Qualche giorno fa ho pubblicato un post piuttosto critico nei
confronti dell'iter seguito per legge nella produzione dei farmaci.
Ho ricevuto al proposito il commento di una laureata in Chimica
Farmaceutica: ne sa sicuramente più di me (io ho abbandonato gli
studi di Biologia dopo pochi esami, e da allora è passato quasi
mezzo secolo!) ciononostante è favorevole, credo di capire, alla
fallace sperimentazione sugli animali perché
noi umani “siamo 7 miliardi” e le prove cliniche su
umani rappresentano perciò una irrisoria percentuale, da qui
deriverebbe la necessità di esperimenti sugli animali...
Ora, se gli esperti ammettono che ci può essere (come c'è
effettivamente) tanta variabilità all'interno della stessa specie
umana da rendere statisticamente irrilevanti i risultati ottenuti
con insufficienti prove cliniche sugli stessi, con quale logica
possono anche solo immaginare che prove su altre specie (per
definizione altre, ovvero diverse da quella umana)
possano dare risultati soddisfacenti e non fuorvianti?
Tali prove comunque, per avere una certa sicurezza almeno di non tossicità, non potranno mai essere fatte su milioni di
esemplari - non basterebbe certo sperimentare su poche migliaia, se è vero che tali numeri non sono sufficienti
per la specie umana - per ogni singola specie da
esaminare cioè per tutte quelle non umane a nostra disposizione (tutte diverse una dall'altra, ricordo, nella loro reazione al farmaco): la
sperimentazione in questo modo richiederebbe molto più tempo e
denaro, e non converrebbe più alle Aziende Farmaceutiche, che, non
dimentichiamolo, non sono Enti di beneficenza, ma industrie che come
tutte le altre tendono a un giusto profitto.
Insomma, finché le sperimentazioni su animali non saranno veramente
validate (cosa ben lontana per ora) con la dimostrazione che
sono perfettamente giustapponibili a quelle sulla specie umana, con
identici risultati percentuali di tossicità, mortalità,
alleviamento di sintomi e guarigioni, non si vede perché non si
debba invece investire tempo e denaro nella ricerca di innovative
tecniche meno pericolose per l'uomo innanzi tutto e, en passant,
senza inutili e superflue sofferenze animali.
Se non ho
capito male Paolo Gifh
il Chimico impertinente
nel suo post "le tre R del farmacologo etico"
sostiene una
tesi similare.
Ci
sono altri campi in cui è utilizzata la sperimentazione animale.
Quella che davvero “grida vendetta al cielo” è quella per
produrre detersivi, cosmetici e una miriade di altre cose, in cui la
sperimentazione animale è utilizzata dai produttori quasi solo per
garantirsi immunità legale, in caso sorgano problemi con l'utente.
Anche questa sperimentazione è richiesta per legge... Ogni volta che
un detersivo ha una “nuova formula! più bianco del bianco!” è
proprio necessario ricominciare tutta la trafila, iniettando per
esempio negli occhi di conigli la sostanza leggermente variata per
notare che anche questa come le decine di precedenti porta alla
necrosi dell'occhio? E
chi mai penserebbe di usare un dentifricio iniettandoselo nell'occhio
o di mangiarsi qualche chilo di sapone?
moderno test inventato nel 1944, per provare sostanze negli occhi dei conigli |
Mi
si permetta un esempio solo apparentemente incoerente. È come se una
massaia, cambiando la marca di spaghetti, iniziasse tutta una serie
di tentativi, provando a cuocerli una volta nell'aceto, un'altra
nell'olio, un'altra nella candeggina; una volta con un chilo di sale
per etto di pasta, poi con quantità sempre minori; e poi provasse
con tempi di cottura variati, da pochi secondi fino all'ora e mezza,
per determinare quale sia il tempo ottimale... prima di sfociare
nella cottura in acqua come sempre, con la quantità di sale di
tutta la vita, e con il tempo di cottura che tutti gli spaghetti
dello stesso spessore hanno sempre avuto! Sarebbe comprensibile, ma
non giustificabile,
solo se venisse pagata tanto più lautamente quanti più di questi
tentativi a vuoto avesse compiuto.
Un
altro campo in cui si sacrificano vite animali, e in genere animali
superiori, è quello della chirurgia. Sia pure nella grande diversità
che presentano altri mammiferi rispetto agli umani, la manualità di
un chirurgo può necessitare effettivamente di essere esercitata più
e più volte su un animale vivo, dopo lo studio teorico dell'anatomia
umana e gli interventi su cadaveri umani offerti alla scienza, prima
di affrontare la vera esperienza, quella
che conta,
di intervenire su un corpo umano vivo (e spesso ne occorrono
parecchie di queste esperienze dal vivo per formare un grande
chirurgo).
Ma
la chirurgia per lo meno ha fatto passi da gigante nell'ultimo
secolo, ottenendo risultati stupefacenti, mentre la farmacologia, nel
suo apparente
successo, è rimasta indietro! di fatto, i problemi per esempio di
rigetto dopo un trapianto avrebbero dovuto, negli ormai decenni di
studio, essere risolti dalla farmacopea, mentre invece dopo un
successo chirurgico è tutt'altro che raro l'insuccesso medico,
ovvero farmacologico.
Questo
perché, come sostengo, si parte dal tetto per costruire la casa!
a che serve creare un topo a due teste? |
Ve
la sentite di affrontare questo filmato (uno tra migliaia)?
Vi voglio svelare un segreto: chi è crudele con gli animali, se ne avrà la possibilità sarà crudele anche con i vostri bambini. Questo perché evidentemente manca di quel meccanismo ideato dalla Natura a difesa dei piccoli di tutte le specie, che fa sì che i lineamenti tondeggianti, la testa grossa rispetto al corpo, l'insicurezza nei movimenti faccia scattare un istinto di protezione verso il più debole, l'indifeso, da parte degli adulti anche di altre specie.
E' un punto di vista che condivido Bruna. Non soi se ci siano studi (molti o pochi) che dimostrano l'utilità della sperimentazione animale. So che c'è chi sostiene che sia possibile provare su colture cellulari e tissutali umane la stessa cosa e meglio che si prova sugli animali. A meno di non immaginare una potente lobby di aziende produttrici di animali da esperimento deve essere fatto ogni sforzo per garantire massima sicurezza per gli umani e minimo impatto sulle altre specie.
RispondiEliminaCaro Paolo, quello dei "farmaci", con annessi e connessi (allevamenti di animali ma non solo) è in primis un immenso affare economico! forse ricorderai come per molti anni vennero pubblicate "ricerche" (commissionate dalle industrie tabacchiere) che "dimostravano" non esserci relazione tra cancro al polmone e fumo. Basta utilizzare il tipo di animale adatto e le ricerche possono essere amnpiamente manipolate. Non sono l'unica a pensarla cosi.
RispondiEliminahttp://www.youtube.com/watch?v=ablYtD3X9rY&feature=share
È perfettamente vero quel che si dice in questo video: se pensi che ormai la normale vivacità di un bambino deve essere imbrigliata e curata con farmaci, dopo l'invenzione dell'infermità "iperattività"!