domenica 6 maggio 2012

Cani, gatti, criceti e bufale. Il modello animale - Parte 1ª



Innanzi tutto voglio specificare alcune cose.
Io sono pro-animali, non li ho mai pensati (né loro né del resto le piante) come creati ad uso e consumo dell'uomo, come insegnano alcune religioni. Credo anzi che come esseri viventi abbiano gli stessi diritti degli umani, ma non gli stessi doveri che noi abbiamo in quanto dotati di raziocinio.
Ciononostante non sono a priori né vegetariana né tantomeno vegana (ma rispetto ambedue le scelte etiche), e anzi credo che l'uomo fin da subito, accanto alla raccolta di vegetali, si sia sostentato con tutto ciò che di animale riusciva a procurarsi: animali grandi e piccoli, uova... L'allevamento e la coltivazione sono venuti successivamente.
I vegetariani e ancor più i vegani vengono in genere accusati di non uccidere animali per mangiarli, ma sì per vestirsi con le loro pelli, e di “uccidere” le piante. Bene, poiché si tratta eminentemente di una scelta etica, non vedrete mai un vero vegetariano o vegano indossare pellicce o accessori di pelle.

In quanto all'uccidere, ci si può benissimo nutrire in modo vegano senza uccidere alcuna pianta: infatti le parti più pregiate dal punto di vista nutritivo sono semi e frutti, la cui raccolta non comporta uccisione della pianta, così come i tuberi. Le piante a ciclo annuale o biennale muoiono comunque alla fine del loro ciclo vitale. I vegani integrano con i lieviti, i vegetariani aggiungono a questa dieta uova e latticini, da animali allevati in modo non crudele.

Per quanto riguarda me, mangio carne e pesce, e latticini, e uova: quello che auspico è che gli animali vengano allevati (e uccisi) in modo etico, senza sofferenze superflue.
Mi rendo conto che l'abnorme crescita numerica della specie umana rende necessarie tecniche di al-levamento e di coltivazione particolari nonché il ricorso a manipolazioni genetiche.
Occorrerebbe però che dall'altro lato si tentasse di limitare gli spropositati (e pericolosi per la salute) consumi del cosiddetto primo mondo, con sprechi inimmaginabili a fronte di una larghissima parte di popolazione che soffre letteralmente la fame.
A mio parere, ma mi tacciano di malthusianesimo, andrebbe anche limitato il numero di nuove nascite umane: la Terra, tutto sommato, non è infinita, né lo sono le sue risorse.

Neppure sono tanto animalista da non uccidere gli animali che mi possono nuocere: zanzare sulla mia pelle, zecche sul mio gatto, cocciniglia sulle mie piante, scarafaggi in casa mia... fuori possono stare quanto gli pare, ma nel mio habitat personale no!
E non sono neppure aprioristicamente contraria ai farmaci: ne ho usati e ne uso, sia pure con parsimonia. Inoltre ho fatto vaccinare i miei figli, e all'epoca sono stata tra i primi a vaccinarmi contro la poliomielite con il vaccino Sabin, appena arrivato in Italia. È vero, i vaccini possono in rari casi essere pericolosi, e per questo non li userei per un'influenza, ma solo per prevenire malattie gravi o potenzialmente molto gravi. Si tratta di valutare il rapporto (individuale) tra rischio e beneficio.


Detto questo, confermo quanto i miei amici già sanno: sono assolutamente contraria all'uso degli animali (la cosiddetta “vivisezione”, termine improprio) per la sperimentazione farmaceutica, e a maggior ragione per la sperimentazione cosmetica o in genere chimica (vernici, inchiostri, detersivi, coloranti...), soprattutto se si pensa che una gran parte delle molecole usate in farmacologia e quasi tutte quelle usate in cosmetica o per usi diversi sono state già sperimentate sugli animali per anni, ma manca una base dati comune cui attingere, per cui ogni “nuovo” prodotto deve per legge essere nuovamente sperimentato.

