sabato 10 gennaio 2015

Il brutto è quando si arriva all'autocensura

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Stavo pensando di ricominciare a scrivere un po' di tutto quello che mi passa per la testa, e dunque la tentazione di riaprire un blog personale è molto forte.
Ma ogni volta c'è sempre qualcosa che mi trattiene: la paura di subire pressioni e molestie.

In questi anni ho cambiato qualcosa come almeno una sessantina di blog, e tuttora solo Snow and Fire è rimasto aperto, anche se ridimensionato...

Il fatto è che, oltre a non sapere di cosa scrivere e parlare effettivamente (anche se ci sarebbe tanto che vorrei dire...), succede sempre che la tentazione di chiudere e lasciar perdere diventa di giorno in giorno più forte.

Su Internetz non si è certo mai anonimi, ma la mia paura più grande è che certe persone arrivino alla mia reale identità e comincino a molestarmi e fare pressioni sulla mia vita, anche se come ho detto, sono anni che vorrei aprire un blog personale e parlare di tutto ciò che mi va, liberamente.
Ovviamente anche di me stesso e dei miei errori.

Ma non ci riesco.
Perché?

Perché vorrei anche parlare di politica, religione e scienza con il piglio satirico dei blog che ho apprezzato di più in questi anni, ossia da quando ho una connessione internet stabile: da OdioStudioAperto a Blog Log III di Prefe, da Spaghetto Volante a 7yearwinter di Bucknasty, da Razionalismo vs Religione a Le Malvestite, per finire con ScaricaBile e la Palestra di Luttazzi..

Ora.
Io non sono e non sarò mai uno famoso, e non penso affatto che prendendo per i fondelli e criticando certe ideologie e persone io rischi la vita come è successo per il caso Charlie Hebdo.

Ma siamo in Italia.

Qui non si può esprimere una propria opinione, idea o critica contro la religione tal dei tali, contro il partito tal dei tali, contro la persona o l'ideologia tal dei tali senza venire pesantemente insultati, minacciati e a volte anche molestati per mesi e mesi.

Le persone in questo paese non arrivano a ucciderti e torturarti... semplicemente perché non possono e sono codarde.
Ma molto spesso arrivano a minacciarti e fare pressioni e molestie perché tu non possa più in alcun modo esprimere la tua opinione, per quanto civile e pacata sia.

La politica e la religione sembrano inquinare tutto.. anche i rapporti personali.
Nella vita reale come nei social networks.

Così nelle ultime ore, ma anche negli ultimi mesi, ho dovuto più e più volte autocensurarmi.
E non potermi esprimere appieno su tutto ciò che vorrei mi pare di una violenza inaudita.

Non solo in queste ore ho dovuto evitare tutto ciò che fosse considerato troppo offensivo da "cristiani razionali" (e non pensate sia un ossimoro?), ma mi sono pure ritrovato alcuni insospettabili amici a pensare che quella di Charlie Hebdo non sia satira.
Che fondalmentalmente se la siano meritata, perché esageravano ed erano troppo "offensivi"...



Oh oh oh.

Cari amici, lasciate allora che vi dica che della satira non avete capito un emerito cazzo.

La satira è dissacrante, volgare e offensiva per sua natura. Il problema non è certo il buon gusto.

L'unico limite che dovrebbe avere, come fa notare Luttazzi, è quello di non denigrare e dileggiare una vittima, stando dalla parte dei carnefici.

La satira si antepone ai giochi di potere ed ai tabù, ai carnefici che da vigliacchi si fanno passare per vittime per usare una tragedia per i loro scopi criminali.
E sì, mi sto riferendo anche a quegli sciacalli delle Lega, vedi alla voce Salvini.

La satira è il bambino che urla che il re è nudo, che scopre il ridicolo e che riporta tutti con i piedi per terra.

Perciò se non capite questo, non dite "Je suis Charlie", perché non lo siete.




Chiusa parentesi, parlavo dell'autocensura e della mia proverbiale attitudine ad aprire blog che poi chiudo per paura di ritorsioni.

In molti casi negli ultimi mesi sui social network come Facebook, ho dovuto autocensurarmi o usare impostazioni di privacy particolari per impedire a certe persone di rompermi il cazzo, gridando ai quattro venti quanto siano offese, minacciandomi di togliermi dalle amicizie.

E lasciatemi parlare anche di questa tecnica.

Molti dei miei contatti hanno idee molto simili alle mie ("chi si somiglia si piglia"), ma capita a volte di non essere d'accordo o di notare alcune imprecisioni.

Ebbene le lamentele sono sapientemente evitate timbrando lo status con affermazioni che subdolamente si dovrebbero leggere come "E se non siete d'accordo con me, quella è la porta!".
Alcuni addirittura arrivano a impedirti di pubblicare ciò che vuoi, inserendo nei loro status frasi come "E se vedo nei miei contatti anche solo un accenno di consenso a questa faccenda, farò piazza pulita".

Questo mi impedisce da anni di pubblicare anche un solo articolo di Marco Travaglio sulla mia bacheca, che un tempo per me era un mito, e lo è ancora.

E non si tratta solo di Travaglio, ma di guerre tra poveri di ogni colore e partito politico.

Non solo non posso pubblicare qualcosa contro Grillo, Renzi o Berlusconi, ma se domani uno di questi esprimesse qualcosa di condivisibile mi sarebbe perfino impossibile postarlo, o sarebbe come prendere le parti di una fazione.

Juhan mi ha detto più volte che dovrei avere il coraggio delle mie idee, eppure io sono solo.
Ed ho una paura tremenda di perdere anche solo una delle tante amicizie che ho costruito con fatica in questi anni nel webz.


