino?
La meluzza e il formaggino,                                          
la meluzza e il formaggino.  




 
(segnalato da Anna Maccagni, in dialetto lombardo):
Trotta, trotta cavallotta...
duma in piassa dal padron.
Diga sì a la sciura Netta 
de rifà ben i let...
L'è rivà un cavalier 
vistì in burghes...

(segnalato da Leopoldo Benacchio, in dialetto veneto):
A storia del sior Intento
che dura poco tempo
che mai no se disbriga,
vuto che te la conto
o vuto che te la diga?
(alla risposta del bambino si ricomincia daccapo)

la versione nostra:
Questa è la novella dello stento
che dura tanto tempo.
Te la devo dire sì o no?

(segnalato da Leopoldo Benacchio):                    
Corri corri cavallino
corri corri in Delfinato
a mangiare il Panpepato
corri corri e torna qui
che c'è il pan di tutti i dì

(il bambino va tenuto sulle ginocchia e fatto saltellare, alla fine si aprono le ginocchia ma sostenendo il piccolo per le mani)





menzione a parte, perché trattasi di ninna nanna:
(segnalato da Leopoldo Benacchio
nana bobo'
nana bobo'
tuti i putini dorme e il mio no

e dormi dormi dormi par un ano
la sanità a to pare e po' el guadagno

e dormi dormi dormi putin de cuna
to mare no a ghe se
se andà a sant'Anna.

to mare no a ghe se se andà a santa Anna
a tiorte l'acua de quela fontana

quela fontana no no la se mia la se dei preti de Santa lusia.

to mare la regina dele stele
topare el conte de la Primavera
 
na na bobo' 

  (post dedicato a Timothy)

Aggiornamento
È giocoforza segnalare anche questa filastrocca, arrivata fresca fresca ora:  
http://www.crescerecreativamente.org/2011/11/classe-quarta-laccento-in-filastrocca.html 



OdG: varie & eventuali

Ci sarebbero tante cose da dire ma ogni tanto una pausa introvertizia: parliamo del blog. La notizia è che si è decisa la costituzione di una nuova rubrica che comparirà periodicamente, senza periodicità fissa, quando necessario, quando ci sarà qualcosa da metterci dentro. Si chiamerà, anzi ecco il suo debutto

Dicono di noi

Popinga è per noi un personaggio importante, fondamentale. Io il mio primo post l'ho pubblicato sul suo blog, Bruna l'ho conosciuta lì; sempre lì ho conosciuto tante persone interessanti, blogganti e no (per adesso, in futuro chissà). E guardate cosa dice il Pop:


E non è il solo. Avete presente la Maestra Rosalba, quella che tutti vorrebbero come maestra, io la metto pari merito con la Maestra Giovanna, la mia maestra di quando andavo alle lementari. Ecco cosa dice la Maestra:


Ragazzi! (e ragazze, ovviamente). Ci sarebbe da montarsi la testa ma no, non noi, andremo avanti sempre per migliorarci :P

Inoltre, altra rubrica periodica senza periodicità fissa

Visto On teh Toobz (quest'espressione non so se Bruna me la passa, il titolo potrebbe cambiare)

Su Google+ (d'ora in poi G+) visto che Giuseppe Deliso ha scoperto il blog e gli è piaciuto, ci ha condiviso. Ecco lui è interessante (se non fosse per via della censura di Bruna direi Phygo). Cercatelo su G+. Un jazz-chitarrista di Torino (spero non faccia il tifo per la Giuve, ma anche fosse). E sulla pagina di Giuseppe ho trovato anche questa condivisione


che oltre a tutti gli altri meriti che scoprirete ha il banner più bello che c'è. Bello come quello del Tamburo Riparato, anzi forse na frisa 'd pì.

domenica 20 novembre 2011

Filastrocche


In questi giorni alcuni blog, parlando delle "conte",  mi han fatto ritornare alla mente un argomento che durante una certa parte della mia vita ha avuto molta importanza: le filastrocche infantili. O meglio, dovrei dire "in due parti della mia vita" perché ovviamente (lo so che non ci credete) anche io sono stata un'infante, e adoravo che mi raccontassero filastrocche.
A quelle, opportunamente rinfrescate nella memoria dai miei genitori, ho attinto per divertire i miei figli. Sono filastrocche che probabilmente si ritrovano in tutta Italia sotto varie forme, con varianti locali. Io riporto qui quelle della tradizione della mia famiglia.

