martedì 13 novembre 2012

Cosmetica: universo di bellezza.

Kαλὸς καὶ ἀγαθός (kalòs kai agathòs) (*)



No, non vi parlerò di ciclodestrine, di nanoparticole, di fosfolipidi e compagnia.
E neppure dell'uso dei cosmetici dalla notte dei tempi ad ora: da quando l'uomo primitivo usava i coloranti per mimetizzarsi nella caccia o per esorcizzare i suoi dei, all'epoca dei raffinati egiziani che usavano unguenti profumati da olii essenziali, resine naturali, estratti di piante e spezie e quello che ora chiameremmo maquillage, per passare poi agli antichi greci che non erano da meno, per non parlare dei romani, che dopo un primo periodo direi austero si scatenarono poi in mollezze e frivolezze tra cui la cura eccessiva del corpo. Be', se non altro i romani curavano molto l'igiene personale e il bagno, abitudine che andò scomparendo a poco a poco nei secoli successivi e praticamente fino quasi ai nostri giorni! È noto per esempio come nelle ricercate corti francesi che ci ricordano minuetti e crinoline l'uso spropositato di profumi nascondesse il fetore dei corpi, così come le parrucche incipriate gli allevamenti di pidocchi...

Digressione. È curioso come tra i greci fosse diffusa l'abitudine di schiarire i capelli con sostanze apposite, abitudine ripresa poi in tutta l'Europa meridionale una volta passato il Medio Evo (in cui si tentò di tornare all'austerità anche in questo settore), abitudine che è arrivata fino ai nostri giorni: da cosa deriverà questa smania per il capello biondo? L'unica spiegazione che riesco a darmi è che i bambini spesso hanno naturalmente i capelli chiari, che poi virano al bruno con l'età: evidentemente l'inconscio crea un nesso mentale tra la biondezza e la giovinezza, che è poi quello che si cerca di simulare, insieme alla buona salute, con i cosmetici e soprattutto con il maquillage.

Nei ceti più elevati era di rigore avere o fingere una pelle rigorosamente bianca che denotasse la non appartenenza alla classe lavoratrice, così esposta ai raggi del sole nei campi: questo fino ai nostri giorni, ora è la pelle abbronzata quella che evoca vacanze fuori stagione in luoghi esotici, mentre il “volgo” sbianca al chiuso di un ufficio o di una fabbrica. ;-)
(Non per niente hanno ideato gli autoabbronzanti, che funzionano colorando lo strato superficiale dell'epidermide, il cosiddetto strato corneo composto da cellule morte)

La cosmesi conobbe una stasi nell'epoca vittoriana, quando in pratica era socialmente consentita solo la cura dei capelli (ma le donne che volevano essere à la page non dovevano più simulare una buona salute, anzi al contrario era di moda essere romanticamente tisiche: oltre a stringersi in busti che senza mezzi termini definisco criminali, a rifuggire dal sole e a colorare la pelle di bianco, arrivavano addirittura a bere aceto nella speranza di ammalarsi della malattia degli artisti e dei poeti).
Geisha- il colore bianco della pelle  si otteneva con biacca, pigmento tossico a base di piombo
È da notare come molte delle sostanze usate nei secoli per uso cosmetico siano blandamente o fortemente tossiche, molte sono derivate da metalli pesanti, perfino da arsenico...  (**)
Del resto, anche nei rossetti per le labbra moderni sono contenute in genere piccolissime percentuali di composti di piombo. Ora si parla di eliminarli del tutto, in fondo si sa che sono neurotossici e a poco a poco si accumulano nell'organismo, potendo tra l'altro passare attraverso la placenta ai feti. 
Ma d'altro canto sali di piombo si trovano nel khol a base di galena (solfuro di piombo) usato non solo nell'antico Egitto ma in varie zone dell'Africa e dell'Asia, sia per scopi cosmetici sia, pare, per proteggere gli occhi con il suo potere battericida.

Ma, come ho premesso, non è di questo che voglio parlarvi.
Quello che vorrei farvi notare invece è che attualmente i cosmetici in senso lato (creme varie, profumi, maquillage, prodotti di igiene personale), ormai in gran parte eliminati i tossici derivati dai metalli pesanti, contengono quasi tutti una scelta di ingredienti dal nutrito gruppo di migliaia di molecole il cui uso è stato ormai accertato come sicuro, molte già in uso ancor prima che venissero approvate le leggi in vigore attualmente.
Ecco qui per esempio la composizione di alcuni cosmetici che ho in casa (crema per il corpo, per le mani, per il viso, profumi...). 
creme per il viso



crema per il corpo
concentrato Omega 3 6 9

eau de toilette
Noterete che hanno molti componenti in comune (compresa l'acqua, prima in elenco perché ingrediente principale, esclusi i profumi in cui appare al secondo posto dopo l'alcol). Dietro ai misteriosi nomi scientifici si nascondono anche l'olio di vinaccioli, la vitamina E, l'olio di cocco, l'olio di mandorle dolci... Confrontate con i cosmetici che usate voi: vedrete che anche questi in gran parte hanno gli stessi ingredienti. Le differenze fra i vari prodotti riguarderanno soprattutto l'ingrediente “chiave”, quello caratterizzante (profumo, principio attivo specifico...).


