giovedì 4 ottobre 2012

Album di famiglia


Problema: Cosa vogliamo lasciarci dietro per qualche miliardo di anni che possa dare, senza contesto, una rappresentazione accurata dell'umanità. Perché un bel gioco dura poco, si sa.

E allora ecco cosa si è pensato, qui in breve ma se seguite i link avete maggiori info e anche qualche immagine.

Io ho scelto queste, ma si sa che sono un po' come si dice, ecco.


8 commenti:

  1. Mah! Mi perplime sempre notare la tendenza dell'uomo a considerare l'universo secondo le sue dieci dita! Mi spiego: innanzi tutto, come possiamo immaginare che un alieno riesca a leggere tale disco, indovinando il sistema usato (ma si sa, gli alieni sono tutti iperüberintelligentissimissimi!), quando magari il tempo e le radiazioni cosmiche l'avranno reso inservibile? I supporti di memoria che stiamo usando sulla terra vanno via via facendosi illeggibili vuoi per deterioramento proprio vuoi per mancanza di macchine lettrici (chi ha più un lettore per i primi floppy disk? già è difficile trovare un lettore per quelli da 3”1/2), e parliamo di pochi anni... Ricordo che anni fa preparavo gli stipendi in un certo istituto, usando una macchina grande quanto una pianola, che memorizzava i dati su una banda magnetica posta su una scheda di cartoncino su cui contemporanemaente stampava in modo abbastanza criptico tali dati: attualmente, a parte l'eventuale smagnetizzazione della banda, occorrerebbe un lungo lavoro di restauro di quella specifica vecchia “pianola” per poter leggere quelle schede.
    Un altro appunto: le poche foto che appaiono come esempio nel reportage non mi sembrano particolarmente rappresentative, in più sono in bianco e nero quindi rappresentano ancor meno il nostro variopinto mondo (ma già, gli alieni vedono in bianco e nero, dimenticavo!)
    Sia chiaro, le iniziative di questo genere sono sempre carine, flolkoristiche e servono a mettere in luce qualcuno, ma della loro utilità pratica meglio non parlare...

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  2. Bruna, mi hai letto nel pensiero. Ma credo che queste cose le facciamo per noi, non per possibili "altri".

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  3. Già, i blog. Uhm...
    Bruna, ma era una Olivetti Audit? A5?

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    1. Non ricordo la marca, ricordo solo quelle schede con la banda magnetica laterale, di colore crema chiaro, di circa 30 cm x30, e risento ancora il suono "di ranocchie" che la macchina faceva nello stampare sulle schede stesse e sui cedolini degli stipendi: crrrraccc crac crac crac crac...
      Prima dell'immisione i dati si preparavano su schedine con varie voci, in cui si inserivano i dati stessi con un codice numerico (sai, cose tipo livello di stipendio, giorni di assenza non retribuiti, ritenute sindacali ecc.) e l'ultimo numero era di controllo, risultante dalla somma degli altri. Chiedo venia per gli scarsi ricordi, in fondo si tratta di trent'anni fa!

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  4. Ce ne sarebbero cose da raccontare di quelle macchine! Quando Olivetti vendeva a tutti l'M20 non compatibile con il PC IBM in un ufficio dove facevo consulenze comparve una macchina per scrivere meravigliosa: la Videoscrittura! Usava i dischetti da 3.5" e era una davvero super. Vero che l'operatrice diceva "faccio prima a ribatterlo" quando le c'era da fare qualche correzione ma ...
    Poi un giorno è morta e si è scoperto che non si sapeva chi poteva aggiustarla. Ed è arrivato il primo PC anche lì.
    Ma il mio preferito resta il fax. Ma ho già detto tutto. E ho anche il timore che il solo nominarlo possa farlo tornare.

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    1. Oh, qui c'è ancora, e fa un discreto traffico. Tanti clienti (specialmente pubblici) mandano gli ordini per fax, e non hanno uno scanner. Quindi ce lo teniamo ancora per un pò con tanto di linea dedicata...

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    2. Anch'io ho usato una di quelle macchine da scrivere! Ero al Distretto Scolastico: unica impiegata, avevo da battere montagnate di relazioni e documenti (e ciclostilare e fare migliaia di fotocopie di altri documenti...) e ho quindi chiesto e ottenuto che mi comprassero una macchina da scrivere decente. Ricordo che aveva la "margherita" dei caratteri intercambiabile, per cui nello stesso testo potevo scrivere paragrafi con caratteri più piccoli o più grandi. Il sistema di memorizzazione era però con dischetti propri. Ovviamente c'era il display e la possibilità di correggere, tagliare, spostare il testo, esattamente come con un word processor. Uno dei membri del Consiglio Scolastico Distrettuale per la componenente Genitori lavorava nell'ambiente dei computer per cui è stato felice di avere un'impiegata che sapesse usare quei macchinari... (alcune delle mie colleghe, parlo di 15 anni fa, non erano ancora riuscite a metabolizzare le macchine da scrivere elettriche, ne ricordo una in particolare che chiedeva a me tutte le volte che doveva cambiare il famigerato "nastro"!)

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