lunedì 9 settembre 2013

8 consigli per te che vorresti aprire un blog scientifico?


Sabine Hossenfelder, aka Bee
Mi chiedono spesso come faccio a tenere un blog. Potrebbe essere la seconda domanda che mi viene chiesta più spesso dopo "Che cosa è successo ai tuoi capelli?" (Risposta: "Sono un disastro della natura, abituatici").
 La terza domanda che mi viene posta, soprattutto da parte degli studenti, è "Ha qualche consiglio per iniziare a bloggare?" Si, ce l'ho, ma non so quanto tu voglia sentirtelo dire.

Ero solita pensare che ci volessero davvero più scienziati che tengono dei blog. Questo perché per me il giornalismo scientifico non è tanto una fonte di informazioni, ma una fonte di notizie. Mi dice dove stanno accadendo le cose e mi indica una direzione. Se sembra interessante vado ad approfondire i riferimenti, ma se non è un campo vicino al mio preferisco che sia qualcuno che effettivamente lavora nel campo a darmi un'opinione. E non intendo una frasetta striminzita con un aggettivo scelto con cura e con una grammatica politicamente corretta. In alcune aree di ricerca, fra le quali la gravità quantistica, non ci sono davvero molti ricercatori che offrono opinioni fresche. Vergognatevi.

Quindi sì, penso che dovrebbero esserci più scienziati blogger. Nel corso degli anni ho visto un bel po' di loro iniziare a bloggare come pinguini che tentano di spiccare il volo. Se avessi ricevuto un centesimo per ogni blog scientifico abbandonato che ho visto, mi sarei iniziata a chiedere perché qualche turista britannico squilibrato mi avesse messo monetine in tasca. "Cosa c'è di così difficile a scrivere un blog", ti sento chiedere adesso. "Stai chiedendo alla persona sbagliata", risponde il pinguino volante. Ma che blogger sarei se parlassi solo di cose che so? Ecco quindi i miei 5 centesimi (circa 4,27 penny).

Come tutti quelli che studiano gravità quantistica sanno, è prima di tutto un problema di tempo, ecco quindi:


Consiglio #1: Non aprire un blog se non hai tempo


Vuoi davvero investire il tempo che potresti usare per insegnare a tua figlia a giocare a basket? Pensi davvero che sia più importante di riscrivere quella richiesta di sovvenzione per la ventesima volta? Se avessi il tempo di scrivere un blog, non preferiresti utilizzarlo per imparare il cinese, allenarti per una maratona, o diventare un esperto di pennichelle ristoratrici? Se hai risposto sì a una di queste domande, grazie e arrivederci. E ridammi anche i miei soldi. Se hai risposto sì a tutte queste domande, ti consiglio di iniziare a cercare un pusher nella tua zona.

"Ma quanto tempo ci vorrà?", è la tua prossima domanda. "Dipende dalla tua ambizione, naturalmente", ha detto il pinguino che ha iniziato a sbattere le ali. Dovresti scrivere almeno un post a settimana per iniziare, il che porta al consiglio successivo:


Consiglio #2: Non aprire un blog se non ti piace scrivere


Meno ti piace scrivere, più ti ci vorrà e quel tempo in più diventerà un problema. Più il tempo diventa un problema, più odierai scrivere e odierai specialmente quelli che sembrano scrivere post apparentemente senza sforzo, 5 volte al giorno, mentre cucinano per una famiglia di 12 persone e volano in tutto il mondo in un aereo di legno fatto a mano sponsorizzato dai loro tre milioni di lettori.

Sei sicuro che ti piace scrivere? No, non volevo dire mettere "Mi piace" su facebook. Sei davvero sicuro che ti piace trasformare i tuoi pensieri nei rumorosi battiti della tastiera? Ok, buon inizio. Ma solo perché ti piace non vuol dire che sia facile.

Devo ammettere che mi ci sono voluti anni per rendermene conto, ma evidentemente ho un sacco di colleghi che fanno a cazzotti con le parole. Hai notato che questo blog ha un secondo contributore? Sì sì. Solo che la frequenza dei miei post è più di 300 volte la sua. Ma lui può anche essere perdonato per questo, perchè ha un lavoro a tempo pieno, due figli e una moglie che scrive invece che fare il bucato. Ma soprattutto, il problema è che fa a cazzotti con le parole.

