venerdì 30 novembre 2012

Di Girolamo editore

Non so se capita solo a me.
E se sia una cosa grave.
E se ci sia un rimedio una cura (anche 'meopatica, va!).
Certo che ti mi blocca, quando capita poi non riesco a fare altro.


Adesso vi spiego. Intanto sto bene, poi mi è già passato, và!
Dunque quando uno (me) viaggia con il pullman e questo ci mette parecchio tempo per arrivare dove deve (cioè il più vicino a dove devo io, comunque abbastanza lontano da dove va lui) la cosa migliore è portarsi dietro qualcosa da leggere. Come oggi.
Ma non sono riuscito a leggere neanche una pagina! Colpa del segnalibro.

Non nel senso che mancasse o non facesse il suo dovere, era tutto OK. Colpa mia, o di chi ha fatto il segnalibro, o di chi l'ha commissionato.
Sì perché questo segnalibro ce l'ho da tempo, usato per più libri (uno alla volta, certo) e aveva sempre funzionato. Oggi invece mi cade l'occhio su di lui, vedo il logo e mi dico "toh!". Così dopo ho letto il segnalibro, non che ci fosse molto da leggere, più che altro l'URL dell'editore Di Girolamo.

Voi direte: "E allora?"
Allora niente, mi è piaciuto, piccolo, sobrio, una di quelle cose che avrei voluto fare io.
Appena mi è stato possibile ho aperto il sito. Ecco di Di Girolamo non credo di aver nessun libro ma al prossimo salone lo voglio visitare.

Mystero aggiuntivo: ma è siciliano come Sellerio. Non è che c'è qualche 'nfluenza strologica di mezzo?

giovedì 29 novembre 2012

Titoli della West Padagna

Non so chi me l'ha detto, probabilmente una twittata ma non riesco a rintracciare la fonte. Peccato perché è una cosa notevole. Adesso vi spiego.

Allora c'è questo sito, bel titolo, questo



Il post L'improbabile  contiene una chicca davvero pregevole: Improbabile dizionario degli insulti cuneesi (e del micromondo a sud di Cuneo).

Über-fantabuloso. anzi di più! Io l'ho scaricato e iniziato a leggere sul Kindle, la sera. E lo consiglio, con le avvertenze che vado a contarvi.

Intanto comincia con la prefazione del mitico Alessandro Bonino, quello di Spinoza, lo conoscete tutti vero? (Spinoza almeno dovreste o in che mondo vivete?). Che poi è anche quello di "E io che mi pensavo".

Bon, la presentazione sono due pagine e questo basta. Veniamo al dunque. L'introduzione richiama l'estrema variabilità del dialetto (una volta, quando ero giovane, era facilissimo scoprire di che paese era uno dalla parlata, poi le cose si sono confuse, come la storia di Babele). Bello e condivisibile anche il modo di scriverlo, basato sull'italiano anziché sulle vecchie specifiche. Solo un paio di appunti: lo iato (dimmi te che parole devo tirare fuori) s-c (dal latino ex-c) lo rende sottosegnando sc, parei sc. Io preferisco s-c. Poi c'è la J, brutta bestia: gli europei non si sono mai messi d'accordo, anzi si sono accordati di fare ognuno diversamente. L'anonimo autore la fa funzionare come i romani, come si usa per dire Juve, io no: vado con gli inglesi.
Poi parla di insulti: secondo me no, non sono insulti come spero di dimostrarvi.
Dimostrazione facile, eccola: sono arrivato solo fino a pagina 24 (e si parte da 10) tre capitoli. Non saprò mai come va a finire ma OK, va bin parei.

Negli ultimi tempi, diciamo dal decennio precedente la discesa in campo di Silvio, il numero delle aziende agricole da noi è molto diminuito, quelle rimaste si sono ingrandite, almeno il doppio di com'erano. E non basta: c'è molta più collaborazione continuativa. per esempio da noi è nata Agri Energy per la produzione di energia elettrica da biomassa, ha parecchi soci e non produce abbastanza di suo, deve comprare. E i soci si riuniscono spesso e spesso da noi, ospiti di Nonna che continua a portargli il caffè (anche per tenersi informata). I vari soci si devono riunire per tutto perché non si fidano l'un l'altro (avete presente l'Assemblea di Atene?). Ogni riunione è preceduta da infinite telefonate, a me tocca sentirne, non volutamente, parecchie. E il titolo che precede il nome di chiunque è qualcosa da scegliere tra balengo, badola, pistafüm, fanian, bun-a-niente, deficient, burich. Sempre.