Sega segante
(viene eseguita tenendo il bambino a cavalcioni sulle ginocchia,  con un lento movimento di va e vieni, dal voluto effetto ipnotico e soporifero potenziato dalla voce cantilenante)
Sega segante
le pecorine bianche
nell'aia di Colombo.
Dio ti mandi sonno!
Sonno sonnaro
siamo a mezzo gennaro.
Gennaro è andato alla festa
con la ghirlanda in testa
credendo fosse d'oro
invec'era di ginestra.
C'era un bel Giovanni  *                               *sostituivo con "lo zio Gianni" realmente esistente
batteva le castagne
le batteva troppo forte
facea tremar le porte.
Le porte eran d'argento
costavan cinquecento.
Centocinquanta
la mia gallina * canta                                      * mio marito divertiva i bambini sostituendo con "la pecorina"
canta il galletto
la sposa * è su pe'l tetto                               * indica in genere la più giovane delle donne sposate della famiglia
raccoglie i confettini
per darli ai suoi bambini
che sono allo spedale
e stanno tanto male,
e ce n'è
uno bianco
uno giallo
uno coda *                                                                      * misterioso colore, tipo "can che scappa", immagino
una chicca che t'affoga!
(a questo punto c'era la sorpresa, dall'effetto esilarante, di buttare all'indietro di colpo il piccolo, quasi a sdraiarlo sulle ginocchia)

Il caval
(eseguita facendo caracollare il bambino sulle ginocchia, dapprima a passo lento cadenzato,  alternando le gambe, e nella seconda parte a gambe unite e ritmo più svelto)
Il caval dell'uomo grasso
va di passo, va di passo.
Il caval del giovanotto
va di trotto, va di trotto.
                                                                          
Trotta trotta cavallino
Trotta trotta cavallino
ché domani si va al mulino
il mulino è rovinato
il padrone s'è impiccato
s'è impiccato alla catena
trotta trotta, si va a cena.
(notare come nelle filastrocche, conte e fiabe, non si abbia ritegno nel parlare di truculenze: eppure non ne siamo stati traumatizzati!)

A letto a letto
A letto, a letto
figli di Marco vecchio!
Sette stiamo,
sette andiamo,
sette al campo ritorniamo.
Sette in su,
sette in giù,
sette poi non tornan più.

Don Alonso
Ben venga e ben vada
signor don Alonso
a piedi, a cavallo
e dentro un bigoncio.
Signor don Alonso che ha in mano la spada
ben venga e ben vada.
(per richiederla dicevo "Óncio pediballo", il che può dare un'idea di che tenera età avessi: la tenera ;) perfidanera!)


Cavallino arrì arrò
Cavallino arrì arrò
piglia la biada che ti do
piglia i ferri che ti metto
per andare a San Francesco.
A San Francesco c'è una via
che conduce a casa mia.
A San Francesco c'è un altare
con tre monache a pregare:
ce n'è una più vecchietta
Santa Barbara benedetta,
ce n'è una più vecchina
Santa Barbara Caterina.


Torquato Tasso
(molto irriverente, me ne scuso con la sua memoria; la seconda strofa l'ho aggiunta io, per prolungare la cantilena)
Torquato Tasso
andando a spasso                                                    
inciampò in un sasso,
cadde in un fosso,
si ruppe l'osso 
del dito grosso. 
Da dentro il fosso 
a più non posso 
gridava il Tasso
contro quel sasso. 



Bella manina
(accarezzando il palmo della mano, grattandolo alla fine)
Bella manina, dove sei stata?
Col babbo e con la mamma.
cosa ti ha dato?
Pane, salame, vino e latte.
Catte catte catte.
(ora verrebbe considerato altamente diseducativo e quasi criminale questo dare salame, e vino! a un bambino)

e l'immarcescibile
Stella stellina
(l'ho letta la prima volta, a firma "Teresah", formata solo da pochi versi; ne ho aggiunti altri  per prolungare la filastrocca, di cui comunque viene sempre chiesto il bis e il ter! va recitata cantilenando  e scandendo le sillabe, caricando la -LL- fino a farla diventare -LLL-, strascicando un po' -INI)
Stella stellina
Le due madri - G. Segantini
la notte s'avvicina                                       
la fiamma traballa
la mucca è nella stalla
la mucca e il vitello,
la pecora e l'agnello,
la chioccia e i pulcini,
la gatta coi micini,
la cagna e il cagnolino,
la mamma e il suo bambino,
ognuno ha il suo piccino
ognuno ha la sua mamma
e tutti fan la nanna!


