C'era una volta, tanti anni fa...
...una perfidanera specializzata nel
preparare torte. Con tre figli da nutrire in modo sano, preferivo
preparare io stessa, con ingredienti scelti, i dolci da poter loro
dare senza preoccupazioni, al posto delle tradizionali “merendine”
confezionate. A volte, per sfruttare meglio il calore del forno, ne
cuocevo di due tipi diversi, due alla volta (sì, totale 4). Una volta fredde, le
chiudevo in apposite scatole di plastica e le congelavo.
Ogni tanto ne portavo anche in ufficio,
per far festa coi colleghi... bei tempi!
Una volta, finite le feste natalizie,
mi son trovata con frutta secca avanzata, che ormai nessuno
desiderava più. Allora mi son decisa a creare una nuova torta (non
era la prima volta, quasi tutte quelle che preparavo erano su ricetta
mia).
Ed ecco nascere “la torta del cammelliere”! (in famiglia abbiamo sempre ideato nomi
fantasiosi per le nostre ricette). Il nome, nella fattispecie, è
dato dalla presenza di datteri.
La cosa più simpatica di questa torta
è che non occorre misurare nulla, si fa un po' ad occhio, e senza
attrezzatura speciale.
Ho utilizzato:
*1 tazza di gherigli di noce, in parte
spezzettati con le mani, in parte tritati col tritaprezzemolo.
*2 cucchiai di uvetta senza semi
*10 datteri a pezzetti
*2 cucchiai di miele di castagno (quello
scuro, un po' amaro, così aromatico...)
*1 cucchiaio di miele di acacia
*1 cucchiaino da tè di bicarbonato (si
vede che dovevo aver finito il lievito per torte...)
*1 uovo grande
*2 cucchiai di latte tiepido
*farina quanto basta (circa 6 cucchiai
colmi)
*un po' di cannella in polvere, pimento
e semi di coriandolo macinati fini
Ho iniziato col mescolare bene gli
ingredienti secchi, ho aggiunto la frutta secca, poi a poco a poco
gli ingredienti liquidi, alternando: miele, uovo, latte con burro,
mescolando bene ogni volta, fino ad ottenere un impasto abbastanza
sodo. Se fosse stato necessario, avrei potuto aggiungere un pochino
di latte, o di farina, o di miele di castagno.
Intanto ho scaldato il forno a 180º.
Ho versato l'impasto in una tortiera precedentemente imburrata e
infarinata, da 20 cm. di diametro.
Ho cotto la torta per una mezz'ora,
controllando col metodo dello stecchino (si infila uno stecchino di
legno verso il centro della torta, e se esce pulito, senza impasto
appiccicato, la torta è cotta).
Una volta sformata la torta, l'ho
appoggiata su una gratella per lasciarla raffreddare.
Se avessimo voluto, avrei potuto poi
ornarla a piacere, per esempio con una spolveratina di cannella, o
con datteri, o con zucchero al velo sparso con un setaccino. A noi
però piaceva così, liscia.
Ieri, memore dei bei vecchi tempi, ho
riprovato a prepararla, da tempo mio marito me lo chiedeva.
Non avevo
uvetta, ma a mio marito non piace, non l'avrei usata ugualmente. Non
avevo neppure il miele d'acacia, ne ho usato un altro, liquido. Per
fortuna mi rimaneva la quantità esatta di miele di castagno (qui non
si trova NULLA, dannazione!). E ho dovuto quasi raddoppiare le dosi perché
ho una teglia troppo grande, anzi ho dovuto montarle il fondo ad
anello per rimpicciolirla un po'.
Questo è il risultato. A mio marito è
piaciuta proprio, ora se ne mangerà una fetta a colazione tutte le
mattine (una parte l'ho congelata).
ed è semplicissima da fare e buona da mangiare, così
aromatica.
P.S. spero che Juhan ripristini presto le emoticone, visto che il problema di Spiessli non dipendeva da loro
Noci e datteri , mmmmmmm......
RispondiEliminabruna, ma sei una torta-machine! addirittura 4 per volta! :-)))
RispondiEliminaquesta qui mi ispira molto, proverò
Io sono a dieta; ma hanno ragione!
RispondiEliminaPer le emoticons proporrei di aspettare un pochino. Ieri blogspot faceva esperimenti sui widgets (e davano errore), la data dei commenti continua a essere sbagliata. A me sembra più veloce senza le faccine ma proviamo per un paio di giorni. Se siete d'accordo.
sembra davvero invitante, proveremo presto!
RispondiEliminaVai a occhio? E a me che hanno sempre detto che in pasticceria è vitale rispettare le ricette al grammo. E io ci ho sempre creduto eh, guai sgarrare!
RispondiEliminaMa come fai a fare il buco della ciambella? Ciotolina di pyrex?
La svizzericità salta fuori quando meno te lo aspetti ;-)
EliminaOPS! perso l'amicizia di un'ottima blogger! sigh :-(
:oD
EliminaSì, quando faccio le torte inventate da altri, ma anche alcune delle mie, peso gli ingredienti. Questa qua in particolare è nata così, a occhio, una volta visto il risultato ho appuntato le dosi usate per poterla rifare, ma ogni volta chiaramente è leggermente diversa!
EliminaPer la forma ad anello, la mia teglia apribile ha due diversi fondi intercambiabili: poiché ho visto che la quantità di impasto avrebbe prodotto una torta troppo bassa, ho montato il fondo ad anello per ottenere uno strato più alto.
già sento che mi piace!
RispondiEliminaanche io, qualche tempo fa, ho provato a rifare un dolce. Non che ne faccia molti ma da piccolo mi piaceva. Era una ricetta scritta su dettatura quando la faceva mia madre. I vecchi fogli scritti con la Olivetti lettera 32. Ho provato ed è venuto bene, molto bene. Non è tanto per il dolce, quanto perchè è stata una mezz'oretta trascorsa bene.Se sai cosa voglio dire.
RispondiEliminaSì, Paolo, so cosa voglia dire. Se poi vuoi sentirti ancora meglio, ritornare bambino e sentirti coccolato, nonché in pace profonda con te stesso, prova a fare il pane! a mano a mano che la pasta lievita (io la chiudo al calduccio nel ripiano del mobile che sta sopra il forno) e si sente sprigionarsi l'odore tipico del lievito, t'invade un senso di pace, di legame con le tue radici profonde, di appartenenza a una tribù... non so come spiegarlo a parole, c'è solo da provarlo. E quando il pane sta cuocendo e l'aroma invade tutta la casa...
EliminaPer favore, pubblicheresti, sul tuo blog o in una nota su Facebook, la ricetta di tua madre? son sempre pronta a provare cose nuove.