Ecco, non sono insulti ma titoli onorifici, come dire il signor Rossi o il dottor Bianchi.

Poi hanno ragione i nostri campagnin a sentirsi cuneesi irredenti: io conosco tutte le parole, fin dove sono arrivato certo ma per induzione... Prova te a andare a Türin, capace che trovi un cinese, un moru, un 't sas nianca ti. C'è un mio amico di Vinöv che insegna al Poli, in inglese. Oh, già!


Il post di ieri sui west-padagni-mai-stati-leghisti ha battuto il record negative di visite. Chissà questo.

mercoledì 28 novembre 2012

Il peculiare concetto di comodità che hanno i gatti


Qualche giorno fa uno dei nostri commentatori (Bit3Lux) accennava alla strana scelta del suo gatto rispetto al luogo dove dormire. Conoscitrice di gatti, non mi sono stupita, però ho deciso di scrivere un post sull'argomento. Premetto che sarà piuttosto corposo in quanto a fotografie, non saprei proprio quale eliminare...

I gatti acrobati




 Diversi mesi fa un mio amico opinò che una foto pubblicata su Facebook fosse falsa o ritoccata, perché non gli pareva possibile che un gatto riposasse nella posizione mostrata. Pubblicai allora altre foto, credo anche del mio proprio gatto, per dimostrargli che si sbagliava.

I gatti penduli
















Certo, la loro strabiliante agilità consente loro le posizioni più variate.
In effetti i gatti, così come per il cibo, sono abbastanza estrosi nelle loro scelte per il riposo. Tutti sanno per esempio della passione dei mici per le scatole di cartone, quanto più sproporzionate possibile alla loro mole...

I gatti in scatola





















Un'altra cosa che ho notato in più di trent'anni di convivenza con loro è che adorano sdraiarsi sopra la carta: un pezzo di carta piccolo a piacere caduto in terra li attira, non riescono ad esimersi dallo sdraiarcisi sopra. Figuriamoci quando la carta è rappresentata da un documento importante sopra una scrivania... Quel che conta è non sdraiarsi sulla nuda terra, quello lo lasciano fare agli animali...



In generale amano quella che anche noi consideriamo comodità: un letto, un divano, un cuscino soffice.





Ma non sono schizzinosi. Anche qualcosa di duro li attira, soprattutto se si tratta di qualcosa di elettronico: hanno una vera passione per i monitor (forse attirati dal tepore) ma anche per tastiere, apparentemente così scomode, e da mouse ecc.






















Per noi impensabile è la passione che hanno di sistemarsi, anche per dormire, in bilico a cavalcioni di braccioli, spalliere, ringhiere...

Cavalleria leggera

                                                                                          








qui in più c'è anche il tepore...
Un'altra cosa che amano molto è  il calore, possibilimente di altri animali (compreso l'uomo)



















Ma si accontentano anche di sistemazioni meno ortodosse.





 











La rottura dei cocchi.


Lavorazione della fibra di cocco - Colombo - Sri Lanka - 1983

Ci sono posti al mondo dove si rompono una quantità di cocchi incredibile. E di posti così ce ne sono molti, posti dove anche quelli che i cocchi non vorrebbero farseli rompere, se li trovano irrimediabilmente sfranti. Però non c'è niente da fare la rottura dei cocchi pare essere sport nazionale in molti paesi. Prima si aspetta che diventino belli grossi, che si gonfino ben bene, poi tok, una bella mazzata e ti ritrovi con i cocchi rotti. A due a due e senza neanche poterti lamentare. che vita!



Dieci caffè

Che Marco Delmastro mi piaccia e ve lo raccomandi non è --spero-- una novità. Per vari motivi: è bravo, chiaro, disponibile (risponde a tutti sul blog, ha accettato subito di fare una foto con me, devo recuperarla poi la posto).

Ultimamente ha partecipato a un convegno (un TedX) a Como, si è preparato tanto per bene che a vederlo sembra un attore. Sì è bello come un attore: ragazze, signore fate attenzione, nèh!

Poi da bravo divulgatore sa rapportarsi al pubblico che si trova davanti. Lì a Como sono riuscito a capirlo anch'io. E l'originalità del modo di introdurre un argomento difficile: una metafora che tutti possono capire (anch'io, ve l'ho già detto).

Io il filmato, lo trovate qui, io l'ho visto più volte. All'inizio mi sembrava che parlasse troppo in fretta solo perché è riuscito a farci stare davvero tanto nei 18 minuti a disposizione; e ne ha anche avanzato 'na frisa.

