lunedì 14 maggio 2012

La crisi e le banche



Oggi sono inc arrabbiata nera.
Una premessa: qui di seguito esprimerò le mie idee in quanto cittadina generica, anzi casalinga senza formazione in Economia, ma solo dotata di occhi, orecchie e un pochino di cervello. Le esprimerò, inoltre, con le semplici parole che conosco, non con quelle “tecniche”, e spesso con fastidiose ripetizioni, ma non ne conosco i sinonimi. 
Gli esperti in Economia(*) sono pregati di commentare con discrezione, con parole comprensibili a tutti e trattenendo il loro sdegno nei miei confronti.

Stavamo parlando in casa (tutti ne parlano) della crisi e della disperazione di tanta gente e del pericolo di un disastro totale per tutta Europa. A noi tocca solo "di striscio", siamo sempre stati attenti a spendere meno di quanto abbiamo guadagnato, anche quando questo comportava rinunce. Ma molti cittadini, Enti pubblici e Stati hanno allegramente speso tutto quello che avevano e in più si sono indebitati, senza pensare al domani. 

Il fatto è che in quasi tutta Europa (con la lodevole eccezione dell'Islanda) si è voluto uscire dalla crisi rifornendo di soldi proprio chi era tra i maggiori responsabili della stessa, ovvero le banche (ricordate? 2007 e successivi: sub-prime ecc.).
Il ragionamento teorico era che dando più fondi alle banche queste ultime avrebbero aperto il credito ai privati, per uno sviluppo delle imprese che avrebbe risollevato l'economia.

In passato le banche erano molto pronte ad offrire mutui e prestiti per ogni motivo “viaggiate oggi e pagherete domani”, “perché rinunciare all'auto dei tuoi sogni? chiedi un prestito”, “la casa è un diritto di tutti, quella che sogni è tua con un piccolo esborso iniziale e poi un comodo mutuo venticinquennale” ecc. Vi ricorda nulla? Penso che in Italia sia stato come qui in Spagna, e lo stesso in tutte le altre nazioni europee.

So per certo (esperienza di amici) che quando una persona andava a chiedere un mutuo, glielo concedevano benché ne avesse già aperto un altro con ipoteca sulla casa come garanzia! Il prestito erogato era sempre una quota abbondante del valore della casa, stabilito dalla banca stessa con manica larga! Purtroppo molte persone hanno un cervello di gallina, se il loro introito era di 1.500 euro mensili si impegnavano per una casa da 300.000 euro! Questo è stato uno dei motivi del lievitare dei prezzi dell'edilizia. 

Nel frattempo le banche, grazie alla notevole quantità di interessi pagati dal pubblico, si potevano permettere il lusso di pagare stipendi, buonuscite e pensioni stratosferici per i propri dirigenti!
Come effetto secondario (non so in Italia, parlo di qui) aprirono una quantità spropositata di succursali, mentre contemporaneamente ritoccavano al ribasso (anche questo lo so per certo) il compenso previsto nei contratti per i nuovi assunti.

Per effetto della crisi ora hanno chiuso moltissime succursali (calcolo da quanto vedo circa un terzo), non solo quelle aperte ai tempi del boom ma anche molte “storiche”. Di mutui neanche a parlarne, i prestiti alle imprese sono un miraggio. Pertanto molte imprese sono fallite, mandando a casa i lavoratori, che senza stipendio non possono più comprare nulla, e quindi falliscono anche i negozi, con nuovi licenziamenti ecc., in una spirale perversa.
Nel frattempo, chi non può continuare a pagare il mutuo sulla casa, pur restando vincolato a pagarlo, viene sfrattato dalla banca che diviene proprietaria dell'immobile: le banche hanno accumulato talmente tanti immobili ormai invendibili da farne abbassare notevolmente il valore precedentemente gonfiato, e diminuendo così il capitale teorico delle banche stesse, che a questo punto chiedono nuove iniezioni di capitali.