Sono comunque tutte sostanze in uso da almeno decenni se non secoli, quindi ormai sicure a parte eventuali allergie individuali. A questo proposito vi invito a leggere questa notizia pubblicata da Monica Marelli, fisica. Ecco, anch'io sono allergica a un profumo, non Chanel nº 5 ma Trésor, che non solo appare alle mie mucose nasali come il tanfo che emana l'acqua in cui da giorni marciscono fiori, ma mi dà anche accessi d'asma. Ma si tratta di casi individuali, sarebbe assurdo, come dice Monica, interdire il prodotto perché non va bene per qualcuno, così come lo sarebbe proibire un alimento perché qualcuno può averne una intolleranza. Questo vale particolarmente per i profumi, genere non di prima necessità!

Ma si sa, i produttori di cosmetici, così come i produttori di farmaci, “si curano in salute” come si dice in Spagna, ovvero cercano di prevenire eventuali denunce accompagnate da richieste di risarcimento dei danni. Perciò i primi usano lo stesso metodo dei secondi, cioè il famigerato “modello animale” ovvero sperimentazione - a questo punto più che superflua - di ogni singolo ingrediente su cavie animali, che vengono sottoposte a ogni tipo di tortura per poter “garantire” l'innocuità del prodotto: se a causa di una intolleranza individuale il prodotto stesso risultasse nocivo, il produttore sarebbe salvaguardato dalla legge (come avviene per le aziende farmaceutiche) per aver ottemperato a questa trafila.
Per fortuna, come ho detto, la stragrande maggioranza di queste sostanze è stata provata innocua dall'uso ripetuto negli anni quando non nei millenni: infatti, se ci si dovesse fidare della sperimentazione sugli animali, si potrebbero avere brutte sorprese!
logo dei cosmetici cruelty free
La Food and Drug Administration, per esempio, ha calcolato che ben il 92% della sperimentazione su animali non è trasmissibile all'uomo, in quanto organismi diversi si comportano in modo diverso di fronte alla stessa sostanza. Un altro 4% deve essere ritirato dal commercio temporaneamente o definitivamente a causa di gravi effetti collaterali non emersi durante le precedenti sperimentazioni ma solo con l'uso pratico sull'utente finale. Questo vale per i medicinali, ma vale ugualmente per le sostanze alla base dei cosmetici. E vale anche per detersivi, pitture, colle ecc.
Le organizzazioni sorte a difesa degli animali sono riuscite ad ottenere che l'Unione Europea bandisca a partire dal 2013 la sperimentazione animale sui singoli ingredienti dei cosmetici (già dal 2004 è proibita tale sperimentazione sul prodotto finito). Purtroppo però tale divieto può essere aggirato semplicemente usando la sostanza anche per un uso non cosmetico: solo il 10% degli ingredienti base dei cosmetici è utilizzato solo per questo scopo, il 90% circa è ingrediente comune anche ad altri prodotti, quali lucidi per le scarpe, vernici, colle, detersivi... per i quali non ci sono proibizioni di sperimentazione animale.
Quello che occorrerebbe fare è bandire in toto la dubbiosa sperimentazione animale, da ogni ambito.
Per fortuna a poco a poco, nonostante gli scarsi finanziamenti concessi a questo tipo di ricerca, si sta cercando di sostituire il modello animale con una sperimentazione più efficace, con metodi innovativi e moderni. Per esempio, si sta sperimentando, credo in Svezia, un metodo di determinazione dell'allergenicità di componenti cosmetici basato su colture di cellule umane.
Io comunque uso esclusivamente prodotti non testati sugli animali, composti per lo più con ingredienti vegetali, a parte la famosa crema dal barattolo blu.



Ma come funziona la cosmesi?

A parte il maquillage o trucco (già la parola indica un inganno) che finge colori o sembianze lontani dalla realtà, la cosmesi si avvale di prodotti, per lo più a componente grassa, che spalmati sulla pelle penetrano almeno parzialmente nel primo strato dell'epidermide , quello come si è detto corneo formato da cellule morte fortemente cheratinizzate (meglio se il primo velo di questo strato corneo viene asportato mediante il cosiddetto peeling prima dell'applicazione del cosmetico). 
 Tale strato superficiale viene dapprima inumidito dalla componente acquosa, permettendo così alla componente lipidica di penetrare tra i vari strati di cellule cornee, restituendo un certo turgore. È chiaro che l'effetto non può che essere temporaneo, solo un'applicazione costante e prolungata nel tempo può dare risultati meno effimeri.