OK, non so se a questo punto c'è ancora qualcuno che legge; se siete rimasti sui borborigmi va bene lo stesso.
Per gli altri, quelli tornati, avete notato che non ha mai detto particella di dio, espressione cara ai giornalisti famosi, quelli dei giornali che fanno tendenza?

Piuttosto ha dato tante informazioni. Io che sono lento di comprendonio e me dimentico subito tutto ne ho fatto un piccolo elenco qui di seguito.

Sì hanno trovato una particella (un mattoncino, quello con le ruote) che assomiglia a quella prevista da Peter Higgs, indagheranno per vedere se è proprio lei, LHC produce quaranta milioni di foto al secondo, quando è acceso, mica sempre. E non tutte le foto sono interessanti, leggete il blog.

Ma ci sono ancora tante altre domande che attendono una risposta:
  • perché nell'universo c'è più materia che antimateria?
  • perché c'è della materia e non solo luce?
  • perché particelle simili (mattoncini dello stesso colore) hanno masse così diverse?
  • perché ci sono 3 famiglie di particelle e non un altro numero?
  • perché sono 3 se la materia è fatta tutta di una sola?
  • cos'è/dov'è/com'è fatta la materia oscura, sappiamo che c'è ma nessuno l'ha vista?
  • perché c'è stato il Big Bang?
  • della gravità sappiamo molto poco.
Insomma Marco è quelli come lui avranno ancora parecchio da fare. E salteranno fuori altre domande facendo, sicuro.

Ah, sì, il CERN è di tutti noi. Chissà quanto ci costa? Ecco Marco ci ha detto anche questo: il prezzo di un caffè all'anno per gli ultimi dieci anni.

Io dico che è stato un ottimo investimento; spero anche voi siate di quest'opinione. Come dice Amedeo (prima o poi parlo anche di lui): Scienza. Funziona.

Aspettando Silvio


Ieri sera alla piola, la solita, quella che al martes sèira si fa la gara di scopa, (come alla domenica mattina e pomeriggio, non finisce mai) grande discussione.

Sì perché oltre al solito (dietro ai giocatori si piazzano gli amici dei rivali e è tutto un fiorire di segnali non verbali, l'aumento dell'entropia crea problemi non trascurabili fino all'evoluzione in una classica rissa finale) c'era un argomento di disturbo.  Accattivante e indifferibile: domenica scade. E non so se basteranno gli annunci di domani (il ritorno di Silvio!) a mettere la cosa a tacere.


Sì quelli della sinistra illiberale e comunista hanno fatto le primarie.
"Dovevi vedere Beppe 'l Rus, nove volte ha votato"
"Öh gli sarà costato 18 euri"
"Magari soldi del partito"
"Sì sappiamo da dove vengono..."
"Tutti uguali!
"Ma di loro non si dice mai"
E la cronaca continuerebbe, a lungo. Roba che non si sa nemmeno bene come sia finita la partita. Questi loschi figuri della sinistra illiberale e comunista, cosa non fanno e non ti fanno fare!


martedì 27 novembre 2012

Moira, Brigitta e il bacio del leone


A andare in giro, anche fora da Piubes, per dire, si scoprono un sacco di cose che manco uno (me) s'immagina.
Guarda qui, a Muncalé!


Che poi Moira una volta faceva l'attrice, persona importante.
E Brigitta Boccoli? dov'è che ho già sentito questo nome?
Ah, sì! don Matteo. Presto la Wiki, uh, sì tante altre cose, anche lei ha fatto dei film importanti, quelli che fanno i fratelli Vanzina.
D'altronde era stata scoperta, lei e la sorella, da Gianni Boncompagni, per Non è la Rai. Trasmissioni così non ne fanno più, non c'è più niente che vale la pena di vedere. E anche Tele Padre Pio (da noi è sull'8) non trasmette più.

Volendo c'è anche il sito Web che vi dice tutto-tutto ma proprio tutto del circo, qui.


Fino al 16 dicembre, una settimana prima di natale. Da andarci, sicuro. Chi bacia il leone? E il leone bacia chi? E, se riesco, mi faccio fare l'autografo firmato da lei, Brigitta voglio dire, in persona. E, se trovo il coraggio, le chiedo circa il grande mistero: come si fa a avere una pettinatura come la suocera, la Moira.


No perché è un segreto, che io sappia lo sa solo la Marge Simpson. Ma la Marge, che io sappia, a Muncalé non s'è mai vista, solo nella tele.

Quiz per i più bravi e saputi: come si chiama il figlio di Brigitta e Stefano?