Ciononostante, si continuano a pagare ai dirigenti le cifre che non esito a definire immonde: recentemente si parlava di una tizia che, benché avesse portato alla rovina la propria banca, ha ottenuto una buonuscita incredibile e una pensione di circa 1.000 euro... al giorno! Immaginatevi di trovare ogni mattina sul comodino mille euro, e sapere che l'indomani al vostro risveglio ne troverete altrettanti e così per tutta la vita (oltre a milioni di euro di buonuscita)! 

Ma le imprese continuano a non aver accesso a prestiti per investimenti né a ricevere dagli Enti pubblici i pagamenti per le forniture effettuate, i lavoratori continuano a essere licenziati a grappoli, la Seguridad Social (equivalente dell'INPS) deve continuare a erogare indennità di disoccupazione mentre dall'altro lato non entrano più i contributi, facendo scemare così i fondi per le pensioni.
Lo Stato a sua volta non ha la possibilità di far fronte agli impegni di spesa sociale, e taglia le quote per le regioni e i comuni: infatti, se le imprese falliscono e i lavoratori non hanno più stipendio, automaticamente diminuiscono le entrate delle imposte dirette, base del funzionamento di uno Stato.

Ora, mi risulta che l'Europa nel suo complesso abbia erogato in questi anni alle banche, nell'illusione di poter uscire dalla crisi aprendo attraverso queste il credito alle imprese e ai cittadini, la bellezza di 1.600 miliardi di euro circa. La popolazione totale dei 27 stati dell'Unione ammonta a circa 500 milioni di abitanti regolari. Basta fare una semplice operazione per vedere che se la cifra degli aiuti fosse stata erogata non alle banche ma ai singoli cittadini, ad ognuno, neonati compresi, sarebbero toccati più di 3.000 euro.

Se ogni cittadino europeo avesse ricevuto, sia pure una tantum, questa cifra, non ci sarebbe stata una tale crisi nelle vendite: in alcune famiglie si sarebbe approfittato per pagare debiti, altre unendo tutte le quote familiari avrebbero potuto pensare di impegnarsi per l'acquisto di un'auto, altri ancora avrebbero deciso di spendere in frivolezze, d'accordo, ma sempre avrebbero contribuito a mantenere uno stato sufficiente di benessere: molti negozi non avrebbero dovuto chiudere, molte imprese non sarebbero fallite, milioni di persone non sarebbero state licenziate, gli Enti di Previdenza avrebbero continuato a ricevere i contributi e gli Erari le imposte dirette e indirette.

Funziona un po' come quella storiella dei 100 euro che gira in Internet...


C'è poi l'altro grande scoglio, che consiste nella riluttanza di tutti i Governi in massa ad aumentare le tasse per i più ricchi, anzi si diminuisce il numero di scaglioni delle aliquote (si parla addirittura di instaurare un'aliquota unica!#), preferendo invece aumentare in numero, varietà e quantità le imposte indirette, quelle legate ai consumi: e non già ai consumi di lusso, cosa che avrebbe la sua logica, ma ai consumi correnti, anche quelli del pensionato che deve pagare l'affitto, la luce, il riscaldamento e almeno un pasto al giorno!

In Italia poi la situazione è ridicolmente tragica: a fronte di tutti questi problemi comuni alle altre nazioni, c'è in più il mantenimento forzato, da parte dei cittadini, di qualche migliaio di parassiti voraci, il cui unico interesse e la cui unica occupazione è quella di legiferare per aumentare i propri benefici economici a scapito della società.
Insomma, sono proprio NERA, e non solo come nickname!

(*) Gli esperti in Economia sono quelle persone che, incapaci di prevenire la crisi, ora sanno spiegare per filo e per segno perché è insorta e come farle fronte, salvo poi spiegare in futuro perché il loro sistema non ha funzionato
# per gli italiani: flat tax (ma perché diavolo non parlate italiano?)

Scusate scusate scusate: ho corretto (errore di battitura, nel tastierino sono uno sotto l'altro) i numeri: era 2007 (negli USA, poi estesa all'Europra nel 2008) . Ho anche corretto "ricorta" (traduzione maccheronica dallo spagnolo) con "taglia".
Purtroppo posso correggere solo ora, alle 19:34 ora canaria, per problemi di computer (vd. commento all'ultimo post di Juhan).

