mercoledì 23 aprile 2014

Elogio di Bressanini...

...le cui opinioni condivido al 100% senza neanche bisogno di averle lette, perché come ha tentato di spiegare il povero Odifreddi quando recentemente è stato ottusamente frainteso e pesantemente criticato (e oggettivamente ha sbagliato pubblicando ragionamenti che se fatti coi colleghi Prof al bar dell'Uni sarebbero stati perfettamente compresi, in termini di pura logica matematica), la fiducia in determinati autori è importante e necessaria non avendo nessuno di noi il tempo fisico di conquistare l'onniscienza.

Ogni tanto il Bressa mi irrita un po', sicuramente non per i contenuti ma per l'atteggiamento di superiorità al limite dell'indisponente, non tanto negli articoli quanto nei commenti ai post scritti a caldo e a ruota libera, ma è anche vero che io sono abituato a confrontarmi con clienti incompetenti che se non altro si limitano a non sapere le cose o si sono documentati a casaccio e ne sanno alcune in modo incompleto e scoordinato, ma pur sempre con un fondo di razionalità, mentre lui ha a che fare quotidianamente con complottisti diversamente sani di mente e notevolmente incazzati, cosa che abbasserebbe la soglia di pazienza e sopportazione persino a Giobbe!

Su suggerimento del buon Juhan, nel post http://tamburoriparato.blogspot.it/2014/04/a-volte-non-e-come-sembra.html, ho letto l'articolo http://bressanini-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/2014/04/21/omeopatia-non-e-curarsi-con-le-erbe-omeopatia-e-diluizione/ e l'ho trovato assolutamente condivisibile e anche simpatico, divertente e piacevole da leggere.

Mi sento in dovere di specificare questo fatto perché ultimamente sono piuttosto teso e talora ho usato toni un po' troppo bruschi, sia sul Tamburo che su Feisbuc, e non era mia intenzione, probabilmente una causa importante è stato il Tavernello (il cui economico consumo, al posto di un vino come si deve, spiega inmplicitamente il motivo per cui ultimamente sono così teso).

Liberatami dunque la coscienza mi permetto di fare alcuni commenti su alcuni punti dell'articolo, che spero siano percepiti per come sono, ovvero un contributo costruttivo al fine di migliorare l'approccio a una causa comune e condivisa.

Il tema è la Reazione di tipo 2 (il possibilista): “Oddio, ma su mio figlio funziona: gli ho dato l’Oscillococcinum e non ha preso l’influenza. Ma se è solo zucchero come è possibile?”

Anche se è un po' indigesto, il "principio di improbabilità" ben illustrato nell'ultimo numero di Le Scienze ci può venire in aiuto per affrontare gli aspetti non strettamente chimici legati all'effetto placebo.

In realtà, a mio modo di vedere, sussistono alcuni modi di approcciare il problema che stanno tra la psicologia e la filosofia della scienza.

Così come nel campo del gioco d'azzardo (e in qualsiasi cosa abbia a che fare anche con occultismo, credenze e simili) si sa bene che le vittorie e/o le risposte giuste vengono memorizzate e sopravvalutate, mentre le altre vengono psicologicamente trascurate, anche questa è una forma del principio antropico (come voce dotta) ovvero egocentrismo (come voce popolare).

Questo tipo di mentalità può essere contrastata facendo osservare che (http://www.epicentro.iss.it/problemi/influenza/aggiornamenti.asp): "17 aprile 2014 Influenza: un primo bilancio per la stagione 2013-2014. Terminata la circolazione dei virus influenzali è il momento di fare un primo bilancio della stagione 2013-2014, nonostante la Sorveglianza delle sindromi influenzali Influnet, non sia ancora conclusa. Come ogni anno, anche nella stagione influenzale 2013-2014, la curva epidemica ha raggiunto il picco all’inizio del mese di febbraio con un valore di incidenza pari a 6,6 casi per mille assistiti. In questa stagione l’influenza ha colpito circa l’8% degli italiani, per un totale di circa 4.500.000 casi dall’inizio della stagione."

