Notare come Rosa scrive il piemontese come si deve (dovrebbe) ma poi i forestieri non riescono a leggerlo giusto. La O si legge U e per scrivere davvero O si deve mettere l'accento. la J si legge come la I, quasi più lunga, come in "gioia" (che per noi sarebbe "gòj"). Sì come in tedesco e nelle lingue nordiche; a volte anche in olandese ma lì si va sul difficile: pensa te che c'è chi scrive Y al posto di IJ.
Tornando alle cose serie in questi giorni c'è un'iniziativa lodevole: Dillo in italiano.
Bello, firmate la petizione, tutti, subito. Dai!
Io sono cosciente di essere un pessimo esempio. Avete presente la storia della mela marcia? E peggio ancora: Il signor Blogspot mi dice che il Tamburo Riparato è visto in parecchi posti across the universe (cit.):
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Sarà vero? Se sì capiranno quello che scrivo? Temo di no, non tutto almeno, secondo un ragionamento che adesso voglio esporvi.
Mi capita spesso di leggere cose in inglese e francese. Una volta riuscivo anche a parlarle facendomi capire, più o meno, adesso mi muovo molto di meno e ho meno occasioni. Sul Web l'inglese vince, anche per me. Ma --confessione qui-- lo uso anche su carta, per la programmazione da sempre, per la letteratura da quando è diventato molto più facile accedere ai libri in lingua originale (ahimè pochi e quasi solo inglese). Prendi Terry Pratchett, in italiano è tradotto solo in parte, i traduttori variano, spesso cambiano i nomi (dei personaggi e delle cose, oltre a quello del traduttore). Oppure prendete la trilogia della Guida Galattica (cinque volumi) e stupite. E --questo non riesco proprio a imenticarlo-- che dire del terzo volume del Ciclo Barocco di Neal Stephenson? Rizzoli ha tradotto --bene-- i primi due ma il terzo me lo sono dovuto leggere in 'mericano. Ed è stato difficile, parecchio. Anche Terry Pratchett a volte è difficile: scrive bene, comprensibile ma fa riferimento a cose che solo gli inglesi hanno sotto mano mentre per noi diventano indovinelli astrusi.
A dirla tutta ho ancora una lamentela, perso (da leggere come se fosse scritto "persò", lo usano qui vicino, a sinistra e va inteso come "personale"): alle volte devo tradurre e non ci arrivo proprio. Neanche facendomi aiutare da Google Traduttore, per esempio questo:
Non ho la frase intera, forse posso recuperarla ma era su carta e non da me. Comunque è stato un caso difficile; e non so nemmeno com'è finito.
In ogni caso Annamaria Testa ha ragione, dai, tutti a fare il proprio dovere.
Anch'io, anche se la mia lingua madre è un'altra.
Nota: pijte vàrda = non t'azzardare.
Anche se c'è IJ non è olandese. E potrebbe essere anche il meno perentorio fai attenzione.
Nèh!
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