sabato 28 settembre 2013

Gli sciachimisti VS la Silvia giornalaia


Che non ci si può assentare una settimana (bella bella la Grecia) che succede il patatrak.

Silvia Bencivelli, da qui in poi "la Silvia" (giornalaia per i più casti), ha avuto la malsana idea di scrivere di Scienza si, ma su un quotidiano nazionale e, non contenta, ha voluto trattare uno di quegli argomenti che... "ma te la vai proprio a cercare" [cit]: le scie chimiche.

Ora, io seguo il blog della Silvia da un po' (non sempre capisco tutto, ma questo per me è normale) perché è brava, ma brava davvero. Chiara, precisa e puntuale sugli argomenti trattati e poi scrive come mangia, quindi è un vero piacere leggerla. Ma soprattutto è una tosta al punto giusto quando c'è da bacchettare chi lo merita e coriacea quando c'è da difendere (il difendibile); insomma, una che non te le manda a dire, nonostante il suo aspetto e la sua faccetta dolce e innocente.

Dicevo della malsana idea che lei definisce ironicamente: "esperimento sociale dal nome parla di scie chimiche su un grande quotidiano e vedi quello che succede".
E che succede, cara la Silvia? Succede che tu vai a stuzzicare il cane che dorme dappertutto tranne che sui quotidiani e sui social. E si perché qui da noi (la chiamano Italia), sei libero/a di parlare di quello che vuoi si, ma in casa tua, che se lo fai dove si raggruppano i figli delle mamme, quelli si scatenano e vengon fuori per quelli che sono: coglioni stupidini all'ennesima potenza.

Ora la Silvia probabilmente non lo sa (magari qualcuno può dirglielo), ma qui sul Tamburo le cose si possono prendere anche in modo "meno serio" e quindi mi permetto di cazzeggiare anche se... quando ho letto il suo resoconto sull'accaduto, mi sono girate e non poco. Che uno non possa far BENE neanche il suo lavoro per poi prendersi insulti, minacce e quant'altro... è da fuori di testa; non esiste giustificazione possibile e la cosa è assolutamente da condannare. Poi, perché c'è anche un poi, sembra che ci sia anche l'aggravante dell'essere donna e questa, purtroppo è una storia che si ripete troppo spesso. E io non voglio essere parte di quella tribù di masculi italici che se ragionano lo fanno con "la seconda testa" anche se magari neanche quella funziona. Io l'ho anche scritto che tipo d'adulto vorrei diventare, pensa se posso anche solo sopportare quello che è capitato alla Silvia.

Ma (per fortuna) ci son state anche persone che, soprattutto dopo il secondo articolo, hanno avuto parole di solidarietà ed incoraggiamento per la Silvia, parole che credo (spero) l'abbiano "risollevata". Anche se credo che difronte ad attacchi di ignoranza, maleducazione e pura cattiveria ci siano ben poche parole da aggiungere. Che vuoi dire a persone che, "protette" dall'anonimato o in privato, riescono a confezionare frasi di una cattiveria inaccettabile (leggete il resoconto per farvi una minima idea) o addirittura ad aprire una pagina su FB per dare libero sfogo agli impulsi più beceri.


Fare divulgazione scientifica seria è un dovere ma, come si dice "non c'è peggior sordo di chi non voglia ascoltare". E allora, difronte ai muri, le parole e/o le spiegazioni/argomentazioni lasciano il tempo che trovano e anzi, in alcuni casi danno maggior "carica" a chi cerca lo scontro a tutti i costi. Forse la cosa migliore è farsi una bella risata e lasciar perdere.

Ecco, io spero che questa stronzata di post riesca a tirar fuori un piccolo sorriso alla Silvia, giusto quel po' che l'aiuti a tornare a fare quello che sa fare molto bene.




E a proposito di sorrisi, con quelli di (Cattiva) Scienza in TV, qualche anno fa me ne son fatti parecchi, anche sulle scie chimiche. Il sito su Ning non esiste più ma, ad esempio, sull'ipotetico rapporto tra le scie chimiche ed il morbo di Morgellons (morbo di che?) avevo scritto un post (Settembre 2011). Lo riporto qui sotto:



Nanotecnologie nelle scie chimiche...e ti si rizzano i peli (artificiali)

