Panificare in casa ha i suoi evidenti effetti secondari. Qualcuno immediatamente visibile, altri li si intuisce dopo qualche tempo. Così il sabato, per me giorno libero da lavoro, da qualche settimana è diventato una sorta di girovagare per i market alla ricerca di farine nuove. Ed è a girare fra i reparti delle materie non lavorate come la farina, che si incontrano le altre massaie e ribadisco massaie. Solitamente non sono donne giovani e al sentire proferire la frase pane fatto in casa si lanciano nell'amarcord della panificazione casalinga di un tempo. E allora si rimane lì in sosta tra una farina e una semola a parlare di come un tempo ci si arrangiava a cucinare. Si scopre che anche qui si faceva una sorta di piadina, si cucinava semplicemente nel camino dopo aver spostato le braci, che spesso il pomodoro non c'era e allora i gnocchetti di semola fatti in casa si cuocevano nel latte e venivano con tutt'intorno una crema filante che solo le mani d'artista della mamma e la mancanza di tutto rendevano gustosissimi. E poi i forni a legna e le macchine per lavorare gli impasti, di solito una per tutto il vicinato e la lavorazione si pagava in farina o in ciò che si possedeva. Chi non aveva nulla da dare se non la fame, faceva a debito.
Così sabato dopo sabato mi sono resa conto che davanti agli scaffali dei super mercati sostano categorie diverse di persone, davanti ai cibi pronti c'è un tipo di cliente, davanti alle farine un altro, agli insaccati un altro ancora e via dicendo. E le storie migliori, come quella dei gnocchetti cotti nel latte che prima o poi dovrò conoscere meglio, le puoi sentire da chi continua oggi imperterrito, dopo cinquanta, sessanta e passa anni a impastare in casa, non dico a fare il pane quello no, ma fare i ravioli, i gnocchetti o la fregola sarda. A proposito la conversazione è iniziata così: "Secondo voi questo rimacinato è adatto per fare la fregola?"
Mi hai fatto ricordare di quando, bambina e poi ragazzina, passavo l'estate in campagna: la nonna e la zia panificavano, una volta alla settimana, quelle pagnotte grandi, senza quasi sale, tipiche della Toscana. Ricordo la lavorazione nell'apposito mobile (madia) che aveva una specie di ribalta come i mobili fasciatoi per neonati di oggi. Una volta preparate e fatte rilievitare le pagnotte, si portavano velocemente al forno comune, ben coperte con un panno. Il forno del paese, a legna, veniva usato anche per cuocere arrosti, nella loro teglia. A noi bambini veniva sempre regalata una pallina di pasta che sotto le nostre mani inesperte si trasformava in una focaccetta piatta, cui veniva fatto l'onore di cuocere insieme al pane.
RispondiEliminaDa noi il forno comune per la borgata (una cinquantina di persone quando si usava) è stato demolito negli anni 80. Ma non veniva più usato dal dopoguerra. A noi bambini veniva raccontato come funzionava una volta. Per esempio i turni erano sfalsati perché il primo a usarlo il lunedì doveva accenderlo (consumava più legna) e il pane veniva meno bene.
RispondiEliminaLa legna poi era particolare, p.es. le fascine di legno di salice.
Il pane da noi si fa ancora rigorosamente in casa. Abbiamo un forno grandissimo e ogni 15 giorni sforniamo almeno 13 pani, 8 focacce (le pitte) e tantissime frese integrali. Capita di fare pure le pizze. Io personalmente sono devoto della pitta...in genere ne mangio una intera con i peperoni arrostiti, ecco! :D
RispondiEliminaNel periodo di giugno compriamo il grano e prima di fare il pane, ne carico un sacco in macchina e lo porto al mulino...farina di prima scelta, eh!
Sono qui che leggo mentre aspetto la seconda lievitazione delle mie pagnottelle ai cinque cerali e alla farina integrale...non faccio in tempo a farle che in casa mia spariscono.
RispondiEliminaSarebbe bello se si descrivessero le ricette. Per esempio non tutti (ahemmm) sanno cosa sono le pitte. C'è chi fa il pane con il grano duro (Altamura, la regina della Murgia) chi con la farina integrale, chi fa il pane nero (credo però solo fuori Italia).
RispondiEliminaOggi su Blogghetto trovate un dolce di carnevale molto particolare (per me).
Lo faremo, descriveremo anche le ricette, è che oggi è stato un incontro troppo emozionante quello avvenuto di fronte alle farine. Vedo che l'argomento è foriero di ricordi e riflessioni.
RispondiEliminaSempre fatta pizza in casa! E spesso anche il pane, tranne negli ultimi tempi in cui essendo nata mia figlia gli spazi per certe cose sono rimasti un po' in disparte. Ma appena cresce, sarà bellissimo farle con lei.
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