Anche se non esistessero motivi etici, sarei contraria per il semplice motivo che, lungi dall'essere un metodo sicuro per l'uomo, finale fruitore delle molecole sperimentate, è invece un modo per cullarsi in una fallace sicurezza, che provoca ogni anno innumerevoli morti e malattie gravi o croniche.
Esistono invece oggi metodi molto più sicuri, dai modelli cellulari all'imaging molecolare cellulare, dalla proteomica alla genomica bioinformatica (per citare solo un Ente specializzato), dalle prove in vitro alle simulazioni computerizzate. Se venissero applicate le tecniche alternative già esistenti e si utilizzasse una parte dei fondi per cercarne di nuove, si potrebbe fors'anche azzerare il numero di animali inutilmente sacrificati, e si avrebbe un ritorno in termini di maggiore sicurezza per l'uomo.

Una delle cose che più mi stupiscono degli argomenti cui ricorrono i battaglieri fautori del modello animale è l'obiezione “ma tu però prendi l'Aspirina, usi gli antibiotici!”
L'evidente malafede di questa gente non ha confini! Ma come, mi portate a esempio proprio l'Aspirina, inventata e sperimentata clinicamente ben prima che venisse creato il “moderno” Protocollo di sperimentazione, e basata su una molecola utilizzata fin dall'antichità, quindi sperimentata sull'uomo per secoli? e gli antibiotici, quando anche i bambini sanno che la penicillina venne scoperta per caso, non certamente con ricerche su animali; anzi, quando in seguito è stata studiata secondo il famoso protocollo, avrebbe dovuto essere bandita: per fortuna clinicamente era già sufficientemente ed efficacemente sperimentata sull'uomo e quindi continuò ad essere utilizzata.
Anche troppo, vista la sua efficacia occorreva correre ai ripari, si convinsero i medici a ricettarla per ogni cosa, per cui rapidamente i microrganismi patogeni che combatteva svilupparono una resistenza che permise alle aziende farmaceutiche di lucrare sfornando sempre nuovi antibiotici!

E Aspirina e antibiotici sono tra i pochi farmaci effettivamente efficaci, al contrario c'è tra i commentatori su Facebook chi dice orgogliosamente di prendere questo o l'altro medicamento da 20 o 30 anni, senza inconvenienti! Non è un inconveniente usare per un così prolungato periodo di tempo qualcosa che nella migliore delle ipotesi si limita a lenire dei sintomi? Un farmaco efficace dovrebbe curare e quindi in poco tempo venire dismesso!
Invece troppi farmaci, non solo durante la sperimentazione, ma anche successivamente alla commercializzazione, di dimostrano nocivi o addirittura uccidono!

C'è quindi qualcosa che non funziona in modo adeguato : il sistema della farmacovigilanza. 

In Europa la farmacovigilanza è affidata essenzialmente all'industria ed ai rapporti spontanei dei medici e dei pazienti che vengono raccolti presso le agenzie regolatorie nazionali ; solo con la nuova legislazione saranno messe in atto strutture europee per elaborare il flusso di informazioni nazionali. 
Tuttavia è difficile immaginare che queste procedure possano essere sufficienti ad evitare che i pazienti rimangano comunque esposti ai potenziali danni di prodotti medicinali prima che vengano attuate le necessarie restrizioni. 
Tutto ciò perchè di fatto esistono conflitti di interessi all'interno degli organismi che devono dare giudizi e prendere decisioni sul destino dei farmaci. 
È ovvio a livello dell'industria : gli interessi in gioco spesso molto elevati e, a parte i pur rilevanti aspetti economici, è importante mantenere una forma di credibilità che viene minata ogni volta che un prodotto subisce una restrizione d'uso. “ Silvio Garattini su Sole 24 Ore Sanita' 08/02/2005

Nel mio post Ricerca etica? dicevo che i chirurghi acquistano con la vivisezione di animali una migliore manualità, certamente imparano ad utilizzare bene i propri strumenti e a reagire alle situazioni di emergenza che si possono presentare durante un intervento, sebbene poi all'atto pratico debbano reiniziare l'addestramento al momento di intervenire per la prima volta su un essere umano vivo (su corpi inanimati sicuramente già avranno fatto esperienza).