Nella puntata di Mistero del 14/01/2010 su Italia 1, il Raz (del quartiere), con l’insostituibile collaborazione di Daniele Bossari, ci dà un’ulteriore prova della sconfinata propensione di quelli di Italia 1 nel cercare di svelare i misteri più reconditi, ma talmente reconditi, che spesso, noi poveri “ignoranti”, non ne conosciamo neanche l’esistenza. Alzi la mano chiunque, prima di oggi, avesse mai sentito parlare di “Sindrome di Morgellons”.  Pochi, credo!
Non c’è da vergognarsene, non a tutti è dato conoscere e, comunque, per sopperire ai nostri “vuoti” culturali e scientifici, ci viene in aiuto, tutti i Giovedì, in prima serata, “Raz e i misteri che l’avvolgono”.
In questa puntata, oltre al consueto taglio scientifico, si è voluto affrontare un vero “caso umano”, perché la sola scienza fine a se stessa a quelli di Mistero non bastava; la redazione ha così voluto aiutare concretamente Silvia, una povera ragazza emarginata a causa della sua malattia, il morbo di Morgellons.
Lo dice chiaramente Bossari: “… lei (Silvia) ha provato a rivolgersi alla medicina ufficiale, ma è stata abbandonata da tutti perché non riuscivano a trovare una spiegazione logica ufficiale. E così noi l’abbiamo aiutata …” (redazione: “Manca l’IBAN”).
  
Ma andiamo per gradi.
Cosa affligge la povera Silvia? Quali sono i sintomi della sua rarissima malattia?

Gli crescono i peli.
E già questo per una donna è un grosso problema estetico, ma non è tutto, questa strana peluria è molto variopinta (rosso, blu, verde …) e la cosa non fa pendant con il nero corvino dei suoi capelli.
Ora, il solito superficiale penserà che un problemino estetico non può essere definito un “morbo”;
purtroppo. Però, la cosa non finisce qui, questi peli colorati, sembra non siano organici, ma artificiali, addirittura, per chi è abituato a depilarsi “bruciando” i peli in eccesso, in questo caso risulta impossibile, perché gli strani filamenti colorati resistono alle alte temperature.
Fin qui l’evidente problema estetico, ma ancora più grave l’aspetto drammatico del dolore che il corpo della povera sventurata deve sopportare quando questi “corpi estranei”, partendo da sotto la cute, cercano di fuoriuscire, lacerandole la pelle e procurandogli delle vere e proprie ferite.

Si tratta di un morbo che causa delle lesioni cutanee, da cui fuoriescono dei filamenti composti da polimeri sintetici. E’ una cosa sconvolgente! ” Questa è la chiarissima definizione che dà Bossari.
Ma Raz, che tutti noi sappiamo essere una persona dalla “vivace intelligenza”, sentendo parlare di ipotesi e congetture da parte dell’amico, si domanda da dove provengano questi “corpi estranei” e, dopo una accurata riflessione ed un articolato ragionamento, domanda:
Ma… è legati alle scie chimiche? ” La domanda viene formulata in base ad un consolidato convincimento scientifico, dopo anni di conduzione di Mistero, che, quando si parla di misteri irrisolti che la comunità scientifica, scettica per pregiudizio, non riesce a spiegare, le due cause possibili sono o gli UFO o le scie chimiche. Daniele, ragazzo sicuramente non presuntuoso, ma solo ben informato, conferma che, sì, quella è l’ipotesi più accreditata.


Questo è il dramma di Silvia, la protagonista di questa tristissima storia, che espostasi involontariamente (forse abita vicino ad un aeroporto militare) alle polveri nano tecnologiche delle scie chimiche, oggi deve lottare con il morbo di Morgellons e, non solo, contro l’indifferenza e la “cattiveria” della gente che la reputa una squilibrata o che addirittura sospetta che sia lei stessa ad infierire sul suo corpo.
La redazione di Mistero ha preso a cuore il caso di questa ragazza che con coraggio ha voluto raccontare la sua storia.

Bossari presenta il servizio su Silvia con queste parole:
Solo una raccomandazione. Le immagini sono molto forti, per cui avverto le persone più sensibili; mi sembra il caso”. Ed io concordo con l’avviso nel presentare il video:

 
Purtroppo è solo la prima parte. Il video con l'intera trasmissione non lo trovo più.

Per una volta la redazione di Mistero ha voluto, giustamente, far raccontare il problema dalla diretta interessata, e non dai soliti scienziati e/o esperti con cui collabora ormai da anni, perché l’intento era quello di “aiutare” la povera Silvia.
Ma, come spesso accade, purtroppo, quando si vuol far raccontare i fatti da non “professionisti della comunicazione”, sorge sempre qualche problema e qualche fraintendimento.
 
