Avevo a disposizione delle castagne
veramente belle grosse (vedi foto), tra i 3 e i 4 centimetri, erano
almeno due anni che non preparavo i marron glacé che tanto piacciono
a mio marito, per cui ho preso il coraggio a quattro mani e mi sono
decisa.
Ho tolto la prima buccia, e ho messo le
castagne a cuocere a vapore (occorre più del doppio del tempo che
bollendole in acqua): l'idea era che si rompessero meno. Poi le ho
coperte d'acqua per riuscire a togliere la seconda pelle: questo è
un momento delicato, perché è facile che si rompano o addirittura
sbriciolino se sono troppo cotte.
Una volta ripulite (alcuni pezzettini
di buccia son rimasti negli interstizi, ma il toglierli avrebbe
comportato ancor più rotture) ho continuato la cottura, sempre a
vapore.
Occorre che le castagne siano
sufficientemente cotte prima di iniziare a candirle nello sciroppo,
altrimenti rimangono dure e non cotte.
Poi le ho disposte in un padellino
basso – più grande avrebbe comportato uno spreco di zucchero - in
cui già avevo preparato uno sciroppo di acqua e zucchero “floscio”,
cioè piuttosto liquido.
Ho dato un bollore, niente più, e ho
lasciato le castagne in pace, aggiungendo zucchero che si è sciolto
subito per il calore.
Dopo alcune ore ho riscaldato ancora il
padellino, aggiungendo ancora zucchero e lasciando nuovamente le
castagne a impregnarsi dello sciroppo.
A questo punto ho visto che lo sciroppo non ne accettava
più (era cioè divenuto una soluzione satura di saccarosio: se si aggiunge alla soluzione altro soluto, questo cristallizza).
Ho
lasciato ancora raffreddare le castagne, che nel frattempo erano
divenute traslucide, poi con cautela le ho disposte su una reticella
da dolci ad asciugare.
Come potete vedere, una buona parte son
riuscita a mantenerla intera, purtroppo alcune con i vari
maneggiamenti si sono rotte, ma anche i frammenti son buoni da
mangiare!
Disposte negli appositi pirottini fanno
la loro figura, no?
Lo sciroppo avanzato, circa una tazza,
l'ho conservato per aggiungerlo a un eventuale passato di castagne,
per esempio per un “montebianco” indolcito, non potrei usarlo per
la marmellata perché a questo punto non saprei proprio dire quanto
zucchero contenga.
Lo zucchero non disciolto rimane nella
padellina, pazienza, se ne butta via poco...
L'anno prossimo proverò a dare la prima cottura nel forno a microonde, in acqua: a noi due piace fare esperimenti, pazienza se poi finiscono male, in fondo di castagne ne abbiamo da buttare e lo zucchero qui costa poco.
Purtroppo non posso darvi una ricetta,
faccio tutto a occhio, a volte insieme all'ultimo zucchero aggiungo
anche vaniglina, volendo si potrebbero anche rifinire passandole con
delicatezza in una glassa fatta solo con zucchero a velo e qualche
goccia d'acqua riscaldata al fuoco per renderla liquida, glassa che
poi raffreddando formerebbe una invogliante crosticina.
Per una ricetta accurata, vi invito a
cercare nella web, potete trovarne decine.
me fai morì!!!
RispondiElimina