mercoledì 24 ottobre 2012

Ipazia d'Alessandria

Si può mettere sul proprio blog il post di un altro blogger, tale e quale, semplicemente tradotto? Proprio come faccio sovente per le immagini che mi piacciono, quando non espressamente negato dal proprietario? Io credo di sì, in fondo lo traduco e poi metto anche l'URL originale, questo.
E inoltre voglio ringraziare pubblicamente JD.

Le favole devono essere insegnate come favole, i miti come miti e i miracoli come fantasie poetiche. Insegnare superstizioni come se fossero verità è la cosa più terribile. La mente infantile le accetta e crede e solo con grande travaglio e a volte tragicamente si possono in seguito rimuovere.

Ipazia d'Alessandria. Raccontata da Carl Sagan in Cosmos:
L'ultimo scienziato che lavorò alla Biblioteca (d'Alessandria) fu un matematico, astronomo, fisico e rettore della Scuola Neoplatonica di Filosofia - una straordinaria varietà di competenze per un individuo in qualunque epoca. Il suo nome era Ipazia. Cirillo, l'arcivescovo di Alessandria, la disprezzava per via della sua amicizia con il governatore di Roma e perché lei era un simbolo della ricerca e della scienza, ampiamente identificate dalla Chiesa di allora con il paganesimo. Mentre si recava al lavoro fu presa da una banda di fanatici parrocchiani di Cirillo. Venne trascinata giù dal carro e scorticata fino alle ossa. I suoi resti vennero bruciati, le sue opere distrutte, il suo nome dimenticato. Cirillo fu fatto santo. La gloria della Biblioteca di Alessandria è una memoria sbiadita. I suoi resti furono distrutti subito dopo la morte d'Ipazia. Fu come se l'intera civilizzazione fosse sparita come risultato di un'operazione chirurgica al cervello autoinflitta, e parecchie delle sue memorie, scoperte, idee e dispute furono cancellate irrevocabilmente.

Ecco, io non so tradurre: mi mancano i termini, in italiano. Demenza senile? forse.
Suggerimenti, correzioni e quant'altro benvenuti, anzi caldamente rischiesti, questo è solo un primo tentativo.


1 commento:

  1. Quando qualcuno uccide la scienza, sia esso vescovo o più semplicemente giudice, si apre la porta al medioevo e all'oblio, per la triste terra dove questo accade. Queste cose, tuttavia, sono accompagnate dal tripudio di folle festanti che approvano compiaciute e dai loro pifferai, solo scontente perché non si è fatto ancora abbastanza.

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