Dunque se l'8% degli italiani hanno preso l'influenza, ne consegue che il 92% NON ha preso l'influenza... semplice e lineare.

A questo punto diventa chiaro che se un qualunque cialtrone decidesse di sostenere che una qualsiasi attività, dal bere l'acqua del rubinetto al succhiarsi l'alluce sinistro tre volte al giorno riduce il rischio di contrarre l'influenza all'8%, avrà il piacere di poter dimostrare, fonti ufficiali alla mano, che di tutti quelli che si sono succhiati l'alluce solo l'8%, come da lui previsto, ha contratto l'influenza.

Il suggerimento per l'amico Bressanini è quindi quello di affrontare anche dal punto di vista matematico-statistico le baggianate che ci tormentano quotidianamente.

E' un approccio più difficile da far capire alla maggioranza dei lettori, ma stiamo parlando dello stesso fenomeno per il quale Uri Geller e il suo triste emulatore Giucas Casella riavviavano orologi guasti in diretta televisiva facendo conto sulla legge dei grandi numeri.

Detto ciò, veniamo a un aspetto particolarmente comico delle zuccherose pasticche citate nell'articolo... probabilmente solo io ed un ristretto numero di altri lettori autistici border-line abbiamo trovato comica la cosa, ma tant'è....

Composizione: Autolisato filtrato di fegato e cuore di Anas Barbariae

In questo post "Barbariae" è scritto in caratteri nostrani, sulla confezione è invece nobilitato dal grafema che lega la "a" e la "e" del classico dittongo latino.

Ciò che mi ha incuriosito è stata la "B" del nome specifico: tutti sanno che il genere viene scritto con l'iniziale maiuscola, la specie con l'iniziale minuscola, dunque "Anas barbariae" sarebbe stata una scrittura se non altro più corretta dal punto di vista scientifico.

Incuriosito ho indagato un pochino, e parrebbe che "Anas barbariae" non esista del tutto, a prescindere dall'amico Avogadro non solo nelle compresse ma proprio nella sistematica zoologica, almeno tra le specie dettagliatamente riportate su http://en.wikipedia.org/wiki/Anas.

Probabilmente il fraintendimento deriva dalla prassi grammaticale teutonica di utilizzare le maiuscole (nell'informatica moderna si chiama CamelCase, da non confondersi con CamelToe XD) che ha portato alla dizione latina "Anas Barbariae Hepatis et Cordis Extractum" (in cui "Barbariae" fa riferimento a una regione dell'antica Francia e non ad una particolare specie di Anas).

Già che vi sto annoiando, mi sovviene un dubbio amletico, oppure la domanda fondamentale sulla vita, l'universo e tutto quanto e in particolare i rapporti tra Veg e omeopatia.

Sì, adesso si chiamano Veg e non più Vegani, forse per non confondersi con i nemici giurati dei Goldrake e Mazinga Zeta d'antàn.

Curarsi con una soluzione che non contiene neanche una molecola di autolisato di fegato e cuore di anatra francese, è lecito solo se l'anatra di cui non c'è traccia nel composto è un esemplare selvatico morto di morte naturale?

3 commenti:

  1. Sai 'na roba: troppe cose. Uh! proprio come consiglia di non fare il Bressanini (qui va a finire che tra un po' verrà indicato con le sole iniziali, DB (con possibile fraintendimento con "database", chissà se ha una middle initial poco usata, quasi nuova, va bene anche se 'meopatica)): un punto per volta, sviluppato bene.
    Per il resto a me piace che il Tamburo (ahemm, sono tra i fondatori) ospiti opinioni non sempre collimanti tra loro. Anche se...

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  2. Non sono affatto d'accordo sulla presunta indisponenza di Dario, e' vero invece che ha anche troppa pazienza...

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