Sì, amicizie costruite nel webz, perché? Internet che ormai considero una gigantesta, titanica e incommesurabile montagna di merda.
Non è più possibile, dicevo all'inizio di questo post, perdendo poi il filo, esprimere la propria opinione in un forum o in un social network senza ricevere risposte incompetenti quando non senza senso. E quando arrivano risposte è già tanto.
Certi falliti esistenziali vivono solo per sfogare la propria rabbia repressa nei forum e nei vari social networks, per questo oramai è impossibile costruire qualsiasi dibattito costruttivo.
E poi ci lamentiamo del digital divide?
Hai voglia di parlare di netiquette e condivisione della cultura con certi analfabeti...


Detto questo, credo che almeno finché non sarò almeno un po' più propriamente mentalmente stabile e preparato, non aprirò nessun blog personale.

E ringrazio che esista Il Tamburo Riparato, ringrazio Juhan e Bruna, perché penso che ancora per qualche anno continuerò a scrivere qui e solo qui.

E questi erano i miei due cents sulla vicenda Charlie Hebdo.
L'ho tirata un po' lunga, ma in fondo ne è valsa la pena.

4 commenti:

  1. Certi web-amici è meglio perderli se in qualche modo ti impediscono di esprimerti come vorresti.

    Io ti dico sinceramente che non sempre sono del tutto d'accordo con alcune cose che scrivi tu o Juhan su politica e religione (nel senso che non amo molto parlare di questi due argomenti), però apprezzo moltissimo la sincerità e la schiettezza con cui lo fate. Rispetto ed ammiro chiunque si esprime, si espone; io per alcune cose sono ancora un po' troppo "codardo".

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  2. Serpico hai tutta la mia comprensione. Io vivo in un ambiente come il tuo, padagno forte con i preti che hanno la verità in tasca ed è sempre una cosa comoda per i padagni locali. Prepariamoci a una stagione di Salvini, resistendo per quanto possibile (tanto io sono avvantaggiato perché sono vecchio).

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  3. Ti ho seguito fin qui dal tuo blog.

    Primo: bel posticino. :)

    Secondo: Ser, come ti dico sempre, non ti devi far abbattere così dalle persone.
    Il discorso è lungo e ovvio, ma lo ripeto perché sono un fanfarone cronico.
    Innanzitutto, siamo 7 miliardi di persone: è statisticamente impossibile andare d'accordo con tutti.
    In secondo luogo, l'intelligenza, come tutte le cose preziose, è rara: saranno pochissime allora le persone che, pur non essendo d'accordo con te, non si mettono a 'romperti le scatole'.
    C, tutti e due sappiamo bene come sono le persone su internet: su internet non sempre c'è rispetto come nella realtà. Non c'è contatto visivo, che è quello che fa la differenza. Per questo allora su internet esistono i troll, su internet le persone dicono le peggio scemenze, su internet le persone si mettono i piedi in testa l'un l'altro: non si guardano in faccia, quindi non possono provare vergogna delle loro azioni. Anche i moderatori dei forum spesso con certi soggetti possono fare ben poco: uno li sbatte fuori a calci nel sedere, ma non è che quelli i calci li sentano davvero: continueranno, come sempre, a fare i deficienti, magari ancora più convinti di essere dei gran furbi o dei poveri martiri.

    E allora, come mi chiedo sempre, che fare?
    Fai che, innanzitutto, tagli un po' di 'rami secchi'. Ora, è piacevole e benefico avere un confronto con chi non la pensa come noi. Ma dall'altra parte ci deve essere un atteggiamento costruttivo, positivo: se l'altro è solo uno a cui non frega niente di confrontarsi con me, di stare a sentire quello che ho da dire, ma vuole solo dar fiato alla sua bocca e avere un pubblico che lo lodi e lo sbrodi pure mentre magari congeda con insulti e provocazioni chi non è d'accordo con lui (e noi di conoscenze del genere in comune sul web ne abbiamo, no?), allora può pure andarsene in quel posto. Taglia questa gente. Taglia chi non è capace di avere un confronto con te in maniera pacata e rispettosa e vuole solo opprimerti e insultarti.

    Riguardo poi al problema della propria identità: sarebbe sempre meglio, secondo me, dividere la propria identità sul web da quella reale. Io ho fatto così: pochissimi conoscono entrambe, e si tratta comunque di tutta gente conosciuta sul web con cui non ho altri contatti al di fuori del virtuale. Cerca pure tu di tenere separate le due cose, altrimenti diventerà ancora più difficile liberarsi di eventuali rompiscatole.

    Riguardo all'auto-censurarsi: mai. Se una cosa è vera e si hanno le prove a dimostrarlo.
    Io piuttosto parlerei di auto-moderazione: innanzitutto, ci sono sempre, grazie alla ricorsività del linguaggio umano, infiniti modi di dire la medesima cosa: non ci costa nulla dire le cose in maniera pacata e gentile, ma pur sempre chiara e limpida. Anzi, potrebbe indurre anche chi altrimenti sarebbe lì pronto a ribatterci causticamente a più miti consigli. Ho testato personalmente questo meccanismo su Answers: se ricordi, persino i, come li chiamavamo, 'cattolebani' più accaniti erano arrivati ad apprezzarmi e a parlarmi con rispetto e pacatezza, perché io per primo avevo preso ad esprimermi in quel modo con loro.
    E' un modo per 'disinnescare la bomba', se vuoi. Funziona, almeno con le singole persone.

    Su tutta la vicenda di Charlie e della satira non ho molto da dire, quindi non mi pronuncio.

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