sabato 13 settembre 2014

Sulla diffusione di informazioni in Twitter e social-cosi similari - I

Visto che sono in pauroso ritardo su tutto questo post non peggiorerà sensibilmente il mio stato. In compenso mi permette, forse, di dire una cosa su cui rimugino da tempo.
Intanto avete notato il titolo? Sì mi sono ispirato a un papero di successo, quando i paperi erano veri paperi, non paperilessi (cit.). Altri tempi, allora non c'era neanche la fotocopiatrice. Oops, fuori tema.


Oggi questo tweet di Lina Tortel (Lina, anche te? mica sei un estremista orientale o un ungherese o un carabiniere o una padagna locale qui del posto, vero?) dice una cosa vera ma poi il ragionamento filosofico scivola nel filastrocchicismo. Peraltro con un più che apprezzabile effetto umoristico; anzi è quello che mi ha fatto collezionare il cinguettio.
E come si vede leggendo questo post aggiungo un altro medium (non si deve fare il plurale delle parole straniere ma quando queste sono al plurale e ne serve una sola si può fare il singolare?) a quelli che dici te, il blog. Perché a me il blog piace, lo sento più mio.

Ma non era questo che volevo dire, tutt'altro. Io sono favorevole alla copia. Mi spiego: se tu hai un pollo e lo dai a qualcuno, diciamo Piersilvio, risulta che Piersilvio ha un pollo e tu no. Ma se tu hai un'idea e la dici a qualcuno, diciamo Ponder, il risultato è che tu e Ponder avete un'idea. E la potete usare entrambi senza nocumento alcuno (sì, questa l'ho copiata, specie il "nocumento").
Se fossi meno pasticcione citerei anche la fonte, oltretutto c'è una forma canonica "(cit. _____)" mentre il "(cit.)" non vale, se non per quando è universalmente noto chi o quando non ti viene il nome da appiccicarci.

Poi i media sono diversi, se fossero identici ci sarebbe ridondanza, cosa ammissibile (in questo caso) ma poco pratica. E poi alla lunga va a finire che alla fine ne rimarrà solo uno (cit.).

Quini, tirando le somme, io apprezzo questo aspetto del Web come bazillione di specchi che riflettono tutte le info su tutto, deformandole, personalizzandole, rendendole comprensibili o no, traducendole in una lingua e un linguaggio comprensibile.

E poi, l'ho già detto ma devo ripeterlo, c'è un aspetto storico-personale in tutto questo. Quando io ero molto piccolo (roba da primi anni di scuola primaria, nel '60 ero in seconda) ero rimasto molto colpito da Echo. Non solo per via dell'H ridondante (la Signora Maestra Giovanna capace che lo segnava errore, se non fosse stato quella (eco è femminile, nèh!)) ma per l'idea di fare una cosa impossibile.
Di cosa sto parlando? Ma di Project Echo, ovviamente. Ecco la Wiki ha tutto, lei sa tutto. E sapeste quanti copiano dalla Wiki!

1 commento:

  1. Anche io, favorevolissimo allo scambio d'idee e anche alla "copia d'autore", quella di chi copia sapendo copiare, ovvero citando la fonte ed aggiungendo qualcosa di suo. Come hai per esempio fatto tu con la bellissima frase di George Bernard Shaw:
    "Se tu hai una mela, e io ho una mela, e ce le scambiamo, allora tu ed io abbiamo sempre una mela ciascuno. Ma se tu hai un'idea, ed io ho un'idea, e ce le scambiamo, allora abbiamo entrambi due idee."
    L'hai personalizzata e contestualizzata all'argomento trattato. Hai aggiunto tue considerazioni e magari spinto qualcuno a riflettere. Ecco, questa è una "copia d'autore".

    Sulla ridondanza (se eccessiva) delle informazioni che si trasforma in rumor inutile e dannoso, son sicuro che hai qualcosa d'aggiungere (me lo dice il titolo ☺). Ti aspetto sulla riva.

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