domenica 1 dicembre 2013

Blog, blogger e grande confusione sotto il cielo

Forse ha ragione Bruna, anzi senz'altro.
Recentemente mi ha fatto osservare che qui sul Tamburo metto roba troppo tecnica, da nerd informatico, cosa che starebbe meglio su OK, panico, tanto lì capitano pochi e già persi, che dicono che certa roba starebbe meglio sul Tamburo.
Colpa mia. Ma non solo: è colpa anche (in modo rilevante) della blogosfera in primis e della società tutta in secundis, nèh!
Nota: dovrei usare primum... deinde... come fanno abitualmente i padagni locali che hanno fatto il classico?


OK, vengo al dunque: ci sono blogger che fanno pasticci, non si comportano come dovrebbero (secondo me). E mi fanno perdere tempo e anche sbagliare e scrivere kats cose inappropriate sui social-cosi, come ieri su Twitter che ho confuso una piattaforma con un'altra e non puoi correggere il micropost una volta pubblicato.

Ci sono blogger che una volta erano coscienziosi e regolari ma poi hanno trovato soluzioni migliori per impiegare il loro tempo e adesso si fanno sentire raramente, magari con qualcosa di interesse nullo e incongruente anche con il loro blog. Siccome li ho nella reader-list (e mi secca cancellarli) ogni tanto salta fuori un Blake Stacey o Guido van Rossum o ________________.
Ecco Guido non si capisce perché avesse un blog, tanto tempo fa, due datori di lavoro addietro, mentre Blake è più rappresentativo: è cambiato, non è più uno studente.
Questa è la condizione prevalente del presente rant: un giovane nerd volenteroso e dotato si crea un blog personale, racconta cose interessanti, ti conviene seguirlo, RSSarlo prima di subito. È giovane, magari il layout non è proprio ottimizzato, facile da seguire, manca l'about, la funzione cerca ma c'è la sostanza dentro e allora è tutto OK.
Poi cambia, a volte in meglio, a volte diversamente, e io mi chiedo "che fare?" (cit.). C'è chi passa a raccontare di cose completamente diverse, oggi i telefoni vanno forte ma non solo loro. C'è chi cambia 'puter, magari si converte alla Chiesa della MelaMorsicataTM o, peggio ancora, si mette a fare il giornalista pubblicitario.


C'è poi il caso capitatomi ieri: un tweet intercettato per un rilancio mi ha fatto atterrare in un posto sbaluccicante. Ma misterioso, parlava di programmazione e di Linux, quasi tutto logico e invogliante. E per di più il post era breve, l'esempio era da testare. Immediatamente.
C'è una piccola cosa da installare, c'è per Ubuntu, vado.
Oops! manca una funzione del nostro blogger, la cerco e il cerca non c'è. Con Google non si trova, normale, e allora leggo post e post. Qui salta fuori la solita cosa: se uno non è inglese madrelingua dopo un po' trovi un bogus, normale. Se si tratta di codice basta studiare il codice invece di leggere la spiegazione dello stesso e normalmente ce la fai. Anzi quando scopro solo dopo che uno sta scrivendo in una lingua non sua lo ammiro ancora di più. Poi però quando ho messo assieme tutti i pezzi mi sono disamorato: sì, OK, funziona ma è meno bello di quello che sembrava. E ho rifatto il suo esempio usando un linguaggio di programmazione molto simile scrivendo di meno e l'esecuzione è anche più veloce. Insomma tempo perso, colpa mia, certo.


Caso ancora peggiore ma per il quale ho la soluzione: ci sono i blog orientati alla politica (in senso lato): alcuni li ho abbandonati da tempo, altri recentemente e prossimamente altri ancora. Anche perché ci sono i ministeriali, gente che ha ottenuto un qualche incarico con le troppo larghe intese e i loro blog ne hanno risentito e questo è comprensibile ma ci sono anche quelli che hanno visto la luce, una luce, ce ne sono diverse. Gli ambienti troppo luminosi non mi piacciono. E li abbandono.

OK, adesso fine dell'inkats delle lamentazioni, tutto normale e sappiate che non ce l'ho con nessuno di voi, nèh!
Davvero mi è passato. Vediamo che c'è di bello oggi!

1 commento:

  1. Prometto, faccio il bravo e non ci metto il carico sopra (che poi zia Bruna "frusta" anche me ☺)
    Dico solo che il troppo nerd andrebbe definito.

    Sulla questione blog che si "trasformano", l'ho già accennato, il lettore si adegua e fa le sue scelte: io taglio se la "trasformazione" non mi piace o mi fa perdere solo del tempo.

    Invece una cosa (secondo me importante):
    ancora prima di aprire un blog e cominciare a scriverci bisognerebbe farsi una domanda con eventuale successiva puntualizzazione:
    VOGLIO SCRIVERE PER ME O PER GLI ALTRI?
    1) scrivo per me e quindi faccio quello che mi pare
    2) scrivo per gli altri
    E nel secondo caso arriva la puntualizzazione d'obbligo:
    CHI SONO GLI ALTRI?
    Da qui in poi la strada è tutta in salita, ma ce la si può fare lavorandoci sopra e poi... poi arrivano le soddisfazioni.

    Aprire un blog è semplice; bloggare un po' meno.

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