Parole - C'era una volta in cui andavo a lezioni di Tai Chi. La prima lezione è stata anche l'ultima perché ho capito subito che il mio problema alla schiena non mi permetteva di tirare la gente in giro. Ho sfruttato l'occasione per tirare un pugno all'allenatore direttamente nel plesso solare, un secondo prima che finisse di incoraggiarci a farlo. Spero che abbia imparato a non usare più parole del necessario. Ma ho anche io imparato una lezione, che è stata utile per la mia scrittura: non cercare di prendere colpi frontalmente, deviali sempre e sfrutta la quantità di moto. Ecco quindi il mio terzo consiglio:

Consiglio #3: Non aver paura delle parole


Le parole non sono nemiche. Se ti vengono incontro, usa il loro slancio e seguile. È più facile a dirsi che a farsi, lo so, soprattutto se sei uno scienziato e se ti è stato insegnato ad essere preciso e accurato e a decorare ogni frase con 20 riferimenti e note. Ma non credo che si debba essere davvero dei buoni scrittori. Perché molto probabilmente nemmeno i tuoi lettori sono buoni lettori, il che è giusto. Se sai davvero scrivere bene, non dovresti aprire un blog, dovresti ... dovresti ... scrivere la mia dannata richiesta di finanziamento. Quello che voglio dire è che se tenti di bloggare come si scrivono articoli scientifici, ti ridurrai quasi certamente ad un pinguino che tenta inutilmente di volare; quindi non pensarci troppo su.

Tuttavia, nessuno è nato imparato, quindi:

Consiglio #4: Sii paziente


Ci vuole tempo per integrarsi nella blogosfera. Puoi accelerare la tua integrazione utilizzando i social network per far conoscere al mondo chi sei, la tua esperienza e il tuo blog. A meno che tu non sia già famoso nel tuo campo, ci vorrà probabilmente almeno un anno, più probabilmente diversi anni, prima di acquisire una bella cerchia di lettori. Fino ad allora, stabilisci contatti, fai amicizia, impara dagli altri, divertiti. Soprattutto, non chiamare un post blog; è come confondere il tempo per il clima.

Se ancora pensi di voler scrivere un blog, vai avanti. Sinceramente non credo che ci voglia più di questo: tempo, pazienza e un buon rapporto con il mondo della scrittura. Il motivo principale per cui scrivo ancora è che mi piace e il TaiChi verbale non mi stanca per niente. E forse aiuta anche che dal 2006 ho lavorato solo presso istituti di ricerca e non ho dovuto insegnare, vedi consiglio #1.


Ora vorrei affrontare alcune preoccupazioni. Questo potrebbe essere più un problema per le persone, ehm, più anziane, ma va detto:

Consiglio #5: Non aver paura della tecnologia


Come per ogni cosa nella vita, puoi farla complicata quanto vuoi, ma finché hai un QI superiore a 70, troverai un modo per bloggare. In realtà non è difficile. Un'altra preoccupazione che i nuovi arrivati ​​sembrano avere è di finire le idee, quindi lasciami dire che:


Consiglio #6: Non preoccuparti di finire le idee per scrivere


Ti arriveranno addosso molti più argomenti di quanti ne potrai evitare. C'è sempre qualcuno che ha detto delle cose su qualcosa di cui anche tu vorresti parlare. C'è sempre qualche "scrittore scientifico" che ha sbagliato proprio tutto. C'è sempre il seminario di qualcuno che era interessante e la pubblicazione di qualcuno che hai appena letto. E se tutto questo non fornisce stimoli, c'è sempre qualcuno che scrive commenti sessisti da qualche parte: dieci cose che avresti voluto sapere quando avevi vent'anni, e giù in fondo alla lista c'è dare consigli per scrivere blog. Quindi non preoccuparti, per scrivere un post basta prendere appunti quando ti imbatti in qualcosa di interessante o hai un'idea. Io attacco post-it alla scrivania.

Sì, in teoria potresti riempire un blog anche senza usare le parole. Questo potrebbe funzionare se hai tanti contenuti visivi, immagini, video, infografiche, applet, ecc. Purtroppo, a causa del modo in cui le cose si sono sviluppate, i contenuti principalmente visivi sono migrati verso altre piattaforme e i blog sono oggi il formato principalmente utilizzato per contenuto verbale. E a causa della diffusione di Twitter, Facebook e Google+, anche la condivisione di link con brevi commenti ha abbandonato la blogosfera. Il blogging è nato principalmente per la scrittura, ed è tornato ad esserlo.

