Domenica scorsa, “carne
cabra”. Si tratta di una ricetta tipica canaria che piace molto a
mio marito, approfitto per farla finché siamo in grado di gustarla,
è un piatto per stomaci forti.
La prima volta, ricordo,
lo assaggiammo una quindicina d'anni fa, nella tasca “El
quinto jinete” (= il quinto cavaliere, immagino dell'Apocalisse) al
Puerto de la Cruz. All'epoca era un posto malmesso, qualcuno lo
chiamerebbe “úrfido”, con tavolacci e panche di legno, in cui la
pulizia era un optional. I
piatti, sbeccati, erano scompagnati, i bicchieri poco trasparenti, ma
la curiosità ci vinse. Ora ho visto che hanno affisso una bella
insegna, probabilmente hanno ristrutturato e “rincivilito” il
posto, magari è diventato anche un posto alla moda, chissà...
Innanzi
tutto, occorre procurarsi, ovviamente, la carne di capra: non di
capretto, si badi, proprio l'animale adulto. Qui in Canarias, dove
costituisce l'allevamento preferito, si trova facilmente. È in fondo il "sottoprodotto" della ricca e variata produzione di formaggi di latte caprino delle isole: ogni isola ha la sua specialità.
Nella
fattispecie quella che ho cucinato questa volta doveva essere un
animale sacrificato per vecchiaia ;-) , era piuttosto dura; comunque anche
con una più tenera la cottura non deve essere mai inferiore alle 2-2
e ½ ore. Per tre persone ne occorre circa un chilo, è abbastanza
ossuta (e le ossa sono molto diverse da quelle del coniglio o dei
bovini). È bene lavare prima i pezzi e asciugarli, può esserci
qualche scheggia o briciola d'osso residua dopo il taglio.
Si
inizia con un bel trito di carota-sedano-cipolla e aglio: ho usato
una grossa carota, una cipolla di misura media, due gambi di sedano e
un bello spicchio d'aglio. Comunque le proporzioni sono a piacere.
Si fa
rosolare il trito in una casseruola o padella sufficientemente
profonda, con olio che copra tutto il fondo ma senza esagerare.
Una
volta appassito bene il trito, si aggiunge la carne e si lascia
rosolare.
A
questo punto si aggiunge il “mojo picón”, salsa tipica canaria,
fatta con comino, peperoncino piccante, aceto, olio, aglio... Ogni
massaia ha la sua ricetta, io preferisco comprarla fatta in vasetti
da diluire con olio, oppure come in questo caso aggiungerla senza
diluizione. Per la dose di un chilo di carne ne ho usata 1/3 di
vasetto.
Si
aggiunge poi acqua a sufficienza da coprire la carne, e con tanta
pazienza si lascia cuocere coperto a fuoco basso, controllando di
tanto in tanto che non resti senza liquido. Verso la fine della
cottura si aggiunge una manciata di olive nere (io le uso
snocciolate) e si scopre perché la salsa si addensi.
Qui
usa accompagnare la carne con patatine fritte a bastoncino, noi
preferiamo patate bollite perché accompagnano meglio la salsa.
capre canarie! |
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