Ecco dove ho preso il racconto dell'altro giorno, questo qui. Il libro è del 1981, pubblicato da Boringhieri, ora Bollati Boringhieri, un editore cui devo molto (e non solo io, ovvio). L'autore è invece un fisico teorico torinese che non ha bisogno di presentazioni: Tullio Regge.
OK, sono stato birichino (a dir poco) a usarlo, e ho anche fatto arrabbiare l'ottima Paleomichi (che spero mi perdoni e continui a seguirci). Provo a giustificarmi 'na frisa, quantomeno a raccontarvi com'è nata questa storia.
Non ricordavo questo libro che se ne stava da tanto tempo nella libreria e l'ho trovato per pura serendipità, cercando altro. Nello spostarlo ho rimosso un segnalibro e questo ha scatenato un salto indietro nel tempo di parecchi decenni. Davvero! Mi sono ricordato, prima ancora di aprirlo di questo divertimento, questo racconto impossibile e autoironico. L'autore si immagina vecchio, prossimo alla pensione, mi viene da pensare che avesse in mente qualcuno reale, dello stesso istituto, ma lo racconta in prima persona, come se fosse lui. Bravo!
Oggi siamo troppo abituati al Web e abbiamo anche ottimi divulgatori (per la fisica non posso non citare Marco Delmastro, per la cosmologia Amedeo Balbi) ma ce ne sono tanti altri. Allora non era così.
Intanto non c'era Internet. E gli scienziati disposti a raccontare alle persone normali quello che facevano erano pochi. C'erano le traduzioni dall'inglese (Carl Sagan, le Scienze), Piero Angela in TV (veniva dal giornalismo) e qualcun altro (è passato del tempo, la mia memoria non è più quella di una volta, fa caldo, etc...).
Il giornale di Torino, La Stampa, aveva (e ha) difetti (la Fiat, la Juve) ma anche parecchi pregi. Tra i quali un'attenzione alla cultura anche scientifica notevole, atipica nei quotidiani nostrani. E il prof. Regge scriveva regolarmente brevi articoli, deliziosi. Anche nel racconto riportato compare Piero Bianucci, il redattore della Stampa, l'unica persona riportata con il proprio nome. Che, tra le altre cose faceva già allora il moderatore a incontri come i Giovedì Scienza (chissà come si chiamavano allora) e altri simili (la mia memoria non è più quella di una volta, fa caldo, etc...).
Se cercate su Youtube li trovate, eccone un assaggio
(grazie a Giulia Reddina per avermelo segnalato). Notare che nell'84 Bianucci aveva la barba nera.
Tornando a noi, mi sono ricordato subito del racconto, si era memorizzato in un paio di neuroni che funzionano ancora (anche se la mia memoria non è più quella di una volta, fa caldo, etc...).
Da un po' di tempo La Stampa ha digitalizzato i suoi archivi, mi sono messo a cercare ma niente. Una googlata non ha dato il risultato sperato, il testo me lo sono dovuto ribattere. Ho però scoperto quando questo libro sia citato, da astrofili soprattutto. E ho anche trovato un paio di pagine in cui veniva citato come esempio negativo di scienza dogmatica e oscurantista; adesso non è che si possano prendere i farlocchi pseudo[fate voi] come metro di giudizio ma, dai, aiuta. Regge è anche nel CICAP (credo tra i fondatori ma non ho verificato (la mia memoria non è più quella di una volta, fa caldo, etc...)).
Un'altra cosa: quando Google vi dice millemila hits non è vero; dopo le prime pagine sono pseudo hits. Uno dovrebbe avere un nome come Mister Mxyzptlk, per funzionare bene; comunque per il fatto che tutto si trovi nelle prime pagine si può dire bravo Google!
In questo periodo ci sono almeno due iniziative che promettono energia in quantità a prezzi molto convenienti, praticamente grats. La mia amica Sylvie, l'Oca sapiens vi tiene aggiornati, se la seguite. E come scrive lei ce ne sono pochi.
Insomma ho provato a intervenire anch'io. Forse ho pasticciato, chissà.E chiedo fin d'ora venia per tutti quelli che sono stati coinvolti. Sono fondamentalmente un buono, almeno tento di esserlo. Naturalmente qualora l'editore mi comunicasse una violazione del copyright il racconto lo rimuoverei, prima di subito.
Ottimo, bravo Juhan a rispolverare Regge. Io ho solo sui libri divulgativi "seri". Molto apprezzato.
RispondiEliminaConfermo quanto scrivevo prima: è un raccontop provocatorio, se non conosci il contesto (ed il cappello) dà disagio, e guarda caso è assolutamente attuale. Sai, ho anch'io un progetto in cantina che, tramite magneti contrapposti...
Marco dimmi se secondo te devo aggiornare il post mettendoci il cappello, poco più di 2 pagine. O fare un altro post: ho ancora materiale.
EliminaIo credevo si capisse che era una cosa impossibile ma sai com'è: i miei neuroni non sono più quelli di una volta, fa caldo, etc.
Tuca nient, ça va comme ça.
RispondiEliminahai voglia a cercare scrittori era uno scienziato
RispondiEliminaletto nel contesto non posso che apprezzarlo sotto tutti i punti di vista. Credo tu abbia fatto bene a togliere il cappello, hai reso il racconto più controverso. almeno nel mio caso ha stimolato la riflessione e sì, anche la critica, che però spero sia costruttiva.
RispondiEliminaMetterei solo alla fine un link a questo post per permettere a chi capita per caso di accedere al contesto.
Ottima idea, provvedo in mattinata.
EliminaCi devo ancora riflettere e non so se modificare questo post o aggiungerne uno nuovo. Ho fatto un po' di pasticci, questo post l'ho scritto di furia, senza lasciarlo decantare un attimo, cosa che di solito aiuta.