Il porto di Saint Louis du Senegal è un ramo fangoso del grande fiume. Le barche a centinaia ammonticchiate sulle rive, da lontano riflettono mille colori. Ma quando ci arrivi vicino ti paiono carcasse sgangherate come quelle vecchie signore che rincorrono il passare degli anni colorandosi la faccia come mascheroni di carnevale. Chi potrà salire mai su queste barche? Eppure molti lo fanno. Qualcuno per pescare, altri per cercare di scappare lontano, affrontando migliaia di miglia di oceano per trovare la morte o una riva sognata, Canarie o Spagna, dove saranno odiati, maledetti, cacciati o se avranno fortuna solo sfruttati come schiavi. Vedi queste barche e capisci che se uno si lancia in questa avventura è perché sta male davvero ed ha finito anche le speranze. Eppure qualcuno, avvolto nel grasso e nella pancetta, crede ancora che sia facile fare muri, ha la sua ricetta pronta per risolvere i problemi, che non tiene conto che non si può fermare l'acqua quando vuole passare tra le fessure. Hanno trovato degli ostraka al confine egiziano col Sudan, forse raccomandazioni da mostrare ai centurioni, portati da clandestini Etiopi che cercavano di passare il limes romano. In duemila anni non si vuole ancora capire che se in un posto si sta male, ma male davvero, le migrazioni sono inarrestabili e anche giuste..
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