La settimana scorsa sono andato a fare un rilievo topografico in quel di Roccabruna, con Jey, una giovane e supersimpatica amica-collaboratrice quasi-del-posto, e per una fortunata coincidenza (1) ho sbagliato strada e siamo saliti anziché proseguire verso la zona industriale, che era il nostro vero target.
Cogliendo l'occasione dell'imprevista deviazione, Jey mi ha fatto vedere la "calacamonta", stradopola che per una ventina di metri sembra proprio decisamente in discesa per poi risalire ripidamente, mentre in realtà, col giochetto del fermiamoci qui, spegnamo il motore, togliamo il freno a mano, la macchina sorprendentemente si muove effettivamente all'indietro.
Sceso dall'auto ho provato a guardare da monte da valle da un lato dall'altro la straducola e sempre mi sembrava in discesa, pur non avendo il minimo dubbio che il sopra stia in alto e il sotto stia in basso (se non altro per definizione).
Il rilievo della scarpata sottostante la zona industriale ha richiesto più tempo del previsto e non ce l'abbiamo fatta a tornare su a misurare le pendenze effettive con la stazione totale, ed è stato un peccato perché sarebbe stato divertente e ci avrebbe dato una misura di quanto in certe condizioni il cervello possa confondersi nel percepire i reali rapporti geometrici tra gli oggetti.
Detto ciò mi è venuta la curiosità di googleare la "calacamonta"di Roccabruna, e fondamentalmente ho trovato solo un pedantissimo articolo del Cicap, di cui sono nonostante tutto un convinto sostenitore, dal quale ho tratto la foto sopra riportata.
Che noia, amici! L'articolo si intitola "anurbaccoR id asecsid aL" o "La salita di Roccabruna", un tipo di umorismo che non posso non associare ad una trasmissione radiofonica che personalmente considero imperdibile per l'inconsapevole umorismo ed ascolto voluttuosamente ogni sabato pomeriggio, intorno alle 14:30, mentre vado a Robassomero al campo volo del gruppo di aeromodellisti di cui faccio parte: si intitola "I ragazzi del sabato", è prodotta da Radio Maria e la battuta tipica è "Anche oggi, siamo puntuali ma precisi!"... comicità da oratorio già superata ai tempi del Signor Bonaventura!
Due parole sul fascino delle illusioni ottiche neanche a parlarne, anche se per l'ovvietà della cosa avrebbe pouto essere il clou di un articolo esaustivo ma divertente, mentre al rassegnato lettore tocca invece subire la triste foto degli eroici topografi che impavidi sfidano le forze del Male.
Detto ciò, il mese scorso sono andato all'evento organizzato dal Cicap per raccolta fondi, cena + conferenza di Bressanini, il quale, essendo io arrivato in netto anticipo, ho colto a lamentarsi con gli organizzatori per il menù troppo ricco, che lasciava poco spazio alla sua conferenza... scialla Bressa, siamo tutti dei vostri, i soldi li smolliamo più che volentieri, le cose che hai da dire le sappiamo già perché seguiamo con passione tutto quello che pubblichi, se poi il prob è fare pubblicità ai tuoi libri, be' allora quello è un altro discorso!
Detto ciò, tornando alla "calacamonta", mi tocca lamentare la tipica incapacità piemontese di valorizzare le piccole cose che possono produrre ricchezza... possibile che non ci sia in giro un singolo complottista capace di collegare la "calacamonta" almento al reticolo di Hartmann, richiamando migliaia di imbecilli da tutto il mondo che potrebbero lasciare quache manciata di euri negli alberghi e nei ristoranti della zona?
Note:
(1) Ogni volta che parlo di "fortunata coincidenza" mi torna in mente quel passo della raccolta delle lezioni di Richard Feynman che dice: "Immaginiamo di avere un piano inclinato con sezione a forma di triangolo rettangolo i cui lati, per una fortunata coincidenza, hanno lunghezze rispettivamente di tre, quattro e cinque unità". Questa è la mia traduzione letterale del testo inglese a fronte.
La traduzione italiana ufficiale, invece, riportava: "Immaginiamo di avere un piano inclinato con sezione a forma di triangolo rettangolo i cui lati hanno lunghezze rispettivamente di tre, quattro e cinque unità".
Mi chiedo, perché, perché, perché il corpo accademico del nostro disgraziato paese debba essere così arido da non essere in grado di capire/apprezzare/riportare quel piccolo inciso che alleggerendo il discorso e lo rende piacevole e divertente e stimola l'interesse e aiuta ad appassionarsi alla materia?
E come si spiega che i Cicapiani riescano tanto sistematicamente a essere così noiosi e così pedanti e così sentenziosi e così saccenti da riuscire tanto antipatici pur avendo tutte le ragioni di questo mondo dalla loro parte?
No guarda, di fare pubblicita' ai miei libri frega nulla (tanto e' vero che neanche erano in vendita). E come previsto alla fine invece alcuni si sono lamentati perche' ho potuto parlare poco, ed evidentemente erano venuti piu' per sentire la conferenza che per mangiare. Quindi, o Cicappini, mettetevi un po' d'accordo coi voi stessi
RispondiEliminaIo per primo (che Cicappino in senso stretto non sono, pur condividendone appieno la filosofia, quindi non devo mettermi d'accordo con nessuno) sarei stato ad ascoltarti fino alle cinque del mattino visto che ogni volta che mi arriva Le Scienze la prima rubrica che leggo con gran piacere è la tua, e continuerò sicuramente a farlo.
