mercoledì 21 novembre 2012

Omeopatia - una risposta

 Non so se leggete il blog di Marco Delmastro. Dovreste. Riesce a raccontare in modo semplice e comprensibile cosa stanno facendo lì al CERN, quelli di LHC, quelli che hanno trovato un bosone che sembra proprio quello di Higgs. Semplice ma rigoroso, come dev'essere un bravo insegnante e divulgatore.
Anche se si trova tra la Francia e la Svizzera Marco s'interessa alle cose nostrane, chissà magari un giorno ritorna... E partecipa anche lui alle ormai famose sei domande sulla scienza ai candidati alle primarie. In uno dei suoi post (seguitissimi, con mooolti commenti) si è partiti da considerazioni sulle risposte di Laura Puppato ma poi si è finiti (al solito) di parlare di omeopatia.

 E, puntuale come le tasse, salta fuori chi ha l'aneddoto: da me ha funzionato, ha funzionato con i miei bambini, ...

Io a questo punto di solito reagisco male,  e non risolvo niente, anzi peggioro la situazione.


Marco invece ha risposto civilmente, pacatamente ma, secondo me, in modo definitivo. Ecco, copio sperando che se se ne accorge mi perdoni:
@Francesco, che cosa vuoi che risponda? La tua esperienza personale non è statisticamente, significativa, non c'è una campione di controllo, e l'affermazione sul placebo è semplicemente false (i tuoi bambini sapevano che amministravi loro qualcosa. Funziona anche con gli animali, sai?). Ma cosa te lo dico a fare? Se ti faccio leggere uno studio epidemiologico mi dirai "ma per me funziona". È un fenomeno psicologico, si chiama "selection bias", e a meno che tu non voglia studiarlo e ammettere che vale anche per te, non ci sarà modo di convincerti. Ti auguro di non ammalarti mai di nulla ti serio, e, nel caso, di trovarti un medico serio che non ti riempia né inutilmente di farmaci, né di zuccherini inutili.
C'è solo una parola difficile, anzi due: selection bias; si può consultare la solita Wikipedia (come faremmo senza la Wiki?), io direi campione non rappresentativo, distorto. In fondo si tratta di un caso solo o pochi.
Ma siamo sempre lì, la statistica (una branca della matematica) non la conosce nessuno. Altrimenti non si comprerebbero i biglietti della lotteria.

Tornando a noi trovate tutto qui, da leggere tutto, anche e sopratutto i commenti.


Poi c'è chi, come la nonna di Timothy, che dice: "L'omeopatia funziona anche se su di me non ha effetto". Non per questo non ci crede, anzi la raccomanda.
Sulle sei domande ci sarà ancora molto da dire, credo, prossimamente...
Le immagini sono quelle che saltano fuori googlando "omeopatia". 

3 commenti:

  1. E pensa che c'è anche chi usa l'omeopatia rendendosi conto che "ci vuole un sacco di tempo" per farsi passare un raffreddore, ma non per questo smette di usarla (ricordo personale di una persona anche colta e intelligente che mi ha riferito queste frasi, tanti anni fa). Secondo me la fobia verso i medicinali "chimici" che fanno comunque "male" spiega in parte la testardaggine di alcuni a seguire queste cure che comunque "non fanno male". Le persone vogliono comunque prendere delle pillole, si sentono rassicurate così, poco gli importa che contengano zucchero e acqua.
    Chissà, se un giorno si riusciranno a creare medicine personalizzate più efficaci e con meno effetti collaterali forse l'omeopatia avrà meno presa, me lo auguro.

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  2. la statistica dovrebbe essere studiata di più, a partire dalle scuole medie. nessuno capisce il significato del rapporto rischio/beneficio, cos'è una distribuzione di probabilità, perchè è importante fare le vaccinazioni e allacciarsi le cinture di sicurezza. quando si ha a che fare con il mondo dei genitori e dei bambini poi, è delirio puro.

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    1. Benvenuta CosmicMummy! Il tuo blog è da visitare prima di subito!
      Capito AD?

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