giovedì 27 novembre 2014

Pinocchio e la tecnologia

Io sono vecchio. E quindi non ho più bisogno di essere aggiornatissimo e accessoriato di tutte quelle diavolerie che si usano adesso (OK, esagero non mi sono ancora padagnizzato completamente, anche se adesso c'è un revival). Per dire non sono ancora arrivato a quello che scriveva ormai tanto tempo fa il mitico Donald Knuth:
I have been a happy man ever since January 1, 1990, when I no longer had an email address. I'd used email since about 1975, and it seems to me that 15 years of email is plenty for one lifetime. (qui).
Mi riferisco semplicemente al telefono e a una storia che mi è capitata ieri, poteva avere conseguenze disastrose, o quanto meno imbarazzanti. Adesso vi racconto.


Ero appena sceso dalla metro e mi stavo recando alla fermata dell'autobus. Mi viene improvvisamente un'idea fantastica, davvero meravigliosa (anche se poi...) devo prendere un appunto che se non me ne dimentico. Tiro fuori di tasca un pezzo di carta e ci scarabocchio un memo (che sarebbero poi un paio di parole criptiche di quelle che poi ti chiedi cosa volessero dire). Tiro fuori il telefono per guardare l'ora, c'è tempo.
Tutto questo mentre ero fermo al semaforo rosso; sento suonare ma non era diventato verde, capita. Adesso dovreste sapere com'è via Nizza a Torino, stretta e trafficata. Che io sono lento di comprendonio credo lo sappiate già. Insomma cose che capitano. Poi attraverso e una macchina mi segue, accosta e mi chiama per nome (non la macchina, il passeggero che ha tirato giù il vetro e che non conosco). Mi fermo, mi giro per guardare e nel frattempo (sono lento) era sceso un tipo pimpante che scopro essere un amico che non vedevo da un millennio!

"Ciao, come va, non sei cambiato per niente (bugia!), ti ho visto al Linux Day ma eri impegnato (atz!), passa a trovarmi, ti lascio il mio numero".

Ecco io qui ho detto quello che dico sempre (quasi come Knuth): "non ho uso il telefonino". Che a pensarci bene è vero, ne ho un modello anteguerra (quella degli Orazi vs. Curiazi), non so memorizzare i numeri e non so il numero dello stesso. E poi lo tengo sempre spento. Per cui ho segnato il numero che mi dettava sullo stesso pezzo di carta già usato per il memo. Era una ricevuta che dovevo consegnare dove stavo andando (sì, mi hanno fatto una fotocopia, anche del retro, grazie!).

E qui il rischio techno: metti che mi arrivava un messaggio pubblicitario. Che figura ci facevo? Anche perché avrebbe suonato, mica sono riuscito a disattivare il suono (non è che ci abbia provato più di tanto).
Ma devo fare più attenzione, dire subito le cose in chiaro, come fa Don, "sensa cumparissiun" dicono qui quelli un minimo civilizzati.

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