7 commenti:

  1. Sono sostanzialmente d'accordo Bruna.Il problema è quello che si definisce il neoliberismo, che continua a far danni (si veda il recentissimo caso della banca Morgan Chase), basato com'è su false credenze, almeno a sentire alcuni economisti (vedi ad esempio Ha-Joon Chang, 23 cose che non ti hanno mai detto sul capitalismo). Anche io avrei "costretto" le banche italiane che hanno chiesto il finanziamento Bce a erogarne una parte come prestiti alle imprese. Forse, piuttosto che lasciarle fallire, con tutte le conseguenze per i risparmiatori, le avrei nazionalizzate o commissariate. Anche in America adesso invocano norme più stringenti contro la finanza d'assalto, e la separazione tra banca d'affari e banca commerciale, speriamo sia la volta buona. Juhan mi ha invitato a contribuire al Tamburo e così in bacheca è spuntato un altro blog. Cara Bruna, speriamo non abbiate a pentirvene.

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    1. Paolo, benvenuto al team del Tamburo!
      Sono in ritardo, lo so, ma solo ora son riuscita ad avere uno straccio di collegamento, siamo senza linea telefonica e sto usando un surrogato che fa quel che può...
      In quanto a nazionalizzare le banche, ora in Spagna (da qui era nato il discorso) si sta iniettando nuovo denaro in Bankia, che è il risultato di un precedente salvataggio, partendo da Caja Madrid+altre banche: all'epoca già lo Stato era intervenuto dando soldi a piene mani, a cambio di azioni. E ora ci risiamo, ma essendo azionista anche lo Stato perde...

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  2. Questione spinosa assai... io posso parlare un pochino su esempio di quello che succede qui.
    nel 2009 (o 2008) lo Stato ha versato a UBS (che era nella palta fino al collo con gli USA) 6 miliardi sottoforma di obbligazioni obbligatoriamente convertibili in azioni a condizioni specifiche. Le obbligazioni sono state rivendute e la Confederazione ha incassato una cedola del 12,5%, il che tutto sommato non è malaccio.
    La decisione è stata parecchio criticata, perché UBS è (ancora) nei casini per una serie di ca**ate (potevo?) combinate negli USA. È giusto che lo Stato intervenga? Secondo me sì, perché non ci saremmo potuti permettere di lasciar fallire la più grande banca svizzera. il prezzo da pagare sarebbe stato troppo alto, a cominciare da 200 mila posti di lavoro e un effetto domino. Questa cosa però dovrebbe servirci da lezione e insegnarci che va cambiato il sistema. Finché i dirigenti e vari ceo non saranno perseguibili penalmente per i casini che combinano e saranno congedati a suon di miliardi, la situazione difficilmente cambierà e sarà lo Stato (cioè noi) a pagarne le conseguenze.
    La questione poi dei bonus è un cane che si morde la coda: nessuno fa il primo passo perché resterebbe fregato. I manager fuggirebbero altrove - dicono. È vergognoso, sono d'accordo, ma è il sistema a dover cambiare, rattoppare le falle alla bell'e meglio non funzionerà per molto.
    Non sono un'economista (anzi!), è un'opinione che probabilmente lascia il tempo che trova. sicuramente ignoro tanti fattori che andrebbero tenuti in considerazione, ma tant'è.
    Sul mio comodino in questo periodo c'è proprio un librone che spiega per filo e per segno i retroscena della crisi ("too big to fail"). Se lo avessi già finito sicuramente avrei lasciato un commento più decente... magari ripasso ;o)