Detto ciò però, bloggare, naturalmente, non è solo scrivere, è anche leggere. Ecco quindi il mio:


Consiglio #7: Prenditi cura dei tuoi lettori


Ti daranno un feedback sul livello di chiarezza della tua espressione. Se i commenti non hanno alcuna relazione con il contenuto dei tuoi post, non ti sei espresso in modo sufficientemente chiaro. Se dai commenti emergono pile di insulti, ti stai esprimendo troppo chiaramente. Se non stai ricevendo commenti, vedi il consiglio #4. Tuttavia, ricordati di:

Consiglio #8: Non aver paura dei tuoi lettori


Se a tutti piacesse ciò che scrivi, qualcun'altro ti odierebbe solo perché piaci a tutti, quindi è inutile. Se ho imparato una cosa dai blog, è che le incomprensioni sono inevitabili. Sono parte del processo e questo è un processo a due vie. Basta non prendere i colpi frontalmente, ma usare il loro slancio. Un malinteso potrebbe essere un ottimo argomento per il tuo prossimo post, no?

Avrai notato che non ho detto nulla riguardo i contenuti. Questo perché TU decidi il contenuto. Non importa più di tanto quello che scrivi, perché i lettori scelgono automaticamente quello che interessa loro. Quelli che rimangono sono quelli che amano ciò che scrivi. Se è importante per te attrarre un pubblico considerevole, allora dovresti pensare un po' di più al contenuto, ma non sono il pinguino giusto per darti consigli su questo. In pratica scrivo tutto quello che mi viene in mente, tranne che per qualche autocensura per il bene della salute mentale miei lettori. Non vuoi veramente sapere come ho perso la verginità, vero?



Quindi, vorresti aprire un blog scientifico?


Due scrivono di Scienza e dintorni
e due, per il momento, crescono
Entrambi potremmo pensare che tu dovresti aprire un blog, ma è solo idealismo. Sii onesto e chiediti se davvero vuoi scrivere un blog. Senza motivazione sarà doloroso sia per te che per i tuoi lettori. Non vorrei mangiare in un ristorante dove il cuoco odia cucinare, e non vorrei leggere un blog in cui lo scrittore odia scrivere. Se non sei sicuro, però, voglio spingerti a fare un tentativo, perché la scrittura potrebbe, semplicemente, cambiare la tua vita.

Per me il blog è stato molto utile, soprattutto perché mi ha insegnato ad estrarre rapidamente i punti principali del lavoro di altre persone e a riassumerli coerentemente, il che mi rende molto più semplice ricordare queste informazioni in futuro. Nel corso degli anni ho anche stabilito molte amicizie attraverso questo blog, alcune delle quali ho anche incontrato di persona e la cui amicizia per me vale molto. Vedo molto cinismo in questi giorni sulla vacuità del social network; ma apprezzo i social perché rendono molto più facile rimanere in contatto con le persone sparse per il pianeta che conosco.


Compito a casa: Apri il libro più vicino a te su una pagina a caso e prendi il primo sostantivo che leggi. Immagina che sia il titolo di un capitolo della tua autobiografia. Scrivi quel capitolo.


Testo liberamente tradotto da: "Should you write a science blog?"

PS:
L'articolo originale mi è stato consigliato da Juhan, al quale è stato consigliato dal proprietario di Oliver, al quale (forse) l'ha consigliato qualcun altro, e via così. Il bello del web... la condivisione!

4 commenti:

  1. Sii te stesso, per te e per chi ti legge: a lungo andare la tua sincerità diventa la tua cifra, il tuo stile, ciò che ti distingue e fa in modo che i lettori tornino a leggerti.

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    1. Concordo pienamente e anzi, lo inserirei tra i primissimi consigli perché assolutamente fondamentale. Grazie Pop.

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  2. Ottimo post Marco. Di quelli che avrebbero bisogno di molti commenti, sensati, non come questo. Anche perché il tema è uno di quelli che m'interessano; e vale non solo per i blog scientifici ma per tutti.

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    1. Già, argomento questo che può interessare parecchi blogger, e non solo scientifici.
      Sulla sensatezza dei commenti: l'importante è esserci ( e tu ci sei sempre) e se poi parte una qualche discussione o arrivano considerazioni siam qui pronti a parlarne, giusto?

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