EliminaE' un fatto incontrovertibile che cibo e cultura non sono mutuamente esclusivi, forse un pizzico di rigore sui tempi del servizio avrebbe contribuito ad attenuare la problematica: l'orario lo sapevano tutti, chi c'è mangia gli altri saltano, poi via di conferenza sfrenata, ma comunque eravamo tutti disposti a tirare tardi per ascoltarti.
La mia critica, lo dico sinceramente, deriva dalla sensazione, hai presente quando i guru-ciarlatani della comunicazione ti dicono che nei primi tre secondi ti formi un'opinione delle persone? di un pizzico di arroganza e presunzione di superiorità rispetto al volgo affamato che ho colto dall'atteggiamento e dal tono di voce pur educatissimi con cui hai contestato il menù della serata, mentre casualmente passavo al vostro fianco.
Probabilmente nel mio inconscio sono rimasti stupito di non averti sentito dire, al posto: "poverini, con un menù così ricco e con tutto quello che ho da raccontargli, finiremo di abbatterli uno ad uno per sfinimento!"
Per quanto riguarda la pubblicità ai propri libri è invece del tutto naturale che un autore abbia piacere di farla, è del tutto legittimo e nel tuo caso sono sinceramente convinto che sia legata semplicemente all'orgoglio di uno scrittore di qualità e non alle modestissime royalties che gli editori si degnano di elargire a chi scrive per i loro tipi.
Stai solo all'occhio che se il buon Odifreddi leggesse mai una frase come "di fare pubblicita' ai miei libri frega nulla (tanto e' vero che neanche erano in vendita)" se ne potrebbe partire con un panegirico sui rapporti logici e sulla catena di deduzioni attraverso le quali la verità della proposizione che deve essere dimostrata viene derivata dagli assiomi e da proposizioni precedentemente dimostrate (sì, ho spudoratamente copiato da Wiki!) tale da stroncarci tutti quanti!
Se, come spero, hai avuto la pazienza di leggermi fino a qui, spero ti faccia piacere sapere che questa piccola disputa gastroculturale nulla ha tolto al mio apprezzamento nei tuoi confronti, e sarei anche compiaciuto se con questo mio post fossi riuscito ad accrescere il tuo pH nei miei confronti, che dalla risposta che hai dato sembrava piuttosto bassino! :)
Detto ciò, sperando di essere tornati amici, colgo l'occasione per chiederti/suggerirti di scrivere qualcosa sulla chimica dei noodle tirati a mano, come quelli lavorati in questo video, visto che sembra esserci qualche segreto di stato conservato a costo della vita dagli orientali che ne padroneggiano la tecnica! https://www.youtube.com/watch?v=6rfu1ZHiMP8
Ci sarebbero tante cose da dire sulle Rocchebrune (sono tante) su Feynman e i traduttori (in passato l'ho fatto, anche sul blog, poi mi sono arreso). Sulla noiosità: facciamo l'elenco dei prof. interessanti ma noiosi? Anche a mettere solo i mortalmente noiosi la lista sarebbe lunga. Non mi sembra però che il Bressanini si possa far rientrare in queste ipotetiche liste. Come neppure i cicappini che conosco, la Mautino, Bagnasco, Ferrero, Tomatis et al. (sì dimentico sempre qualcuno).
RispondiEliminaPer contro: Piero Angela si rifiuta(va) veementemente di parlare di matematica, indovinate perché?
Adesso una cosa perso (come dicono i francesi, voi pensate a personale): benvenuto Giorgio! e poi sarebbe bello che domenica 11 maggio facessi un salto al Salone del Libro. Credo ci sia anche il Cicap (come gli anni passati). Anzi controllo e poi ci posto su.
Ciao Juhan, grazie per la pubblicità.
RispondiEliminaPer Giorgio, invece: e va bene, la battutaccia nel titolo non ti è piaciuta. L'articolo nemmeno. Ci sta. Però, oh, mica puoi dire che il CICAP è un branco di noiosi baroni spocchiosi pedanti sentenziosi e saccenti da un singolo articolo su una pagina periferica del sito del CICAP (il buon Odifreddi ci farebbe tutto un discorso sui particolari assurti indebitamente ad universali, immagino).
Non so, mi sembra che ci sia un po' quest'idea del CICAP come uno strano organismo alieno monolitico stile Borg, con tanto di mente alveare d'ordinanza. Siam mica tutti uguali. C'è quello più bravo a scrivere, e quello meno bravo. C'è quello più divertente, e quello più serioso. C'è il barone universitario e quello che all'università non ci hai mai messo piede (che da quello che scrivi, invece, sembra che siamo costituiti al 100% da accademici, cosa che - brrr! - sarebbe davvero inquietante). E poi c'è a chi piacciono le illusioni ottiche e a chi no (a me annoiano, che posso farci?). C'è un po' di tutto. Secondo me, per dire, il Bressanini alla cena è stato proprio bravo, e di spocchioso mi sembra abbia avuto ben poco.
Dai, che se passi a trovarci al Salone, magari ti rendi conto che siamo meno peggio di quel che sembriamo (o magari che siam pure peggio, vai a sapere).
Un saluto da una fanciulla del CICAP Cuneo (quelli della "calcamonta" di Roccabruna).
Che ora torna a sfidare impavidamente le forze del Male... :)