Ma alcuni cosmetici promettono il miracolo di cancellare le rughe o di ridare elasticità e fermezza ai lineamenti. Non credeteci, le rughe si formano nello strato sottostante all'epidermide, nel derma, così come la diminuzione graduale nello stesso di collagene ed elastina a poco a poco fa avvizzire la pelle e la rende meno elastica.


Però le creme al collagene non possono arrivare fino al derma, non illudetevi. Lo stesso effetto sulla pelle potrà farvi una carissima crema al caviale (!) o alla placenta che una emulsione casalinga di olio d'oliva extravergine in una base acquosa o leggermente alcolica come può essere un “tonico”.

Credo che più dei cosmetici sia efficace per mantenere più a lungo la giovinezza non solo della pelle un comportamento corretto fin da giovani: evitare di eccedere con il sole e l'abbronzatura, assumere con l'alimentazione tutte le sostanze occorrenti alla buona salute della pelle e sufficiente acqua, evitare di fumare ecc.
Una volta ho visto un documentario televisivo in cui alcuni anziani andalusi mostravano la pelle del volto e delle mani straordinariamente “giovane” rispetto alla loro età anagrafica: lo spiegavano con l' abitudine fin da giovani di massaggiare la pelle con il loro olio d'oliva...
Certo, un metodo così “ruspante” non offre lo stesso piacere che stendere e massaggiare sulla pelle una morbida crema profumata... in fondo, gran parte del fascino della cosmesi consiste proprio in questi gesti autogratificanti, indipendentemente dal risultato estetico che si ottenga!


Piccolo glossario
cosmetico prodotto per l'igiene corporale o per migliorare l'estetica. Dal greco "kosmeticòs", "atto a rendere bello" . Ha la stessa radice di “cosmo”, universo
profumo etimologicamente deriva da “fumo” (nell'antichità le sostanze profumate venivano usate bruciandole per far sprigionare gli aromi)

cipria polvere finissima a base principalmente di talco, caolinite, amido di riso o di mais (sì, quello che in cucina si chiama Maizena!), pigmenti naturali o sintetici, profumo. Il suo compito è di rendere la pelle vellutata e di colore omogeneo; può anche nascondere piccolissime rughe o imperfezioni della pelle
lozione cosmetico fluido o acquoso, a volte blandamente alcolico. Il nome deriva etimologicamente da “lavare”

collageno


collageneIl collagene (o collageno) è la principale proteina del tessuto connettivo … nell'uomo (rappresenta) circa il 6% del peso corporeo”.(Wikipedia)
elastina Wikipedia la definisce come una proteina elastica che permette a molti tessuti organici di tornare alla loro forma originaria dopo essere stati sottoposti a forze di stiramento o contrazione



metilparaben
metilparaben oltre ad essere lo pseudonimo di un celebre blogger, è una sostanza che si usa in molte preparazioni perché è un conservante antimicotico 

allantoin
allantoina può essere ricavata dall'urea o da vegetali; ha propretà surfattanti, è antiossidante pertanto combatte i radicali liberi, ha proprietà idratanti, accelera la sostituzione di cellule vecchie con le nuove


tocoferolo vitamina E, antiossidante liposolubile
lecitina o fosfatidilcolina è un fosfolipide che viene utilizzato in cosmetica come emulsionante di miscele idrolipidiche, cioè non consente la separazione della componente acquosa dalla componente grassa
lanolina si ottiene dal vello della pecora come sottoprodotto della lana, ha proprietà emollienti
nanoparticole in cosmetica vengono utilizzate per veicolare gli ingredienti, permettendo un migliore assorbimento da parte della pelle

paraffina miscela di idrocarburi solidi
glicerina sostanza umettante che si ottiene nella saponificazione di oli vegetali (ma anche di grassi animali)
pantenolo  forma stabile della vitamina B5
ciclodestrine sono una famiglia di oligosaccaridi, si ottengono per degradazione enzimatica dell'amido, principalmente quello di mais; dotate di un esterno idrofilo e una cavità idrofoba, possono servire per veicolare molecole di principi attivi contenute nella cavità, proteggendole nel contempo dall'ossidazione e liberandole gradualmente


idrossido di sodio NaOH detto anche soda caustica: stupisce trovarlo nella composizione di una crema per il viso, evidentemente la percentuale deve essere minima... d'altra parte, viene usato anche per addensare il gelato!


(*) bello è buono, secondo gli antichi greci: una valutazione etica di una caratteristica estetica
(**) consiglio la visione di questo post con relativo video

Questo post partecipa al 22º Carnevale della Chimica ospitato da Margherita Spanedda in unpodichimica


1 commento:

  1. Bel post! In questi casi mi pento di non aver accettato di insegnare anche cosmetologia! Lo farò leggere alle mie ragazze in classe!

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