Certo, ce ne sono molte altre (Lunedì chiusin chiusino...-citata recentemente anche dal grande Popinga nel suo profilo Facebook-, Pollice dice: io ho fame..., Sedia sediola...). Questa è solo una scelta. Per altre vi rimando al post di qualche mese fa sul blog di Mitì Vigliero: 
 
Sulle conte invece:


Qui, Quo e Qua

Il post di Bruna sull'apostrofo Benedetto apostrofo! (ma non solo) ha dato origine, giustamente, a un dibattito di ampio respiro. Si è presto arrivati al tedesco, io ho scoperto un post antico di Dioniso davvero entusiasmante e chissà cos'altro seguirà.



Ma la materia è ben lungi (l'ungi?) dall'essere esaurita!
Per esempio il reperto in figura illustra l'uso in inglese dell'elisione (credo si chiami così, pronto a correggermi subito). OK, esagera un pochino ma mica poi tanto: è raro vedere scritto do not quando puoi risparmiare uno spazio e una o scrivendo don't.

Che io sappia (anche qui pronto a correggermi prima di subito) l'unica parola italiana che si possa assoggettare a tale pratica è po' (per poco). Vero che io sono uso usare (lo so che non si dovrebbe scrivere così ma a me piace tanto violare le regole, facendo attenzione peraltro a che nessuna lettera o segno di interpunzione venga maltrattato nell'operazione) 'puter per computer. Me l'ha insegnato Phil Plait e voglio proprio vedere se qualcuno ha il coraggio di dire qualcosa contro Phil.


C'è comunque un'altra cosa che mi spinge a redigere questa nota: l'ambiguità della lingua, in alcuni casi a livello paradossale.
Supponiamo di recarci a Paperopoli e di trovarci di fronte a un nativo che, dopo avervi salutato, vi enunci "Sono Qui" o anche "Sono Qua".
Ecco come dovreste intendere l'affermazione? Potrebbe voler dire che entrmbi vi trovate lì (non c'interessa in questa sede disquisire sulla differente valenza dei due avverbi), ma potrebbe anche essere l'enunciazione del proprio nome, una auto-presentazione, caso quest'ultimo di maggior rilievo semantico. Ma è comune, specialmente tra gli americani, trovare sulle mappe appese nei luoghi come le stazioni della metropolitana la scritta "You are here" che vuol dire proprio "Tu sei qua" non certo nel senso che quello sia il tuo nome (dai molto improbabile!). Ecco io in un caso del genere sarei molto imbarazzato. Nessun problema invece se il nativo di cui sopra enunciasse "Sono Quo".


Per chi volesse approfondire consiglio Gödel, Kurt: Über formal unentscheidbare Sätze der Principia Mathematica und verwandter Systeme, I. Monatshefte für Mathematik und Physik 38: 173-98.

I giovani, l'impazienza

L'altro giorno (ok, sono passate quasi due settimane ormai) ho rivisto M. --tranquillo non metto il nome :P
M. una volta era attirato dai computer, voleva diventare (tra le altre cose) un collaboratore del mio blog --l'altro blog, quello noioso.
Poi ha scoperto il cinema, cioè i video, colpa del nuovo telefonino. Che non è un telefono, sì a rigore uno potrebbe anche telefonare con quello ma fa tante altre cose che per telefonare tieni anche quello vecchio.
E c'è anche una telecamera e ci puoi girare i video proprio come se fosse una cinepresa. L'ha fatto anche Jovanotti e ne hanno parlato tutti. No Vasco non ci riuscirebbe mai, il Trota neanche.

Se oltre a quell'aggeggio ci metti un portatile supersbaluccicoso con la mela morsicata sopra il gioco è fatto e il nostro geek ha cambiato idea per l'università. I genitori (sono amico del papà da sempre) sono d'accordo, bene, tutto OK.

