La conquista dell’invisibile.
[...] Ogni volta che il fascino del cosmo mi avvolge o che cerco di seguire gli incerti confini tra vita e non vita, quello che provo è stupore e se da una parte questo mi spinge a cercare di saperne di più, dall’altra mi prende un bisogno fortissimo di metafisica. Se non avessi una capacità di pensiero filosofico pari a quello di un’effimera ( pur non possedendo di questo evanescente insetto, nè la leggerezza nè l’eleganza) direi che si tratta proprio di stupore filosofico, θαùμáζειν, l’attitudine alla riflessione filosofica. In realtà è solo necessità di leggere e meditare su i pensieri di chi è in grado di percepire i tratti universali che le cose nascondono oppure desiderio di entrare in contatto con opere d’arte che racchiudano il sublime o, ancora, di udire musiche che siano un sottile filo verso l’infinito. [...]Ecco la trilogia completa di Margherita Spanedda
Corpo di una moviola! Cattiva fisica al cinema
[...] Ho deciso di trattare alcuni degli orrori e degli errori più comuni, tralasciando per ovvi motivi il genere comico e quello fantascientifico, che per loro natura sono dichiaratamente anche fanta-fisici (anche se alcuni film di fantascienza, come 2001 - Odissea nello spazio, sono dei bellissimi esempi di ineccepibile rispetto delle acquisizioni più avanzate della materia). Ho anche ignorato i film che contengono combattimenti con arti marziali orientali, alcuni anche di grandi registi, perché la costante sfida alla legge di gravità degli eroi che saltano dalla strada al secondo piano o che incrociano le spade restando sospesi per aria resta per me un mistero pata-fisico non rivelato, per cui rimango in attesa di illuminazione da parte di Chuck Norris o dello spirito di Bruce Lee. [...]Le illusioni ottiche più famose al mondo
[...] Su Daily Wired hanno creato una slide con le 50 illusioni ottiche più famose al mondo. Fa sempre piacere vedere queste meraviglie ottiche, frutto in questo caso dell'inventiva umana, ma che probabilmente in un modo o nell'altro ritroviamo anche in natura. Il bello delle illusioni ottiche, ma anche nelle illusioni di altro tipo, è che anche se sappiamo che sono illusioni pure ne rimaniamo vittime. Non si può sfuggire alle illusioni. Ora, considerando che di illusioni non esistono solo quelle ottiche ma vi sono anche quelle uditive, tattili, olfattive e, perchè no, cognitive, è ipotizzabile pensare che come rimaniamo vittime di un'illusione ottica, pur sapendo che c'è, è possibile che si rimanga vittime allo stesso modo di un'illusione cognitiva? [...]Chiedilo a Tania
[...] Avete delle curiosità che riguardano la biologia, la genetica o il
corpo umano in generale? Avete dei dubbi su quel nuovo argomento
spiegato a scuola?
Scrivetemi e risponderò alle vostre domande da queste pagine.
L'idea nasce soprattutto per tutti i curiosi e gli appassionati di
scienza e per i ragazzi delle scuole medie e superiori.
L'indirizzo da utilizzare è questo:
info [chiocciola] scienceforpassion [punto] com
Per cortesia evitate di scrivermi richieste o esercizi interi nei
commenti sul blog: rendono la lettura poco chiara e non scorrevole.
In accordo con lo spirito divulgativo del blog le risposte saranno tali
da permetterne la comprensione a tutti i lettori di Science for passion. [...]
Tania Tanfoglio, insegnante laureata in Scienze biologiche, risponde eccome alle domande e richieste che gli arrivano, e lo fa sempre in modo esauriente e piacevolmente comprensivo.
Ecco alcuni dei suoi ultimi post... così vi fate un'idea:
Ecco alcuni dei suoi ultimi post... così vi fate un'idea:
- Anemia falciforme
- Anafase mitotica e anafase II della meiosi a confronto
- Malattie autosomiche dominanti: un approfondimento
[...] «Dall’oscurità, Funes continuava a parlare. Mi disse che verso il 1886 aveva scoperto un sistema originale di numerazione e in pochi giorni aveva superato il ventiquattromila. Non l’aveva scritto, perché d’averlo pensato una sola volta gli bastava per sempre. Il primo stimolo, credo, gli venne dallo scontento che per il 33 in cifre arabe ci volessero due segni e due parole, in luogo di una sola parola e di un solo segno. Applicò subito questo stravagante principio agli altri numeri. In luogo di settemilatredici diceva (per esempio) «Máximo Perez»; in luogo di settemilaquattordici, «La Ferrovia»; altri numeri erano «Luis Melián Lanifur, Olimar, zolfo, il trifoglio, la balena, il gas, la caldaia, Napoleone, Agustín de Vedia». In luogo di cinquecento diceva «nove». A ogni parola corrispondeva un segno particolare, una specie di marchio; gli ultimi erano molto complicati… cercai di spiegargli che questa rapsodia di voci sconnesse era precisamente il contrario di un sistema di numerazione. Gli feci osservare che dire 365 è dire tre centinaia, sei decine, cinque unità: analisi che non è possibile con «numeri» come «Il Negro Timoteo»; o «Mantello di carne». Funes non mi sentì o non volle sentirmi.» [...]
Mr. Palomar, in tre distinti post, parla di modi di dare dei nomi ai numeri. Eccoli:
Mr. Palomar, in tre distinti post, parla di modi di dare dei nomi ai numeri. Eccoli:
Questa proprio non me l'aspettavo! Ritrovarmi fra le cose di scienza scelte da Marco: un onore :)
RispondiEliminaSegnalo quello che mi piace e che secondo me merita di essere letto (poi io non sono nessuno, ma tant'è ☺; esprimo miei personalissimi pareri)
EliminaSulla tua trilogia avevo già espresso in un commento un giudizio strapositivo, quindi mi è sembrato il minimo.
Sono certo che i tamburisti e i lettori di passaggio concorderanno con me sulla qualità dei tuoi articoli.
Un saluto e grazie del passaggio.
Grazie per la segnalazione! :-)
RispondiEliminaAssolutamente dovuta.
EliminaE grazie a te per il lavoro che fai con il tuo blog.
Ciauuu