Silvia, in un eccesso di zelo, durante l’intervista, si è lasciata sfuggire alcune frasi “ambigue” che i delatori, scettici invidiosi, della trasmissione, hanno subito evidenziato e cavalcato.

Alla domanda se i filamenti nella sua pelle fossero le stesse sostanze rilasciate dalle scie chimiche Silvia risponde:
Io non sono un dottore o un fisico, però a livello visivo sono identiche; questo lo posso dire per certo
Lei afferma di veder passare aerei dal suo terrazzo che rilasciano scie chimiche (ci sono foto che lo testimoniano); perché non credere che lei abbia raccolto (con cosa e come?) le sostanze rilasciate dagli aerei (visibili ad un ingrandimento dalle 50 alle 200 volte al microscopio) e le abbia confrontate con quelle presenti sotto la sua cute?

Quando Bossari porge il campione di filamento estratto dal braccio di Silvia ad uno dei tecnici, lei precisa: “Mi hai tolto tu (indicando Daniele), a scanso di ogni …”. Perché non credere che Bossari sia riuscito ad estrarre il filamento dal braccio di Silvia senza mai neanche sfiorarlo?

Visualizzando un filamento sotto pelle con il microscopio elettronico, sempre Silvia precisa:
Doppio, quindi non è un pelo. Non può essere …
Bossari si domanda se sia possibile estrarlo e lei risponde: “Si … no … posso bagnare, raschiare … cioè, adesso …”. Perché pensare che conosca procedure particolari? A chi non è mai capitato di bagnare, raschiare … magari per qualche pelo incarnito?

Daniele chiede inoltre se questi filamenti nascono spontaneamente e continuano a crescere
Questo qui è perché … questo qui è un anno che ci lavoro …” risponde Silvia. Lavoro con il microscopio; perché pensare che per lavoro si può intendere strane manovre volontarie sulla sua pelle?

(redazione: “Bloccate subito il bonifico”)

Ecco come gli scettici cercano di denigrare trasmissioni serie e scientifiche come Mistero; altro non possono che formulare insinuazioni, basandosi solo su frasi estrapolate da un contesto ben più ampio e, per giunta, senza considerare lo stato emotivo di una povera ragazza afflitta da un male che altri gli hanno procurato. E’ una vera vergogna …

Se un appunto si può fare alla puntata del 14/01/2010 di Mistero, è solo quello di non aver affrontato l’argomento con la consueta esposizione di dati scientifici inoppugnabili che ha sempre contraddistinto le precedenti puntate; in questa occasione, la redazione ha voluto dare risalto al dramma di una donna, mettendo in secondo piano l’aspetto scientifico.
Solidale con la scelta della redazione di Mistero, ma allo stesso tempo sempre desideroso di approfondire e comprendere i misteri, mi sono rivolto ad un’altra trasmissione televisiva su Odeon TV altrettanto seria e scientificamente preparata, quella di Rebus (questioni di conoscenza), che, nella 5° puntata della sua nuova serie, ha trattato l’argomento “Morbo di Morgellons” in relazione alle scie chimiche.

Quale scopo possono avere le scie chimiche? Quale scopo può avere il progetto clandestino di rilasciare indebitamente nei nostri cieli, composizioni chimiche di cui non ci è dato nè sapere nè capire quale possa essere l’effetto sulla nostra salute?
Così il conduttore introduce la puntata e subito dopo presenta i suoi ospiti: uno scienziato chimico ed un informatico studioso del fenomeno. Puntata da non perdere.


Morbo di Morgellons conseguenza delle scie chimiche? Sì!
Questo è quello che la puntata di Rebus dimostra inequivocabilmente e, per farlo, menziona la dott.ssa Hildegarde Staninger, la sua teoria ed i suoi studi. La cosa è agghiacciante, ma, fortunatamente, ci pensa l’esperto del fenomeno presente in studio a rassicurarci:
Personalmente penso che il morbo di Morgellons sia un incidente di percorso non voluto, ovvero sia il palesarsi di qualcosa di clandestino e che però non doveva palesarsi. Questo è il motivo per cui il morbo di Morgellons  viene coperto con la scusante della malattia psicosomatica, come dicono negli Stati Uniti, delusional infestation
  
 
Ora, in conclusione, le scie chimiche esistono, sono piene di “nanocosi” microscopici che inaliamo;
questi attaccano il nostro DNA, lo “trasnanano” e, partendo da dentro di noi, cercano di uscire (che ci sono entrati a fare se poi vogliono uscire?), durante questa operazione ci fanno ammalare di Morgellons impedendoci di rasarci e trasformandoci in ricci dagli aculei sintetici.
Perché? Perché così, se raccontiamo a qualcuno dell’esistenza dei “nani”, tutti ci prendono per pazzi (anche Biancaneve).
Tu crederesti a qualcuno che ti si presenta con pezzi di fili elettrici che gli escono da tutte le parti?



