mercoledì 10 ottobre 2012

Il dilemma bancario.


Famiglia Ladakhi - Alchi - Nord India - agosto 1978


Meglio non fidarsi delle banche. Anche 34 anni fa, nel Ladakh, lo stato situato all'estremo nord dell'India al confine con il Tibet, c'era chi i soldi, preferiva portarseli addosso, perché non si sa mai. Non è chiaro se questo sentiment di poca fiducia verso chi ti "protegge" il danaro sia congenito nell'animo umano o se sia dovuto a fatti oggettivi. Fatto sta che la banca è sempre di più inquadrata come organizzazione malefica, moloch divoratore che cura l'interesse di una entità misteriosa, immateriale, la finanza, che non sottende a nessuno o al massimo a pochissimi individui dai volti grifagni e le mani adunche, un tempo identificati nell'Ebreo, poi, una volta eliminati gli stessi, sustanziati negli gnomi di Zurigo. presi come vaghi succedanei. Difficilmente si pensa che si tratta (come chiaramente indicano gli ideogrammi cinesi che identificano l'istituto) del Negozio dei Soldi, un posto come tutti gli altri che compra e vende appunto il denaro invece della frutta, che per funzionare ci deve guadagnare, che a volte arricchisce il suo proprietario (gli azionisti, quanti hanno quote di un fondo comune, che sicuramente contiene azioni di banche), altre volte perde e può fallire e che, in alcuni casi, questo è talmente dannoso alla comunità che conviene porre in atto azioni per evitare questo esito. Un commerciante qualunque, che come il coltello o il bastone non è né buono né cattivo, semplicemente uno strumento indispensabile da quando un disgraziato, in una caverna ha pensato che si potevano usare delle conchiglie come unità di conto per sostituire il baratto.

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