Questa volta voglio
partecipare anch'io, con Bruna e Juhan, a un Carnevale.
Le bolle a me, che
volete, sarà per deformazione professionale, fanno venire in mente
per primissima cosa le bollicine della birra.
Proprio nei giorni scorsi
ero in Irlanda, per festeggiare il St. Patrick Day, e ci potete
giurare che mi sono scolato un buon numero di Guinness.
Mentre ero lì ho sentito
parlare di una scoperta che poi vi racconto.
Intanto incominciamo col
dire che la Stout Guinness, come certo sapete, ha non solo un bel
colore scuro (vista di fronte pare caffè allungato, ma vista in
controluce è rossiccia) ma ha anche un bel cappello di schiuma densa
e cremosa molto duratura.
Il motivo per cui la sua
schiuma è diversa da quella delle altre birre non è perché è
fatta con una determinata acqua irlandese, quella è una leggenda! Il
trucco consiste nel fatto che, oltre all'anidride carbonica (diossido
di carbonio, la chiamerebbe un chimico) dovuta alla fermentazione
contiene anche quattro volte tanto azoto, che però non è contenuto
nel liquido, ma si aggiunge con un marchingegno attraverso cui passa
la birra nel momento in cui viene spillata alla spina. Anche nelle
lattine e nelle bottiglie si trova questo azoto, ma contenuto in una
specie di pallina di plastica (widget), da cui si libera mentre si
versa la birra nel bicchiere.
Ma come si formano le
bolle nella birra? La decompressione tumultuosa che si ha al momento
di liberare i gas disciolti (in parole povere, quando si stappa o si
spilla) forma per tensione superficiale le piccole sfere di gas,
ricoperte da tensioattivi dovuti alla presenza delle proteine e
glicoproteine derivanti dall'orzo sciolte nel liquido.
Tutte queste bollicine,
per la spinta di Archimede, tendono a salire in superficie, e siccome
proprio per questa presenza di tensioattivi rimangono
sufficientemente stabili, finiscono col formare un bello strato di
schiuma densa.
William Lee |
Mi hanno detto che
William Lee, un giovane matematico dell'Università di Limerick,
insieme a suoi collaboratori, mentre studiava le equazioni relative
alla formazione delle bollicine nella birra ha avuto un'idea geniale:
sostituire la pallina di plastica contenente azoto con un
rivestimento di cellulosa (in soldoni, sul tipo di un filtro da
caffè) all'imboccatura delle lattine o bottiglie: il liquido al suo
passaggio si arricchirebbe di numerosissime bollicine di gas
intrappolato nei micropori di questo materiale fibroso.
La ricerca è stata
presentata al'American Journal of Physics con uno di quei rapporti scritti che gli amici di Bruna e Juhan chiamano paperi.
Ora si è in attesa di
vedere se qualche produttore di birra stout vorrà accettare la sfida
di stravolgere la tradizione.
Nel frattempo la vicenda
ha ispirato un celebre compositore di limerick (quelle
poesiole, dette anche nonsense, che piacciono tanto a Popinga,
un altro degli amici di Bruna e Juhan).
But now there’s an answer. Fantastic!
Take your beer from the fridge. It
Will still have a widget,
But one made of paper, not plastic.
(Martin Eiger)
Questo post partecipa insieme ai suoi fratelli Tris di bolle - 1 e Tris di bolle - 2
al 29º Carnevale della Fisica ospitato da Marco Casolino
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