Da bambina e ragazza son sempre vissuta
con la compagnia di cani (cocker): l'ultimo, Ajax von
Berghem detto dapprima Ajace e successivamente Gollo, abbiamo dovuto
lasciarlo dai miei genitori perché nella casa in affitto in cui
vivevamo non era consentito tenere animali!
Eravamo rassegnati a non tenerne più,
pur avendo cambiato casa e città, quando in un'estate al mare una
gatta nostra amica di nome Silvestro (!) portò nel nostro giardino
la sua cucciolata appena svezzata: i miei figli non vollero intendere
ragione, uno dei gattini doveva ripartire con noi!
A questo punto mi
sono fermamente opposta: un micio da solo in casa, con tutti noi al
lavoro o a scuola, sarebbe stato troppo triste! Dovevamo portarcene
via due!
E così fu. Scegliemmo quello che
evidentemente era più propenso alla vita in casa (Sinuhe), e uno dei
suoi fratelli, il bellissimo sfuggente Chimera. Rimasero là Rino (da
“rospicino” per un difetto di nascita) e Napoleone (per il suo
carattere intraprendente).
Il viaggio verso casa rimane
memorabile: per portarli via avevamo usato una cesta di vimini con
coperchio che era in casa, non avendo né potendo comprare lì
un'apposita gabbietta. In auto stavamo già un po' strettini, per cui
mettemmo la cesta nel bagagliaio, con lo sportello opportunamente
fissato semiaperto. Quando a metà strada ci fermammo per una sosta,
quasi svengo nel vedere entrambi i mici seduti nel vano portabagagli,
fuori dalla cesta! Solo un
miracolo (o la paura del rumore e del traffico) ha fatto sì che non
si buttassero giù...
L'anno successivo,
all'arrivo al mare, siete liberi di non crederci, ma i tre fratelli
(Rino nel frattempo era sparito) si riconobbero e si ritrovarono con
piacere. Ma già l'anno dopo Napo non c'era più...
Purtroppo, dopo poco più di cinque
anni Sinuhe (non è mai stato chiamato così tranne la prima volta)
divenuto Nipe (da “catnip” o erba gatta) morì. L'anno successivo
entrò nella nostra vita, per rimanerci 16 anni, il grande Flippo.
Flippo |
Grande non per dimensioni, ma per il suo carattere... Innanzi tutto
Chime se ne innamorò a prima vista, e fino all'ultimo suo respiro lo
coccolò e protesse con cura materna.
C'era di che: grigio, con sfumature a
volta rosee a volte azzurrine, con stupendi occhi verdi, il mento
volitivo che ne rispecchiava il carattere, da piccolo era tutto
orecchie e zampe, e l'abitudine di tenere la coda eretta a punto
interrogativo gli diede il nome, da Pflip, il “gangarone” di Eta
Beta (per chi sa di cosa parlo).
Flippo era un gatto da boudoir, amava
stare con le donne, da piccolo era un rapitore di reggipetti
incustoditi (eravamo tre donne...) che arraffava e portava in giro
per la casa. Amava anche osservare l'acqua che scorreva, ma
soprattutto era un grande amante della buona cucina. Riconosceva le
ricette che gli piacevano dagli attrezzi di cucina che riunivo, ancor
prima di vedere gli ingredienti...
Flippo seccato per il ritardo della cena |
Qualche mese dopo la morte di Chime, a 15 anni,
entrò in casa Ross, al momento ancora senza nome perché
teoricamente avremmo dovuto solo fare da tramite fra la sua casa di
nascita (di una professoressa di matematica) e quella di una collega
di mia figlia, che però all'atto pratico non lo volle più.
Flippo gli fece subito capire chi fosse
il Micio Alfa, e il piccolo Ross, già timido e introverso di suo,
finché visse Flippo si mantenne sempre in secondo piano, pur avendo
anch'egli una notevole personalità.
Ross sviluppò un amore
viscerale per mio marito, che considerava forse il suo difensore visto
che Flippo era a tutti gli effetti il mio gatto (i ragazzi già vivevano fuori casa al momento del suo arrivo).
Dopo i primi anni,
in cui in cuor suo gli rinfacciava il suo arrivo non richiesto, anche
mio marito si arrese a tanto amore e lo ricambiò. A quel punto
avevamo un piacevolissimo ménage a quattro (già vivevamo qui) e
quando comprammo il terreno vi passammo dei bellissimi periodi
insieme.
Purtroppo durò poco, come ho detto
pochi mesi dopo aver compiuto 16 anni Flippo morì. Ross, pur
essendogli molto affezionato, parve quasi sollevato da un peso... Nei
sette anni in cui fu il solo e unico, la sua personalità si espanse,
mentre cresceva l'unione con il suo idolo umano e la sua gelosia.
Ma il destino era in agguato. Una
piovosa sera di ottobre, di ritorno dall'ospedale dove mi trovavo,
mio marito vide alla luce dei fari... Ross, in mezzo alla strada! Si
fermò vicino a lui, aprì la portiera, lo arraffò per la collottola
e lo scaraventò dentro, sgridandolo per essersi allontanato tanto da
casa (stavamo ancora nella casetta in campagna, malgrado la stagione
avanzata, proprio a causa della mia operazione). Poi lo guardò
meglio, e si rese conto che non si trattava di Ross, ma di un
cucciolo dagli stessi colori, giallo aranciato e bianco.
Arrivato a casa, mi telefonò tutto
eccitato in ospedale “Ho trovato un cucciolo!”: tutte le mie
amiche degenti si rallegrarono insieme a me.
Nei primi tempi dopo il mio ritorno
(nel frattempo ospitavamo nel patio una gatta abbandonata,
evidentemente abituata a vivere in casa, che avevo iniziato a cibare
prima del mio ricovero) mio marito non era affatto intenzionato a
tenere il micio, e anzi non gli permetteva di entrare in casa perché
non si abituasse.
Del resto, mentre il piccolo
giocherellone cercava di fare amicizia con la gatta e con Ross,
veniva sdegnosamente rifiutato dai due, che comunque non andavano
d'accordo neppure tra loro.
Alla fine dovemmo portare la gatta al
rifugio cui contribuiamo economicamente mentre Dos (= due in
spagnolo, perché quasi copia dell'altro) rimase con noi. Ben presto
divenne molto più grande e robusto, ed è di carattere dolcissimo e
pacioso (dal veterinario si trasforma in una velocissima e fortissima
girandola di unghie da sei chili e mezzo, tre persone non bastano a trattenerlo).
Ma quando un anno e mezzo più tardi, a quindici anni, Ross morì, non gli aveva ancora perdonato l'intrusione e di avergli
distolto una parte dell'amore del suo idolo.
Ora c'è solo Dos...
Si è commosso anche Pico a questa saga. Che dire? Bau!
RispondiEliminaprezzemolo dice miaaaooooooo!!!
RispondiEliminaGià, i nostri amici animali...
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