simulatore di volo per Boeing373NG e ATR42
Ditemi un po', voi avreste più fiducia, viaggiando in aereo, di un pilota addestrato su un simulatore di volo che riproduce esattamente le caratteristiche dell'aereo che ora sta pilotando nonché le varie situazioni di emergenza che si possono presentare durante decollo, volo ed atterraggio, o di un pilota che invece sia stato addestrato viaggiando su un camion reale in una autostrada reale? Non dimentichiamo che anche il camion ha volante (nell'aereo è la cloche, vabbè), freno, leve di vario genere, ruote, motore, consuma carburante... E ovviamente nel caso del camion si sarebbe trattato di situazioni reali, non riprodotte al computer...
Insomma, di chi avreste più fiducia? Be', io sicuramente del pilota addestrato su un aereo, sia pure virtuale! Che oltretutto avrebbe avuto modo di affrontare più e più volte tutti gli imprevisti possibili, fino a saper reagire in modo quasi automatico e perfetto agli stessi, con molto minor costo e spreco di vite!
Ecco, già esistono ma si potrebbero vieppiù perfezionare i simulatori che consentono di addestrare chirurghi, ma a quanto pare si preferisce tuttora utilizzare gli animali, che stanno all'uomo come un camion sta a un aereo!

Per fortuna già ora alcune operazioni di microchirurgia (soprattutto in oculistica e in neurologia) vengono effettuate mediante macchinari che guidano la mano del chirurgo, come in una simulazione informatica (senza parlare della chirurgia laser e della criochirurgia). Se si può fare per le operazioni più delicate, perché non si può usare comunemente un simulatore per addestramento manuale dei chirurghi?


(segue)

4 commenti:

  1. Brava Bruna!! Quoto tutto quello che hai scritto!
    Lilith

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  2. Bellissimo articolo! Anna

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  3. Neppure io sono vegetariana ma sono assolutamente d'accordo quando dici: "auspico è che gli animali vengano allevati (e uccisi) in modo etico, senza sofferenze superflue." Saprebbe a vantaggio degli animali ed anche nostro. Gli allevamenti intensivi, infatti, non producono carne, uova e latte di ottima qualità. Basta pensare alle condizioni in cui vivono gli animali, al conseguente uso di farmaci o ai ritmi produttivi. Ci vorrebbe una sana educazione alimentare che insegni a privilegiare quelle aziende che lavorano nel rispetto della salute di tutti. Indubbiamente sono le richieste di mercato ad imporre i ritmi della produzione. Bisognerebbe insegnare a mangiare meno carne: 70Kg a testa nel 2007 sono davvero un'esagerazione per la nostra salute ed anche per l'ambiente.

    Quando parli dei vaccini dici: "i vaccini possono in rari casi essere pericolosi, e per questo non li userei per un'influenza, ma solo per prevenire malattie gravi o potenzialmente molto gravi. Si tratta di valutare il rapporto (individuale) tra rischio e beneficio." Vero anche questo. Quello che le persone di solito fanno fatica a capire è che, a volte, la medicina non ragiona in termini di benefici per il singolo ma in termini di benefici per la popolazione. Il vacciono antipolio (ho fatto la tesi sulla polio:-) inattivato, in una delle prime sperimentazioni, causò oltre 200 casi di malattia e 11 morti in America. Nei paesi dove la polio è ancora endemica si usa il vaccino OPV anche se è un po' meno sicuro (ci sono stati rari casi di polio associata al vaccino) dà un'immunità di gregge (se vaccino un bambino, questo espelle il virus e "vaccino" indirettamente altri bambini). In un paese come l'Italia, dichiarata polio free da 10 anni, nessuno si sognerebbe di somministrare un OPV.
    A volte la scelta di vaccinare è una scelta che si rivela positiva più per la collettività che per il singolo ma è molto difficile da comprendere.

    Per quanto riguarda la sperimentazione animale, posso accettarla solo in campo medico ma sono indubbiamente d'accordo con te: una maggiore condivisione dei risultati ottenuti, un diverso orientamento delle risorse disponibili, l'uso delle nuove teconlogie, unite alla volontà politica ed ecomonica di scegliere una strada viversa, potrebbero portare la sperimentazione farmaceutica a seguire nuove strade con risutlati efficaci e senza nuocere agli animali.

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    1. E soprattutto, questo mi pare condivisibile da tutti, siano o no animalisti, con *maggiore sicurezza per l'uomo*, perché farmaci studiati in modo prima virtuale e poi reale sulle malattie umane (così come nascono e si presentano nella realtà nell'uomo), sia riguardo alla loro efficacia sia per quanto riguarda la sicurezza, creerebbero meno effetti secondari nocivi.

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