Goethe, nel luglio del 1789, proprio mentre a Parigi i sanculotti stanno assaltando la Bastiglia e sta per cambiare il mondo, sta terminando la sua pièce intitolata Torquato tasso. Non c'è ovviamente nessun rapporto fra un fatto e l'altro se non con il senno di poi che la fantasia interpretativa della storia ci consente.(cit.). Da dove venga la (cit.) lo lascio come esercizio anche perché l'Editore minaccia chi copya, in ogni forma possibile, immaginabile e anche tutte le altre. Ma qui ci sono un paio di robe che mi fanno senso e allora prima copyo (riscrivendo, niente PrintScreen, nèh!) e poi mi lamento.
Se la frase riportata ha un senso io non sono riuscito a trovarlo. Davvero. Anzi sembra esserne cosciente l'Autore quando scrive "[n]on c'è ovviamente nessun rapporto fra un fatto e l'altro". Ma allora perché scriverlo? il volume è già pesantissimo, sia in senso metaforico che massoforico, non ne ha bisogno.
Personalmente poi c'è diffuso dappertutto il testo (la parte che ho letto; poi mi sono arreso, forse solo temporaneamente) un modo di costruire le frasi che combatto da sempre con tutte le mie forze (ecco, servirebbe la Forza, o almeno la Schwartz) il vizio di abbellire il testo baroccheggiando. Siccome so delle minacciose minacce dell'Editore (che saluto, chiedendogli nel contempo di portare passiensa e comprenzione, nèh!) non copyo esempi di lì.
Copyincollo di brutto dalla tesi di un mio carissimo amico (almeno fino a quando leggerà questo post è un mio carissimo amico, fin dal '93, circa):
Tralasciando l’ovvia importanza che riveste in qualsiasi contesto lavorativo, risulta sicuramente più interessante soffermarsi sulla necessità che questa tipologia di servizi sia efficacemente organizzata e, soprattutto, gestita. È indubbio che una corretta pianificazione delle lavorazioni ed una ottimizzazione nell’impiego delle risorse, oltre a permettere un deciso miglioramento della qualità del servizio reso ed effettivamente percepito, porti a notevoli risparmi - sia in termini di ore/uomo che di mezzi e materiali utilizzati durante la prestazione d’opera.Cinquecentosettantanove caratteri tutti d'un fiato senza svelare di cosa si parla!
La nostra amica Bruna (il nostro AD) forse ricorderà quando mi lamentavo, come io ricordo i suoi tentativi di rincuorarmi, "dai non è così grave", "c'è di peggio nella vita", "su, non te la prendere, non sei tu l'autore", "FSM te ne renderà merito", ...
Io resto dell'idea che bisogna cercare di essere chiari, semplici (non semplicistici, nèh) anche quando si parla di cose non scientifiche. Altrimenti non leggo, nèh!
Problema del blog, correlato: nelle segnalazioni dei "Suggerimenti" quanto posso essere difficile? Vale riportare cose anche specifiche come quelle di Nature, Doc Madhattan e simili? Secondo me sarebbe molto più bello riuscire a trovare qualcuno che lo spiega a noi umani, come fanno Marco Delmastro, Sandro Ciarlariello et al.
Hai ragione, anch'io detesto chi scrive (o parla) a lungo senza mai rivelare da alcun indizio di che cosa diavolo stia parlando!. A volte occorre arrivare in fondo a un articolo per capire quale sia l'argomento...
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