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  3. Cara la mia Nera, la gente è troppo incazzata, con ragione, per poter ragionare a mente fredda. Spesso nella furia incontrollata, chiede cose che dal punto di vista teorico sembrano giuste e che invece si ritorcerebbero per prima cosa e soprattutto contro chi le richiede. La Grecia, anzi i Greci, stanno firmando il loro suicidio e appena usciranno dall'euro, proprio quelli che hanno gridato di più saranno completamente rovinati, risparmi e pensioni in carta straccia e fame , ma quella vera, non quella di adesso. Le banche sono un bel bersaglio e sono pure antipatiche (come le multinazionali et similia) ma bisogna considerare che sono dei semplici negozi che comprano e vendo soldi e altre merci ai soldi collegate. Non sono né buone né cattive, cercano come tutti i commercianti di guadagnare, spesso, mal guidate, sbagliano e come adesso sono quasi tutte sull'orlo della bancarotta. Se le nazionalizza lo stato, si cucca in primis i loro debiti ed i loro problemi. Lasciarle fallire, potrebbe essere una soluzione, ma a cascata noi tutti perderemmo i nostri depositi. Non pagare il debito è certo la soluzione per i debitori, ma quelli che lo propongono, nella maggior parte dei casi non si rendono conto di essere i creditori in realtà. Tu hai la mia età e non posso credere che non abbia qualche sudato risparmio di tutta la vita, grande o piccolo. In qualunque forma sia è un credito che tu vanti presso qualche stato, banca, fondo. Cancella il debito e il tuo credito/pensione/ fondo, si annulla. Le cose sono complicate, molto complicate. Le soluzioni facili sono molto difficili da applicare. Chi non paga le imposte se la prende con Equitalia che esegue una legge e non con chi l'ha fatta. Poi però se la prende con chi evade le tasse che Equitalia cerca di rincorrere. Che mondo! Chi ha inventato il denaro andava ammazzato subito nella culla. Egiziani e Maya non avevano denaro, né unità di conto. Lavoravi tutto il giorno a innalzar piramidi, ti davano un po' di frustate e una pagnotta a fine giornata e tutti erano contenti. Sarà per quello che hanno fissato la fine del Baktun ad 21 dicembre 2012?

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    1. Però i banchieri hanno stipendi che si possono ridurre, quelli dei politici pure, quello di Marchionne anche e darne meno ai preti (noi pastafariani per esempio non riceviamo una cippa).

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    2. Caro Enrico, noi siamo sempre stati formichine, come ho detto, non cicale, per cui effettivamente abbiamo qualcosa da parte, diversificata per quanto possibile senza rischiare con le azioni (se non attraverso gli investimenti presso banche solide e sane). Certo, dovessero fallire anche queste, ci ritroveremmo con la sola pensione, che potrebbe perdere molto valore d'acquisto. Però abbiam fatto sacrifici per tanti anni che potremmo ricominciare tranquillamente (è come andare in bicicletta, non si dimentica mai come si fa). E poi abbiamo sempre la terra, da mangiare potremmo pur sempre procurarcelo con il nostro lavoro. Ma ci preoccupano i giovani, soprattutto quelli non più tanto giovani come i nostri figli, che potrebbero di questo passo perdere il lavoro (sono stati allevati alla nostra scuola, sanno fare sacrifici, ma sai come siamo noi genitori...).

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    3. completamente d'accordo con voi. La riduzione dei megastipendi avrebbe di certo una importante funzione morale, anche se non avrebbe alcuna rilevanza sulla soluzione della crisi. Levarli poi ai preti sarebbe una questione di semplice giustizia storica. Per quanto riguarda le banche solide e sane, purtroppo non ce ne sono, il sistema è talmente aggrovigliato che quando cominciano ad andare nel burrone i grossi si tirano dietro tutto (come il buco nero) e quando salvano le banche , non è che lo fanno per bontà d'animo o perché sono malignamente d'accordo con i malefici gnomi di Zurigo, è che purtroppo è il male minore. Proprio perché non hai azioni, nel momento del default le obbligazioni ed i titoli di stato sono proprio quelli che più facilmente diventano carta straccia Quando uno stato furbescamente decide di "non pagare i debiti", significa in primo luogo che non li paga a te, avendo con te contratto un debito periodico (la pensione ) e uno in titoli di stato. Datemi retta meglio tagliarsi (dolorosamente) un dito in cancrena che domani la gamba o peggio. le grillate portano dritti dritti lì.

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