Poi M. scopre che gli tocca fare cose che con il cinema non c'entrano niente e la strada è lunga.
Ma, secondo me --imho-- è necessario. E poi sei giovane, vorrai mica diventare come Calderoli.

E poi ricorda: Ankh Morpork non è stata costruita in un giorno.

venerdì 18 novembre 2011

Benedetto apostrofo! (ma non solo)

Oggi mi sento in vena brontolona, per cui pubblico una mia personale incompleta raccolta di strafalcioni relativi all'uso dell'apostrofo, ma non solo. 

Dico incompleta perché spesso, inciampando in uno di questi errori che interrompono il fluido corso della lettura, non ho tempo o voglia di copiarli per conservarli nella mia raccolta, che ho fatto semplicemente "copiando e incollando", per cui ho conservato anche il carattere tipografico originale, benché in alcuni casi sia stata costretta ad aumentarne la dimensione perché fosse ben leggibile. 
La definisco incompleta anche perché riferita ad un breve periodo di tempo, la voglia di conservare a futura memoria questi "inciampi" mi è sorta solo recentemente, dopo averne trovati a decine.

Comprendo che chi scrive su un blog o su un social network possa avere la tentazione di  prendere un po' sottogamba le nozioni basilari della sintassi italiana, comprendo un po' meno quando si tratta di regole fondamentali della grammatica, e mi scandalizzo un po', lo ammetto, quando il colpevole è un insegnante, e magari, come in alcuni casi riportati, recidivo.
Non si tratta di errori di battitura: se qualcuno scrive "pesare" dove la logica vuole "pensare", si tratta chiaramente di un errore di battitura (il 90% delle volte io scrivo -mnete dove vorrei scrivere -mente, poi correggo ma forse non sempre). 

Vorrei che gli involontari (volutamente anonimi) protagonisti di questo mio sfogo non si offendessero: io stessa, conscia delle mie manchevolezze di base, cui si aggiunge un lungo periodo di scarso uso della lingua italiana, ho più volte chiesto pubblicamente che mi si correggessero gli eventuali errori, e confido nella cooperazione di chi mi legge. :(

La cosa che più mi infastidisce è la consapevolezza che questo lassismo nell'uso della nostra lingua sia figlio dell'epoca che si è vissuta (spero poter un giorno dire un definitivo "si visse") in Italia, epoca di cui il lassismo sotto tutte le sue forme, in ogni campo del vivere civile, è stato lo stendardo e il paradigma.


Scusate per questo sfogo (un "pippone", lo chiamerebbe qualcuno), e ringraziate il cielo che io non abbia neppure sfiorato il tema della scrittura stile SMS o twitter! ;)

giovedì 17 novembre 2011

Un caso di serendipità

Avete presente quando cercate qualcosa che sapete che c'è lì da qualche parte ma proprio non riuscite a trovarla. E di sicuro non è dove pensate di averla messa, ma siete sicuri che c'è e buttate in aria tutta la casa ma niente da fare...
Ed ecco che invece salta fuori qualcosa di completamente inaspettato, qualcosa che manco ricordavate che c'era o avevate data per persa definitivamente. E questa scoperta devia completamente la vostra attenzione, adesso vi occupate di questo, con gioia.
Capita con una certa frequenza, gli hanno anche dato un nome: serendipità. E su Wikipedia trovate tutto spiegato per bene, qui.

A me è capitato oggi un caso di serendipità: cercavo un appunto che ho salvato in un file di testo con un nome significativo, messo dentro a una cartella (che in realtà io chiamo directory) con un nome significativo, nomi sia quello del file che quello della cartella che è impossibile dimenticare. E che ho dimenticato entrambi.
E quando cominciavo a deprimermi perché cresceva la consapevolezza che forse li ho cancellati cosa ti trovo? No non loro ma una serie di immagini che Bruna mi aveva inviato quando ancora non faceva parte del blog.

Laonde per cui, prima di tornare a cercare quell'appunto perso su chissà quale hard disk (sempre che non sia stato cancellato) ecco una raccolta di immagini divertenti, curiose, riesumate serendipicatamente :P











martedì 15 novembre 2011

WOW!!!



Pare ieri quando festeggiavo il raggiungimento di 2.000 visualizzazioni del blog, e oggi abbiamo superato le 4.000!

Grazie, amici lettori!