Saigon - febbraio 2014 |
Cosa ha in comune l'urbanistica del Vietnam e quella dell'antica Amsterdam? Eppure non mi sembra che ci siano state influenze dei Batavi da queste parti. Al massimo erano più in giù dalle parti dell'Indonesia. Invece anche a Saigon, ad Hanoi o in ogni parte del paese potete vedere che le case cono costituite da facciate di una sola camera con molti piani, anche una decina e che il resto della casa si prolunga nell'interno per una lunghezza che comprende diverse camere. Molto strano e poco funzionale, o no? Beh, direte voi, per forza, c'è poco spazio e dovendo costruire tra una casa e l'altra preesistente si è dovuta fare di necessità virtù. Niente affatto, a volte potete vedere in aperta campagna, una casa isolata costruita con lo stesso accorgimento, 5 o 6 piani larghi una camera, che si allunga nel campo dietro. Ve lo spiego io il busillis. Cari miei è solo una questione di IMU, argomento che è un po' passato in sottordine, dato che ci sono riforme ben più pressanti in ballo, oltre ai famosi 80 euro. Proprio così, i nostri amici vietnamiti pagavano le tasse sulla casa in base alla larghezza della facciata (come del resto gli abitanti di Amsterdam), ragion per cui secondo il principio della "pianificazione fiscale" che persegue la via di scegliere, qualora legalmente possibile, la strada per pagare meno imposte, hanno cominciato a costruire secondo questo principio. Facciate il più piccole che si potesse, espandendo la casa nelle altre due direzioni. Adesso la legge è cambiata, ma lo stile è ormai entrato nella mentalità. L'uomo diventa geniale, quando occorre non pagare e sfuggire ai tentacoli di Equivietnam!
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