PS:
Il Leo(pardo) alla Silvia avrebbe dedicato un componimento.
Dite che l'ha fatto?
Ma perché son sempre l'ultimo a sapere le cose [cit].
Ah, era un'altra Silvia.
Quella del Morgellons?
No.
Fiù!!!
Bon, e allora io per la Silvia giornalaia mi limito a un "non mollare mai" [cit]
(non mi si vede, ma sto saltellando)


6 commenti:

  1. Bello. Scie chimiche. OGM, signoraggio, chiromanti, astrologia, Paolo Brosio &co hanno tanti seguaci nel mondo reale, meno su certi blog come il nostro Tamburo.
    Benvenute le Silvie, Beatrice Mautino e il CICAP, Dario Bressanini, e tutti gli altri di cui non mi viene il nome (l'Alzheimer, ma com'è che questo me lo ricordo sempre?).
    E benvenuti tutta la divulgazione: Borborigmi, Keplero, Dropsea, Alzheimer --ops di nuovo.
    Purtroppo siamo sempre nella condizione della candela nel buio in un mondo dominato da demoni (cit.)

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    1. Sottoscrivo tutto (meno l'Alzheimer).
      Ci preoccupiamo (noi) che si parla troppo poco di Scienza, che le "piccole candele nel buio" accese da pochi blogger sul web riescono ad illuminare fiocamente troppe poche persone. Poi capita d'avere l'occasione di scrivere su un quotidiano nazionale dove la visibilità è garantita e quindi anche il numero di lettori, e che succede? Succede che molti di questi lettori (2, 3, 20, 50... , sempre troppi) in pratica ti dicono di tornare a casa, che loro stan bene così, a crogiolarsi nella loro ignoranza (consapevole o meno), e a casa ti ci rimandano con insulti e calci nel deretano.
      A questo punto la domanda sorge spontanea: "ma ne vale la pena di uscire dal proprio orticello e gridare con un vero megafono le ragioni della Scienza?" Io dico di si, ne vale sempre la pena perché in mezzo a quei lettori c'è sicuramente qualcuno che HA BISOGNO della giusta e corretta informazione e già solo per quello... Per farlo però ci vogliono cojones e pelo sullo stomaco perché, come visto con Silvia B., gli attacchi possono essere parecchio duri.

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    2. Trovato solo ora ma importante, secondo me: manteblog.
      Da noi i commenti sono pochi, i commenti dei troll mancano (per fortuna). Purtroppo ci sono quelli che ti vogliono vendere viagra e principi nigeriani che hanno troppi soldi (che cancello appena li vedo). In ogni caso censurare un commento critico o, peggio, chiudere tutti i commenti, mi trova decisamente contrario.

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    3. Letto, grazie.
      Complicata questa cosa dei commenti. Tendenzialmente sono per tenerli assolutamente aperti perché ritengo possano arricchire l'argomento trattato ed incentivare discussioni che possono portare a cose nuove ed interessanti. Però, ci sono casi in cui... forse ci vorrebbe un post per provare a dirla tutta (che non è proprio facile)

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  2. Ho scritto anch'io sul blog di Silvia. Temo serva a poco, ma insomma. Star zitti serve ancora a meno. Certo che è proprio vero, quando la gente è a corto di argomenti passa alle ingiurie, Come B.

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    1. Avevo intravisto un Marco Bruno ed avevo pensato proprio a te. I tuoi commenti sono stati precisi e ben dettagliati, ma quando non si vuole ascoltare o addirittura si cerca a tutti i costi lo scontro, purtroppo c'è ben poco da fare. Ma son d'accordo con te, stare zitti non solo serve ancora a meno, ma in alcuni casi si rischia di diventare corresponsabili. Sulle ingiurie e/o offese, non ci sono parole per descrivere e condannare, bisognerebbe scendere allo stesso livello, ma non ne vale la pena, anzi, si rischia di fomentare ancora di più.
      Grazie per il tuo passaggio.

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